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Rivista di letteratura italiana | 2014 | N. 2
Anno 2014 – Annata: XXXII – N. 2
A cura di Barbara Manfellotto
Titolo articolo: Lettura del secondo canto del “Purgatorio”
Si tratta di una lettura organica e puntuale di “Purgatorio” II, che spazia dall’individuazione dell’ipotesto virgiliano che vi soggiace (il quale avrebbe più di un semplice valore esornativo) al chiarimento di alcune delle più discusse questioni filologiche ed esegetiche del canto, tra cui quella inerente alle vicende terrene del musico Casella.
Lingua: ItalianoPag. 9-24
Etichette: Alighieri Dante, Divina commedia, Poesia, Purgatorio, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Il ‘diadema’ e il ‘peccato’. Per una lettura del madrigale 156 di Michelangelo
Proposta di lettura del madrigale michelangiolesco numerato 156 nell’edizione curata nel 1960 da Enzo Noè Girardi, testo datato tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta del Cinquecento e dedicato con ogni probabilità a Vittoria Colonna. L’A. si sofferma inizialmente sull’interpretazione dell’immagine plurivoca del ‘diadema’ presente nell’incipit del componimento, per poi procedere a un’analisi ravvicinata dei versi della lirica, dedicando particolare attenzione anche alla sua struttura metrica e alle suggestioni diversificate che soggiacciono al suo tessuto compositivo (che vanno dall’atmosfera cristiana a quella stilnovistica e neoplatonica).
Lingua: ItalianoPag. 25-44
Etichette: Michelangelo Buonarroti, Poesia, Cinquecento, Madrigale,
Titolo articolo: Il dono dei bei carmi
La recente edizione nazionale delle “Odi” di Giuseppe Parini a cura di Mirella d’Ettorre (Pisa-Roma, Serra, 2013) si giova di uno scavo più approfondito tra i manoscritti pariniani (tra cui la miscellanea Morbio, diverse redazioni autografe di alcune liriche come “Il dono” o “All’inclita Nice”, e il quaderno di uno scolaro del poeta milanese, il barnabita Carlo Schiera), nonché di un riesame delle edizioni a stampa, dalla princeps del 1791 a quella del 1975 a cura di Dante Isella. Nel contributo si dà conto per l’appunto degli esiti di tale lavoro, messo a frutto nella sopracitata edizione delle liriche pariniane.
Lingua: ItalianoPag. 45-57
Etichette: Parini Giuseppe, Odi, Settecento, Ottocento,
Titolo articolo: ‘Una fame da tagliarsi col coltello’. Pinocchio e le tre pere
L’A. esamina la valenza semantica della fame e del cibo nel romanzo “Le avventure di Pinocchio” di Collodi. La connotazione principale assunta dall’atto del mangiare sembrerebbe legata, a giudizio dell’A., alla scansione delle tappe di un iter di crescita personale, che porta il ragazzo-burattino dalla condizione di un “picaro sempre alla ricerca di cibo” a quella di un ragazzo in carne e ossa in grado non solo di provvedere a sé ma anche al proprio genitore, smettendo di “essere mangiato dal proprio appetito” e trasformandosi “in virtù della propria capacità di nutrire” (p. 82).
Lingua: ItalianoPag. 59-82
Etichette: Collodi Carlo, Lorenzini Carlo, Le avventure di Pinocchio, Narrativa, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: Per una struttura dei “Nostri frammenti”: storia, intertesti e stile
Il contributo è incentrato sull’analisi della raccolta luziana “Per il battesimo dei nostri frammenti” (1985), qui definita ‘satura’ in virtù della varietà di argomenti e di ispirazioni che la contraddistinguono. Le centoventuno liriche della silloge segnano il momento culminante della lunga stagione poetica precedente dell’autore, di ispirazione civile e realistica, preludendo alla ricerca metafisica propria dell’ultima, e hanno come tematica centrale quella dell’ “insufficienza dello ‘scriba’ dinanzi all’urgenza della realtà” (p. 94).
Lingua: ItalianoPag. 83-101
Etichette: Mario Luzi, Per il battesimo dei nostri frammenti Poesia, Novecento,
Titolo articolo: Modalità teatrali nelle “Confabulationes” di Poggio Bracciolini
Le “Confabulationes” di Poggio Bracciolini sono qui oggetto di un’indagine che ne mette a fuoco soprattutto “la rappresentazione plastica e scenica del reale”, che fa sì che l’istanza mimetico-realistica prevalga su quella diegetica. Nell’opera, afferma l’A., Poggio “è riuscito a portare la materia bassa e quotidiana propria dei generi comici […] nel nuovo contesto sociale e culturale umanistico, e a inserirla nel circuito di quei generi alti cui gli intellettuali affidavano il compito di costruire e trasmettere l’immagine di sé e della ‘res publica literatorum'” (p. 114). Le modalità teatrali che contraddistinguono il ‘liber facetiarum’ interessano sia la struttura generale del libro che la rielaborazione del materiale narrativo all’interno dei singoli componimenti, dove viene valorizzata piuttosto la funzione teatrale che quella narrativa della parola.
Lingua: ItalianoPag. 105-114
Etichette: Bracciolini Poggio, Confabulationes, Narrativa, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo articolo: Dissonanti coincidenze: poetiche della tradizione nel primo Novecento
L’A. delinea le differenze tra gli atteggiamenti intellettuali ed espressivi alla base delle varie posizioni letterarie affermatesi negli anni Venti del Novecento rubricabili sotto il segno del ‘rappel à l’ordre’. Tali esperienze, maturate in aperto contrasto con le “bellicose estroversioni” predicate dall’avanguardia futurista, vanno dalla normalizzazione neoclassica della “Ronda”, all’appello gobettiano del “Baretti” a una conciliazione di “stile europeo e tradizione”, al tentativo di “approntare una classicità del moderno, sostanziata di un’ossimorica novità memore” (p. 123), che caratterizzò il monito espresso, anche se in diversi modi, tanto dal Montale di “Stile e tradizione” quanto dall’Ungaretti di “Verso un’arte nuova classica”.
Lingua: ItalianoPag. 115-124
Etichette: Poesia, Ottocento, Novecento, La ronda, Il Baretti,
Titolo articolo: Tempo e angoscia nel “Deserto dei Tartari” di Dino Buzzati
L’analisi è centrata sul “Deserto dei tartari” di Dino Buzzati (1940), romanzo sostanziato di riferimenti al cotè filosofico-letterario primo-novecentesco. Sono molte, infatti, le suggestioni presenti nel libro riconducibili a letterati del calibro di Svevo, Kafka e Moravia o a filosofi come Kirkegaard, Heidegger e Freud, ma anche gli echi delle correnti artistico-figurative d’inizio secolo (Surrealismo ed Espressionismo). L’angoscia del protagonista, che costituisce il leitmotiv di tutto il romanzo, materializzandosi nell’attesa inutile dei Tartari, si dissolve alla fine nell’accettazione di sé da parte di Drogo, del suo essere per la morte, che trova certezza “in una trascendentale assolutamente oggettiva e pacificata visione (cristiana o epicurea) del mondo e delle cose” (p. 132).
Lingua: ItalianoPag. 125-132
Etichette: Buzzati Dino, Il deserto dei Tartari, Narrativa, Novecento,
Titolo articolo: Transizioni del tragico. Prospettiva su Giovanni Testori
La rilettura della produzione narrativa, poetica e drammaturgica di Giovanni Testori viene effettuata alla luce della centralità assunta in essa dal motivo del tragico e dalla vocazione intimamente drammaturgica di tutta la sua scrittura.
Lingua: ItalianoPag. 133-143
Etichette: Testori Giovanni, Poesia, Narrativa, Teatro, Novecento,
Titolo articolo: Gli alibi dell’io narrante: Elsa Morante, Narciso e Sheherazade.
L’A. rintraccia le suggestioni riconducibili ad un testo archetipico come le “Mille e una notte” presenti nei romanzi “Menzogna e sortilegio” e “L’isola di Arturo” di Elsa Morante. La contiguità con la raccolta orientale si concretizzerebbe non soltanto nel ricorso frequente alla cifra del favoloso e del meraviglioso, ma anche nella ‘seduzione dell’affabulazione’, che è uno dei temi portanti della poetica morantiana.
Lingua: ItalianoPag. 145-154
Etichette: Morante Elsa, Mille e una notte, L’isola di Arturo, Menzogna e sortilegio, Narrativa, Novecento,