Rivista di studi danteschi | 2001 | N. 1

Raccogliendo l’eredità della rivista ” Studi Danteschi” fondata e diretta da Michele Barbi nel 1920, questo nuovo periodico semestrale si propone di creare uno spazio dedicato all’esegesi storica dell’opera di Dante, in cui (sottolinea Malato) possano trovare sbocco studi relativi alla tradizione, e preparatorî per le edizioni critiche dei commenti antichi (p. 5). La rivista, i cui contributi hanno un taglio prevalentemente filologico e documentario, si pone inoltre in connessione con il progetto promosso dal Centro Pio Rajna dell'”Edizione Nazionale dei Commenti danteschi” di cui segue con attenzione i progressi.

Nel 1999 il Centro Pio Rajna cofinanziato dal MURST avvia il progetto dell’ “Edizione Nazionale dei Commenti danteschi”. Lo scopo è di realizzare una ricognizione esaustiva dei commenti danteschi, finalizzata al censimento e alla pubblicazione in edizioni filologicamente fondate di questi. Il contributo ripercorre la storia del progetto, e ne illustra i criteri operativi fondamentali.

Si elencano i titoli che compongono il programma della “Edizione Nazionale dei Commenti danteschi”.

Il contributo ha per oggetto il ms. Laur. 40 2, importante collettore di antiche chiose alla “Commedia”, allestito dal giurista volterrano Andrea di Giusto Cenni tra il 1370 e il 1372 a Città di Castello. Il codice contiene una “Commedia” corredata di un composito apparato di chiose marginali, ricavate da diversi commenti all’opera dantesca. La fedeltà alle fonti da cui le chiose sono state attinte ha consentito di recuperare un antico commento all’ “Inferno”, per la cui attribuzione sono formulate due ipotesi. Una lo identifica in un antico commento anonimo, su cui Guido da Pisa avrebbe costruito la struttura portante delle proprie “Expositiones” all’ “Inferno”, l’altra riconosce nel commento una primitiva stesura d’autore dell’opera guidiana. L’autrice dopo un’iniziale analisi del manoscritto, esamina le ipotesi formulate tramite il raffronto tra chiose laurenziane ed “Expositiones”.

Durante l’ultimo trentennio del Cinquecento, Jacopo Mazzoni fu uno dei protagonisti della polemica letteraria scaturita dalla diffusione del “Discorso nel quale si mostra l’imperfettione della ‘Commedia’ di Dante” di Ridolfo Castravilla. Nel 1572 in risposta al discorso antidantesco il filosofo cesenate diede alle stampe il “Discorso in difesa della ‘Commedia’ del divino poeta Dante”, pubblicato a Bologna sotto lo pseudonimo di Donato Roffia. L’intervento di numerosi intellettuali contribuì negli anni ad alimentare la ‘querelle’ e ad ampliarne i confini, tanto che Mazzoni negli anni ‘80 affrontò nuovamente la questione progettando un trattato in sette libri. La prima parte dell’opera fu pubblicata a Cesena nel 1587 mentre la seconda apparve postuma nel 1688. Il contributo si propone di affrontare analiticamente il problema di un’edizione critica della complessa opera di Jacopo Mazzoni.

Tratto dominante dell’VIII canto del “Purgatorio” è il tema dell’esilio. Il saggio propone un’analisi di quello che (dice Malato) è tra i canti più mossi e narrativamente elaborati dell’intera “Commedia” (p.91) dal cui esame si evince un modello di racconto nuovo.

Il contributo che ha per oggetto il “Fiore” offre un’analisi circa l’attenzione e il successo incontrati dal ‘poema-volgarizzamento’ nel corso dei secoli. Si pone come punto di partenza dell’indagine l’arco temporale tra il XIV e il XV secolo.

L’autore descrive la ‘querelle’ sorta attorno al XXXIII canto dell'”Inferno”. Ne furono protagonisti il professore di eloquenza e di poesia italiana Giovanni Rosini e il giurista Giovanni Carmignani che nel 1826 parteciparono al ricevimento tenuto a Pisa per festeggiare le imminenti nozze tra Luisa Scotto e Andrea Corsini. In quell’occasione sorse la discussione attorno alla tesi che Giovan Battista Niccolini aveva espresso l’anno precedente, secondo cui Dante nel canto in questione faceva intendere che il Conte Ugolino divorasse i figli. Rosini respingeva tale tesi, e difendeva l’interpretazione tradizionale del verso ‘Poscia più che il dolor potè il digiuno’ (‘finalmente, non avendomi potuto far morire il dolore, mi fece morir la fame’). Carmignani contrastò tale interpretazione, e la discussione assunse nel tempo una prospettiva più ampia.

Dal 1 al 3 ottobre 2001 si è svolto presso l’Università di Urbino il convegno di studi dal titolo “Intorno al testo. Tipologie del corredo esegetico e soluzioni editoriali”. L’idea sorta in margine all’iniziativa del Centro Pio Rajna dedicata all’edizione dei Commenti danteschi, risponde all’esigenza di analizzare il testo “nel suo rapporto dinamico con ciò che da esso promana e a esso si riferisce, in ragione della sua interpretazione” (p. 147).

Si offre una panoramica delle pubblicazioni previste tra il 2001 e il 2002 nell’ambito dell’ “Edizione Nazionale dei Commenti danteschi”. Particolare rilievo è dato all’edizione in quattro tomi del “Comento sopra la Comedia” di Cristoforo Landino curata da Paolo Procaccioli. Tale iniziativa mira ad agevola il contatto con un testo fino a ora accessibile unicamente attraverso incunaboli e cinquecentine. Tra le altre edizioni in programma, è inoltre prevista la riproduzione facsimilare del Codice Filippino contenente le cosiddette “Chiose Filippine” e la pubblicazione del “Codice Poggiali”, il Palatino 313 della Biblioteca Nazionale di Firenze.