Rinascimento | 2013 | N. 53

Anno 2013 – Annata: LIII – N. 53
A cura di Annalisa Lorenzetti

Autore/i articolo: STEFANIA PASTORE
Titolo articolo: “Il peccadiglio di Spagna”: Incredulità, scetticismo e politica imperiale nell’Italia del primo Cinquecento

‘Marrani’, anti-trinitari, non credenti, scettici. L’immagine degli Spagnoli nella prima metà del sedicesimo secolo è lontana da quella di devoti e intransigenti cattolici che avrebbe rapidamente preso il suo posto. Ipocriti e infidi, gli Spagnoli si distinguono per il loro sangue misto e la loro fede incerta e mutevole, così come per la loro innata tendenza al dubbio che nasce dalla loro contaminazione con gli Ebrei e i Musulmani. Usata per la prima volta da Ariosto, la frase “peccadiglio di Spagna” fu trasformato nel lavoro di autori più tardi e in volgarizzazioni popolari: da accusa antisemitica contro i Marrani, essa diventa sinonimo di dubbio anti-trinitario, di incredulità e di scetticismo. Ripercorrendo i contorni di questo particolare spostamento semantico, il contributo restringe il campo d’attenzione alla storia dello scetticismo e dell’incredulità partendo dalla Spagna del quindicesimo secolo, attraverso la diaspora sefardita e alla penisola italiana della prima metà del sedicesimo secolo. In questo modo il saggio individua un particolare momento nella storia intellettuale spagnola il cui sviluppo ha preso luogo, ad ogni modo, al di là delle frontiere spagnole.

Lingua: Italiano
Pag. 3-37
Etichette: Il peccadiglio di Spagna, Ariosto, Cinquecento, Seicento,

Autore/i articolo: RICCARDO CAPORALI
Titolo articolo: La virtù scellerata e nefaria (sul capitolo VIII del “Principe”)

Il saggio è diviso in tre parti. Trattando l’VIII capitolo del “Principe”, l’autore mette in evidenza le tensioni principali tra politica e moralità. Un esame critico delle interpretazioni prevalenti dell’VIII capitolo è seguito dall’esplorazione delle irrisolvibili “incoerenze” di base che caratterizzano il capitolo in questione e l’autore considera che queste non possano essere risolte né da una temporanea e instabile vendetta della moralità sulla politica né dalla mera riaffermazione della supremazia della politica sulla moralità. La politica non può superare demagogicamente gli altri elementi della vita sociale, non importa quanto grande sia il suo orizzonte o quanto profonde siano le sue motivazioni. Per questo motivo Machiavelli, il pensatore radicale dell’immanenza e dell’occasione, dimostra di essere distante sia dal sostanzialismo medievale che dal moderno razionalismo costruttivista.

Lingua: Italiano
Pag. 39-55
Etichette: Machiavelli Niccolò, Il Principe, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: STEFANO VISENTIN
Titolo articolo: Il luogo del principe. Machiavelli e lo spazio dell’azione politica

Questo articolo affronta il problema dello spazio politico nel pensiero di Machiavelli con l’intento di offrire un nuovo contributo al dibattito sulla relazione tra il Fiorentino e la genesi dello Stato moderno. Tenendo conto dell’uso differente degli spazi (privato e pubblico, visibile e invisibile e così via) nel “Principe” di Machiavelli, e in particolare il suo tentativo di creare una ‘giusta distanza’ tra se stesso e il popolo, viene alla luce che lo spazio politico è sempre instabile ed eterogeneo, così che l’azione del principe deve continuamente reinventare il suo ‘spazio’, allo scopo di conservare la sua efficacia. Quindi si potrebbe dire che la definizione di Machiavelli degli spazi della politica non può essere facilmente connessa con la produzione dell’omogeneità territoriale e la concentrazione del potere sovrano in un unico soggetto, come nel caso della costruzione dello Stato moderno.

Lingua: Italiano
Pag. 57-72
Etichette: Machiavelli Niccolò, Il Principe, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: SARA MIGLIETTI
Titolo articolo: “Le souverain remede”. Letture machiavelliane della crisi in Francia (1573-1579)

Questo articolo compara l’uso che fu fatto del pensiero di Machiavelli da alcuni autori francesi degli anni settanta del Cinquecento che occupano posizioni differenti nello spettro politico: il ‘politico’ Jean Bodin, che ne ha accolto la sovranità; il costituzionalista ugonotto François Hotman, Eusebius Philadelphus (autore del “Reveille-matin”) e Stephanus Junius Brutus (autore di “Vindiciae, contra tyrannos”. Mentre lo scopo principale di tutti era trovare una via d’uscita alla severa crisi che aveva distrutto la Francia dallo scoppio delle guerre civili, questi autori avanzarono diverse rappresentazioni della crisi stessa e suggerirono anche diversi rimedi ad essa: mentre il costituzionalista ugonotto chiamato per una ‘renovatio’ l’ha descritta in termini di ritorno alle origini, Bodin ha perseguito l’ideale di un principe virtuoso e audace che, con la sua coraggiosa azione di trasformazione, si basa sul favore popolare per governare un’aristocrazia sregolata ed effettuare le riforme necessarie.

Lingua: Italiano
Pag. 73-110
Etichette: Machiavelli Niccolò, Bodin Jean, Francia, Cinquecento,

Autore/i articolo: ADRIANO PROSPERI
Titolo articolo: Il figlio, il padre, il gesuita. Un testo di Antonio Possevino

Questo articolo esplora il tema della natura politica della pedagogia gesuita concentrandosi non sulle teorie ma sui risultati reali del loro insegnamento. Attingendo al materiale d’archivio, la ricostruzione di due episodi tra loro connessi del periodo tra il tardo sedicesimo secolo e il primo diciassettesimo secolo – la decisione del francese René Ayrault e del veneziano Luigi Molino o da Molin di diventare Gesuiti – consente di analizzare il contrasto tra padri, figli e Gesuiti in due contesti politici e culturali legati. Il primo caso ha suscitato una particolare sensazione poiché il padre di René, il giurista Pierre, finì per indirizzare la pubblica opinione con un pamphlet sulla responsabilità dei genitori come modello per la sovranità e la fondazione della vita politica di uno stato. Al contrario, il caso del veneziano finì con alcune controversie pubbliche: un’opera apologetica di Antonio Possevino rimase inedita. In seguito fu Paolo Sarpi a riutilizzare l’argomento di Pierre Ayrault per accusare i Gesuiti di allontanare i figli dall’obbedienza che essi dovevano ai loro padri, così come i cittadini da quella che dovevano ai loro governanti.

Lingua: Italiano
Pag. 111-155
Etichette: Possevino Antonio, Gesuiti, Cinquecento, Seicento,

Autore/i articolo: MICHELE CILIBERTO
Titolo articolo: Gramsci e Guicciardini. Per un’interpretazione ‘figurale’ dei “Quaderni del carcere”

Questo articolo si concentra sull’interpretazione di Guicciardini da parte di Gramsci, illustrandone la complessità e la classificazione. L’articolo è diviso in due fasi distinte. La prima – anche cronologicamente – consiste nella ripresa del giudizio critico di Francesco De Sanctis dell’ ‘Uomo di Guicciardini’ e del suo sviluppo da un punto di vista storico-politico, da un lato incentrato su una valutazione fortemente critica della figura dell’intellettuale italiano, dal Rinascimento fino a Benedetto Croce; e dall’altro concentrato sul legame organico tra ‘guicciardinismo’ e ‘rivoluzione passiva’, uno dei concetti principali della teoria politica di Gramsci. il secondo periodo, che emerge specialmente negli ultimi anni della vita di Gramsci, mostra considerazioni autobiografiche che aprono la strada ad una valutazione più ricca e più complessa della figura umana e politica di Guicciardini (che riguarda specialmente i “Ricordi”, presi come modello per i “Quaderni”); una valutazione che risuona di accenti e motivi che coinvolgono direttamente le riflessioni di Gramsci sulla propria esperienza umana, intellettuale e politica.

Lingua: Italiano
Pag. 157-175
Etichette: Gramsci Antonio, Guicciardini Francesco, Quaderni del carcere, Cinquecento, Novecento,

Autore/i articolo: FEDERICO BARICCI
Titolo articolo: Un travestimento bergamasco dell'”Orlandino” di Pietro Aretino

Questo articolo fornisce la prima edizione critica del travestimento bergamasco del poema “Orlandino” di Pietro Aretino testimoniato da un’edizione a stampa del sedicesimo secolo inclusa nel volume miscellaneo Ital. 1566-71, ora conservato nella collezione Spencer della Biblioteca pubblica di New York. L’Articolo include un’analisi letteraria delle relazioni ipertestuali tra il travestimento e il suo ipotesto, un resoconto delle caratteristiche linguistiche del testo (comparate con quelle di Ruzante, di Andrea Calmo e del bergamasco Carlo Assonica), così come dell’edizione di un rifacimento più tardo e più breve del testo stampato nel 1586 ad Ancona con il titolo “Trasmutatione dell’Ariosto”, ora conservato nella Biblioteca Alessandrina di Roma.

Lingua: Italiano
Pag. 179-249
Etichette: Aretino Pietro, Orlandino, Orlandino bergamasco Edizione critica, Cinquecento,

Autore/i articolo: RAPHAEL EBGI
Titolo articolo: La mistica notturna nel pensiero di Giovanni Pico della Mirandola

Lo scopo di questo articolo è di concentrare l’attenzione sul ruolo dell’immagine della notte/oscurità – associata principalmente con l’intima natura del divino – nel pensiero di Pico della Mirandola. Si mostra come Pico, attraverso i suoi lavori, riesca a raccogliere, comparare ed assemblare istanze di questa immagine sparpagliate nei testi che appartengono a diverse tradizioni (ebrea, orfica, cristiana, neoplatonica). Non si tratta solo di un’elegante manifestazione di erudizione. Al contrario, questa indagine è necessaria per spiegare le concordanze tra le antiche dottrine su un tema cruciale: quello della natura ineffabile ed inconoscibile di Dio. Si vede anche come l’interpretazione di Pico del simbolismo dell’oscurità divina sia influenzata dagli autori cristiani come Gregorio di Nissa e lo Pseudo-Dionigi Areopagita.

Lingua: Italiano
Pag. 253-268
Etichette: Pico della Mirandola, Simbolismo, Quattrocento,

Autore/i articolo: OVANES AKOPYAN
Titolo articolo: With ‘Latins’ against ‘Latin Vice’: Savonarola, Saint Maximus the Greek, and Astrology

L’articolo è dedicato alla ricezione delle polemiche anti-astrologiche sorte in Italia dopo la pubblicazione delle “Disputationes adversus astrologiam divinatricem” di Giovanni Pico nella Russia medievale. Probabilmente il sostenitore più interessante dell’attacco di Pico e soprattutto di Savonarola all’astrologia fu San Massimo il Greco, un monaco ortodosso, traduttore e scrittore religioso. Egli venne in Italia intorno al 1490 e fu tanto ispirato dai sermoni di Savonarola che nel 1502 divenne un novizio cattolico a San Marco a Firenze. Nel 1504, tuttavia, egli tornò in Grecia e fu in seguito invitato in Russia dal grande principe Vassily III. Le sue opinioni sull’astrologia, esposte nei tre trattati precedentemente scritti in Russia, si sono formate in Italia, probabilmente sotto l’influenza dei sermoni di Savonarola. Questi testi sono di grande interesse, soprattutto perché le “Epistole contro l’astrologia” di San Massimo furono parte della più vasta polemica anti-Latina e anti-Cattolica.

Lingua: Inglese
Pag. 269-279
Etichette: Pico della Mirandola, Savonarola Girolamo, Massimo il Greco, Astrologia, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: ALESSANDRA PAOLA MACINANTE
Titolo articolo: Parodie agiografiche: nota sulla fortuna della “VIta Sancti Neminis” tra testo e paratesto del “Baldus”

Questa nota identifica come fonte di una lunga glossa marginale aggiunta da Folengo stesso alla seconda edizione del “Baldus” (la cosiddetta Toscolanense stampata nel 1521) il sermone di San Nessuno, uno dei più popolari giochi letterari del Medioevo e dell’Età Moderna.

Lingua: Italiano
Pag. 281-287
Etichette: Folengo Teofilo, Baldus, Agiografia, Parodia, Medioevo, Cinquecento,

Autore/i articolo: RENZO RAGGHIANTI
Titolo articolo: Une nouvelle version de la “Servitude volontaire”

La copia della “Servitude volontaire” che è conservata tra le carte di Louis Desgraves nella biblioteca Mériadeck di Bordeaux (ms. 2199) presenta alcune importanti varianti, specialmente l’assenza della dedica a Guillame de Lur-Longa e della lode dei poeti della Pleiade. Questa copia sembra una derivazione dall’esemplare di De Mesmes, ma le omissioni sopra menzionate dimostrerebbero che le allusioni a Lur-Longa e la lode di Ronsard furono un mero stratagemma usato per suggerire il nome di La Boétie e tenere nascosto l’autore/editore reale del “Discours”.

Lingua: Francese
Pag. 289-331
Etichette: Étienne de La Boétie, Discours de la servitude volontaire, Cinquecento, Seicento, Novecento,

Autore/i articolo: CAMILLA CAPORICCI
Titolo articolo: Shakespeare e Giulio Romano: fonti e problemi

L’unico esplicito riferimento ad un’artista vivente nell’opera di Shakespeare si trova in “The Winter’s Tale”, quando la ‘statua’ della regina Ermione è detta essere “recentemente eseguita da quel raro maestro italiano, Giulio Romano, che, se avesse il dono dell’immortalità e potesse infondere un alito di vita alle sue opere, ruberebbe il mestiere alla natura tanto la sa imitare a perfezione”. Questo passaggio è sempre stato centrale nel dibattito della critica: come aveva conosciuto Shakespeare il nome dell’artista italiano? E perché ha deciso di nominare Giulio Romano che era infatti sia pittore che architetto ma non scultore? La prima parte di questo articolo è dedicata ad un’indagine generale sulle possibili fonti attraverso cui il nome e la reputazione di Giulio Romano potrebbero aver raggiunto Shakespeare, mentre nella seconda sezione sono discusse le principali opinioni degli studiosi sulle ragioni della scelta di Shakespeare. Si propone, infine, una nuova possibile fonte della menzione dell’artista italiano da parte di Shakespeare: un ciclo di sette sonetti nelle “Rime” del Tebaldeo.

Lingua: Italiano
Pag. 333-366
Etichette: Shakespeare William, Romano Giulio, The Winter’s Tale, Cinquecento, Seicento,

Autore/i articolo: GIULIANO GUZZONE
Titolo articolo: Nicola Badaloni storico della filosofia italiana: materialismo e immanenza nell’interpretazione del “De la causa, principio et uno” di Giordano Bruno

Questo articolo esamina il lavoro di Nicola Badaloni (1924-2005), uno studioso del pensiero di Bruno. Attenzione speciale è data al dialogo “De la causa, principio et uno”, così da ricostruire l’interpretazione materialistica dei concetti ontologici e dei temi cosmologici, e mostrare che questa interpretazione rende possibile un’appropriazione storico-filosofica e politico-culturale della figura di Bruno. Il paragrafo introduttivo propone alcuni elementi per una contestualizzazione storica; segue un’analisi diacronica degli scritti filosofici di Badaloni sul pensiero di Bruno; il paragrafo conclusivo contiene alcune osservazioni sulla relazione della ‘filosofia del Nolano’ con la formazione del mondo moderno, in particolare con la secolarizzazione della cultura e della società e con la nascita della moderna ricerca scientifica.

Lingua: Italiano
Pag. *
Etichette: Badaloni Nicola, Bruno Giordano, De la causa, principio et uno, Cinquecento, Novecento,