Le riviste sostenitrici
Rivista di letteratura italiana | 2002 | N. 3
Anno 2002 – Annata: XX – N. 3
A cura di Barbara Manfellotto
Titolo articolo: Sull’autore del romanzo ‘Il segreto” dell’ ‘Anonimo triestino’: una lettera di Giorgio Voghera
La sezione iniziale della rivista (Maieriana) è un omaggio al suo ex condirettore, Bruno Maier, scomparso il 27 dicembre del 2001. La rubrica dedicata al critico istriano si apre con l’ultimo articolo da lui scritto per la sezione “Testi e Documenti” e che egli non fece mai in tempo a vedere pubblicato. Nel contributo Maier fa chiarezza sulla paternità del romanzo “Il segreto” (1961), firmato “Anonimo Triestino” e variamente attribuito a Guido Voghera o al figlio Giorgio. La paternità dell’opera viene assegnata da Maier a Guido Voghera, sulla base di un significativo colloquio da lui avuto con il figlio dello scrittore e delle ancor piú chiarificatrici informazioni rivelategli dallo stesso Giorgio in una missiva datata ottobre 1967. La lunga lettera di Giorgio Voghera viene qui riprodotta integralmente, allo scopo di fugare ogni dubbio circa la paternità del romanzo e di fornire indicazioni utili alla comprensione dei caratteri e della genesi dello stesso.
Lingua: ItalianoPag. 14-24
Etichette: Maier Bruno, Voghera Giorgio, Voghera Guido, Il segreto, Narrativa, Novecento,
Titolo articolo: Presente o assente?
Giorgio Baroni sceglie di ricordare l’amico e condirettore Bruno Maier, occupandosi dell’unico suo romanzo, “L’assente” (1994), “giunto quasi al termine di una vita dedicata alla critica, da lui sempre praticata come umile servizio alla letteratura, a sua volta intesa strumento di ricerca di un significato, ovvero, sabianamente, come messaggio d’amore destinato a sopravvivere”.
Lingua: ItalianoPag. 25-35
Etichette: Maier Bruno, L’assente, Narrativa, Novecento,
Titolo articolo: Critico di frontiera
Cristina Benussi si sofferma sull’opera preziosa svolta da Maier come ‘critico di frontiera’, chiamando in causa la sua ineguagliabile attività di organizzatore culturale e la sua vasta produzione di scritti dedicati alla sistematizzazione ed alla ricostruzione della storia della letteratura triestina ed istriana. Grande rilievo viene dato dall’A. alla “Letteratura italiana dell’Istria dalle origini al Novecento” (1996), compilata da Maier allo scopo di ripercorrere lo sviluppo della letteratura istriana dal Quattrocento fino ad oggi, sul doppio versante degli italo-istriani rimasti in Croazia e Slovenia e degli istro-italiani esuli in Italia.
Lingua: ItalianoPag. 37-44
Etichette: Maier Bruno, Critica letteraria, Novecento, Letteratura, Istria, Trieste,
Titolo articolo: L’impegno critico di Bruno Maier e il suo saggio sul “Corinto” di Lorenzo de’ Medici
Il saggio di Bertelli è incentrato sull’esame della “Lettura critica del ‘Corinto’ di Lorenzo de’ Medici”, un agile ma denso volumetto ultimato da Maier nel 1948 e pubblicato l’anno successivo. Definito da Croce “un acuto e fine e ben pensato studio”, il lavoro del critico istriano sul poemetto laurenziano ne mette abilmente in luce i caratteri essenziali, consistenti nel “classicismo della tradizione bucolica grecolatina”; nell’ “accento di schiettezza e di rusticana semplicità, mutuato da Lorenzo, non senza letteraria compiacenza e malizia, dalla poesia popolare italiana”; nel “riecheggiamento dei modi aulici e dotti della nostra lirica amorosa, dallo ‘stil novo’ al Petrarca”.
Lingua: ItalianoPag. 45-53
Etichette: Medici Lorenzo de’, Maier Bruno, Corinto, Lettura critica del Corinto di Lorenzo de’ Medici, Critica letteraria, Poesia, Quattrocento, Novecento,
Titolo articolo: Bruno Maier. Una testimonianza
Manlio Cecovini propone un breve ed affettuoso ricordo dell’amico e collega Bruno Maier, citando alcuni aneddoti e ripercorrendo la storia del loro sodalizio letterario.
Lingua: ItalianoPag. 55-57
Etichette: Cecovini Manlio, Maier Bruno, Critica letteraria, Novecento,
Titolo articolo: L’uomo e lo studioso Bruno Maier nell’ “Assente”
Come Giorgio Baroni anche Mariuccia Coretti decide di ricordare Bruno Maier attraverso la disamina dell’unico romanzo uscito dalla sua penna nel 1994 ed intitolato significativamente “L’assente”. Complesso, ricco di suggestioni sveviane, costruito ad incastro, “L’assente” diviene per l’A. quasi il filtro attraverso cui rileggere la storia personale ed umana del critico istriano, spesso così vicino al protagonista da confondersi con esso.
Lingua: ItalianoPag. 59-63
Etichette: Maier Bruno, L’assente, Narrativa, Novecento,
Titolo articolo: Maier: l’amore del testo
Michele Dell’Aquila ripercorre l’attività esegetica svolta da Maier nell’arco di un cinquantennio, specificando il suo lavoro fine di commentatore e curatore di testi della letteratura italiana dal Quattrocento al Novecento e la sua opera preziosa di sistemazione della letteratura istriana e giuliana. Particolare attenzione viene riservata alla raccolta curata da Maier dei “Lirici del Settecento” per la collana ricciardiana del 1959 e all’accurata edizione del “Libro del Cortegiano” di Baldassar Castiglione, pubblicata per i tipi della Utet nel 1964. Questi ed altri lavori di Maier vengono additati come esempi di una critica che, sulla scorta delle indicazioni di Segre, è capace di rimanere sempre fedele ed aderente al testo, facendosi “servizio d’intelligenza e sensibilità, e non pretesto di altri testi” e soprattutto tecnica di chiarificazione dell’opera anche a vantaggio del lettore meno attrezzato.
Lingua: ItalianoPag. 65-71
Etichette: Maier Bruno, Critica letteraria, Novecento,
Titolo articolo: “Dal centro al cerchio, e sì dal cerchio al centro”. Per Bruno Maier
Il saggio “‘Dal centro al cerchio, e sì dal cerchio al centro’. Per Bruno Maier” è l’intervento introduttivo di Elvio Guagnini al Convegno su Maier con questo titolo, svoltosi a Trieste il 20 giugno del 2002. Il verso iniziale del canto XIV del “Paradiso” era molto amato da Maier e da lui citato di frequente per indicare il proprio metodo di indagine, che allo storicismo coniugava modi propri della critica stilistica. La citazione dantesca, che allude al fenomeno fisico delle ondulazioni dell’acqua in un recipiente percosso dall’esterno o dall’interno, diviene metafora di una prassi esegetica fondata sull’assunto, espresso chiaramente dallo stesso Maier, che “molti sono i modi per raggiungere la vetta della poesia”, ovvero il suo “centro animatore”, il suo “nucleo centrale, inteso nel suo rapporto con il particolare. Dal centro alla periferia e viceversa”. Il verso di Dante, dunque, scelto per dare il titolo al Convegno ed al saggio su Maier in quanto indicazione del metodo adoperato dal critico non solo – osserva Guagnini – “nella lettura dei testi (‘Dal centro al cerchio, e sì dal cerchio al centro’), ma anche nella lettura di vicende che riguardano le letterature locali (triestina, giuliana, regionale) nei loro rapporti con la letteratura nazionale, della quale Maier è stato uno studioso di grande qualità”.
Lingua: ItalianoPag. 73-76
Etichette: Maier Bruno, Critica letteraria, Novecento,
Titolo articolo: Bruno Maier e l’Istria
Il saggio offre una rivisitazione dei numerosi e significativi studi dedicati da Maier alla letteratura istriana, intesi quasi quali tentativi di risarcimento emotivo e di esorcizzazione del lacerante senso di perdita causato all’autore dalla privazione della tanto amata patria istriana.
Lingua: ItalianoPag. 77-82
Etichette: Maier Bruno, Critica letteraria, Novecento, Letteratura, Istria,
Titolo articolo: L’affettuoso ricordo di tre scrittori
Sotto un titolo comune sono raccolti tre brevi affettuosi ricordi di Bruno Maier, affidati alla penna di tre amici scrittori: Giovanna Criscione Stuparich (“Ricordo di Bruno Maier”), Ranieri Ponis (“Il batterista di Santa Chiara”) e Graziella Semacchi Gliubich (“Non è ‘Assente'”).
Lingua: ItalianoPag. 83-88
Etichette: Maier Bruno, Ponis Ranieri, Semacchi Gliubich Graziella, Stuparich Criscione Giovanna, Novecento,
Titolo articolo: Postilla sulla geografia del “Decameron”
Cavallini dichiara programmaticamente di voler offrire col suo contributo “alcuni esempi dell’interdipendenza, non rara e non mai casuale, che si riscontra, nelle pagine del ‘Decameron’, tra le azioni narrate e i luoghi geografici in cui esse si svolgono con ritmo sempre dinamico e incalzante: sia nel tempo di una sola notte, come avviene nella Napoli notturna dove le avventure e disavventure di Andreuccio da Perugia si risolvono in un inaspettato e sorprendente lieto fine, sia in un’estensione temporale e, soprattutto, spaziale molto piú ampia, come […] per alcune delle vicende che hanno come teatro il mare. A riprova dell’ ‘impeto narrativo’ e del gusto dell’avventura da cui nasce un’opera come il ‘Decameron’, che, benché incentrata in Firenze, spazia liberamente ben oltre le sue mura e i confini di Toscana”.
Lingua: ItalianoPag. 91-104
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decamerone, Narrativa, Trecento, Novella,
Titolo articolo: L’impaziente Odisseo. Ulisse nella poesia italiana del Novecento
Viene rinvenuta ed esaminata la diffusa presenza del mito di Ulisse nella poesia italiana del Novecento. A differenza del paziente eroe omerico, l’Ulisse della lirica novecentesca perde il connotato dell’imperturbabilità per divenire simbolo dell’irrequietezza e dell’ansia dell’uomo moderno, assomigliando sempre piú al modello tratteggiato da Dante e da Tennyson. Se con Arturo Graf Ulisse allegorizza la “fragilità umana di fronte alla tempesta dell’esistere”, oltre che l’umana sete di conoscenza, per d’Annunzio si trasforma in una variante del superuomo e per Pascoli nell’esatto contrario dell’ “inquieto sognatore”, che “sente colorarsi il cuore dell’azzurro color di lontananza”. Anche se in modi molto differenti, l’aura di mito che circonda l’eroe omerico svapora con il crepuscolare Gozzano e con il criptico Pavese, per far giganteggiare rispettivamente la figura di un “millantatatore fedifrago”, assolutamente “svestito di panni eroici” e di un uomo comune, la cui esperienza riflette e si invera nell’esperienza di ogni uomo, sino a far balenare il dubbio che “il suo nome possa essere quello di un abitante delle Langhe piuttosto che del re si Itaca”. Con Saba la poesia torna ad una riconsacrazione di Ulisse, calato nell’attualità del vissuto del poeta e divenuto simbolo di passione amorosa e della sete di racconto. Richiamo ora appena accennato, ora piú sviluppato, il mito di Ulisse va incontro ad una “frantumazione” evidente in molta della lirica italiana novecentesca, che esibisce “schegge” di un mito oramai “cristallizzato”, “frammenti di cui ciascun poeta coglie un fugace riverbero”. Ulisse assume connotati di volta in volta differenti in Cardarelli, Quasimodo, Ungaretti, Caproni, Montale, nella Merini e nel prosatore Primo Levi, su cui la rassegna si conclude, per il quale l’Ulisse dantesco assurge ad “emblema della libertà dello spirito” castrata dall’inferno del lager.
Lingua: ItalianoPag. 105-126
Etichette: Poesia, Novecento, Italia,
Titolo articolo: L’idea di bellezza nelle cronache, nelle “Favole mondane”, nel “Piacere” di Gabriele d’Annunzio
L’ A. offre una disamina suggestiva del concetto di bellezza in relazione all’universo femminile, della moda e dell’arte nell’ideologia e negli scritti di Gabriele d’Annunzio. Dalle cronache giornalistiche degli anni Ottanta, al “Piacere”, alle prose delle “Favole mondane”, l’A. evidenzia come l’idea di bellezza per il pescarese tenda sempre piú a identificarsi col concetto di artificio, di eccesso e di spettacolarità, conformemente ai mutamenti subiti dalla moderna società di massa. Già in Baudelaire e Leopardi, infatti, emerge la consapevolezza del tradimento e della banalizzazione moderna dell’idea di bellezza assoluta e oggettiva della tradizione.
Lingua: ItalianoPag. 127-148
Etichette: D’Annunzio Gabriele, Ottocento, Novecento, Bellezza, Moda,
Titolo articolo: Verga e i ‘cavoli’ di Flaubert. Una lettera del 1874 e la logica del naturalismo
L’attenta rilettura di un’importante lettera di Giovanni Verga a Luigi Capuana del 14 gennaio 1874 a proposito di “Madame Bovary”, consente all’autore del saggio di spostare al 1878 la tanto celebrata ‘svolta’ verista di Verga, fatta coincidere convenzionalmente col 1874, anno della pubblicazione del noto bozzetto “Nedda”.
Lingua: ItalianoPag. 151-170
Etichette: Flaubert Gustave, Capuana Luigi, Verga Giovanni, Carteggio, Ottocento, Novecento, Naturalismo, Verismo,
Titolo articolo: L’Ofanto nelle prose di viaggio di Giustino Fortunato
Sono esaminate le prose di viaggio relative alla Valle dell’Ofanto del noto scrittore ‘meridionalista’ Giustino Fortunato (1848-1932). Alla descrizione della storia e della fisicità dei luoghi e del territorio di quella regione del Mezzogiorno, Fortunato dedicò uno scritto del 1895 intitolato “L’alta valle dell’Ofanto”, aggiuntosi alle prime prose di viaggio del volumetto “L’Appennino della Campania” (1884) nella raccolta “Scritti varii” del 1900. Nella prosa dello scrittore lucano lo sguardo dello scienziato e dello scrittore si fondono e si esaltano a vicenda, sul modello della scrittura galileiana, contribuendo, come osservò felicemente Croce, a far crollare definitivamente il topos dell’ “illusione della somma fertilità e ricchezza dell’Italia meridionale, la terra ferace cupidamente agognata dagli stranieri”.
Lingua: ItalianoPag. 171-186
Etichette: Fortunato Giustino, L’alta valle dell’Ofanto, L’Appennino della Campania, Ottocento, Novecento, Letteratura di viaggio,