Le riviste sostenitrici
Rivista di studi danteschi | 2003 | N. 2
Anno 2003 – N. 2 Mese: Luglio-Dicembre
A cura di Simona Spinelli
Titolo articolo: Omaggio a Giancarlo Savino
In occasione dei suoi settant’anni e del termine dell’insegnamento universitario, si dedica questo numero della “Rivista di Studi Danteschi” a Giancarlo Savino, codicologo e paleografo membro del “Consiglio Scientifico della Edizione Nazionali dei Commenti danteschi”.
Lingua: ItalianoPag. 225-226
Etichette: Savino Giancarlo, Filologia, Dantismo, Novecento, Duemila,
Titolo articolo: Per una lettura dell’“Inferno”. Strutture narrative e arte della memoria
Attraverso la selezione di nodi critici dell’ “Inferno” dantesco, si propongono alcune chiavi interpretative per la comprensione di questa prima cantica, che estendendosi all’intero poema contribuisco ad un esame complessivo dell’opera.
Lingua: ItalianoPag. 227-252
Etichette: Alighieri Dante, Commedia, Inferno, Critica del testo, Trecento,
Titolo articolo: Uno stemma per L’“Ottimo Commento”: il “Purgatorio”
Nell’ottica di indagare la tradizione manoscritta relativa al commento del “Purgatorio”, s’introducono i principali nodi critici circa la ricostruzione dello stemma codicum dell’ “Ottimo”. L’autore nel fornire indicazioni inerenti il quadro preliminare della sua analisi, sintetizza le dinamiche fondamentali che tra il 1827 e il 1829 portarono alla pubblicazione del commento trecentesco alla “Commedia”, a cura di Alessandro Torri, che (osserva l’autore) seppure risulti difettosa costituisce finora, l’unico testo di riferimento per l’ “Ottimo” messo a disposizione degli studiosi (p. 256).
Lingua: ItalianoPag. 253-316
Etichette: Alighieri Dante, Purgatorio, Ottimo, Commento, Trecento, Ottocento, Duemila,
Titolo articolo: L’interpretazione della ‘selva oscura’ di Giovan Batista Gelli tra eredità umanistica, aristotelismo ed echi della Riforma
Muovendo dal commento all ‘”Inferno” che Giovan Batista Gelli compose nel 1553, l’autrice espone il ‘profondo’ ripensamento circa la “Commedia” operato dall’accademico fiorentino. Gelli riteneva che lo smarrimento da cui prendeva avvio il poema fosse dovuto a un errore di natura intellettuale da parte del poeta, che ha dubitato (sintetizza Caporaso) del suo fine ultimo, della necessità di raggiungere la perfezione in un’altra vita, spogliati della carne e delle sue debolezze, dell’esistenza dell’inferno, del purgatorio, e del paradiso, e della stessa immortalità dell’anima (p. 349). Il poema si presenta allo studioso fiorentino, dunque, come il riscatto di Dante da tale errore.
Lingua: ItalianoPag. 317-350
Etichette: Gelli Giovan Batista, Commedia, Commento, Trecento, Cinquecento,
Titolo articolo: Una possibile fonte di Castelvetro, le postille dell’incunabolo ? K 1 13 della Biblioteca estense di Modena
Il saggio muove dagli studi che l’autrice ha effettuato per la preparazione dell’edizione critica della “Sposizione”, di Lodovico Castelvetro, ai primi ventinove canti dell’ “Inferno”, per cui l'”Edizione Nazionale dei Commenti danteschi” ha predisposto la pubblicazione. Si propone una riflessione circa le postille alla “Commedia” contenute in un incunabolo stampato a Venezia nel 1497 per Pietro Quarengi, comunemente attribuito al modenese. Nel riesaminare la stampa attualmente conservata presso la Biblioteca Estense Universitaria di Modena, s’intende procedere alla ridiscussione inerente la paternità delle chiose.
Lingua: ItalianoPag. 351-380
Etichette: Castelvetro Lodovico, Commedia, Commento, Cinquecento,
Titolo articolo: Una nota metrica cavalcantiana marginale a Dante
Nel contributo dedicato a “L’anima mia vilment’è sbigotita” di Guido Cavalcanti si analizza l’anomalia metrica presente nel sonetto. Lo schema delle quartine ABBB BAAA costituisce infatti un ‘unicum’ nell’intera tradizione poetica italiana (p. 381), da cui si ipotizza che l’autore infrangendo consolidate consuetudini della sua prassi tecnico-compositiva, intendesse sperimentare e mostrare (sottolinea Calenda) una dialettica in cui si intrecciano continuità e discontinuità, intenzioni innovative e inerzie restaurative (p. 385).
Lingua: ItalianoPag. 381-385
Etichette: Cavalcanti Guido, Rime, Sonetto, Metrica, Duecento,
Titolo articolo: Note per il testo della “Questio de aqua e terra”
Nel contributo dedicato al breve scritto dottrinale la “Questio de aqua e terra”, si raccolgono le note che traggono origine dalla rilettura dell’edizione principe, sull’esemplare conservato presso la Biblioteca Marucelliana di Firenze, e sulla riproduzione facsimilare, edita a cura di Saverio Ragazzini e Luigi Pescasio, di quello posseduto dalla British Museum Library di Londra. L’analisi da cui discendono le note tiene conto dei dati offerti da due edizioni del trattato curate rispettivamente, da Ermenegildo Pistelli per l’edizione del 1921, da Giorgio Padoan per quella del 1968, e dal commento del 1979 di Francesco Mazzoni.
Lingua: ItalianoPag. 386-395
Etichette: Alighieri Dante, Trattato, Filologia, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: La ‘fama’ di Dante. Chiosa a “Purgatorio” XI 103-6, ‘Che voce avrai tu più (…) / pria che passin mill’anni?’
Nell’analizzare il canto XI del “Purgatorio”, si indaga l’utilizzo dantesco del tema della ‘fama’. Particolare rilevanza è posta sul colloquio con Oderisi da Gubbio, per cui l’esegesi tradizionale ha individuato come fonte il “De Consolatione Philosophiae” di Boezio. Entro tale cornice, l’autore sintetizza una criticità individuata nel passo in questione dal filologo Mario Martelli, circa il concetto della caducità della ‘fama’.
Nel canto il poeta fa esprimere al suo personaggio (spiega Martelli) come basti lo spazio di neppure un millennio per annullare qualunque fama, e Omero, allora il cui canto, a duemila anni dalla morte, alto volava ancora com’aquila e Orazio satiro, e Ovidio e Lucano (p. 400). Indagando tale tematica, Malato mostra come questa rilevata da Martelli come un’ambiguità, derivi da una consapevole scelta da parte del poeta.
Pag. 396-407
Etichette: Alighieri Dante, Purgatorio, Critica del testo, Trecento, Duemila,
Titolo articolo: I codici di Francesco di ser Nardo da Barberino
Il saggio ha per oggetto l’opera di Francesco di ser Nardo da Barberino, copista attivo nella Firenze della prima metà del XIV secolo, che annovera tra i suoi soggetti privilegiati la “Commedia” dantesca. Nel contributo corredato da un apparato di immagini, si descrivono sia i codici sottoscritti, sia quelli tradizionalmente attribuiti all’amanuense.
Lingua: ItalianoPag. 408-421
Etichette: Nardo da Barberino Francesco, Commedia, Copista, Trecento, Firenze,
Titolo articolo: In margine all’edizione facsimilare del Codice Filippino della “Commedia”
Il contributo muove dalla pubblicazione, in edizione facsimilare, del Codice Filippino, importante opera della tradizione manoscritta meridionale della “Commedia”. L’autrice nell’analizzare l’edizione, sorta nell’ambito del progetto della “Edizione Nazionale dei Commenti danteschi”, ne individua alcuni nodi critici, confidando che questa costituisca l’avvio di nuovi percorsi d’indagine.
Lingua: ItalianoPag. 422-428
Etichette: Alighieri Dante, Commedia, Codice, Trecento, Ottocento, Duemila,
Titolo articolo: Una nuova fonte dantesca per Boccaccio
Tra 1341 e il 1351 Boccaccio si dedicò a raccogliere materiali per la composizione del “Decameron”, e tra gli anni 1351 e 1365 si concentra il suo lavoro sulle opere dantesche, poi confluito nei due codici Chigiani, in quello Toledano e nel codice Riccardiano. Nel saggio si riscontrano interferenze tra le attività appena isolate, e si mostra come due brani del “Trattatello in laude di Dante”, e altrettante novelle del “Decameron” traggano origine da alcune glosse marginali latine presenti in antichi esemplari della “Commedia”.
Lingua: ItalianoPag. 429-442
Etichette: Boccaccio Giovanni, Alighieri Dante, Commento, Letteratura, Comparatistica, Trecento,
Titolo articolo: La “Memoria di quatuordeci valentissimi homini romani”, un inedito e sconosciuto frammento del Falso Boccaccio
Il contributo scaturisce dalla tesi di dottorato “Per un’edizione delle chiose del cosiddetto Falso Boccaccio alla Commedia”, per cui l’autrice ha condotto un’analisi della tradizione manoscritta del commento in volgare tardotrecentesco, erroneamente attribuito in alcuni codici a Giovanni Boccaccio. Nel saggio è mostrato un breve testo intitolato “Memoria di quatuordeci valentissimi homini romani” presente in alcuni dei codici analizzati, e ignorato sia dall’edizione integrale a stampa del 1846 curata da George John Warren Vernon, che (sottolinea Mazzanti) dall’esigua, anche recente bibliografia relativa al Falso Boccaccio (p. 444).
Lingua: ItalianoPag. 443-454
Etichette: Boccaccio Giovanni, Commedia, Commento, Filologia, Trecento,
Titolo articolo: Le postille di Vincenzo Borghini a un Dante aldino, spunti esegetici e polemica letteraria a margine del Laurenziano Antinori 260
Nell’ambito della filologia dantesca, il XVI secolo fu segnato dalla collaborazione tra l’editore Aldo Manuzio e il filologo Pietro Bembo, sodalizio che condusse nel 1502 alla stampa delle “Terze Rime” prima edizione cinquecentesca della “Commedia” dantesca, che fu poi ristampata nel 1515 ‘con nuovo titolo e nuovi errori’ (p. 456). Quest’ultima edizione suscitò le perplessità di Vincenzo Borghini, in disaccordo con gli interventi di Bembo sul testo dantesco. Pur non approdando a una nuova edizione del poema, Borghini utilizzò quella aldina per emendarne il testo tramite una collazione con altri codici e commenti della “Commedia”. Tale esperienza è documentata dal postillato laurenziano Antinori 260.
Lingua: ItalianoPag. 455-467
Etichette: Manuzio Aldo, Borghini Vincenzo, Commedia, Filologia, Trecento, Cinquecento, Venezia,
Titolo articolo: Un episodio della fortuna di Dante in Francia nel primo Ottocento, “Les proscrits” di Honoré de Balzac
Nel 1831 Honoré de Balzac pubblicò ne “La Revue de Paris” il racconto breve “Les proscrits”, che nel 1835 con alcune varianti confluì tra gli “Études philosophiques” della “Comédie humaine”. Balzac scelse come protagonista del suo racconto, ambientato a Parigi nel 1308, Dante Alighieri. Nel saggio si sottolinea dunque come l’autore francese avesse accolto l’ipotesi di un soggiorno parigino del poeta, che aveva avuto tra i suoi primi sostenitori Giovanni Boccaccio, il quale aveva espresso tale asserzione nel “Trattatello in laude di Dante”.
Lingua: ItalianoPag. 468-480
Etichette: Boccaccio Giovanni, de Balzac Honoré, Dantismo, Viaggio, Esilio, Trecento, Ottocento, Parigi,
Titolo articolo: Amor di libro. La codicologia secondo Giancarlo Savino
Il contributo celebra l’attività linguistico-filologica di Giancarlo Savino, professore di Paleografia e Diplomatica all’Università di Siena, e dal 1987 al 2004 docente di Codicologia per la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze. L’autrice sottolinea l’importante contributo dello studioso nella disciplina da lui insegnata, la cui esperienza di bibliotecario e conservatore di manoscritti ha arricchito ulteriormente.
Lingua: ItalianoPag. 481-486
Etichette: Savino Giancarlo, Filologia, Manoscritto, Novecento, Duemila,