Le riviste sostenitrici
Rinascimento | 2007 | N. 47
Anno 2007 – Annata: XLVII – N. 47
A cura di Annalisa Lorenzetti
Titolo articolo: “Malinconia mostruosa”: Ficino e le cause fisiologiche dell’ateismo
Tra le fonti utilizzate per l'”Anatomia della malinconia” Robert Burton non cita Marsilio Ficino, il primo a trattare le cause fisiologiche dell’ateismo e a fornire per esse una terapia adeguata. Malgrado il neoplatonismo di Ficino infatti, si riscontra nei suoi scritti lo stampo di natura galenica ad ammettere l’influenza del corpo sull’anima. Egli tratta l’argomento nella terza parte della “Theologia platonica” e nel successivo “De Vita” suggerisce il metodo per combattere le cause fisiologiche dell’empietà e dell’ateismo. Nell”apologia’ in appendice all’opera infatti, afferma che il titolo serve da esca per attrarre il maggior numero di lettori e nascondere il fine ultimo dell’opera che è quello di portare i malinconici affetti da dubbio ad uno stile di vita sano e ripristinare così in loro il benessere fisico e la vera fede.
Lingua: ItalianoPag. 3-23
Etichette: Ficino Marsilio, Ateismo, Quattrocento, Trattatistica,
Titolo articolo: “Quisque in sphaera sua”: Plato’s Statesman, Marsilio Ficino’s “Platonic Theology”, and the Resurrection of the Body
L’autore mostra come il Neoplatonismo e i suoi predecessori abbiano approvvigionato Ficino con molte idee nei riguardi dell’antico ‘topos’ di ciò che è chiamato corpo astrale. In “Theologia platonica” IV, 2, 10 Ficino parla dell’involucro etereo dell’anima come se fosse la sfera di un pianeta ed essendo in rotazione è sempre rivolta a Dio come suo centro, sebbene ci siano gli esseri più alti che non si muovono ma contemplano Dio stando fermi. La forma originaria dell’anima è sferica e il suo moto naturale è circolare,il corpo terrestre angolare è il risultato delle distorsioni causate dalla discesa sulla terra attraverso le sette sfere planetarie. L’anima razionale non è in contatto con questo veicolo e l’intermediario è un atto creatore di vita che Ficino identifica con l”idolo’ del Neoplatonismo.
Lingua: InglesePag. 25-48
Etichette: Ficino Marsilio, Platone, Teologia platonica, Quattrocento, Trattatistica, Platonismo,
Titolo articolo: Leon Battista Alberti nella storiografia letteraria e artistica dell’Umanesimo e del Rinascimento
Nei trattati quattrocenteschi che definiscono il canone dei letterati e degli artisti e che si rifanno tutti al polo Biondo-Facio, di Leon Battista Alberti è costantemente sottolineata la versatilità dell’ingegno. Importanti per la definizione della ricezione della figura dell’Alberti sono anche le testimonianze figurative che lo ritraggono accanto ai grandi nomi a lui contemporanei, le quali in larga parte dipendono dall’immagine ufficiale che egli ideò e costruì di sè, quella dell’architetto che non è più soltanto faber. Bisogna attendere gli anni Sessanta-Ottanta per rilevare, con Cristoforo Landino,la considerazione del ruolo dell’Alberti nella formazione di una lingua letteraria volgare, marginalizzato dal Biondo per le sue diverse posizioni a riguardo. In conclusione si misura la ricezione umanistica della figura dell’Alberti nei due sforzi di storicizzazione letteraria dell’Umanesimo maturo: il “De hominibus doctis” di Paolo Cortesi e il “De latinae linguae reparatione” di Marcantonio Sabellico. La formazione e l’evoluzione in area cinquecentesca di una storiografia artistica specialistica recepirà le coordinate impostate nel Quattrocento, continuando a rilevare l’eccellenza del letterato come sinergia dell’artista: così Paolo Giovio, Giorgio Vasari e Lenadro Alberti.
Lingua: ItalianoPag. 49-91
Etichette: Alberti Leon Battista, Umanesimo, Rinascimento, Quattrocento, Trattatistica,
Titolo articolo: La critica di Francesco Patrizi alla dottrina aristotelica degli elementi: il fuoco, l’aria e l’acqua
Nel VII libro del tomo IV delle “Discussiones peripateticae” di Francesco Patrizi si critica la dottrina aristotelica degli elementi, con la conclusione dell’espulsione della ‘sfera del fuoco’. Nel libro VIII si propone di discutere anche la concezione degli altri tre elementi. Il Patrizi mette in evidenza le contraddizioni riscontrabili da un’attenta analisi del libro I del “De coelo” e del libro II del “De generatione et corruptione”, per poi passare a confutare nel particolare la suddivisione del filosofo in moti misti e semplici e da ‘medio a medio’, prevedendo puntualmente le eventuali giustificazioni dei suoi difensori. La sua argomentazione dialettica si conclude con il totale rifiuto delle dottrine aristoteliche tradizionali, le quali giungono ad accusare di impotenza e di imperizia quella natura che le stesse hanno indicato come intenta a dirigere tutto l’universo verso un ottimo fine.
Lingua: ItalianoPag. 93-106
Etichette: Patrizi Francesco, Aristotele, Cinquecento, Trattatistica, Aristotelismo,
Titolo articolo: Ancora su Bruno e Copernico
Si prende in considerazione l”elogio di Copernico’ tracciato dal Bruno nel libro III del “De immenso”, la cui parte iniziale si ritiene consista nella parafrasi della lettera di Copernico a papa Paolo III. Tramite l’analisi parallela dei passaggi più significativi della Prefazione al “De rivolutionibus” e del libro III del “De immenso”, l’autore si propone di dimostrare come il testo del Bruno in verità sia frutto di una sua libera interpolazione, e in che modo il senso originale della lettera ne risulti stravolto.
Lingua: ItalianoPag. 107-121
Etichette: Bruno Giordano, Copernico Niccolò, Cinquecento, Trattatistica,
Titolo articolo: La prefazione originaria e le ragioni del “De fortuna” di Giovanni Pontano
L’autore prende in considerazione il “De fortuna” di Giovanni Pontano che costituisce una sorta di raccordo fra etica e cosmologia e si distacca sensibilmente dalle definizioni tradizionali. La lunga riflessione del Pontano sulla tematica astrologica comportò qualche contraddizione, ma egli non si proponeva una trattazione sistematica e in più per la prima volta l’argomento usciva dai margini di quelli relativi al fato e alla provvidenza. La sua argomentazione si collegava alle dottrine della più moderna leva della scolastica, a cui apparteneva Giovanni Duns Scoto, citato espressamente da Pontano nella sua opera. L’intento del “De fortuna” è ben visibile dalla prefazione originaria dell’opera con dedica ad Antonio Guevara, poi sostituita da una topica a Consalvo Ferdinando. In essa il carattere eversivo dell’opera è ben comprensibile per mezzo del paragone tra l’opera della natura in quanto fortuna e la follia che non va valutata per mezzo della ragione. Il paradosso è stemperato con la trasformazione dell’arbitrarietà della natura nella nostra ignoranza delle ragioni che la muovono.
Lingua: ItalianoPag. 125-163
Etichette: Pontano Giovanni, De fortuna, Quattrocento, Trattatistica,
Titolo articolo: Giovanni Albino, storico e poeta cilentano del XV secolo. Con un’appendice di testi
Nonostante lo scarso entusiasmo che ha generato nella critica la figura di Giovanni Albino, egli pare pienamente inserito nei circoli culturali di corte negli anni di Alfonso duca di Calabria, ed è citato dal Sannazzaro, dal Galateo, dal Pontano, da Francesco Galeota, da Girolamo Britonio e verso la metà del Cinquecento da Angelo di Costanzo, che ne elogia l’attività diplomatica. La sua fama successiva è legata più che al suo lavoro poetico all’opera storica “De Gentis Regum Neapolitanorum ab Aragonia”. Si ripercorre puntualmente la vicenda biografia dell’Albino e si passano in rassegna le sue opere storiche, quelle di carattere parenetico-didascalico, l’orazione per l’incoronazione di Alfonso II e infine le composizioni in versi. L’articolo è corredato dai testi del Proemio e Postfazione alle “Divinae sententiae”, del Proemio all’epitome di Biondo Flavio e del carteggio relativo agli anni 1480-1487.
Lingua: ItalianoPag. 165-240
Etichette: Albino Giovanni, Quatttrocento,
Titolo articolo: Un copista di classici italiani e i libri di Luca Della Robbia
L’autore si propone di passare in rassegna tutti i manoscritti riconducibili alla stessa mano del copista delle laude di Iacopone da Todi (Paris, Bibliothèque Nationale, it. 1037), della “Vita Nova” e del “Convivio” di Dante (Marciano It. X 26)e delle “Prose di Dante Alighieri e di messer Gio. Boccacci” (Marciano It. cl. X) indicati come appartenenti a Luca Della Robbia, per cercare di individuare il modo di operare del copista e tracciare un profilo della sua attività e delle sue frequentazioni che consentano di riscattare la sua condizione di anonimato.
Lingua: ItalianoPag. 243-287
Etichette: Della Robbia Luca, Quattrocento,
Titolo articolo: Note sul libro “De natura de amore” di Mario Equicola
Nel “Libro de natura de amore” l’Equicola si distacca prontamente dalle definizioni di amore platoniche e ficiniane per giungere ad una definizione che trova la causa di amore nell”amor sui’. L’esposizione poco lineare non è dovuta alla censura, come ha ritenuto Enrico Musacchio, ma alla prospettiva del libro, che è quella di contrapporre le fonti e le testimonianze al fine di recuperare una tradizione che inizia a vedersi negata dalla nascente filosofia neoplatonica. La stessa macrostruttura del Libro è antinomica, con due blocchi che si contrappongono, l’uno dedicato all’amore spirituale, l’altro a quello sensuale e mondano. Le aporie riscontrate nel “Libro” sono frutto del cambiamento di clima culturale intercorso tra la prima stesura e l’edizione a stampa e della prospettiva sbagliata con cui si è cercato di riconoscerne gli obiettivi.
Lingua: ItalianoPag. 289-300
Etichette: Equicola Mario, De natura de amore, Quattrocento, Cinquecento, Trattatistica, Platonismo,
Titolo articolo: A lezione con i mostri. Benedetto Varchi e “La lezzione sulla generazione dei mostri”
La “Lezzione sulla generazione dei mostri” che Benedetto Varchi tenne nell’Accademia Fiorentina nel 1548, è spia di un clima che si interessa sempre di più ai mostri e alle meraviglie, particolarmente vivo a Firenze e nella Toscana. Il Varchi segue principalmente la dottrina dei Peripatetici e di Aristotele, mentre si mostra scettico con i racconti delle fonti antiche, citate con scrupolo filologico. La sua argomentazione parte dalla domanda sull’effettiva esistenza dei mostri per arrivare alla loro definizione e descrizione e ad indagarne il fine ultimo. In proposito il merito del Varchi è quello di aver riportato la tematica, oggetto principale della teologia e dell’astrologia, sui binari di una recuperata filosofia naturale.
Lingua: ItalianoPag. 301-345
Etichette: Varchi Benedetto, La lezzione sulla generazione dei mostri, Cinquecento, Trattatistica,
Titolo articolo: Una nota su religione e politica in Bodin. Tra il “Paradoxon” e la “Lettre de Monsieur Bodin”
L’analisi comparata del “Paradoxon” e della “Lettre de Monsieur Bodin” potrebbe smentire l’ipotesi della conversione al cattolicesimo di Bodin. Le due testimonianze sono analizzate nel contesto storico e politico che caratterizza la Francia sul finire del XVI secolo. L’analisi dei concetti esposti nel “Paradoxon”, che viene a definirsi un trattato di precettistica morale improntato in chiave antiaristotelica e dei riferimenti alla capacità umana di ottemperare con la sola virtù ai comandamenti divini presenti nel “Colloquium Heptaplomeres”, non risultano in contrasto con l’adesione al cattolicesimo da parte di Bodin, se essa è letta in chiave politica e tattica e in vista del fine da lui esposto in più luoghi, che è quello del recupero dei principi di equilibrio e giudizio, nella convinzione che l’introduzione di una nuova religione può risultare anche fatale alla sopravvivenza dello Stato.
Lingua: Olandese/ItalianoPag. 347-365
Etichette: Bodin Jean, Paradoxon, Lettre de Monsieur Bodin, Cinquecento, Trattatistica,
Titolo articolo: Johann Wechel, Giovan Battista Ciotti e le ultime edizioni di Bruno
L’analisi materiale delle edizioni dei tre poemi francofortesi di Giordano Bruno offre informazioni di rilievo sull’ultimo periodo di soggiorno in Germania del Nolano e sugli eventi del suo rientro in Italia, oltre a gettare luce sui rapporti intercorrenti tra le case editrici tedesche ed italiane e ad evidenziare la comunanza di intenti nella scelta delle pubblicazioni. L’utilizzo della stessa marca tipografica da parte dello stampatore Johann Wechel e della tipografia di Giovan Battista Ciotti, per esempio, testimonia non solo i loro legami economici e culturali, ma anche una concertazione di intenti nella produzione delle opere bruniane.
Lingua: ItalianoPag. 367-388
Etichette: Wechel Johann, Ciotti Giovan Battista, Bruno Giordano, Cinquecento, Editoria,
Titolo articolo: Galileo, la luna e le sue rughe: retorica e tempo dei massimi sistemi
L’autore si propone di investigare i rapporti tra retorica e tempo nel “Dialogo sui due massimi sistemi del mondo” di Galileo Galilei, giustificando l’analisi retorico-stilistica della prosa scientifica sintesi di ragione e immaginazione, stabilendo un parallelo tra l’abbattimento della discontinuità tra Cielo e Terra e alcune innovazioni retoriche della prosa galileiana che precede il Dialogo e prendendo in considerazione passi del “Dialogo” in cui Galileo manipola i concetti di ‘tempus’ e ‘aeternitas’ tramite metafore, similitudini e altre figure, che sono strumento essenziale alla dimostrazione della tesi che interessa, cioè quella della fondamentale identità tra cielo e terra, dell’unità del tempo cosmico.
Lingua: ItalianoPag. 389-410
Etichette: Galilei Galileo, Dialogo sui due massimi sistemi del mondo, Trattatistica, Seicento,
Titolo articolo: Inquisizione, censura e filosofia nella Controriforma. Il caso Campanella e alcune recenti edizioni
L’autore ripercorre le fasi del processo dell’Inquisizione a Tommaso Campanella per sottolineare l’atteggiamento degli uffici della Chiesa romana nei confronti della ricerca filosofica. In particolare egli rivolge l’attenzione a due recentissime edizioni del “Del senso delle cose e della magia” e del “De libris propriis et recta ratione studendi syntagma”, le quali riportano alla luce l’atteggiamento di Campanella verso censura e Inquisizione e il comportamento che queste ebbero nei confronti del filosofo.
Lingua: ItalianoPag. 411-423
Etichette: Campanella Tommaso, Controriforma, Cinquecento, Censura,
Titolo articolo: Un ‘irregolare’ visto da un ‘irregolare’: Bruno nell’opera di Giuseppe Rensi
L’autore si propone di reinserire Giuseppe Rensi nel panorama della fortuna primonovecentesca di Giordano Bruno. Egli traccia le linee essenziali della presenza dei concetti dell’ermeneutica bruniana nell’opera del Rensi, che vengono individuati nell’ambito della polemica con Croce sulla natura dell’idealismo e nella definizione dei contorni della morale eteronoma. Bruno risulta essere un punto di riferimento nella monografia spinoziana e in un breve testo del 1937, che è quello da cui l’autore prende le mosse, l’unico espressamente dedicato a Bruno. In esso Rensi definisce Bruno un «irregolare del pensiero», come a sua volta anch’egli è stato definito dai suoi interpreti, mostrando di riflettersi nella sua figura come in uno specchio e fissando un modo di essere filosofo e di fare filosofia in cui egli stesso si riconosce.
Lingua: ItalianoPag. 425-444
Etichette: Bruno Giordano, Rensi Giuseppe, Cinquecento, Novecento,