Revue des études italiennes | 2000 | N. 3-4

L’espressione del tempo e dello spazio costituisce un tratto rilevante dell’epistolario ai figli esiliati di Alessandra Macinghi-Strozzi, che evoca queste due coordinate sia in modo oggettivo che personale ed emotivo.

l’A. sottolinea come il genere del ditirambo, nella letteratura italiana, viva il suo momento di massima espressione nei secoli XV e XVII, per decadere in seguito in un mero esercizio retorico.

Viene analizzato, sulla base di un comune rigetto di una nuova retorica e del soggettivismo, l’uso del ‘segno’ nella poesia di Montale, Sereni ed Erba.

Il carteggio tra Ungaretti e Raimondi costituisce lo specchio dell’intenso e articolato dibattito culturale nell’ambiente letterario italiano dal 1918 al 1966.

In questa intervista Alessandro Parronchi,appartenente alla generazione degli ermetici fiorentini, fa il punto sulla sua attività di traduttore dei simbolisti, di critico, di poeta e sui suoi rapporti con i maggiori intellettuali del Novecento.

Nel saggio sono esaminati i ‘frammenti’ poetici che Michelangelo dedicò al giovane Febo del Poggio, considerati, a torto secondo l’autore del presente contributo, imperfetti ed inconclusi. Essi, al contrario, sono tra le prove artistiche più consistenti dell’artista fiorentino.

L’autore del saggio esamina la traduzione delle ‘Satire’ di Persio ad opera di Vincenzo Monti, rilevandone la forte valenza politica, che implica un programma culturale destinato all’Italia nuova ed al nuovo ‘principe’.

In occasione del primo centenario della nascita di Piero Gobetti, l’autore del contributo fa il punto sulla riflessione critica relativa al profilo e all’ opera del torinese, soffermandosi in particolare sul ‘Dizionario delle idee’, sul carteggio con Montale e sulla versione francese della ‘Rivoluzione liberale’.

Si ricordano la vita, le opere e la multiforme attività culturale di Giorgio Bassani, scomparso nel 2000.