Rivista di letteratura teatrale | 2022 | N. 15

Anno 2022 – N. 15
A cura di Paolo Perilli

Autore/i articolo: Stefania Giovanna Mallamaci
Titolo articolo: Sul finire del secolo: Li sei contenti di Galeotto Del Carretto

Gli anni a cavallo tra xv e xvi secolo sono, dal punto di vista drammaturgico, anni complessi: differenti maniere di fare teatro coesistono e si fondono. Emblema ne è la produzione di Galeotto Del Carretto. Della sua poco studiata commedia Li sei contenti si prova qui a fornire una collocazione all’interno di questo articolato panorama: si affronta la questione dell’incerta datazione (proponendo elementi a sostegno della composizione nel 1499) e sono indagati i possibili legami dell’opera con uno dei centri teatralmente più vivi della penisola, ovvero la corte mantovana. L’analisi della commedia mira a determinare la diversa influenza esercitata dalle fonti che agiscono sulla pièce e propone un’interpretazione della finalità dell’opera, verosimilmente destinata alla lettura, piuttosto che alla recitazione. In conclusione, lo studio tenta di aggiungere un tassello alla ricostruzione dello sperimentale scenario teatrale di fine secolo, di cui Li sei contenti resta interessante testimonianza.

Lingua: Italiano
Pag. 9-30
Etichette: Commedia, XVI secolo, Galeotto Del Carretto, Li sei contenti,

Autore/i articolo: Matteo Bosisio
Titolo articolo: Una «passion smisuratamente grande»: la Romilda e la Scilla di Cesare De’ Cesari

L’articolo analizza le tragedie Romilda e Scilla di Cesare De’ Cesari (1551). Lo scrittore rappresenta due figure femminili sconvolte da manie e illusioni: Romilda si innamora di Calcano, re degli Àvari, sebbene egli abbia ucciso in guerra suo marito Gisulfo, duca del Friuli; Scilla si invaghisce di Minosse mentre il sovrano cretese cinge d’assedio Megara. Il saggio esamina le due opere prestando un’attenzione privilegiata alle fonti (antiche e moderne) e alla caratterizzazione delle protagoniste, che puntano, contro le indicazioni aristoteliche, a inquietare il pubblico.

Lingua: Italiano
Pag. 31-45
Etichette: Rinascimento, XVI secolo, Cesare De' Cesari, Romilda, Scilla,

Autore/i articolo: Francesco Saverio Minervini
Titolo articolo: Di martiri e di eroi. Note sulla religione della sofferenza nel Settecento

Il saggio approfondisce il tema della religione della sofferenza e il principio ispiratore della morte che differenzia il martire cristiano dall’eroe; entrambi in perenne lotta contro il sopruso del tiranno e l’oppressione del potere, identificano nella ‘bella morte’ un punto di riscatto comune, pur muovendo da differenti presupposti ideologici.

Lingua: Italiano
Pag. 47-58
Etichette: XVIII secolo,

Autore/i articolo: Matilde Esposito
Titolo articolo: Dentro la corte-prigione. Il Lodovico Sforza, detto il Moro di Giovanni Battista Niccolini

L’articolo intende indagare le fonti letterarie che Giovanni Battista Niccolini prese a modello per la composizione della tragedia Lodovico Sforza, detto il Moro (Capolago, 1833), e che contribuirono alla costruzione dello spazio della corte-prigione. In primo luogo, verrà verificato l’influsso che Alfieri e, più nello specifico, il Filippo e il Della tirannide, ebbero sulla rappresentazione del regime tirannico di Lodovico il Moro. Successivamente verrà messo in luce come la presenza di apparizioni, la scelta di un protagonista assolutamente malvagio e l’associazione delle atmosfere notturne al delitto avvicinino l’opera alla drammaturgia shakespeariana, in particolare al Macbeth e al Riccardo III. In ultimo, si instituirà un parallelo tra la condizione di prigionia sperimentata da Gian Galeazzo e quella sofferta da Sigismondo, protagonista de La vita è sogno di Calderòn, al quale Niccolini poteva aver accesso attraverso il rimaneggiamento secentesco attribuito al fiorentino Giacinto Andrea Cicognini.

Lingua: Italiano
Pag. 59-66
Etichette: Tragedia, Giovanni Battista Niccolini, Vittorio Alfieri, william shakespeare,

Autore/i articolo: Pasquale Sabbatino
Titolo articolo: La camorra e i ragazzi di strada nel teatro di Bracco e Di Giacomo

Negli anni Novanta dell’Ottocento, i testi teatrali Don Pietro Caruso di Roberto Bracco e A San Francisco di Salvatore Di Giacomo mettono in scena la camorra. Nel 1900 i due scrittori, Di Giacomo con il dramma ’O mese mariano tratto dalla novella Senza vederlo del 1884 e Bracco con la recensione allo spettacolo e l’articolo Psicologia di via Toledo, portano lo sguardo sulla scena reale della camorra, tra i ragazzi poveri e abbandonati da tutti (anche dallo Stato e dalle istituzioni umanitarie), tra i ragazzi di strada che diventeranno i ragazzi della camorra. Sul finire della prima metà del Novecento, nell’articolo Freddo a Napoli, Italo Calvino racconta «il trucco» di Napoli, che appare bella e ricca al viaggiatore mentre attraversa la spina dorsale del centro storico, ma dietro l’angolo la città svela il suo inferno, l’«antichissimo alveare» della povera gente, di cui fanno parte, insieme a numerose figure sociali, i ragazzi di strada.

Lingua: Italiano
Pag. 67-81
Etichette: Italo Calvino, Roberto Bracco, Salvatore di Giacomo,

Autore/i articolo: Alberica Turchi
Titolo articolo: Teatro senza spettatore. La tragedia di Borges: Averroè o dell’impossibilità del teatro

Nel racconto di Jorge Luis Borges dal titolo La ricerca di Averroè, il noto filosofo arabo-andaluso ci appare immerso nella lettura della Poetica di Aristotele alla vana ricerca del significato delle parole «tragedia» e «commedia», per tradurre il Maestro greco. La sua impossibilità di approdare a una soluzione corrisponde alla effettiva incapacità della cultura islamica classica di immaginare il Teatro. Nonostante gli eventi teatrali a cui assiste, Averroè non n’è mai spettatore. Il contributo riflette su uno scritto ‘borgesiano’, che racconta il fallimento personale del Commentatore musulmano dell’opera aristotelica e la sconfitta sociale non solo dell’Islam, ma anche del Medioevo cristiano e della nostra modernità. Al centro vi sono l’incomprensione e il fraintendimento, che rendono impossibile, o almeno difficile e paradossale, la traduzione linguistico-culturale del prossimo. La tragedia investe non solo il personaggio, ma anche l’autore stesso, e tutti noi. Se non possiamo conoscere e capire l’Altro nella realtà, non ci resta che immaginarlo ed incontrarlo nella letteratura e nel teatro, dove non c’è scontro, ma solo dialogo.

Lingua: Italiano
Pag. 83-91
Etichette: Letteratura, Realismo, Aristotele, Averroè, Jorge Luis Borges, America Latina

Autore/i articolo: Stefano Fortin
Titolo articolo: «Questa è voce d’Adelchi». Teoria e tecnica del taglio nell’«Adelchi» di Carmelo Bene

L’articolo, attraverso uno studio comparatistico tra il testo manzoniano dell’«Adelchi» e il copione curato da Carmelo Bene per la messinscena in forma di concerto dell’opera nel 1984, trae alcuni spunti per un ritratto del Manzoni beniano. Lo studio approfondito di tagli e rielaborazioni permette infatti di approfondire la reinterpretazione dell’attore-regista salentino, offrendo una chiave di lettura per comprendere uno dei più importanti riutilizzi novecenteschi dell’opera manzoniana.

Lingua: Italiano
Pag. 93-104
Etichette: Alessandro Manzoni, Carmelo Bene, Adelchi,

Autore/i articolo: Vincenzo Caputo
Titolo articolo: «Nelle strade altre grida». Su Le formicole rosse di Domenico Rea

Il contributo intende analizzare l’opera teatrale Le formicole rosse di Domenico Rea, la quale apparve nel 1948 presso la casa editrice milanese Mondadori. Si punterà l’attenzione in primo luogo sui rapporti, di vicinanza e di lontananza, che essa instaura con il capolavoro d’esordio di un anno precedente, ovvero Spaccanapoli (Milano, Mondadori, 1947). In secondo luogo si seguirà, grazie a un’indagine sulle recensioni del tempo, l’‘indice di gradimento’ relativo a una specifica messa in scena, che avvenne a Roma nel 1958 (Teatro Millimetro, regia di Paolo Degrande). Da tali indagini si rafforza l’idea della peculiarità, fortemente significativa, delle Formicole rosse all’interno del corpus reano e si avverte come necessaria un’indagine più generale sulla sua produzione drammaturgica.

Lingua: Italiano
Pag. 105-114
Etichette: Dramma, Teatro, Domenico Rea, Le formicole rosse,

Autore/i articolo: Matteo Palumbo
Titolo articolo: Introduzione a Una relazione per un’Accademia interpretata da Marina Confalone

Si edita qui l’introduzione di Matteo Palumbo al monologo teatrale, ispirato al racconto Una relazione per un’Accademia di Franz Kafka, che l’attrice e regista teatrale Marina Confalone interpreterà presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II il 20 gennaio 2023 alle 16.00 nella storica Aula Ottagono (la messa in scena è già avvenuta il 16 febbraio del 2017). L’attrice si immedesima nella scimmia Rotpeter che, nonostante abbia assunto connotati umani, prova nostalgia della sua condizione primitiva. Questa scimmia, che ormai ha messo da parte l’indole bestiale, racconta nel corso della sua relazione come e perché si è trasformata in un uomo.

Lingua: Italiano
Pag. 115-116
Etichette: Franz Kafka, Marina Confalone, Una relazione per un'Accademia,