Rassegna europea di letteratura italiana | 2021 | N. 57-58

Anno 2021 – N. 57-58
A cura di Paolo Perilli

Autore/i articolo: Georges Güntert
Titolo articolo: La Commedia di Dante: sette secoli di vitale presenza

In questo saggio si riesamina la nozione di Dante poeta universale, come è stata formulata più volte dalla critica italiana e straniera (T. S. Eliot, Montale), e ci si domanda a che cosa sia dovuta l’attualità della Commedia : non certo alla sua concezione teocentrica del mondo, ma all’altissima qualità della sua poesia, osservabile nei suoi valori etici ed estetici. Due momenti, nella storia della fortuna di Dante, furono particolarmente significativi per l’apprezzamento di questi valori : la difesa della lingua volgare da parte di Boccaccio e la valutazione positiva dell’espressività poetica di Dante da parte di Giambattista Vico. Tramite una rilettura dell’episodio del Conte Ugolino si dimostra l’importanza della collocazione dell’episodio (Ugolino, nonostante i suoi tratti bestiali, è l’ultimo personaggio umano dell’Inferno) e si riflette sul suo stile, con particolare attenzione al simbolismo numerologico del canto XXXIII.

Lingua: Italiano
Pag. 11-30
Etichette: Simbolismo, XIV secolo, Dante Alighieri, La Divina Commedia,

Autore/i articolo: Edoardo Fumagalli
Titolo articolo: Una rete invisibile

I legami interni del poema dantesco sono esaminati facendo risaltare l’importanza delle parole collocate in rima, soprattutto se esse si ripresentano accompagnate dagli stessi termini. Un caso privilegiato è offerto dal nome della prima guida, Virgilio, che compare tre volte in rima, una per ogni cantica, e sempre in unione con concilio ed essilio: si propone di interpretare questo fatto sulla base di un testo molto diffuso, il De sermone Domini in monte di sant’Agostino. Ci si sofferma anche su Quando a inizio di frase e in fine di verso, presente anch’esso tre volte, una per cantica, e si sottolinea come esso marchi il tragitto dal peccato, attraverso Ulisse controfigura di Dante, al pentimento e al perdono. I termini in rima contribuiscono così a tessere la rete invisibile che fa della Commedia un’opera eminentemente unitaria pur nella varietà estrema delle situazioni e degli argomenti.

Lingua: Italiano
Pag. 31-68
Etichette: Rima, XIV secolo, La Divina Commedia,

Autore/i articolo: Franziska Meier
Titolo articolo: Le braccia di Dio (Convivio IV v 17). I romani virtuosi ovvero l’irruzione del teologico nel Convivio

È noto che Dante cambia orientamento dal terzo al quarto trattato del Convivio. Il segno più vistoso di questo cambiamento è l’irruzione del teologico in un testo che aveva assegnato alla filosofia morale il ruolo da guida fra le scienze (esclusa la teologia). Attraverso un close reading di quattro capitoli del lungo quarto trattato che mostrano alcune analogie strutturali, cioè il 4 e 5 (dedicati ai Romani virtuosi) e il 21 e 22 (sulla nascita dell’anima nobile), l’articolo mira a spiegare come e perché Dante insceni questo improvviso intervento divino. La ripetizione della formulazione veterotestamentaria «le braccia di Dio» può essere considerata come un’ultima risorsa argomentativa, le cui conseguenze sul programma educativo e filosofico del Convivio risultano tuttavia presto problematiche. L’articolo rintraccia come Dante cerchi di rimediare a ciò mantenendo un equilibro raffinato fra merito umano e intervento divino.

Lingua: Italiano
Pag. 69-91
Etichette: Nobiltà,

Autore/i articolo: Alessandro Pilosu
Titolo articolo: Esiti trecenteschi della ballata politica italiana. Il caso di Viva la libertade di Antonio Pucci

Il contributo si focalizza sulla ballata politica Viva la libertade, composta da Antonio Pucci a celebrazione della cacciata di Gualtieri VI di Brienne, Duca d’Atene e signore di Firenze dal settembre 1342 al luglio 1343. Ne viene dapprima inquadrato il contesto storico-letterario, illuminando i legami che essa presenta con altri documenti poetici coevi e d’argomento collegato, scritti sia dallo stesso Pucci che da altri rimatori quali Matteo Frescobaldi e Gregorio d’Arezzo. Si offre poi un commento puntuale del testo, propedeutico a un’edizione critica di prossima pubblicazione. Infine, il componimento viene collocato sulla linea evolutiva della ballata politica italiana: le sue caratteristiche rivelano un deciso mutamento di stile avvenuto tra Due e Trecento che tuttavia non altera le finalità delle ballate, sempre votate alla propaganda agitativa.

Lingua: Italiano
Pag. 93-117
Etichette: Politica, XIV secolo, Pucci, Firenze

Autore/i articolo: Thomas Persico
Titolo articolo: Storia e forme della poesia italiana nel trattato in endecasillabi sciolti di Girolamo Muzio (Dell’arte poetica, 1551)

Lo scopo dell’articolo è quello di analizzare la storia e lo sviluppo delle strutture poetiche nel trattato Dell’arte poetica di Girolamo Muzio (1551). In quest’opera l’autore affronta lo studio della versificazione italiana in una prospettiva cronologica, partendo dal canone due-trecentesco, fino alla moderna poesia ‘barbara’. Nel suo trattato, Muzio prova a ricostruire la storia della poesia italiana, negli anni del petrarchismo bembiano maturo, considerando dapprima i più importanti poeti latini e volgari, compreso Dante, principalmente con il De vulgari eloquentia (attraverso la volgarizzazione del Trissino) e la Divina Commedia.

Lingua: Italiano
Pag. 119-142
Etichette: Dante Alighieri, Gian Giorgio Trissino, Girolamo Muzio, De vulgari eloquentia,

Autore/i articolo: Agnès Morini
Titolo articolo: Les errances vénitiennes de Glisomiro. À propos de la trilogie de Girolamo Brusoni (1637-1662)

The Venetian Wanderings of Glisomiro. On the trilogy of Girolamo Brusoni (1637-1662) · Our corpus is that of the novelistic trilogy of Girolamo Brusoni: La Gondola a très Remi (1657), Il carrozzino alla moda (1658) and La peota smarrita (1662). In the context of an idle and dissolute Venetian aristocracy, corseted in a conformism all of appearance, Glisomiro, a nonchalant and amoral seducer, a fine scholar vaguely disenchanted, a ex-warrior reconverted to the verbal jousts of salon, is exhausted from his numerous love affairs, from one point of the lagoon to another or from one villa to another on the banks of the Brenta, in the vain quest for elegance and pomp. The wandering of this bored jester living in the pale shadow of libertinism, which thirty years earlier had energized the intellectual life of the Serenissima and contributed to the regeneration of literary creation, gives these novels a paradoxically immobile atmosphere, as if “blocked” in the predominant feeling of a mortiferous indifference. Although the author had no deeper purpose than to offer his readers a literary “product” with all the ingredients of the successful novel as promoted by the Incogniti academicians, of which Brusoni was one of the most important representatives, as a keen observer of the world around him he offers, with his Glisomiro, the metaphor of a Venice out of breath, devitalized and forever fallen from the status of great power it occupied for centuries.

Lingua: Francese
Pag. 143-159
Etichette: XVII secolo, Girolamo Brusoni, Glisomiro,

Autore/i articolo: Christian Del Vento
Titolo articolo: Il “Principe” e le “Lettere”: Mme de Staël tra Alfieri e Foscolo

Utilizzando il titolo del celebre capitolo xxvi de Il Principe per il penultimo capitolo di Del Principe e delle lettere, Alfieri propone una lettura “profetica” di Machiavelli, che diventa un modello di rifondazione politica. Tuttavia, leggendo i Discorsi sulla prima Deca di Tito Livio (i 10), Alfieri rivendica contro Machiavelli il primato delle lettere su quello della politica, delle armi e della religione e, aprendo la riflessione moderna sul rapporto tra intellettuali e potere, trasforma il letterato nell’antagonista del potere politico (principe). Negli anni della Rivoluzione francese il trattato alfieriano esercitò un influsso determinante sulla riflessione di Andrea Chénier e Mme de Staël. Quasi vent’anni dopo, Foscolo, partendo dalle riflessioni di Alfieri e di Mme de Staël sul potere politico e dall’esperienza rivoluzionaria, trasforma i letterati negli intermediari tra il principe (governanti) e il popolo (governati), e le lettere nell’elemento che crea consenso nella società moderna.

Lingua: Italiano
Pag. 161-174
Etichette: Madame de Staël, Niccolò Machiavelli, Ugo Foscolo, Vittorio Alfieri,

Autore/i articolo: Diego Sbacchi
Titolo articolo: Echi biblici nel Sabato del villaggio

Una delle acquisizioni più interessanti e recenti della critica leopardiana è il riconoscimento e il giusto apprezzamento della conoscenza della Bibbia da parte del poeta recanatese : la profonda familiarità con i testi sacri si manifesta come stimolo alla riflessione estetica e filosofica e come vera e propria fonte letteraria. La presente nota, riprendendo e riassumendo le osservazioni e le considerazioni già sviluppate dalla critica in merito alle influenze e alle immagini bibliche rintracciabili nella poesia in questione, vuole aggiungere un altro tassello a questa indagine proponendo quindi una possibile eco biblica per alcune figure che popolano Il sabato del villaggio e che vivono in modi diversi l’attesa della (presunta) festa domenicale.

Lingua: Italiano
Pag. 175-184
Etichette: XIX secolo, Giacomo Leopardi, Bibbia,

Autore/i articolo: Stefano Lazzarin
Titolo articolo: Umorismo e soprannaturale nell’Ottocento italiano

Nel suo libro postumo sul soprannaturale (2017) Francesco Orlando ha coniato la categoria del ‘soprannaturale di derisione’, rintracciandone le origini nella letteratura dell’antichità classica. Nella seconda metà dell’Ottocento italiano le scritture che mescolano umoristico e soprannaturale – fantastico, magico, fiabesco, strano, spiritico – si moltiplicano ; questo saggio ne analizza cinque esempi – Un osso di morto di Igino Ugo Tarchetti, Il mago di Carlo Dossi, Mastr’Impicca di Vittorio Imbriani, Il collare di Budda di Camillo Boito, L’invitata di Remigio Zena – prima di enunciare un’ipotesi generale, valida (forse) per tutto il secolo.

Lingua: Italiano
Pag. 185-207
Etichette: Letteratura italiana, Umorismo, XIX secolo, Camillo Boito, Carlo Dossi, Igino Ugo Tarchetti, Remigio Zena, Vittorio Imbriani,

Autore/i articolo: Elena Moro
Titolo articolo: Il silenzio in Ossi di seppia

All’interno del panorama degli studi su Ossi di seppia scarsa attenzione critica è stata concessa allo studio dei significati e delle modalità espressive del silenzio, elemento poco appariscente, eppure ricorrente in molteplici liriche, e di notevole interesse nell’economia dell’opera. Con il presente scritto ci si propone di dar prova di come nel primo libro di Montale il silenzio sia un’istanza rilevante e polisemica, in grado di assumere significati precisi e costanti, e che, opponendosi ai suoni, genera sistemi dicotomici che condensano in nuce questioni portanti della raccolta. Il saggio si concentra dunque sui passaggi di alcune liriche, nei quali, attraverso la verbalizzazione, viene evocata una situazione di silenzio, tralasciando invece di considerare il silenzio come pausa e spazio bianco che intervalla le parole e i versi, o come lacuna testuale e non-detto.

Lingua: Italiano
Pag. 209-233
Etichette: Silenzio, XX secolo, Eugenio Montale, Ossi di seppia,

Autore/i articolo: Mara Travella
Titolo articolo: «Caro Cicogna, ramingo in terre straniere». Le carte editoriali di Enrico Cicogna: un itinerario professionale tra l’Italia e l’America latina

Il ruolo del traduttore Enrico Cicogna è indagato nel presente saggio attraverso alcune carte “di viaggio” del faldone feltrinelliano, da cui emerge il ruolo di mediazione da lui svolto per la promozione e diffusione della letteratura latinoamericana, soprattutto (ma non solo) legata al boom, tra la metà degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta. I preziosi materiali permettono di fare luce su questi anni cruciali per la pubblicazione di numerosi titoli, alcuni diventati dei best sellers, e ricostruire una parte dell’universo di relazioni che hanno consentito il loro approdo in Italia. Il saggio mostra l’attenzione di Cicogna per le opere ispanoamericane, su tutte quelle dell’amico Gabo, nonché il suo divenire da “semplice traduttore” a “consulente” sia nel dialogo con i colleghi milanesi – in particolare con Aldo Tagliaferri – sia in loco, tra case editrici, consulenti, librai e traduttori; in un continuo confronto, a distanza, con la Mamà Grande dei boomistas, Carmen Balcells.

Lingua: Italiano
Pag. 235-270
Etichette: Traduzione, America Latina

Autore/i articolo: Mauro Candiloro
Titolo articolo: Relation, conflictualité et syncrétisme dans la poésie de Paolo Volponi

When asked why he had decided, in his youth, to devote himself to poetry, Volponi replied that the choice was dictated by the desire to come out of his shell, in order to outline an initial “relationship with the world” and more precisely with the cosmos, the other and literary, social and/or political extra-texts. Such a conception of poetry seems to fit perfectly into the poetics of the matter-emotion theorised by Michel Collot, whose aim is to “understand how the lyric subject is constructed in relation to the object, a relation that is manifested through the body and the senses, but which acquires meaning and moves us through the matter of the world and words”. Our analysis of Volponi’s poetic work – and in particular of his more markedly metapoetic texts, without forgetting some necessary incursions into his narrative universe – aims to point out that his poetry unfolds the relational idea of poetry proper to the poetics of matter-emotion.

Lingua: Francese
Pag. 271-290
Etichette: Poesia, Prosa, Michel Collot, Paolo Volponi,

Autore/i articolo: Giuseppe Indizio
Titolo articolo: Quando gli studi danteschi non si occupano di Dante: gli antichi epitafi danteschi e un caso di costruzione fittizia del consenso

L’articolo si propone di chiarire e, sperabilmente, concludere un dialogo a distanza con Luca Mazzoni, durato oltre un decennio, in materia di epitafi danteschi. In assenza di elementi certi, la vicenda dei più antichi epitafi può essere affrontata e, nei limiti del possibile, risolta solo sul piano metodologico, essendo impossibile una risoluzione su base positivistica. In un contesto di fonti frammentarie e contraddittorie, è parso allo scrivente di dover ribadire la centralità di Ravenna, di contro ad altre ipotesi, segnatamente quella di Mazzoni, per cui sarebbe da preferire Bergamo. Ripercorrendo studi e fonti, apportando con l’occasione qualche precisazione, alcuna ragione pare a tutt’oggi suggerire la sostituzione di Ravenna nella più antica vicenda epigrafica dantesca.

Lingua: Italiano
Pag. 293-315
Etichette: Dante Alighieri,

Autore/i articolo: Matteo M. Pedroni
Titolo articolo: Il ritorno di Giovanni Prati. Note in margine all’edizione critica e commentata dei Canti per il popolo (1842)

Il contributo muove dalla recente edizione critica e commentata dei Canti per il popolo (1842) di Giovanni Prati per ripercorrere alcuni momenti della tormentata fortuna critica e editoriale del poeta trentino, protagonista della seconda generazione romantica. Tra gli argomenti d’interesse di questa raccolta pratiana, curata da Claudio Mariotti, si segnala e si discute una possibile fonte del x agosto di Giovanni Pascoli.

Lingua: Italiano
Pag. 317-328
Etichette: Filologia, XIX secolo, Giovanni Pascoli, Giovanni Prati, X agosto,

Autore/i libro/articolo recensito: Domenico Tenerelli
Titolo libro/articolo recensito: Ai limiti della vita. Storia e letteratura nella Roma occulta di Luigi Pirandello (1891-1907)
Edizioni: Laterza, Bari – 2020
Lingua: Italiano
Pag. 331-335
Recensore/i: Martina Di Nardo
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