Rassegna europea di letteratura italiana | 2014 | N. 43

Anno 2014 – N. 43
A cura di Francesco Giuliani

Autore/i articolo: CLAUDE PERRUS
Titolo articolo: Come leggere la “Commedia”: la lezione dei poeti

Claude Perrus privilegia nel suo saggio non le osservazioni e le analisi degli specialisti nell’esegesi dantesca, ma il punto di vista dei poeti, intesi come degli straordinari “dilettanti” che possono avviare in modo molto efficace ad una prima lettura del poema. Perrus si sofferma sulle osservazioni di vari poeti, ed in particolare su quelle di Eliot, Pound, Mandel’stam e Borges, che utilizzano numerose immagini metaforiche. L’autore dei “Cantos”, ad esempio, parla di “voltaggio”, ovviamente alto, “delle emozioni”, mentre Eliot sottolinea che nella “Commedia” la filosofia e la teologia non sono “materia di discussione ma di visione”, trasportando l’opera dantesca nel mondo del ‘correlativo oggettivo’ a lui notoriamente caro. Perrus conclude la sua disamina sottolineando la perfetta fruibilità moderna della “Commedia”, fermo restando che vanno scartate tutte le discutibili operazioni che pretendono di venire incontro al lettore moderno a dispetto della complessità e profondità del poema.

Lingua: Italiano
Pag. 9-16
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Poesia, Trecento, Lettore, Teoria della critica,

Autore/i articolo: BRANDON ESSARY
Titolo articolo: Making Macrotestual Sense: History and Shame in “RVF” 102-104

Brandon Essary studia 3 sonetti del “Canzoniere”, quelli che vanno dal 102 al 104, strettamente legati tra di loro, tanto da formare un trittico, per la presenza di famosi personaggi storici del passato e di personalità importanti del presente. Nella prima parte del saggio, lo studioso esamina da vicino le figure storiche incluse nei sonetti, mentre nella seconda va oltre, notando che le composizioni offrono uno strumento prezioso per comprendere il senso e l’importanza della storia in Petrarca. Il trittico diventa così una cruciale riflessione su come il poeta utilizza la storia, su come la esalti. Adattando alla propria analisi un’osservazione di Paolo Cerchi, riferita a RVF 264, sui momenti in cui il sentimento di vergogna-rimorso in Petrarca acquista la sua massima potenza, Essary sottolinea che all’altezza del trittico Petrarca rivela la sua aspirazione all’eternità terrena, la sua volontà di essere ricordato tra i grandi della storia attraverso le sue parole e le sue opere. Questa, dunque, è l’eternità a cui aspira al momento, diversamente da quanto avverrà nella conclusione del “Canzoniere”.

Lingua: Inglese
Pag. 17-31
Etichette: Petrarca Francesco, Canzoniere, Poesia, Trecento, Autocoscienza, Sonetto, Storia, Cherchi Paolo,

Autore/i articolo: CARLA ROSSI
Titolo articolo: ‘Il mio compagno s’è posto ad iacere’. L’attività poetica del Bronzino e la passività interpretativa della critica

Carla Rossi sottolinea come il poeta e pittore Agnolo di Cosimo di Mariano, meglio noto come Bronzino, sia un autore particolarmente travisato, dal momento che l’unica chiave di lettura adottata per analizzare i suoi versi, specie quelli burleschi, sia stata quella relativa alla sua presunta omosessualità. La studiosa ricorda che i versi del Bronzino, legato all’Accademia degli Umidi, sono piuttosto criptici ed ermetici e che alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso arrivò dalla Francia in Italia la voga dell’esegesi in chiave omoerotica. Di conseguenza, una parte della critica ha ritenuto di leggere i versi del Bronzino utilizzando questa dominante chiave esegetica, che però nel caso specifico è inadeguata. Di conseguenza, scrive la Rossi, non sono pochi i passi del Bronzino che risultano travisati, a partire dalla lirica “La Serenata”, di cui vengono riportati numerosi versi per dimostrare l’equivoco che trasforma un ricorrente riferimento sessuale. Nel saggio vengono ripresi anche altri esempi simili, che spingono la Rossi ad auspicare nuove e più corrette edizioni bronziniane.

Lingua: Italiano
Pag. 33-57
Etichette: Bronzino, Rime in burla, Saltarelli, Poesia, Accademia degli Umidi, Cinquecento, Omosessualità,

Autore/i articolo: SALVATORE PUGGIONI
Titolo articolo: Letterato e potere nell’ottica di Cesarotti

Salvatore Puggioni, partendo dal componimento epico “Pronea”, che Melchiorre Cesarotti dedicò a Napoleone nel 1807, attirandosi le critiche di Foscolo, esamina alcuni scritti dell’autore padovano in cui si affronta il tema del rapporto tra letteratura e potere. Dell’attenzione a questo tema è testimone già l’opera “Il Genio dell’Adria”, del 1762, in cui Cesarotti mostra il suo attaccamento ai valori della Repubblica di Venezia. Egli parla a più riprese di dovere del rispetto verso l’autorità, ma anche di ammirazione per la grandezza e l’eccellenza di Venezia, affermando di voler prendere comunque le distanze dalla bassa adulazione. Alla base dell’atteggiamento di Cesarotti, anche nelle successive “Relazioni accademiche”, c’è la volontà di trovare una sua collocazione, come letterato, tra il centro del potere e la società civile, ritagliandosi un suo spazio vitale. Questa volontà si adatterà, però, passivamente, a vari cambiamenti politici, fino all’approdo della “Pronea”, in cui sono decantate le lodi di Napoleone.

Lingua: Italiano
Pag. 59-67
Etichette: Cesarotti Melchiorre, Il Genio dell’Adria, Pronea, Settecento, Ottocento, Illuminismo, Politica, Relazioni accademiche,

Autore/i articolo: ANTONELLA DEL GATTO
Titolo articolo: Astri leopardiani: dalla luce alla caduta attraverso i “Fragmenta” petrarcheschi

Antonella Del Gatto parte nel suo saggio da una citazione di Italo Calvimo, il quale in una delle sue “Lezioni americane”, dedicata alla ‘leggerezza’, sottolinea che la luna ha una funzione speciale per Leopardi, identificandosi con la poesia ‘tout court’. La studiosa esamina alcuni passi significativi del Recanatese che dimostrano la profondità e la significatività di questo interesse. Ne “La sera del dì di festa” l’incipit presenta un paesaggio lunare ritenuto “quasi cinematografico per il gioco visivo e per il montaggio delle inquadrature”. Ma il canto lunare per eccellenza è il “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”, oggetto di numerose osservazioni, che chiamano in causa tra l’altro i precedenti del “Canzoniere” di Petrarca, ma mostrando una chiara presa di distanza da quel modello. La studiosa nota anche che il tema della luna, e in generale del tramonto dell’astro, può essere utilissimo anche per interpretare opere come “A Silvia” e un personaggio come la Nerina delle “Ricordanze”.

Lingua: Italiano
Pag. 69-90
Etichette: Leopardi Giacomo, Petrarca Francesco, Calvino Italo, Canti, Ottocento, Astronomia, Luna,

Autore/i articolo: MARCELLO SABBATINO
Titolo articolo: Il naufragio della Provvidenza e la luce tiepida dell’invenzione nel “Fermo e Lucia”

Partendo dall’antica metafora del mondo come teatro, Marcello Sabbatino sottolinea come Manzoni sia un autore abituato a guardare con meticolosità ai suoi personaggi, seguendoli in tutti i ruoli che ‘interpretano’ nelle vicende della vita. Nel “Fermo e Lucia”, su cui lo studioso pone in particolare l’attenzione, Geltrude viene accostata ad una “attrice ardimentosa”, che recita in un paese protestante in una commedia di scherno verso i riti cattolici. Nel romanzo, Manzoni pone spesso in rilievo la storicità della sua opera, anche a rischio di produrre tensioni interne alla struttura narrativa. Nel “Fermo e Lucia” il mondo viene descritto come violento e persino un personaggio tranquillo ma non sprovveduto, come Fermo, mostrerà dei risoluti propositi di vendetta, apparendo anche alla fine restio al perdono. La violenza trova spazio anche in episodi che riguardano Egidio e il Conte del Sagrato, a conferma dei caratteri dell’epoca, ma i passi più duri e forti saranno sfumati o eliminati nella redazione del 1827. Nel “Fermo e Lucia”, pertanto, La crudeltà del mondo, sottolinea Sabbatino, rende particolarmente difficile il compito della Provvidenza e dell’immaginazione.

Lingua: Italiano
Pag. 91-110
Etichette: Manzoni Alessandro, Fermo e Lucia, Promessi Sposi, Romanzo, Ottocento, Romanticismo, Abuso, Monacazione forzata, Teatro, Vendetta,

Autore/i articolo: STEFANO REDAELLI
Titolo articolo: Primo Levi: nel varco tra le due culture

Stefano Redaelli prende le mosse dall’attenzione riservata dagli studiosi alle differenze tra cultura scientifica e cultura letteraria, che riflettono due diversi modi di intendere la realtà e di rapportarsi con essa. La letteratura italiana, sin dagli esempi di Dante Alighieri e di Galileo Galilei, ha mostrato degli esempi di fertile dialogo tra le due culture. I rapporti tra mondo scientifico e letterario possono dar luogo a 4 diversi modi di comportarsi. Redaelli parla, pertanto, di transiti, sconfinamenti, alleanze e conflitti. A questo punto, passa ad esaminare in che categoria inserire l’esperienza di Primo Levi, grande scrittore e insieme chimico di formazione e di professione. Per Levi si parla di ‘transiti’, ed in particolare dal territorio della scienza a quello della letteratura. La scienza, dunque, transita nella letteratura per quanto riguarda i temi, il linguaggio e il sistema di valori. Di qui, tra l’altro, le doti di chiarezza e la volontà di discernimento che caratterizzano la produzione di Levi, che si conferma, pertanto, un modello esemplare di quest’incontro tra due culture diverse.

Lingua: Italiano
Pag. 111-121
Etichette: Levi Primo, Racconto, Romanzo, Novecento, Scienza, Ebraismo, Alighieri Dante, Galilei Galileo,

Autore/i libro/articolo recensito: JUSTIN STEINBERG
Titolo libro/articolo recensito: Dante and the Limits of the Law
Edizioni: The University of Chicago Press, Chicago and London – 2013
Lingua: Italiano
Pag. 125-130
Recensore/i: Diego Quaglioni
Etichette: Steinberg Justin, Alighieri Dante, Trecento, Diritto, Libero arbitrio, Potere,

Autore/i libro/articolo recensito: ROCCO RUBINI
Titolo libro/articolo recensito: The Other Renaissance: Italian Humanism between Hegel & Heidegger
Edizioni: University of Chicago Press, Chicago – 2014
Lingua: Inglese
Pag. 131-136
Recensore/i: John Monfasani
Etichette: Rinascimento, Filosofia, Storiografia, Garin Eugenio, Grassi Ernesto, Kristeller Paul O.,