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Rinascimento | 2010 | N. 50
Anno 2010 – Annata: L – N. 50
A cura di Annalisa Lorenzetti
Titolo articolo: Claudio Leonardi medievista
L’autore ricorda Claudio Leonardi ripercorrendo le linee portanti dei suoi studi, che rompono gli schemi della letteratura latina medievale, disciplina che insegnava ufficialmente, estendendosi a tutta la cultura medievale. In polemica con una storiografia fatta di competenze dissociate, egli promuove l’ampliamento dello studio delle fonti; le sue, non seguono canoni letterari, sono vaste come i suoi interessi, che vanno dal monachesimo dei primi secoli cristiani all’età di Savonarola, con una particolare attenzione ai secoli che vanno dal VI all’XI, il cuore della civiltà medievale. Gregorio Magno e Gregorio VII sono le due grandi personalità che segnano l’inizio e la fine dell’Alto Medioevo, la grande età della fede in Cristo come vertice dell’esperienza umana, la cui struttura portante è costituita dal monachesimo.
Lingua: ItalianoPag. 1-18
Etichette: Leonardi Claudio, Medioevo, Novecento,
Titolo articolo: “….Sotto la scorza d’amori et affetti ordinarii”. Essere e apparire nei “Dialoghi d’amore” di Leone Ebreo e negli “Eroici Furori” di Giordano Bruno
Scopo dell’autore è quello di approfondire la vicinanza tra Leone Ebreo e Giordano Bruno circa il rapporto tra essere e apparire, mettendo a confronto i “Dialoghi di amore” e gli “Eroici furori”.
Lingua: ItalianoPag. 21-53
Etichette: Bruno Giordano, Leone Ebreo, Dialoghi di amore, Eroici furori, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo articolo: Bruno e i munera lulliani ingenii. Appunti per una rilettura
Si parte da un esemplare della “Summa terminorum metaphysicorum” di Giordano Bruno (Biblioteka Uniwersytecka, 460792) legato ad un esemplare della prima edizione (1589) di una delle più celebri espressioni cinquecentesche della rilettura e reinterpretazione in chiave enciclopedica del lullismo, l’ “Opus aureum” di Valerio de Valeriis. Il legame tra le due opere è dovuto sicuramente al profilo intellettuale e agli interessi del possessore, Johannes Lobhartzberger, amico e compagno di Daniel Sennert, che nel 1599 gli dedica il “Templum Mnemosynes”, poemetto mnemotecnico influenzato dal “De imaginum compositione” del Bruno. Inoltre, alla dedica di Valerio de Valeriis ad Anton Függer segue una carta che sul recto e sul verso reca due epigrammi, di Johannes Maior, e di un autore celato sotto l’acronimo I.M.N. , che nel suo componimento cita Bruno, probabilmente un allievo del Nolano.
Lingua: ItalianoPag. 55-85
Etichette: Bruno Giordano, de Valeriis Valerio, Opus aureum, Cinquecento,
Titolo articolo: “Tesmoigns oculaires”. Storia e autopsia nel Cinquecento francese
Partendo dall’ “Otello” di Shakespeare in cui la prova del fazzoletto presentata da Iago diventa fondamentale nello svolgersi della tragedia, l’autrice approfondisce la profonda fiducia nella certezza dell’osservazione diretta come tratto caratteristico della cultura europea tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento. L’età di massimo splendore per il paradigma autoptico sembra essere stata quella che va dall’VIII a.C. al II d. C. La storiografia di Erodoto, in stretto rapporto con la logografia, pone l’autopsia come criterio dominante e, forse non a caso, il Cinquecento rappresenta la fase più acuta del revival erodoteo, nell’ambito della revisione della storia testimoniale. Si indaga dunque il rapporto tra storia e giurisprudenza tramite gli studi di Ginzburg e Melani su Bodin, e l’optimus testis, con l’aiuto di Baudouin e Mointaigne.
Lingua: ItalianoPag. 87-126
Etichette: Storiografia, Bodin Jean, de Mointagne Michel, Baudouin François, Cinquecento,
Titolo articolo: Pierre Bayle e la Querela Infantium: rovistare in un cassetto dimenticato del Dictionnaire
Tramite i suggerimenti di Leo Strauss, che in “Persecution and the Art of Writing” spiega ‘l’ermeneutica della reticenza’, cioè la strategia che aiuta a decifrare la scrittura tra le righe degli autori che vissero in epoche di persecuzione, si cerca di ricostruire l’opinione di Pierre Bayle su un testo minore del XVI secolo, la “Querela Infantium in limbo clausorum”.
Lingua: ItalianoPag. 127-162
Etichette: Bayle Pierre, Querela infantium in limbo clausorum, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: Pico e Lorenzo in casa d’amici. Il codice Riccardiano 2726
L’autore prende in esame il codice Riccardiano 2726 e in primo luogo tenta di stabilirne le fasi della composizione materiale e dei testi che vi furono trascritti. Cerca dunque di individuare gli eventuali rapporti dell’altezza stemmatica del codice nella tradizione del “Comento” e degli altri scritti in esso compresi, con l’ambiente e i tempi in cui il codice fu realizzato. Si propone, infine, di motivare l’ideazione stessa e la fattura del codice e di capire per quale biblioteca privata fosse stato concepito. Seguono un’appendice I con il testo del volgarizzamento dell’epistola di Pico a Lorenzo (Ricc. 2726 cc.5r-8r); un’appendice II con il testo dell’editio princeps dell’epistola di Pico; un’appendice III con il testo dell’epistola di Pico a Lorenzo nella redazione del Ricc. 2726; un’appendice IV in cui si discute la scelta della parola ‘paraphrasis’ per designare il “Comento”.
Lingua: ItalianoPag. 165-233
Etichette: Lorenzo de’Medici, Pico della Mirandola, Riccardiano 2726, Quattrocento,
Titolo articolo: La miniera e l’arte nel Rinascimento. Sull’iconografia mineraria tedesca dal tardo gotico al Bergaltar di Hans Hesse
L’autore propone un inventario della rappresentazione artistica del mondo minerario dal tardo Medioevo, a partire dal quale se ne riscontrano le prime tracce, a tutto il Rinascimento.
Lingua: ItalianoPag. 237-261
Etichette: Iconografia, Medioevo, Rinascimento,
Titolo articolo: Cristoforo Landino e Marsilio Ficino sull’origine dell’anima
Partendo dalla profonda incidenza che le dottrine sull’origine dell’anima di ambito neoplatonico ebbero su Marsilio Ficino, l’autore si propone di valutarne la condivisione all’interno della cerchia medicea, prendendo in considerazione gli scritti di Cristoforo Landino.
Lingua: ItalianoPag. 263-298
Etichette: Ficino Marsilio, Landino Cristoforo, Quattrocento,
Titolo articolo: Eschilo e la tradizione eschilea nel laboratorio filologico di Angelo Poliziano
Da un punto di vista quantitativo Eschilo è scarsamente presente nella produzione del Poliziano, ma se si indaga tra le opere e le carte del tavolo di lavoro emerge una trama eschilea di indubbia suggestione. Singolare è la ristrettissima selezione di cinque versi del “Prometeo incatenato” che Poliziano copiò in calce ad un codice di sua proprietà, l’attuale Laurenziano Plut. 81, 6, contenente la “Politica” di Aristotele. Non è facile individuare la relazione tra questi versi e il testo aristotelico. Si può dire però che si tratta di sentenze, di ‘gnomai’ e comunque testimonianza della rinnovata fortuna eschilea nell’Europa del Rinascimento.
Lingua: ItalianoPag. 299-319
Etichette: Poliziano Angelo, Eschilo, Rinascimento, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: Sulle tracce di Bessarione: appunti per una ricerca
L’autrice si propone di indagare l’impatto che l’ “In calumniatoren Platonis” del cardinale Bessarione ebbe nei secoli successivi, seguendone, in particolare, il reimpiego dei materiali rari proposti, la percezione del confronto condotto tra Platone e Aristotele, l’influenza delle interpretazioni aristoteliche e la fortuna del platonismo cristianizzante presso teologi e religiosi.
Lingua: ItalianoPag. 321-342
Etichette: Bessarione Basilio, In calumniatorem Platonis, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo articolo: Contro i falsari. Gaspar Barreiros censore di Annio da Viterbo
Nel saggio dedicato ai falsi di Annio da Viterbo, il Biondi ha individuato un momento di svolta nella polemica ingaggiata da un confratello di Annio, Melchor Cano. Sul solco del Biondi, l’autore affronta il caso di un contemporaneo di Cano, Gaspar Barreiros.
Lingua: ItalianoPag. 343-359
Etichette: Annio da Viterbo, Cano Melchor, Barreiros Gaspar, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo articolo: ‘Alberto Duro’ o ‘Alberto Durero’? Cambiare il nome nell’Italia del XVI secolo
Scopo del contributo è quello di determinare geografia e storia dell’italianizzazione del nome di Dürer nel XVI secolo, che vede affermarsi artisticamente e letterariamente le personalità storiche di Alberto Duro e Alberto Durero.
Lingua: ItalianoPag. 361-375
Etichette: Dürer Albrecht, Cinquecento,
Titolo articolo: Eretici italiani e selvaggi americani: il nuovo mondo nella coscienza protestante italiana del Cinquecento
L’articolo si propone di verificare se, e in che modo, l’allargamento degli orizzonti geografici avviati dai viaggi di Colombo abbia avuto un impatto sulla coscienza protestante italiana del Cinquecento. L’autore si concentra su due sole generazioni di esuli comprese tra la metà e la fine del Cinquecento, quando si fece più netta la distinzione tra l’ala radicale, dei ‘ribelli ad ogni forma di comunione religiosa organizzata’, e l’ala moderata, inserita ormai nelle nuove ortodossie protestanti.
Lingua: ItalianoPag. 377-397
Etichette: Eresia, Esule, Protestantesimo, Cinquecento,
Titolo articolo: Un’eresia al di fuori del cristianesimo. Francesco Pucci nell’Europa di fine Cinquecento
Partendo dalle radici della formazione teologica di Francesco Pucci, l’autore indaga le motivazioni che fecero di lui un temibile eretico agli occhi sia della Chiesa cattolica che delle Chiese riformate, analizzando quelle che furono le reazioni alla pubblicazione del suo “De Christi servatoris efficacitate”, in particolare la ‘Refutatio’ del calvinista francese François Du Jon, e quelle del luterano Lukas Osiander e del gesuita Niccolò Serario.
Lingua: ItalianoPag. 399-423
Etichette: Pucci Francesco, Eresia, Cinquecento,
Titolo articolo: Materia, minimo e misura: la genesi dell’atomismo geometrico in Giordano Bruno
L’autore si propone di mostrare come in Giordano Bruno il tema dell’atomismo naturale si sovrapponga, a mano a mano che la sua riflessione geometrica si fa più consapevole, con la nozione di minimo geometrico, finendo con il fare di quest’ultimo un ‘oggetto’ teorico dalle assai ben più significative valenze filosofiche.
Lingua: ItalianoPag. 425-449
Etichette: Bruno Giordano, Cinquecento,
Titolo articolo: Le astuzie del moralista. Ragion di Stato e analisi psicologica fra ‘500 e ‘600
Partendo dalla distinzione operata da Giovanni Macchia tra moralista ‘pratico’ e moralista ‘puro’, l’autore si propone di capire quale siano quegli elementi concettuali (soprattutto con riferimento alla coppia simulazione/dissimulazione)che, elaborati all’interno di un determinato ambito conoscitivo, vengono successivamente presi in consegna da un altro tipo di riflessione e quindi riadattati a nuovi scopi. Si chiede dunque come si passi dal tipo del moralista ‘pratico/politico’ a quello del moralista ‘puro/psicologico’, che cosa venga ‘tradotto’ nell’ambito della nuova riflessione e come si presenti dopo questa traduzione.
Lingua: ItalianoPag. 451-476
Etichette: Politica, Moralità, Cinquecento, Seicento,