Revue des études italiennes | 2005 | N. 1-2

La presentazione offre una sintesi dei contenuti del numero cinquantuno della rivista dedicata alle diverse posizioni critiche degli attuali studiosi di Vico

Il contributo ripercorre la carriera di Nicola Badaloni, insigne studioso di filosofia moderna e contemporanea, che ha fornito un’interpretazione dell’opera di Vico contemporaneamente razionale e originale.

L’articolo di presentazione al numero monografico della rivista si propone di trarre un bilancio sugli studi che attualmente vengono elaborati in Francia sul pensiero, le tematiche, il linguaggio di Giambattista Vico. Dall’analisi di alcune prospettive critiche attuali emerge il dinamismo e la problematicità di tali ricerche.

Nel corso dell’Ottocento il pensiero di Giambattista Vico viene diffuso in Francia attraverso opere di divulgazione che ne semplificano il sistema filosofico e che propongono ai lettori francesi non specialisti una prospettiva banalizzata del pensiero del filosofo.

Il dio Saturno costituisce un elemento di notevole portata simbolica nella riflessione politica di “La scienza nuova”. Attraverso l’analisi del ruolo delle figure divine e, in particolare, della genesi del dio Saturno negli scritti di Vico, sono messi in risalto i meccanismi che regolano la struttura dell’intera opera.

Nella filosofia di Vico, il concetto di “conatus” assume una nuova valenza; esso infatti rappresenta lo sforzo del pensiero di opporsi alle passioni e di conferire ad esse ordine e freno. Il significato del termine, secondo Vico, fornisce una chiave di lettura della storia dell’umanità.

Il metodo più idoneo per la comprensione delle dottrine di “La scienza nuova” consiste nell’approfondimento della sua epistemologia. Le “nazioni”, che costituiscono l’oggetto d’indagine dell’opera, risultano dalla combinazione di una pluralità di ambiti e dalle loro rispettive tradizioni.

In antitesi alla concezione dell’antichità, elaborata dall’Umanesimo, che conciliava la grandezza dell’antico con la verità rivelata, Vico ridefinisce l’essenza ed il valore del mito introducendo una concezione dell’antichità che sopravvive malgrado se stessa come prefigurazione di un’età moderna che ne è il completamento.

Il contributo è sviluppato secondo tre linee conduttrici d’indagine: l’analisi dei rapporti tra estetica e poetica nel pensiero francese quando, all’inizio dell’Ottocento, l’opera di Vico viene tradotta in Francia; i legami che uniscono tali rapporti all’opera vichiana; l’influenza inconsapevole che l’estetica di Vico ha esercitato su molteplici autori.

Il contributo esamina il percorso che, dalla quinta orazione inaugurale al “Diritto universale” fino a “La scienza nuova”, determina lo sviluppo del pensiero politico di Vico e la sua riflessione sulla guerra e sul ruolo esercitato dalla violenza sulla storia.

La topica in genere è stata spesso ricondotta alla tradizione umanistica latina influenzata dalla retorica ciceroniana. Il contributo si sofferma su un’altra forma di conoscenza, la logica, che, da Aristotele fino al Seicento, è rimasta strettamente legata alla topica e che ha fortemente influenzato quest’ultima nel sistema filosofico del Vico.