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Rivista di letteratura italiana | 2019 | N. 1
Anno 2019 – Annata: XXXVII – N. 1
A cura di Barbara Manfellotto
Titolo articolo: Dante e la visione di Dio
Alla luce della Epistola XIII a Cangrande della Scala si ritiene che la visione dantesca sia una visio corporalis. La grande audacia della Commedia infatti è narrare lo stato delle anime dopo la morte viste da un vivo, dunque in anima e corpo. Nell’ultimo canto Dio si rivela a Dante in tre immagini: il libro, i tre cerchi, il volto umano nel cerchio, a dire rispettivamente tre misteri, l’unità nel molteplice, la trinità e l’incarnazione. Per comprenderle è necessario che il lettore cambi la prospettiva: non è l’uomo-Dante che va incontro a Dio, ma è Dio che va incontro all’uomo Dante. Si ritiene che la rivelazione finale del volto umano nel cerchio possa essere stata ispirata da un’ostia, che per un lettore medievale – e non solo – è l’immagine più comune e più vera di Cristo, Dio e uomo.
Lingua: ItalianoPag. 9-20
Etichette: Poesia, XIII secolo, XIV secolo, Dante Alighieri, Divina Commedia, Paradiso,
Titolo articolo: Sulla raucitas (e sonoritas) di Petrarca: una postilla del Codice degli abbozzi
Il saggio analizza la postilla (contenuta nel Vat. Lat. 3196) al sonetto 155 del Canzoniere, in cui emergono due elementi significativi per la comprensione dell’orditura stilistico-semantica della poesia petrarchesca, ossia la sonoritas e la raucitas. Attraverso lo studio dell’iter redazionale del sonetto 156, connesso con il precedente da un processo (attestato altrove negli abbozzi) di scambio delle terzine, e mediante una serie di riscontri con le opere latine, si dimostra come la ricerca della sonoritas sia strettamente implicata con quella della raucitas, elemento che in più luoghi Petrarca attribuisce alla poesia dei salmi davidici, e che connota quindi una modalità della voce complementare a quella delle «dolci rime».
Lingua: ItalianoPag. 21-32
Etichette: Autografo, Poesia lirica, XIV secolo, Francesco Petrarca, Canzoniere,
Titolo articolo: Sulle tracce di Giovan Battista Giraldi Cinthio oltre i confini di Ferrara
Non vi sono dubbi sulla enorme diffusione e influenza in Europa dell’opera di Giovan Battista Giraldi Cinthio (tanto dei suoi scritti teorici, quanto della sua produzione drammatica e narrativa). Per questa ragione, la critica lo ha qualificato come “gentiluomo ferrarese europeo”. Nel presente articolo si delinea e si analizza la fortuna giraldiana in Europa, soprattutto in Francia, Inghilterra e Spagna.
Lingua: ItalianoPag. 33-48
Etichette: Commedia, Intertestualità, Rinascimento, Teatro, Tragedia, XIV secolo, XV secolo, Giovan Battista Giraldi Cinthio,
Titolo articolo: Sulla ricezione della “Gerusalemme liberata” nella cultura europea tra Sette e Ottocento
Questo saggio mette in risalto l’importanza dell’opera di Torquato Tasso per la cultura europea attraverso l’analisi di alcuni capitoli significativi della sua fortuna, tra Sette e Ottocento. Dopo una breve ricognizione relativa al teatro in musica, ci soffermeremo sui legami intrattenuti con Tasso da autori come Rousseau, Goldoni e Goethe. Questo percorso si conclude con un’analisi della presenza di Tasso in Manzoni, esaminando soprattutto la parodia del canto XVI della Gerusalemme liberata, composta dall’autore milanese insieme all’amico Ermes Visconti: la riflessione di Manzoni (anche quella relativa alla sperimentazione poetica tassiana) si colloca pienamente all’interno di uno scenario culturale di ampiezza europea.
Lingua: ItalianoPag. 49-66
Etichette: Intertestualità, Poema eroico, XVI secolo, XVII secolo, XVIII secolo, Carlo Goldoni, Johann Wolfgang von Goethe, Manzoni Alessandro, Rousseau, Torquato Tasso, Gerusalemme Liberata,
Titolo articolo: La discrezione di Ulisse e la gelosia delle amazzoni. Classicismo e modernità nella Pentesilea di Francesco Bracciolini
Il contributo si sofferma sulla Pentesilea di Francesco Bracciolini nel tentativo di esplorare il classicismo a cui fa riferimento la poetica dell’autore. Benché imperniata su un soggetto classico, e densa di riferimenti al teatro greco e latino, questa tragedia appare infatti condizionata dalla ricerca di una «meraviglia» tutta moderna, che spinge Bracciolini a infrangere in più punti il codice classicista, tradendo le fonti, introducendo nuovi affetti e mostrando una disponibilità all’attraversamento dei generi letterari e all’ibridazione degli stili che palesa, in diversi passaggi, una patente prossimità culturale e ideologica alle prove di alcuni dei più “moderni” letterati dell’epoca, a partire da Giambattista Marino.
Lingua: ItalianoPag. 67-80
Etichette: Barocco, Classicismo, Poesia, Tragedia, XV secolo, XVI secolo, XVII secolo, Francesco Bracciolini, Giovanni Battista Marino, Pentesilea,
Titolo articolo: Zeno e la Grande Guerra
L’intervento esamina il rapporto, spesso trascurato, tra “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo e la Grande Guerra, contestualizzandolo storicamente nel quadro degli eventi del tempo e della letteratura coeva, anche in relazione alle esperienze biografiche di Svevo. E individua altresì, in alcuni luoghi del testo, in ispecie nell’ultimo capitolo, apprezzabili legami, finora non rilevati, tra l’inaffidabile dire del narratore e l’effettivo svolgimento degli eventi soprattutto nei giorni dell’ingresso nel conflitto del Regno d’Italia. Si mostra così che tali elementi hanno importanti riflessi nel costituirsi letterario del romanzo.
Lingua: ItalianoPag. 81-98
Etichette: Guerra, Narrativa, XIX secolo, XX secolo, Italo Svevo, La coscienza di Zeno,
Titolo articolo: Vincere il mondo: il mito di Orfeo nella poesia di Salvatore Quasimodo
Nel presente lavoro di ricerca si indaga la presenza del mito di Orfeo nella poesia di Quasimodo. È stato sviluppato un confronto tra i testi in cui è presente un legame col mito di Orfeo del corpus di traduzioni e del corpus poetico: l’estratto dal IV libro virgiliano in “Il fiore delle Georgiche”, l’Orfeo Anno Domini mcmxlvii, “Dialogo ed Epitaffio”. Si conclude che: per Quasimodo solo la poesia come dialogo con la morte mantiene la forza civilizzatrice; l’arte poetica trova senso nel valore etico-politico di rifondazione umana a partire dalla parola. Il canto poetico è varco e soglia, insieme metafisica e storica: confronto continuo con l’ultraterreno. Tale coscienza ha valore di attraversamento del mondo e vittoria sul mondo.
Lingua: ItalianoPag. 99-110
Etichette: Metafisica, Mito, Poesia, XIX secolo, XX secolo, Salvatore Quasimodo,
Titolo articolo: “Come un’allegoria” di Giorgio Caproni. Filologia d’autore e critica delle varianti
La produzione poetica di Giorgio Caproni si contraddistingue sin dagli esordi per un attento e cospicuo lavoro correttorio. Dall’analisi filologica delle varianti presenti nelle poesie della prima raccolta “Come un’allegoria”, emerge come la maggior parte delle correzioni metrico-stilistiche, sintattiche e lessicali siano finalizzate a dare centralità e unitarietà alle immagini, nonché a suggerire particolari sensazioni. Si spiegano quindi così la cura quasi ossessiva di Caproni per la punteggiatura, la sintassi e gli spazi bianchi, non riconducibili in tutti i casi alla destrutturazione formale del testo, l’attenzione per il lessico e l’assetto fonico dei componimenti.
Lingua: ItalianoPag. 111-128
Etichette: Allegoria, Filologia, Poesia, Variante, XIX secolo, XX secolo, Giorgio Caproni, Come un’allegoria,
Titolo articolo: Michele Barbi e Giovanni Giannini
Il contributo focalizza l’amicizia tra Michele Barbi (1867-1941) filologo e sommo dantista e Giovanni Giannini (1867-1940) studioso di tradizioni popolari, nata negli anni universitari, essendo ambedue allievi di Alessandro d’Ancona. Tutti e due vissero per l’insegnamento e per la cultura e commuove quel loro discutere sull’origine della poesia popolare e su progetti accarezzati (collane di testi, il periodico «Niccolò Tommaseo») cui non sempre arrise fortuna. Dalle lettere inedite qui proposte affiorano chiari studiosi contemporanei: Luigi Sorrento, Raffaele Corso, Lamberto Loria… Negli ultimi anni della laboriosa esistenza il Giannini vide edito il suo repertorio bibliografico di libretti popolari, mentre il Barbi fu cofondatore del Centro studi Manzoniano.
Lingua: ItalianoPag. 129-150
Etichette: Letteratura regionale, Tradizione, XIX secolo, XX secolo, Giovanni Giannini, Michele Barbi,
Titolo articolo: «Con accenti sfogai pietosi e fieri / i concetti del cor…». Le rime d’amore di Veronica Gambara
Le rime d’amore di Veronica Gambara, una delle poetesse più note del Cinquecento italiano, presentano una prevalente impostazione elegiaca, ma non escludono forme alternative di uso del genere amoroso. Una produzione che equivale a circa la metà dell’intero corpus poetico dell’autrice e che abbraccia un’epoca che va dalla prima giovinezza bresciana al matrimonio con Giberto x da Correggio, dopo il quale (il marito morì nel 1518) i suoi interessi di rimatrice si rivolsero soprattutto a temi legati alla politica e ai fatti storici contemporanei e alla corrispondenza con altri letterati.
Lingua: ItalianoPag. 151-160
Etichette: Amore, Donne, Poesia, Poesia lirica, XV secolo, XVI secolo, Veronica Gambara,