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Rivista di letteratura italiana | 2019 | N. 3
Anno 2019 – Annata: XXXVII – N. 3
A cura di Barbara Manfellotto
Titolo articolo: « SOL D’ORLANDIN I’ CANTO, E NONDIMENO…». LETTURA DELL’ORLANDINO DI TEOFILO FOLENGO
Il saggio propone un’originale lettura dell’Orlandino, enigmatico poemetto narrativo in ottava
rima di Teofilo Folengo edito a Venezia nel 1526,
connotato dall’osmotica fusione di elementi apparentemente difformi, sospesi tra scatologia e
sacralità, oscenità e serietà, facezie e altissima tensione etica. L’analisi critica degli otto «capitoli»
permette di verificare la particolare metamorfosi
cui è sottoposta la materia carolingia, che permette di dare voce, nelle ambigue trasmutazioni alchemiche della logica binaria, tanto alla denuncia
e alla contestazione quanto alla prospettiva utopica di un ritorno alla Parola primigenia.
Pag. 9-29
Etichette: Letteratura maccheronica, Poesia, Utopia, XV secolo, XVI secolo, Teofilo Folengo, Orlandino,
Titolo articolo: OLTRE L’AUTOCENSURA. NOTE SUL RIFACIMENTO DEL DIALOGO TASSIANO IL NIFO OVERO DEL PIACERE
Composto nel 1580, rivisto profondamente nel
1581 e nuovamente ritoccato nel 1587, Il Nifo overo del piacere è uno dei più rappresentativi fra i
primi dialoghi tassiani, e uno dei più importanti
per la riflessione politica dell’autore. Il saggio è
dedicato al passaggio fra la prima e la seconda
redazione, collocato entro il contesto storicobiografico in cui ebbe luogo e studiato attraverso
il riferimento agli scritti coevi e la ricostruzione
dello scheletro argomentativo generale del testo,
per valorizzare l’insieme eterogeneo di spinte
(politiche, letterarie, autopromozionali) che esso
sottende.
Pag. 31-48
Etichette: Dialogo, Variante, XV secolo, XVI secolo, Torquato Tasso, Il Nifo overo del piacere,
Titolo articolo: SUGLI ‘EPITALAMI NASCOSTI’ DI MYRICAE
Il saggio indaga le presenze della tradizione epitalamica che in Myricae si fondono con la ripresa del
binomio amore e morte. L’ambiguità che connota
nel tempo antico il tema delle nozze, in occasione
delle quali nostalgia e rimpianto, se non pena, si
alternano alla gioia, viene riecheggiata da Pascoli attraverso la rilettura del giovanile Epitalamio
lesbio di Saffo e percorre, grazie alla cifra sottile
del simbolismo, tutta la silloge, che reinterpreta il motivo delle nozze di una fanciulla – nozze
sognate o negate, tradite e fonte di pianto –, cui
s’accompagnano desiderio e solitudine, nonché
un’ombra di sofferenza. Tessere il velo nuziale (e
non si può non rammentare l’intreccio metaforico
sotteso a tale attività) somiglia, in Myricae, a tessere un velo funebre.
Pag. 49-60
Etichette: Amore, Poesia, XIX secolo, XX secolo, Giovanni Pascoli, Myricae,
Titolo articolo: UNA CHACONNE PER DUE: SUGGESTIONI E CONSONANZE TRA CARLO STUPARICH E ITALO SVEVO
Prendendo spunto dal ritrovamento da parte di
Simone Volpato di uno scaffaletto di libri di proprietà di Ettore Schmitz, tra i quali spiccano opere
di giovani scrittori giuliani, il saggio insegue indizi
di un significativo rapporto di Svevo con la cultura
vociana, con il moralismo e la poetica dell’autoanalisi in cui si espresse in quegli anni la rottura dei
canoni ottocenteschi e del classico modello di formazione dell’artista borghese. In particolare esso
fa convergere questa generale problematica verso
un incrocio di temi, riguardanti la cultura, la pratica musicale e l’esercizio del violino, confrontando
alcune pagine di Carlo Stuparich con alcuni episodi de La coscienza di Zeno, del Soggiorno londinese e
di altre scritture private.
Pag. 61-80
Etichette: Musica, Narrativa, XIX secolo, XVIII secolo, XX secolo, Carlo Stuparich, Italo Svevo, Johann Sebastian Bach, La Voce,
Titolo articolo: MOTIVI SEPOLCRALI NEL GIOVANE LUZI
Nella poesia giovanile di Mario Luzi (1914-2005) hanno un grande rilievo i motivi sepolcrali, che
collegano il poeta fiorentino a un’area di romanticismo e simbolismo europei al cui interno
spicca, più di quella foscoliana, la lezione di Leopardi. L’apice di questo legame è forse in Cimitero delle fanciulle (1936), una lirica della raccolta
Avvento notturno che (apparsa nel 1940) impone
Luzi a protagonista nel quadro del cosiddetto
‘ermetismo’ fiorentino. Di fatto, almeno fino al
1944, sul suo percorso creativo risultano molteplici ed evidenti le tracce elegiache e luttuose:
tanto più significative poiché ad essere oggetto di
compianto sono sempre e solo esistenze troncate
anzitempo.
Pag. 81-98
Etichette: Amore, Fede, Morte, Natura, XIX secolo, XX secolo, Mario Luzi, Avvento notturno, Cimitero delle fanciulle,
Titolo articolo: FENOGLIO E I MURI DELLA GUERRA
In questo contributo l’autore offre una lettura
del muro nell’opera di Beppe Fenoglio. Considerando il muro come un oggetto dotato di agency,
secondo il modello offerto da Alfred Gell in Art
and Agency (1998), si individuano tre forme di relazione tra personaggi e muro: ‘fenomenologica’,
‘frontale’, ‘immaginaria’. L’obiettivo del contributo è di verificare come questa relazione sia
espressione di un problema metafisico sull’essere
partigiano e sul senso della morte, che Fenoglio
ha cercato di tradurre sul piano estetico nei suoi
racconti e romanzi.
Pag. 99-112
Etichette: Morte, Narrativa, XIX secolo, XX secolo, Alfred Gell, Beppe Fenoglio, Jean-Paul Sartre, Art and Agency,
Titolo articolo: MARGHERITA GUIDACCI. POESIA COME LUCENTE ATTIMO
Il contributo analizza la rappresentazione del sacro nella poesia di Margherita Guidacci ed evidenzia come i riferimenti alla Bibbia siano presenti in
tutta la sua produzione poetica. In questo continuo dialogo con il sacro, caratterizzato dall’uso
di un linguaggio semplice e immediato (vicino a
quello del cugino Nicola Lisi che fu fondamentale
nell’indirizzare la donna verso la religione e la poesia), la Guidacci si fece portavoce dei dubbi e dei
tormenti di un’intera generazione.
Parole chiave: Guidacci, Bibbia, Sacro, Spiritualità
Pag. 113-126
Etichette: Bibbia, Poesia, Religione, Religiosità, Sacro, Margherita Guidacci,
Titolo articolo: «RICONQUISTARE LA VITA». LA DISABILITÀ NELL’OPERA LETTERARIA DI BARBARA GARLASCHELLI
Il contributo offre una sintetica panoramica sul
filone della letteratura italiana contemporanea
dedicato al tema della disabilità, che appare in
forte espansione, probabilmente perché risponde
all’esigenza personale degli autori di raccontare
un’esperienza così dura, e al contempo alla volontà di sensibilizzare l’opinione pubblica. Viene
poi esaminata l’opera letteraria di Barbara Garlaschelli, che merita un’attenta analisi non solo per
la ricchezza della vicenda umana dell’autrice, ma
anche per le sue qualità letterarie, e in particolare il libro autobiografico “Sirena. Mezzo pesante in
movimento”, che potrebbe essere assunto come specimen di un folto gruppo di titoli pubblicati negli
ultimi anni.
Pag. 127-150
Etichette: Autobiografia, Corpo, Creatività, Ironia, Poesia, Tempo, XX secolo, XXI secolo, Barbara Garlaschelli, Sirena. Mezzo pesante in movimento,
Titolo articolo: AVARI E PRODIGHI SI INGIURIANO NEL IV CERCHIO DELLʼ “INFERNO”
Nel IV cerchio dell’Inferno dantesco avari e prodighi rotolano pesanti macigni e si scontrano
gridandosi un «ontoso metro», caratterizzato
dalle frasi «perché tieni?» e «perché burli?». L’autore dell’articolo cerca di spiegare da dove venga
questa invenzione, ritenendo che Dante sia stato
influenzato da testi di polemica moraleggiante e
anti-curiale diffusi alla sua epoca, rappresentati
anche da un testo appartenente alla famosa raccolta dei Burana. L’autore illustra la tradizione
che portava a rappresentare i vizi dell’avarizia e
della prodigalità attraverso il contrasto simbolico fra due verbi, «tenere» e «dare». Cerca inoltre
di spiegare il significato dell’espressione «ontoso
metro», che è stata variamente intesa, e i motivi
del ricorrere di Dante al verbo burlare.
Pag. 151-158
Etichette: Poesia, Tenzone, XIII secolo, XIV secolo, XV secolo, Dante Alighieri, Carmina Burana, Divina Commedia,
Titolo articolo: RIVIERE, SICCITÀ E LIGURIA : SBARBARO E MONTALE 1922*
Eugenio Montale e Camillo Sbarbaro s’incontrano per la prima volta, a Genova, alla fine del 1919.
Gli anni successivi vedono frequenti incontri e
un serrato confronto poetico fra i due: in particolare, Sbarbaro sembra dialogare intensamente
con “Riviere” (il testo del 1920 che nel 1925 sarà posto da Montale a conclusione degli “Ossi di seppia”)
componendo nel 1922 una prosa poetica, Siccità, e
una poesia [Scarsa lingua di terra ch’orla il mare,]
(la futura Liguria delle Rimanenze). Nel 1928 usciranno a Torino, presso Ribet, la seconda edizione
degli “Ossi” e “Liquidazione” di Sbarbaro, che come
Congedo del suo libro, in posizione esattamente
speculare a quella di “Riviere” nel libro dell’amico,
porrà proprio la prosa poetica di sei anni prima.
Pag. 159-165
Etichette: Mare, Paesaggio, Poesia, XIX secolo, XX secolo, Camillo Sbarbaro, Montale Eugenio, Liquidazione, Ossi di seppia, Trucioli, Liguria