Rivista di studi danteschi | 2005 | N. 2

Nel saggio si propone una lettura del canto XXVI dell'”Inferno”. L’analisi muove dall’invettiva contro Firenze con cui si apre il canto, e che è tematicamente legata alla chiusura di quello precedente, per poi procedere nell’indagine delle tematiche che mettono in relazione la figura di Dante con quella di Ulisse.

L’autore analizza il canto che si svolge nella prima e nella seconda zona del nono cerchio, in cui sono puniti i traditori dei parenti e quelli della patria e del partito. L’indagine procede muovendo dal canto XXXII dell'”Inferno”, ma si sottolinea altresì la rete di rapporti con le altre sezioni del poema dantesco.

Il contributo muove dall’intervento “Il mito di Dante dal Tre al Novecento”, che l’autore Enrico Malato fece durante il convegno dantesco promosso dal centro Pio Rajna, nell’autunno del 1999. Sottolineò in quell’occasione la continua fortuna e idealizzazione del poeta della “Commedia” nel corso dei secoli, quasi mai venuta meno fatta eccezione per una parziale flessione tra il XVII e il XVIII secolo. Nel saggio s’intende completare tale discorso analizzando il percorso dell’ampia e fitta trama d’interventi interpretativi ed esegetici sul poema, che pure costituisce un aspetto non secondario circa il mito di Dante.

Il contributo sintetizza i tratti distintivi dell’attività esegetica dello Storico della letteratura italiana Vittorio Rossi (1865-1938). La sua produzione critica testimonia – sottolinea Corrado – l’interazione tra la rigorosa disciplina metodica della ‘Scuola storica’ e le nuove istanze dell’interpretazione estetica che si affermarono all’inizio del Novecento (p. 316). Rossi inizialmente partì con interessi filologici ed eruditi per poi trasformare parzialmente il suo orientamento critico sotto l’influsso della lezione crociana e gentiliana.

Muovendo dall’analisi dello stile e dei richiami intertestuali e intratestuali del dettato dantesco, l’autrice analizza la tematica della dialettica tra umiltà e consapevolezza di sé, all’interno di alcuni luoghi del prologo purgatoriale e di quello paradisiaco.

Il manoscritto della “Commedia” “Egerton” 943 costituisce per il suo formato, per il materiale scrittorio e per la disposizione del testo un codice ‘di lusso’. Il suo apparato ornamentale è curato in ogni dettaglio. L’impianto illustrativo non ha unicamente una funzione decorativa o accessoria ma esplicativa e descrittiva, poiché l’interpretazione figurale si affianca a quella verbale. Nel manoscritto “Egerton” chiose e immagini si supportano a vicenda e propongono al lettore un’unica interpretazione del poema dantesco.

Enrico Malato pubblicò sulla “Rivista di Studi Danteschi” nel fascicolo I dell’anno 2004 il saggio “Per una nuova edizione commentata delle Opere di Dante”. A questa seguì la replica sul periodico “Studi Danteschi” (LXX 2005) dal titolo “La Società Dantesca Italiana” di Domenico De Robertis, Guglielmo Gorni e Francesco Mazzoni. Nel contributo l’autore espone alcune precisazioni circa la replica degli studiosi.

Il “Centro Pio Rajna” annuncia una “Nuova edizione commentata delle Opere di Dante”. Tale operazione è mirata alla scadenza del settimo centenario della morte del poeta nel 2021. Nel contributo si ripercorrono sinteticamente le linee programmatiche lungo le quali l’iniziativa intende svilupparsi, già descritte dettagliatamente nel saggio di Enrico Malato “Per una nuova edizione commentata delle Opere di Dante” sulla “Rivista di Studi Danteschi” (a. IV 2004, pp. 3-160).