Le riviste sostenitrici
Rinascimento | 2008 | N. 48
Anno 2008 – Annata: XLVIII – N. 48
A cura di Annalisa Lorenzetti
Titolo articolo: Filosofia e teologia in Giorgio Gemistio Pletone: la testimonianza dei codici platonici
L’autore si propone di gettare nuova luce sul nesso tra speculazione filosofica e teologica nella figura di Giorgio Gemisto Pletone tramite recenti acquisizioni maturate nell’ambito degli studi sulla tradizione manoscritta dei dialoghi platonici. L’argomentazione è articolata in tre parti, un breve ‘status quaestionis’ degli studi sulla teologia pletoniana, un riassunto dei risultati ottenuti dalla ricerca filologico-paleografica su una serie di codici platonici appartenuti a Gemisto e da lui emendati e la valutazione delle ragioni che rendono possibile usare tale materiale per ricostruire le convinzioni religiose di Gemisto e le informazioni che da esso si ricavano discusse nell’ambito delle testimonianze riportate.
Lingua: ItalianoPag. 3-45
Etichette: Pletone Giorgio Gemistio, Neoplatonismo, Quattrocento,
Titolo articolo: Un’arma a doppio taglio? Sul nesso filosofia-teologia nel “De pace fidei” di Nicolò Cusano
L’autore si sofferma sul nesso libertà-Verità-intelletto-salvezza intorno al quale ruota l’argomentazione del “De pace fidei” di Nicolò Cusano, e sulla dottrina trinitaria che, rifacendosi ad Agostino, il Cusano propone come comune base razionale prima che rivelata. Su di essa si basa la positività con cui guarda alle svariate manifestazioni del pensiero filosofico e del culto religioso. Non un sincretismo, ma il riconoscimento da parte delle religioni della compiuta razionalità del cristianesimo e dunque della sua superiorità, pur nella libertà di culto. La sua argomentazione si rivela però un’arma a doppio taglio che conduce ad una religione strettamente filosofica e quasi opposta al cristianesimo come il deismo, e all’attribuzione di un carattere relativo ai messaggi dei diversi profeti religiosi.
Lingua: ItalianoPag. 47-60
Etichette: Cusano Nicolò, De pace fidei, Quattrocento, Trattatistica,
Titolo articolo: Platone, Aristotele e il Cardinale: il “De natura et arte” di Bessarione
La ricezione in Occidente dell’affermazione della necessità del determinismo per un sistema filosofico che fosse rispettoso della divinità e una difesa della dottrina delle idee, che Gemisto Pletone pone tra i corollari del capitolo del suo “De differentiis” sulla deliberazione della natura, rappresenta il primo atto della moderna disputa sulle filosofie di Platone ed Aristotele. L’adesione incondizionata alla soluzione platonica di Pletone da parte del Cardinal Bessarione fu criticata da Giorgio di Trebisonda che aderiva pienamente alle dottrine aristoteliche. In risposta Bessarione inserì il “De natura et arte”, composto in greco dieci anni prima, nella sua opera “In calumniatorem Platonis”. Il nucleo del “De natura et arte” è costituito dalla confutazione degli argomenti del Trapezunzio.
Lingua: ItalianoPag. 61-79
Etichette: Platone, Aristotele, Bessarione Basilio, Quattrocento, Platonismo, Aristotelismo,
Titolo articolo: Note su tre teologie platoniche: Ficino, Steuco e Patrizi
L’autore delinea un quadro dei fondamenti delle Teologie platoniche di Ficino, Steuco e Patrizi. Ficino propone di rimediare alla dissoluzione dei fondamenti della sapienza e della religione tramite la rinascita di una filosofia che ristabilisca la concordia tra ‘sapientia’ e ‘pietas’, e che è senza dubbio la filosofia platonica. Nel “De perenni filosophia” Agostino Steuco vuole ripristinare l’identità originaria di ‘sapientia’ e ‘religio’ e nella “Nova de universiis” Francesco Patrizi elabora una nuova Theologia platonica il cui fine è quello di risalire alla Causa prima muovendo non dal moto come aveva fatto Aristotele, ma dalla luce e dal ‘lumen’, procedendo per la via indicata dal “De Sole” e dal “De lumine” ficiniani.
Lingua: ItalianoPag. 81-100
Etichette: Ficino Marsilio, Steuco Agostino, Patrizi Francesco, Quattrocento, Cinquecento, Platonismo,
Titolo articolo: Ficino and the religion of the philosophers
L’autore si propone di definire il modo in cui Ficino pensò alla relazione tra ragione filosofica e credenza religiosa, e di collocare il suo punto di vista nello spettro di posizioni teologiche sul potere della ragione umana nel conoscere la natura e la volontà divina. La sua ambizione più estesa è quella di mostrare il significato del Platonismo ficiniano nella storia della teologia. Si prendono in considerazione la “Theologia platonica” e il “De doctrina christiana”.
Lingua: InglesePag. 101-121
Etichette: Ficino Marsilio, Quattrocento, Platonismo,
Titolo articolo: To gaze upon the face of God again: philosophic statuary, Pygmalion and Marsilio Ficino
L’autore si propone di esplorare all’interno del Platonismo fiorentino del Quattrocento i supporti mitologici degli uomini che cercano di immaginare la natura di Dio, anche quando era stato fatto ogni sforzo contro gli abusi e le contaminazioni del mito e contro la rimitizzazione dei misteri della teologia (come anche contro la teologizzazione dei miti antichi). Egli prende in considerazione tre passaggi delle opere di Ficino in cui la nozione di statua è fondamentale per un argomentazione più ampia sull’ascesa degli uomini ad alcuni tipi di conoscenza, e dunque di amore, di Dio, mostrando quanto era divenuta complessa e ricca la nozione di statua magica nel Rinascimento.
Lingua: InglesePag. 123-136
Etichette: Ficino Marsilio, Quattrocento, Platonismo,
Titolo articolo: Marsilio Ficino, Yohanan Alemanno e la “Scientia divinum nominum”
Partendo dalla polemica di Luigi Pulci nei confronti del Ficino, in particolare sulle argomentazioni di questo relative all’uso fatto da Gesù del tetragramma per compiere miracoli, l’autore si concentra sulla riflessione sul nome di Dio e sui ‘nomina divina’ nell’opera di Ficino, in particolare nell'”Argomentum in Cratylum”, di cui si ripercorre la struttura, la quale sembra costruita su una serie di stratificazioni successive, riconducibili a diverse fasi della produzione ficiniana. In particolare si individua in Yohanan Alemanno la fonte da cui Ficino trasse l’idea di introdurre la sua riflessione sui ‘nomina divina’ con il riferimento ad una specifica tradizione ebraica. Gli elementi esposti dall’autore non solo rafforzano l’ipotesi di un loro incontro ma obbligano a ripensare la cronologia della nascita della Cabbalà cristiana che fino ad oggi ha relegato Ficino ad un ruolo subordinato al lavoro del Pico.
Lingua: ItalianoPag. 137-163
Etichette: Ficino Marsilio, Alemanno Yohanan, Scientia divinum nominum, Quattrocento,
Titolo articolo: Toward a new evaluation of Pico’s kabbalistic sources
Partendo dal lavoro di Wirszubski “Pico della Mirandola’s Encounter with Jewish Mysticism”, l’autore cerca di ampliare il quadro delle conoscenze relative ai contatti di Pico con la Cabala e l’ebraismo, in primo luogo ragionando sulla cronologia del suo primo contatto con essa, poi approfondendo la natura del contributo alle “Conclusiones” di Eliyyahu Del Medigo e di Flavio Mitridate, i quali lavorarono come traduttori delle fonti ebraiche per Pico in maniera parallela, sia cronologicamente che metodologicamente. L’autore cerca anche di identificare tutta una serie di altre relazioni che Pico intratteneva con il mondo ebraico e conclude con il tentativo di identificazione dello scriba ebreo Abraam che copiò alcuni dei manoscritti che Mitridate usò per le sue traduzioni.
Lingua: InglesePag. 165-183
Etichette: Della Mirandola Giovanni Pico, Cabala, Quattrocento,
Titolo articolo: Due nuove fonti filosofiche giudeo-arabe conosciute e impiegate da Giovanni Pico Della Mirandola
All’interno delle “Conclusiones sive Theses Nonagintae Romae anno 1486 publice disputandae, sed non admissae” Pico della Mirandola inserisce una sezione dedicata ai filosofi arabi. Nell’edizione del testo del 1998 Framer mostra di conoscere l’identità di quattro autori musulmani e di uno degli autori non musulmani, ma non quella degli altri quattro, dei quali due sono stati identificati precedentemente dall’autore dell’articolo che in questa sede si propone di dare un nome ai restanti due tramite l’analisi parallela del rispettivo testo delle “Conclusiones” di Pico e alcuni passi tratti da due opere di filosofia medievale. Dai dati evidenziati si evince inoltre che Pico non inserisce citazioni letterarie ma sue interpretazioni e che probabilmente conosce aspetti del pensiero di alcuni autori della filosofia arabo-islamica per mezzo di un mediatore linguistico, sulla cui identità l’autore avanza alcune proposte.
Lingua: ItalianoPag. 185-196
Etichette: Della Mirandola Giovanni Pico, Quattrocento,
Titolo articolo: “Ex philologo theologus”? “Philologus et theologus”? Réflexions autour de la “Ratio verae Theologiae”
Allo scopo di verificare i rapporti intercorrenti tra filosofia e teologia l’autore ritiene necessaria in primo luogo la definizione di filosofia. In un precedente articolo del 2001 egli ha ritenuto che si possa parlare di una filosofia di Erasmo, poiché i suoi grandi dibattiti sull’uomo sono quelli di un filosofo guidato da valori morali e religiosi la cui forma di espressione è il dialogo. In contributi successivi ha poi riflettuto su Erasmo teologo e sulla ‘sémantique engagée’ a proposito dei termini ‘theologus’ e ‘theologia’ con la conclusione che la filosofia e la teologia nell’umanista cristiano si confondono secondo il sintagma di ‘philosophia Christi’. L’autore prende in considerazione la “Ratio verae theologiae”, l’opera in cui Erasmo definisce chiaramente la sua posizione riguardo la teologia e i suoi concetti di ‘theologus’ e ‘theologia’.
Lingua: FrancesePag. 197-228
Etichette: Erasmo Da Rotterdam, Ratio verae Theologiae, Cinquecento, Trattatistica,
Titolo articolo: Il valore della ‘Auctoritas’ biblica nelle “cento e dieci divine considerazioni” di Juan de Valdés
L’autore illustra alcuni esempi tratti dalle “Considerazioni” del Valdés, le quali si costituiscono come strumenti umani di educazione del cristiano propedeutici all’ammaestramento diretto dello Spirito. Da un primo esame dell’opera si osserva una corrispondenza tra quanto dichiarato nel testo e la conformazione del medesimo, in quanto l’ordinamento non sistematico ed evocativo rispecchia l’idea esoterica della trasmissione della conoscenza. Nel testo valdesiano trionfa il sincretismo dottrinale che permette la coesistenza di motivi di matrice aristotelica con immagini di sapore neoplatonico, che collaborano alla costruzione di una dottrina della conoscenza umana dall’ispirazione divina e alla formulazione di quella dell’unione dei cristiani tramite l’incorporazione in Cristo, mezzo del ‘redditus’ umano. Tale dottrina risponde all’idea di una nuova religiosità colta, capace di unire l’idea umanistica di una ‘docta religio’ e quella erasmiana e riformata della semplificazione del credo.
Lingua: ItalianoPag. 229-249
Etichette: De Valdés Juan, Cento e dieci divine considerazioni, Cinquecento, Trattatistica,
Titolo articolo: Dalla Teologia al Metodo: Filippo Melantone e Pietro Ramo
L’autore confronta la dialettica di Filippo Melantone e quella di Pietro Ramo, con lo scopo di mostrare come essi svilupparono i rispettivi ‘metodi’ all’interno delle istanze teoriche comuni alla riflessione cinquecentesca, ma anche come approdarono ad esiti completamente opposti. Melantone riuscì a ribadire la necessità che ogni riflessione metodologica dovesse essere compiuta alla luce di una coerente struttura teologica, mentre Ramo mostrò l’importanza di far derivare ogni sapere da propri e specifici principi teorici, garantendo un’efficacia più comprensibile sul piano conoscitivo e l’autonomia del sapere da ogni visione filosofica o teologica. Li accomunano la critica della logica e dell’aristotelismo della Scolastica e la consapevolezza dell’utilità pedagogica della dialettica nella sua nuova definizione di ‘metodo’, cioè di via ordinata e progressiva per perseguire ed organizzare il sapere.
Lingua: ItalianoPag. 251-269
Etichette: Melantone Filippo, Ramo Pietro, Cinquecento,
Titolo articolo: L’Albero sefirotico di Eliyyà Menahem Ben Abba Mari Halfan (MS. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 44, 18)
L’oggetto dell’articolo è un documento manoscritto inedito conservato presso la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, su cui è rappresentato l’albero sefirotico di Eliyyà Menahem Halfan, il cui studio consente di valutare alcune delle infinite implicazioni dell’ermeneutica e dell’epistemologia cabalistica sullo sfondo delle dinamiche speculative della società ebraica e cristiana dell’Italia rinascimentale. L’articolo è corredato dalla pubblicazione e traduzione del manoscritto, di cui in conclusione si riporta una foto.
Lingua: ItalianoPag. 271-290
Etichette: Cabala, Cinquecento,
Titolo articolo: Filosofia, Teologia e Libro della Natura: Sebond e Montaigne
L’autore ripercorre le fasi del’incontro di Montaigne con la “Theologia naturalis” di Sebond. A dodici anni della sua prima traduzione dell’opera del 1569 e dopo la pubblicazione della prima edizione degli “Essais”, Mointagne riedita la “Theologie naturelle” con lo scopo di servirsi della traduzione come pre-testo per la piena comprensione della stessa “Apologie de Raymond Sebond”. Ci si sofferma sulle varianti o pseudo-varianti della traduzione montaignana tramite l’analisi di alcuni excerpta poiché si ritiene che alcune espressioni o soppressioni usate da Montaigne costituiscano una sorta di pensiero parallelo, di libro nel libro.
Lingua: ItalianoPag. 291-314
Etichette: Sebond Raymond, de Montaigne Michel, Cinquecento, Trattatistica, Traduzione,
Titolo articolo: Bruno e Giobbe. Filosofia e Religione alla fine del Cinquecento
Sebbene la presenza del libro di Giobbe nell’opera del Bruno non sia consistente, essa è tuttavia rilevante per quanto riguarda la riflessione del Nolano sul nesso vicissitudine-giustizia-sapienza, elemento centrale della sua riflessione filosofica: la ripresa dei versetti di Giobbe nella “Cena de le Ceneri”, nella “Cabala del cavallo pegaseo”, nei “Sigilli”, nell'”Oratio valedictoria”, nel “De monade”, nel “De magia naturali” e nel “De immenso” si configura come una profonda adesione al pensiero del sapiente antico, di cui viene messa in luce soprattutto la continua e precisa ricerca di comprensione del mondo umano e naturale e di una via di accesso alla misericordia e grandezza divine.
Lingua: Olandese/ItalianoPag. 315-334
Etichette: Bruno Giordano, Cinquecento, Trattatistica,
Titolo articolo: Temi apocalittici nel “Sigillus sigillorum” di Giordano Bruno
L’autore vuole mostrare come il richiamo all’Apocalisse emerge in toni netti fin dal “Sigillus sigillorum”, nel quale non solo emerge una delle pochissimi rimandi espliciti, ma si definisce una tessitura di rimandi criptici, che fin dalle battute d’inizio scandiscono un impianto teorico ben definito. Bruno mira ad utilizzare immagini e spunti diffusi per illustrare una posizione originale e spesso critica nei confronti delle dottrine diffuse dal modello biblico. Nel “Sigillus” egli si volge all'”Apocalisse” sul filo di una discussione che guarda al rapporto tra vicissitudine, giustizia e verità divine. La continuità di questa linea interpretativa è confermata dal riferimento allo gnostico Cerinto e dell’utilizzo che egli fa della sua esperienza nel “De imaginum compositione”.
Lingua: ItalianoPag. 335-349
Etichette: Bruno Giordano, Apocalisse, Sigillus sigillorum, Cinquecento,
Titolo articolo: “Nella semplicità della divina essenza”. Giordano Bruno sugli attributi di Dio
Partendo da alcune battute della denuncia presentata all’Inquisizione da Giovanni Mocenigo contro Bruno, l’autore ripercorre nei passaggi essenziali le affermazioni del Nolano nel corso del processo sulla distinzione tra ‘parlare filosoficamente’ e ‘parlar secondo la Theologia’ ripetto alla sua interpretazione della Trinità, dalle quali emerge la tenacia con cui il Nolano cerca di chiarire la sua posizione senza dubbio dovuta non solo all’occasione delle dichiarazioni. La dissoluzione bruniana della Trinità non ha motivazioni solo filosofiche, ma è costruita su due capisaldi della dottrina bruniana, la sproporzione tra finito e infinito e il motivo della inscindibile semplicità della essenza divina. Da questo secondo punto si evince la centralità nell’opera bruniana del tema degli attributi di Dio. In conclusione si avanza la proposta che vede l’identificazione dell”opereta di sua mano’ consegnata agli inquisitori da Mocenigo con la seconda sezione della “Summa terminorum metaphysicorum”. L’articolo è corredato da un’ appendice in cui è presentato il raffronto tra passi dell’opera e passi della difesa bruniana.
Lingua: ItalianoPag. 351-373
Etichette: Bruno Giordano, Cinquecento, Trattatistica,
Titolo articolo: Giordano Bruno, Francesco Panigarola e la teologia della Riforma
L’autore propone il confronto tra le figure coeve di Giordano Bruno e Francesco Panigarola che su fronti opposti hanno dominato il loro tempo, ripercorre la biografia di entrambi di cui evidenzia i punti comuni, prende in considerazioni le loro posizioni teoriche rispetto l’arte della memoria e la dimensione del ‘vincolo’, analizza il loro posto nella predicazione e il loro rapporto con la realtà politica e religiosa della Francia, la cui distanza è misurata dal diverso giudizio sul Navarra. Giunge al confronto centrale tra le posizione dei due sul piano della critica della teologia protestante, sulla dottrina della ‘sola fide’ e sulle conseguenze negative della Riforma.
Lingua: ItalianoPag. 375-395
Etichette: Bruno Giordano, Panigarola Francesco, Cinquecento,
Titolo articolo: C’è una filosofia nell’opera di Francisco Suárez? Il caso della Dottrina sul ‘Verbum mentis’ tra ‘Auctoritates’ e argomenti di ragione
L’autore si propone di sondare la rilevanza di argomento teologico-soprannaturale e di argomenti autorità nell’elaborazione del pensiero suareziano sul tema della natura del ‘verbum mentis’. Ripercorre la storia della questione del ‘verbum mentis’ nelle epoche precedente e contemporanea a Suárez, soffermandosi con maggiore attenzione sulle dottrine di Tommaso d’Aquino e dei suoi seguaci.
Lingua: ItalianoPag. 397-450
Etichette: Suárez Francisco, Cinquecento, Trattatistica,
Titolo articolo: Conoscere come Dio conosce? Suárez, Leibniz e le verità eterne
Si tenta di verificare il rapporto tra la definizione suareziana di verità e quella di Leibniz e si propone di analizzare il modo in cui i due filosofi leggono la relazione tra Dio e la verità anche al fine di mostrare in che modo si possa leggere il legame che, nella prospettiva leibniziana, intercorre tra filosofia e teologia. L’articolo si divide essenzialmente in due parti. Nella prima si ripercorre brevemente il contenuto della “Disputatio metaphysica” di Suárez, nella seconda si mettono in luce le somiglianze e le differenze tra le concezioni della verità di Suárez e Leibniz e si tenta di mostrare come la riflessione di Leibniz sul rapporto tra conoscenza umana e conoscenza divina preveda una differenza importante tra il conoscere dell’uomo e quello di Dio.
Lingua: ItalianoPag. 451-467
Etichette: Suárez Francisco, von Leibniz Gottfried Wilhelm, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: Il problema del criterio di verità nella “Disputatio de incertitudine religionis christianae” di Christian Francken
La figura di Christian Francken si colloca nell’ambito della crisi intellettuale scaturitasi dalla Riforma. Nella sua “Disputatio de incertitudine religionis Christianae”, l’ex gesuita, poi sociniano, giunge alla conclusione che non esiste un criterio di verità sul quale fondare il pensiero teologico. L’autore dell’articolo passa in rassegna la vicenda biografica del Francken e le tre parti in cui si divide la “Disputatio”, un testo che occupa un posto particolare nel panorama dei testi della riforma radicale cinquecentesca, in cui Francken si pone al di fuori della riflessione teologica per dichiarare i limiti intrinseci della teologia.
Lingua: ItalianoPag. 469-479
Etichette: Francken Christian, Cinquecento,
Titolo articolo: Volontà divina e libertà umana. Tomismo e Molinismo nella teologia di Tommaso Campanella
Per scorgere la definizione della dottrina della grazia di Tommaso Cmpanella bisogna guardare al “De predestinatione, electione, reprobatione et auxiliis divinae gratiae” e ai trenta libri di “Theologia”. L’esame di Campanella mira da un lato a riprendere la tradizione teologica patristica anteriore alla dottrina tomistica, dalll’altro a declinare la propria dottrina sulla grazia escludendo ogni determinismo o predeterminismo di sapore manicheo, e riconoscendo alla libertà un valore incommensurabile. Né Tomismo né molinismo dunque; la teologia sulla grazia deve fondarsi sulla determinazione libera della volontà.
Lingua: ItalianoPag. 481-491
Etichette: Campanella Tommaso, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: La città degli eletti di Dio. Utopia e teologia luterana nella “Christianopolis” di Johann Valentin Andreä
La città ideale descritta da Johann Valentin Andreä nella sua “Reipublicae Christianopolitanae descriptio” si presenta come un testo raffinato e tanto complesso da consentire livelli diversi di interpretazione. Il dialogo con l’opera di More e Campanella è costante per ciò che riguarda l’impianto portante e gli aspetti formali. Egli si propone di creare dal versante protestante una città ideale che fosse superiore alle altre dello stesso genere e in quest’ottica Campanella si rivela il suo ‘antagonista’ naturale. Differenza costitutiva delle Città ideali di Campanella e di Andreä risiede nel principio luterano dell”electa civitas’ di quest’ultima. Oltre alla funzione di polemica anticattolica, il testo si propone anche come un richiamo per i confratelli luterani a costumi più rigorosi e una chiamata alla selezione dei più puri allo scopo di riunire una ‘Societas Christiana’.
Lingua: ItalianoPag. 493-509
Etichette: Andreä Johann Valentin, Lutero Martin, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: Lo stato di pura natura dalla teologia alla politica
L’accezione teologica della nozione di stato di natura potrebbe aiutare a chiarire la nozione di stato di natura ‘pura’ nella filosofia di Hobbes. Il testo del “Leviatano” può considerarsi un momento di passaggio nel quale una nozione nata sul terreno della teologia diviene la condizione preliminare per liberarsi della teologia stessa in sede di filosofia politica.
Lingua: Olandese/ItalianoPag. 511-525
Etichette: Hobbes Thomas, Seicento, Trattatistica,
Titolo articolo: Hobbes alla ricerca del primo motore: il “De motu, loco et tempore”
L’autore prende in considerazione alcuni dei temi approfonditi nel “De motu, loco et tempore”, opera lasciata inedita in cui Hobbes affronta questioni a cui accennerà solo rapidamente negli altri scritti, e in cui si serve assai ampiamente della terminologia e delle nozioni tecniche della scolastica aristotelica, di cui il suo interlocutore, White, è un rappresentante, pur con le sue aperture ai ‘moderni’. Si approfondiscono la nozione di primo motore o di causa prima dell’universo, il rapporto che essa intrattiene con l’idea di Dio, e di conseguenza le modalità con cui si tenta di dimostrare l’esistenza e di definire la natura.
Lingua: ItalianoPag. 527-541
Etichette: Hobbes Thomas, De motu, loco et tempore, Seicento, Trattatistica,
Titolo articolo: Teologi e Teologie in Spinoza
L’autore si propone di determinare i significati dei lemmi ‘teologia’ e ‘teologo’ attraverso la loro sistematica ricognizione nell’intera opera di Spinoza, quindi di segnalare la presenza e il ruolo svolti dalle teologie tradizionali nella formazione e nella configurazione definitiva del sistema e, in fine, di precisare il nesso tra teologia e filosofia e il destino teoretico della teologia dopo Spinoza.
Lingua: ItalianoPag. 543-563
Etichette: Spinoza Baruch, Teologia, Seicento, Trattatistica,
Titolo articolo: Plurima Corrige
L’autore riporta alcune correzioni relative al saggio di Eugenio Garin “Umanesimo e pensiero medievale” pubblicato sul volume II serie, XLVI, 2007 alle pp. 3-21, di cui in nota si era tratteggiato la sorte. In particolare la dott.ssa Dell’ Omodarme ha segnalato che il saggio era apparso su “La Città di vita. Rivista di studi religiosi” I, 1946, 1, pp. 52-70), con il titolo di “Umanesimo medioevale” regolarmente segnalato nella “Bibliografia degli scritti di Eugenio Garin 1929-1999”. Per mezzo del testo pubblicato sulla “Città di Vita” si procede con la correzione delle bozze pubblicate su Rinascimento e con il completamento secondo la lezione definitiva dell’autore.
Lingua: ItalianoPag. 567-572
Etichette: Garin Eugenio,Umanesimo medioevale, Novecento,