Le riviste sostenitrici
Rassegna europea di letteratura italiana | 2012 | N. 39
Anno 2012 – N. 39
A cura di Andrea Di Lanzo
L’incontro – promosso da Luciano Rossi dell’Università di Zurigo, organizzato dal Romanisches Seminar zurighese e sostenuto dalla Hochschulstiftung der UZH e dalla Società Dante Alighieri di Zurigo – ha avuto luogo presso l’ateneo svizzero in occasione della celebrazione degli ottant’anni di Cesare Segre, il quale in questo dialogo con Roberto Antonelli e Remo Ceserani parla del rapporto fra filologia e critica anche in relazione alla propria attività personale, che della tradizione culturale italiana ha sempre rappresentato una punta di eccellenza.
Lingua: ItalianoPag. 9-25
Etichette: Segre Cesare, Dialogo, Novecento, Critica del testo, Critica letteraria, Critica semiologica, Critica strutturalistica, Filologia, Filologia romanza, Teoria della critica,
Titolo articolo: Il ritratto di Platone in Dante
L’indagine di Giacomo Gambale prende in esame il modo in cui Dante ‘ritrae’ la figura di Platone nel “Convivio” e soprattutto nel canto IV dell’ “Inferno”. Personaggio minore della “Commedia”, l’immagine del fondatore dell’Accademia sembra lentamente emanciparsi dallo stato di quasi anonimato e di subalternità ad Aristotele in cui è collocata dal poeta, e assurgere al ruolo di paradigma morale nelle ‘historiae’ che nel corso degli anni sono state create dalle diverse sensibilità dei primi commentatori del poema. Si può dunque affermare che il vasto materiale dossografico relativo alla vita del filosofo, lungi dal configurarsi come mera catalogazione manieristica ed erudita, si dimostra un serbatoio da cui attingere con precise istanze ideologiche, che in alcuni casi hanno finito per sancire, nel nome di Platone, un ribaltamento della gerarchia della filosofica famiglia descritta da Dante.
Lingua: ItalianoPag. 29-43
Etichette: Alighieri Dante, Platone, Commedia, Convivio, Inferno, Poesia, Trecento, Commento, Dantismo, Filosofia, Ideologia, Moralità, Platonismo, Tradizione,
Titolo articolo: Torquato Tasso e il mito ovidiano di Cefalo e Procri
Sulla scorta delle indicazioni di Scarpati e Caretti, il saggio indaga i risvolti del profondo e precoce interesse di Tasso per il mito di Cefalo e Procri così com’è narrato nelle due versioni delle “Metamorfosi” e dell’ “Ars amandi” di Ovidio. Nel ripercorrere le manifestazioni del mito che dell’universo tassiano scandiscono tre tappe, dal perduto componimento giovanile risalente al periodo urbinate al racconto di secondo grado del c. VII del “Rinaldo”, fino alla sezione finale del duello di Tancredi e Clorinda nella “Liberata”, che dell’amore impossibile di Cefalo e Procri sarebbe una sottile riscrittura, Francesco Ferretti dimostra come il mito ovidiano si confermi un modello polivalente, presente in filigrana in una ricca tradizione cinquecentesca e in particolare fruito e rinnovato da Tasso nelle sue molteplici potenzialità, in funzione sempre coerente col contesto in cui è inserito.
Lingua: ItalianoPag. 45-75
Etichette: Ovidio Publio Nasone, Tasso Torquato, Ars amandi, Metamorfosi, Gerusalemme liberata, Rinaldo, Mitologia, Poema cavalleresco, Cinquecento, Iconografia, Intertestualità, Mito, Tradizione,
Titolo articolo: Note sulla ricodificazione settecentesca dell’epistola in versi: le prove giovanili di Pindemonte
Spesso trascurate dalla critica, le epistole giovanili di Pindemonte rappresentano un momento significativo sulla via della sua iniziazione alla carriera poetica. Al di là delle circostanze da cui traggono origine, questi esercizi di composizione si inscrivono infatti nel programma di rinnovamento stilistico-culturale che i “Versi sciolti” di Frugoni, Algarotti e Bettinelli andavano promuovendo in quegli anni. Il processo di acquisizione e di rivisitazione del modello sollecita così una ricodificazione generale della forma epistolare, funzionale alle esigenze del poeta settecentesco e ormai aperta a una pluralità di orizzonti conoscitivi (dalle lettere alla filosofia, dalle scienze naturali all’architettura, dall’arte alla musica) e di esperienze comunicative (dalla biografia alla narrazione, dall’effusione sentimentale al canto trenodico, dalla denuncia polemica all’elogio della virtù).
Lingua: ItalianoPag. 77-87
Etichette: Pindemonte Ippolito, Epistole in versi, Letteratura epistolare, Settecento, Intertestualità, Tradizione,
Titolo articolo: Tre punti di vista sulla follia: Mario Tobino, Alda Merini, Carmelo Samonà
L’idea di fondo che anima questo studio è quella di ‘circoscrivere’ la follia attraverso le rappresentazioni letterarie che di essa ci hanno lasciato tre scrittori italiani del dopoguerra, Mario Tobino, Alda Merini e Carmelo Samonà, le cui opere, prodotte nei decenni in cui la psichiatria conosceva le sue più grandi rivoluzioni, si pongono sulla labile linea di confine che separa normalità e follia, malattia e sanità, ragione e sragione. L’analisi di Stefano Redaelli, condotta da tre punti di vista complementari – quello dello psichiatra che ha vissuto per quarant’anni a stretto contatto con i pazienti, quello della poetessa dai lunghi internamenti manicomiali e quello del ‘fratello’ che racconta l’esperienza della malattia in casa – riconduce la follia alla sua intrinseca dimensione di enigmatica e diversa forma di esistenza che solo la scrittura può disporre ad accogliere senza paura.
Lingua: ItalianoPag. 89-105
Etichette: Merini Alda, Samonà Carmelo, Tobino Mario, Novecento, Alterità, Follia, Malattia, Psicopatologia, Scrittura, Società,
Titolo articolo: “Verba manent”. Precisazioni e supplementi d’indagine sulla trascrizione dell’oralità nei cantari dell’Altissimo
L’occasione dell’intervento di Luca Degl’Innocenti è offerta dalla recensione al suo libro sui “Reali” dell’Altissimo firmata da Nicola Morato e uscita sullo scorso numero della “Rassegna europea di letteratura italiana”, in cui l’autore trova sì evidenziate le proprie conclusioni principali e molti degli argomenti secondari a loro sostegno, ma fatica a riconoscere gli argomenti maggiori da cui quelle conclusioni discendono. Il risultato essenziale delle sue ricerche, il fatto cioè che i cantari del “Primo libro de’ Reali” furono davvero cantati ‘all’improvviso’ in piazza e trascritti dalla viva voce dell’Altissimo, non viene però qui meccanicamente ribadito, ma si arricchisce delle integrazioni e delle correzioni che una seria dialettica inevitabilmente sollecita, e addirittura trova in queste pagine, attraverso la disamina di un nuovo ‘argomento’ sui rapporti fra oralità e scrittura in questi cantari, un’ulteriore conferma.
Lingua: ItalianoPag. 109-134
Etichette: Altissimo Cristoforo Fiorentino, Primo libro de’ Reali, Poesia, Cinquecento, Ottava, Scrittura, Spettacolo, Testo, Tradizione,
Titolo articolo: Gli avvoltoi per Don Rodrigo
Al centro di una scena – descritta nel quinto capitolo dei “Promessi sposi” – già di per sé carica di mistero, di sospetto e di timore, l’immagine dei due avvoltoi inchiodati al portone del palazzotto di Don Rodrigo e dei due bravi messi di guardia al suo ingresso rivela la cifra grottesca dell’intera costruzione e di ciò che contiene. Il saggio di Sergio Corsi si addentra così in una fitta rete di ipotesi sul valore e sul significato che l’immagine, nella sua simmetrica corrispondenza simbolica, inevitabilmente richiama: in particolare, spingendosi al di là della generica connotazione di morte e di squallore che le due coppie suggeriscono, l’autore indugia su quella di sinistro e macabro monito di una giustizia impartita con implacabile crudeltà a danno degli animali, individuando nei due volatili l’emblema più indovinato per indicare la personalità e la condotta di vita di Don Rodrigo.
Lingua: ItalianoPag. 135-139
Etichette: Manzoni Alessandro, Promessi Sposi, Romanzo storico, Ottocento, Animale, Crudeltà, Giustizia, Metafora, Morte, Simbolo,
A cura di: M. Brock, F. Furlan, F. La Brasca
Edizioni: Brepols, Turnhout – 2011
Lingua: Italiano
Pag. 143-148
Recensore/i: Katia Senjic
Etichette: Petrarca Francesco, Trecento, Biblioteca, Classicismo, Intertestualità, Letteratura classica, Letteratura religiosa, Petrarchismo, Tradizione,
Titolo libro/articolo recensito: “Meraviglioso diletto”. La traduzione poetica del Cinquecento e le “Metamorfosi d’Ovidio” di Giovanni Andrea dell’Anguillara
Edizioni: ETS, Pisa – 2011
Lingua: Italiano
Pag. 148-152
Recensore/i: Uberto Motta
Etichette: dell’Anguillara Giovanni Andrea, Ovidio Publio Nasone, Metamorfosi d’Ovidio, Volgarizzamento Cinquecento, Fortuna editoriale, Manierismo, Ottava, Traduzione,
A cura di: Elisa Martínez Garrido, Salud Jarilla Bravo
Edizioni: Univesidad Complutense de Madrid, Madrid – 2011
Lingua: Italiano
Pag. 152-155
Recensore/i: Monica Lanzillotta
Etichette: Pavese Cesare, Novecento, Infanzia, Memoria, Mito, Paesaggio, Poetica, Simbolo, Stile, Tragedia, Viaggio,