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Rivista di letteratura italiana | 2004 | N. 2
Anno 2004 – Annata: XXII – N. 2
A cura di Barbara Manfellotto
Titolo articolo: L’ ‘aura’ e la ‘luce’: rito e archetipi culturali nella canzone 127 del Petrarca
Ampia disamina della canzone 127 del “Canzoniere”, incentrata sull’individuazione di quattro grandi archetipi della cultura, applicati a Laura, “tra loro raccordati e fusi nelle ultime due strofe” di essa. Gli archetipi dell’aura e della donna divina e quelli della donna-sole e della luce, proposti rispettivamente nella sesta e nella settima strofa della lirica, “ci introducono – spiega l’autore del saggio – alla comprensione dell’immaginario del “Canzoniere” e ci fanno scoprire i processi mitopoietici fondamentali che ne stanno alla base, mostrando in atto una forte tendenza alla ritualità, oltre che alla serialità, e a varcare i limiti del sensibile, per giungere a trasfigurare totalmente la realtà delle cose e degli eventi” (p. 37).
Lingua: ItalianoPag. 11-45
Etichette: Petrarca Francesco, Canzoniere 127, Poesia, Trecento,
Titolo articolo: Breve postilla su “R. V. F.”, XII
Lo studioso genovese commenta brevemente il sonetto XII del “Canzoniere” centrando l’attenzione sul lemma con cui si chiude, la parola ‘sospiri’, ed ipotizzando una possibile reminiscenza di tali ‘sospiri’ (nel sonetto petrarchesco riferiti a Laura) nella chiusa della lirica ungarettiana “La madre” (1930).
Lingua: ItalianoPag. 47-50
Etichette: Petrarca Francesco, Canzoniere XII, Poesia, Trecento,
Titolo articolo: Il petrarchismo di Petrarca e la critica
Nel saggio si ragiona di petrarchismo secondo l’inedita prospettiva del “petrarchismo di Petrarca”. Partendo dalle considerazioni affini espresse in merito da taluna critica novecentesca (Sapegno, Binni, Bigi, Alonso, Santagata etc.), l’A. ipotizza come sarebbe stato lo stesso poeta aretino ad avviare “in concreto e storicamente la tradizione italiana” di tale fenomeno letterario, la cui prassi trarrebbe direttamente origine dal virtuosismo e dallo spiccato gusto all’autocompiacimento di Petrarca, ovvero dall’esercitazione stilistica da lui praticata in un’ “estenuante gara con se medesimo, cioè con la propria perizia tecnica” (p. 56). Precisa l’A. come la “parabola poetica” di Petrarca, “di così lunga gittata temporale”, non poteva essere sostenuta dal poeta “sempre con la medesima tensione delle fasi più passionalmente acute”: pertanto egli non poteva “evitare di affidarsi per lunghi tratti al piacere di riscriversi, a quell’innamoramento di sé, che forse non era il solo sé poetico, ma comprendeva il bisogno di lasciarsi e vedersi soffrire, dunque il sé del precordio, il sé della coscienza vanamente lucida nell’inesausto processo di autosservazione: di qui i durevoli indugi su un’invenzione tecnica che riuscisse a perpetuare la sua condizione esistenziale, a riprodurre col passar degli anni l’eco melodiosa di un ineguagliabile patimento” (p. 53).
Lingua: ItalianoPag. 51-63
Etichette: Petrarca Francesco, Poesia, Trecento, Petrarchismo,
Titolo articolo: Due esercizi petrarcheschi di Marco Recanati
L’A. trascrive e commenta due componimenti inediti di Marco Recanati, notaio e scrivano ducale vissuto a Venezia nella seconda metà del secolo XV. Si tratta di un sonetto acrostico e di una sestina, che si segnalano non tanto per il loro intrinseco valore, quanto piuttosto per la loro appartenenza alla poesia petrarchista del Quattrocento, come dimostra il notevole gusto sperimentale che li contraddistingue.
Lingua: ItalianoPag. 65-70
Etichette: Petrarca Francesco, Recanati Marco, Poesia, Trecento, Quattrocento, Petrarchismo,
Titolo articolo: Purgatorio XXXI: la riconoscenza di Dante
Breve esegesi del canto XXXI del “Purgatorio”, qui definito “canto di Beatrice”, il cui nucleo concettuale è rinvenuto nel rapporto ‘aversio-conversio’ del poeta-pellegrino Dante.
Lingua: ItalianoPag. 73-84
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Purgatorio XXXI, Poesia, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Una stanza per Giustina. Renier Michiel e le forme di sociabilità letteraria a Venezia tra Sette e Ottocento
Ilaria Crotti delinea un suggestivo ritratto di Giustina Renier Michiel (1755-1832), esponente di una nobile ed influente famiglia veneziana e personalità di primo piano nella sociabilità veneziana tra Sette ed Ottocento. “Icona di un eloquente trapasso epocale”, segnato dal tramonto della Repubblica, Giustina fu una figura di letterata estroversa ed intraprendente, come rivela l’attività da lei svolta in qualità di animatrice di vivaci salotti letterari tra Venezia e Padova, le cui stanze furono assiduamente frequentate da illustri esponenti della cultura dell’epoca (da Teotochi Albrizzi a Cesarotti, da Pindemonte a Canova).
Lingua: ItalianoPag. 85-109
Etichette: Michiel Renier Giustina, Biografia, Settecento, Ottocento,
Titolo articolo: Rileggendo lo “Zibaldone”
Suggestiva incursione nello “Zibaldone”, riletto alla luce del “continuo, dialettico e singolare confronto” istituito da Leopardi con un lettore, con un pubblico ideale. Come sintetizza efficacemente l’A., non soltanto “quando scrive le sue lettere, dunque, ma anche – sebbene in misura diversa – quando scrive lo ‘Zibaldone’, Leopardi si mette ‘in mostra’”; scatta cioè “immediatamente in lui un meccanismo per il quale si sente messo in gioco ed esposto, in qualche modo, al giudizio del pubblico”. “Se non altro a livello inconscio, – prosegue l’A. – scrivendo lo ‘Zibaldone’, e stendendo anche le note più ‘segrete’, Leopardi scrive in realtà ‘per qualcuno'” (pp. 121-122). Chiudono il contributo alcune riflessioni sull’attualità del pensiero pedagogico leopardiano teorizzato in alcune pregnanti pagine dell’opera.
Lingua: ItalianoPag. 111-133
Etichette: Leopardi Giacomo, Zibaldone, Settecento, Ottocento, Pedagogia,
Titolo articolo: Il doppiofondo delle parole. Dall’occultismo al mistero in “Malombra” di Fogazzaro
La rilettura di alcuni passaggi del noto romanzo fogazzariano qui effettuata, basata sull’individuazione di vere e proprie strategie narrative e lessicali ad essi sottese, è finalizzata a dimostrare come, nonostante il ruolo preminente svolto nell’opera dalle componenti del misticismo e dell’occultismo, “Malombra” riveli di fatto l’intento di Fogazzaro di “smascherare l’inconsistenza di quell’occultismo e di quel misticismo da cui era stato attratto precedentemente, promuovendo l’alternativa più virile e responsabile del mistero cristiano” (p. 136).
Lingua: ItalianoPag. 135-151
Etichette: Fogazzaro Antonio, Malombra, Narrativa, Ottocento, Novecento, Occultismo, Fede,
Titolo articolo: Nel continente nero. Gli scritti coloniali del “Ragguaglio Librario” (con una postilla leopardiana)
Il saggio è incentrato sull’esame degli scritti coloniali (testi memoriali e divulgativi, romanzi e racconti ispirati alle conquiste africane) recensiti tra il 1936 ed il 1938 all’interno della rubrica “Libri coloniali” della rivista bibliografica mensile “Il Ragguaglio Librario” (1933-1996), periodico della Compagnia di San Paolo, comunità di sacerdoti e laici istituita nel 1922 da don Giovanni Rossi (1887-1975). “Ne emergono – osserva l’A. – i legami tra il consenso all’imperialismo e l’humus culturale e religioso italiano dell’epoca; approfondendo i criteri esegetici del periodico si colgono altresì alcuni suoi margini di indipendenza, grazie a cui evita il completo allineamento all’ideologia del regime” (p. 154). Correda il saggio una breve postilla, nella quale è pubblicato un breve scambio epistolare intercorso tra Ines Scaramucci e Giovanni Cristini, direttori della rivista negli anni Novanta, e Nadir Morosi, direttore dell’Istituto Italiano di cultura di Addis Abeba, che accompagnò l’invio al mensile, da parte di Morosi, della traduzione in lingua amarica dell’ “Infinito” di Leopardi, edita sul “Ragguaglio librario” nel settembre del 1990.
Lingua: ItalianoPag. 153-167
Etichette: Leopardi Giacomo, Ragguaglio librario, L’infinito, Poesia, Critica letteraria, Settecento, Ottocento, Novecento, Colonialismo, Rivista,
Titolo articolo: Intrecci epistolari
L’A. pubblica tre lettere inedite di Sibilla Aleramo: due indirizzate allo scrittore triestino Scipio Slataper, datate 1912, ed una a Elody Oblath Stuparich, amica di Scipio e moglie di Giani Stuparich, datata 1930. L’esame delle missive consente di ricostruire alcuni aspetti del legame di amicizia che unì Sibilla ad Elody, a Scipio ed alla moglie di quest’ultimo, Gigetta (Luisa Carniel).
Lingua: ItalianoPag. 171-179
Etichette: Slataper Scipio, Aleramo Sibilla, Faccio Rina, Oblath Elody, Carteggio, Novecento,
Titolo articolo: Saba e la lettura della poesia. In margine a un manoscritto leviano
L’A. esamina tre fogli autografi conservati nell’archivio della Fondazione Carlo Levi di Roma con segnatura c. 12994 recto e verso e c. 12995 (busta 80, fasc. 238), che “aggiungono un ulteriore tassello alla ricostruzione dell’attività di Levi lettore e critico di Umberto Saba”. I fogli in questione contengono infatti il commento dello scrittore torinese alle sedici poesie che Saba lesse a Radio Trieste il 15 agosto 1952. Tale lettura radiofonica fu riproposta dalla Fonit Cetra otto anni dopo, insieme ad altre eseguite dal poeta triestino, in una serie di tre dischi intitolata “La voce di Umberto Saba”, a cura e con introduzione dello stesso Levi. Gli autografi costituiscono per l’appunto “una sorta di canovaccio”, in cui Levi raccolse annotazioni, “osservazioni, analisi puntuali di versi” che gli servirono come materiale preparatorio per la stesura dell’introduzione alle liriche sabiane da lui edita sulla copertina del secondo dei tre dischi della serie.
Lingua: ItalianoPag. 181-194
Etichette: Levi Carlo, Poli Umberto, Saba Umberto, Poesia,
Titolo articolo: Sotto il segno di Stendhal. Il congedo di Sciascia
Analisi del saggio “Stendhal e la Sicilia”, scritto da Leonardo Sciascia nel 1983, in occasione delle celebrazioni romane per il bicentenario della nascita dello scrittore francese, e pubblicato dapprima autonomamente nel 1984 e successivamente nel 1989, in chiusura della raccolta di scritti dal titolo “Fatti diversi di storia letteraria e civile”.
Lingua: ItalianoPag. 197-210
Etichette: Stendhal, Beyle Henri, Sciascia Leonardo, Stendhal e la Sicilia, Fatti diversi di storia letteraria e civile, Critica letteraria, Settecento, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: L’ ‘eterno’ rimosso
Fornendo due esemplificazioni, attinenti all’interpretazione della lirica ungarettiana e montaliana, l’A. offre una testimonianza persuasiva dei vizi dell’ “ermeneutica abusivamente ideologica” che ha imperversato negli ultimi decenni del Novecento, assoggettando non di rado “l’interpretazione e la valutazione dei maggiori poeti italiani del secolo alla visione del mondo materialistica o comunque immanentistica prevalente nell’attuale cultura occidentale” (p. 211).
Lingua: ItalianoPag. 211-217
Etichette: Ungaretti Giuseppe, Montale Eugenio, Critica letteraria, Poesia, Novecento, Ermeneutica,