Le riviste sostenitrici
Quaderns d’Italià | 2014 | N. 19
Anno 2014 – N. 19
A cura di Gabriella Gavagnin Capoggiani
Titolo articolo: Presentació/Premessa
Vi si presentano i diversi contributi della parte monografica del fascicolo, dedicata all’opera di Primo Levi. Il primo nucleo di interventi da cui prende le mosse il dossier è costituito dalle conferenze tenutesi presso l’Università di Girona nel 2012 in occasione del venticinquesimo anniversario della morte di Primo Levi.
Lingua: Catalano/ItalianoPag. 5-8
Etichette: Levi Primo, Narrativa, Memorialistica, Novecento, Campi di concentramento, Storia,
Titolo articolo: Il terzo incomodo: Un invito a frequentare Primo Levi
Lo stile letterario e di pensiero grazie al quale Primo Levi seppe trasformare l’esperienza concreta di Auschwitz in un’opera letteraria tra le maggiori del Novecento fu un risultato del doppio ruolo che egli ricoprì in quell’evento: Levi fu simultaneamente vittima e testimone, persona che patì l’annientamento e indagatore spregiudicato dell’annientamento. Da entrambe le posizioni, la sua opera sollecita un intervento morale del lettore. Questo articolo analizza, a partire dalle cinque parole che compongono il titolo “Se questo è un uomo”, percorsi e paradossi della scrittura e della ricezione di Levi.
Lingua: ItalianoPag. 11-27
Etichette: Levi Primo, Se questo è un uomo, Narrativa, Memorialistica, Novecento, Memoria, Scrittura, Campi di concentramento, Uomo, Auschwitz, Ricezione, Neorealismo,
Titolo articolo: La verità concreta su Auschwitz
L’articolo prende in esame il “Rapporto sull’organizzazione igienico-sanitaria del campo di
concentramento per ebrei di Monowitz (Auschwitz – Alta Slesia)” che Primo Levi scrisse in
collaborazione con il medico Leonardo De Benedetti, nel 1945, subito dopo essere stato liberato dal Lager. Il rapporto, scritto su incarico del “Comando Russo del Campo di Concentramento di Kattowitz per Italiani ex-prigionieri”, sarà poi pubblicato in Italia, su una rivista scientifica nel 1946. Costituisce la prima testimonianza di Primo Levi su Auschwitz, anteriore a “Se questo è un uomo”.
Pag. 29-40
Etichette: Levi Primo, De Benedetti Leonardo, Rapporto sull’organizzazione igienico-sanitaria del campo di concentramento per ebrei di Monowitz (Auschwitz – Alta Slesia), Relazione, Novecento, Ebrei, Campi di concentramento, Olocausto, Storia, Auschwitz,
Titolo articolo: La transcendència d’Auschwitz. Una aproximació filosòfica a Primo Levi
L’articolo passa in rassegna alcuni tentativi di riflessione su Auschwitz operati nel pensiero filosofico allo scopo di mostrare quanto tutti siano impotenti dinanzi l’eccezionalità e la gravità di Auschwitz. In primo luogo, gli stessi concetti con cui designiamo lo sterminio mostrano che non disponiamo di parole a sufficienza per farlo: ‘olocausto’ deriva dal greco ‘holócautos’, che significa ‘interamente bruciato’ e si adopera nella tradizione cristiana per indicare la dottrina del sacrificio, mentre l’altra parola, ‘shoah’ (so’ah), in ebreo significa ‘distruzione e catastrofe’, con la connotazione, però, di castigo divino.
Lingua: CatalanoPag. 41-52
Etichette: Levi Primo, Se questo è un uomo, Klüger Ruth, Vivere ancora, Agamben Giorgio, Quel che resta di Auschwitz, Walser Martin, Adorno Theodor, Narrativa, Memorialistica, Filosofia, Novecento, Olocausto, Ebrei, Parola, Uomo, Auschwitz,
Titolo articolo: “La mort comença per les sabates”. L’experiència de l’absurd a la “Trilogia d’Auschwitz” de Primo Levi
A partire dal pensiero di Theodor W. Adorno, il saggio si propone di mostrare come viene trattato il tema dell’assurdo nei testi di Primo Levi “Se questo è un uomo”, “La tregua” e “I sommersi e i salvati”, testi che nel 2004 sono stati riuniti in un unico volume in traduzione spagnola sotto il titolo “Trilogía de Auschwitz”. Fulcro del discorso sono due questioni centrali di un’opera che intende costruirsi come testimonianza dell’orrore nazionalsocialista. L’una riguarda la tensione che inevitabilmente emerge nell’opera di Primo Levi tra la constatazione del carattere assurdo e irrazionale dell’esistenza del lager e il tenetativo di capire il perché dello sterminio del popolo ebreo. L’altra mette a fuoco un fenomeno che segna la vita all’interno dei campi di concentrameto: la distruzione radicale delle aspettative legate alla percezione del tempo e dello spazio, intese queste quali forme dell’esperienza umana.
Lingua: CatalanoPag. 53-69
Etichette: Levi Primo, Se questo è un uomo, La tregua, I sommersi e i salvati, Narrativa, Memorialistica, Novecento, Campi di concentramento, Ebrei, Nazismo, Storia, Olocausto, Tempo, Uomo, Neorealismo,
Titolo articolo: “Na ssciacquata de bbocca”. I sonetti romaneschi di Belli in Primo Levi
L’autore parte dalla constatazione che tutti i personaggi di Levi hanno un modello reale e uno letterario. Cesare, uno dei protagonisti de
“La tregua”, si chiamava Lello Perugia, ma in “Se questo è un uomo” ci era già stato
presentato come Piero Sonnino. Nessun altro personaggio avrebbe avuto un’identità anagrafica
così incerta. Questo forse sarebbe dovuto al peso maggiore dell’eredità letteraria. Il personaggio
di Cesare è modellato sui sonetti romaneschi di Giuseppe Gioacchino Belli, che Levi
conosceva fin dagli anni universitari e continuerà ad amare fino agli ultimi anni, quando
ne inserirà quattro nell’antologia “La ricerca delle radici”. L’articolo prende in esame le scelte linguistiche di Levi ponendole a confronto con il modello-Belli, in un’analisi intertestuale
che allarga l’indagine anche ai racconti (“Il ritorno di Cesare”) e ai saggi (“Del pettegolezzo”). La pietà e il riso trovano in questo modello una fonte finora trascurata della poetica di Levi.
Pag. 71-76
Etichette: Levi Primo, Belli Giuseppe Gioacchino, La tregua, Se questo è un uomo, La ricerca delle radici, Il ritorno di Cesare, Del pettegolezzo, Narrativa,Ottocento, Novecento, Intertestualità, Pietà, Riso, Lingua, Stile, Poesia dialettale, Neorealismo,
Titolo articolo: Il romanzo concentrazionario di Liana Millu
Liana Millu (1914-2005) ebrea italiana originaria di Pisa fu deportata a Birkenau nel 1944. Sopravvisse alla deportazione e divenne una scrittrice. Questo articolo si concentra sull’analisi dell’opera maggiore della Millu,
“Il fumo di Birkenau” (1947), che in controtendenza rispetto alla memorialistica concentrazionaria coeva costituisce un racconto caratterizzato da un’evidente e consapevole vocazione letteraria. Nel “Fumo” gli eventi autobiografici hanno un’importanza secondaria allo stesso modo dell’io narrante, che resta sempre in secondo piano, per fare posto a sei storie di donne che condensano una particolare intensità drammatica. Il presente saggio esplora tanto la poetica, la genesi e la
struttura temporale del “Fumo” quanto il peculiare sviluppo di alcuni topoi concentrazionari come il processo di disumanizzazione e la specificità della presenza femminile nei lager, particolarmente attraverso una ‘leggenda’ intorno al tema del materno, presente nel testo della Millu ed in un altro testo italiano coevo.
Pag. 77-91
Etichette: Millu Liana, Il fumo di Birkenau, Tedeschi Giuliana Fiorentino, Povero corpo, Narrativa, Memorialistica, Novecento, Campi di concentramento, Ebrei, Donna, Maternità, Genesi, Tempo, Neorealismo,
Titolo articolo: Sul filo della memoria. Oralità, storia e storiografia nel racconto di Vittore Bocchetta
Il saggio riflette su come la rappresentazione del sé e della propria storia da parte di testimoni sopravissuti agli orrori della grande storia, comporti un esito in cui i confini tra Storia e storia, memoria soggettiva e documenti d’archivio, fatti accaduti realmente e percezione individuale di essi sono sempre labili, tutt’altro che netti e precisi. Attraverso il racconto, orale e scritto, di Vittore Bocchetta (nato nel 1918), fatto di Storia, storia, memoria e mito, e la sua riscrittura intentata da Giuliana Adamo nel volume “Una vita contro” (2012), si era cercata la legittimazione della veridicità del dictum individuale attraverso il suo riscontro con la controstoria offerta da documenti d’archivio. Sulla base di questa esperienza l’autrice considera che la voce soggettiva del testimone viene a fare parte di una polifonia nei cui confronti lo storico dovrebbe porsi in termini di comprensione.
Lingua: ItalianoPag. 93-106
Etichette: Bocchetta Vittore, Una vita contro, Autobiografia, Memorialistica, Novecento, Storia, Memoria, Mito, Scrittura, Guerra,
Titolo articolo: Les traduccions catalanes del “Decameró”
L’autore analizza l’anonima traduzione catalana medievale del “Decamerone” di Boccaccio, il cui manoscritto è datato nel 1429 nella località di Sant Cugat, testo con il quale l’autore si era confrontato quando negli anni Ottanta portò a termine una sua traduzione catalana moderna del testo boccaccesco. Attraverso diverse esemplificazioni, e avvalendosi della personale esperienza di traduttore, viene messo in evidenza il metodo traduttivo che prevale nella versione medievale, più incline ad adattare il testo ai propri lettori che non a rispettare in toto l’originale italiano. Ma viene anche sottolineato che la traduzione catalana contiene più errori e libertà di quanti si è soliti attribuirle.
Lingua: CatalanoPag. 109-124
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameró, Decamerone, Novella, Narrativa, Trecento, Quattrocento, Novecento, Traduzione, Ricezione, Lingua, Sant Cugat, Catalogna,
Titolo articolo: L’imperio d’amore: “Il pensiero dominante”
Partendo dall’idea che “Il pensiero dominante” inaugura una nuova fase nella poetica leopardiana, il saggio analizza in dettaglio gli aspetti formali del testo e il loro rapporto con i temi che vi sono svolti. Si sofferma in particolare su tratti sintattici caratterizzanti, sugli effetti fonici e su questioni ritmiche e metriche. Dal punto di vista tematico, si mette in luce come il poeta avvia una scelta che pone in primo piano il presente e, in questa dimensione, soprattutto la concretezza, nel vivo di un’esperienza che oltrepassa l’analisi interiore e coinvolge tutta quanta l’umanità.
Lingua: ItalianoPag. 125-138
Etichette: Leopardi Giacomo, Il pensiero dominante, Poesia, Lirica, Ottocento, Analisi metrica, Amore, Sintassi Stile, Sogno, Romanticismo,
Titolo articolo: Il “Diario di un viaggio in Svizzera” di Antonio Fogazzaro
Antonio Fogazzaro, noto soprattutto per i suoi romanzi tra naturalismo, decadentismo e spiritualismo, come “Piccolo Mondo Antico”, “Piccolo Mondo Moderno” e “Il Santo”, esordì nel 1873 con il racconto in versi “Miranda”. Tuttavia la sua prima prova letteraria risale al 1868 con il “Diario di viaggio in Svizzera”, che rimase inedito fino al 2006. Di questa breve opera, in questo saggio vengono studiati, sulla scia dell’edizione datane da Fabio Finotti, i nessi con la tradizione del diario di viaggio del Sette e dell’Ottocento e con la scapigliatura milanese, nonché le anticipazioni di alcuni passi di “Miranda”, “Malombra” e “Piccolo Mondo Antico”.
Lingua: ItalianoPag. 139-150
Etichette: Fogazzaro Antonio, Diario di viaggio in Svizzera, Miranda, Malombra, Piccolo Mondo Antico, Narrativa, Diario, Racconto, Versi, Ottocento, Viaggio, Spiritualismo, Svizzera, Decadentismo, Naturalismo, Scapigliatura,
Titolo articolo: Cesare Pavese: la complicidad adolescente
L’autore racconta la propria esperienza di lettore dell’opera di Pavese. La sua scoperta di Pavese comincia con l’opera poetica, “I mari del sud” e “Lavorare stanca”, che funsero da modelli di riferimento e da stimolo per la scrittura del suo primo libro di poesia, “Una educación sentimental”, la cui stesura fu portata a termine nel periodo di reclusione nelle carceri franchiste nel 1962-1963. Lo scrittore sottolinea anche che il testo di Pavese che suscitò in lui un’impressione molto forte fu “Il mestiere di vivere”, e in particolare la frase con cui si chiude il libro. Tra la svariata produzione narrativa di Pavese, prende in considerazione in modo particolare il racconto “Tra donne sole”.
Lingua: SpagnoloPag. 151-162
Etichette: Pavese Cesare, I mari del Sud, Lavorare stanca, Il mestiere di vivere, Tra donne sole, Poesia, Narrativa, Diario, Novecento, Fortuna, Ricezione, Ideologia, Neorealismo, Spagna,
Titolo articolo: La recepció de Salvatore Quasimodo a la revista “Inquietud” en el context del debat sobre la poesia social
Il saggio ricostruisce la fortuna critica di Salvatore Quasimodo nell’ambito della letteratura catalana degli anni Cinquanta e Sessanta. In particolare, si analizza l’interesse manifestato per Quasimodo nel dibattito intellettuale sorto intorno alla poesia a carattere sociale e di impegno ideologico coltivata in quegli anni. L’articolo prende come esempio paradigmatico i contributi apparsi sulla rivista “Inquietud Artística”, che ospitò, oltre che versioni catalane di componimenti poetici di Quasimodo, sue collaborazioni saggistiche.
Lingua: CatalanoPag. 163-176
Etichette: Quasimodo Salvatore, Poesia, Saggistica, Inquietud Artística, Novecento, Ricezione, Fortuna critica, Ideologia, Traduzione, Catalogna,
Titolo articolo: Calvino e la Spagna tra il Cinquanta e il Sessanta
Il saggio intende documentare il legame tra Italo Calvino e la cultura spagnola, e in parte latinoamericana negli anni tra il Cinquanta e il Sessanta, a partire dall’epoca dei primi contatti editoriali e del primo viaggio di Calvino in terra spagnola, nella primavera del 1959 per partecipare per conto di Giulio Einaudi alle giornate di Formentor dove nasceranno il Prix Formentor e il Prix International. Barral, José Agustín Goytisolo e Castellet, rappresentanti del gruppo di scrittori noto come la Escuela de Barcelona, furono tra gli spagnoli coloro che instaurarono con Calvino e Giulio Einaudi i più vivi rapporti editoriali e personali. Lo scambio continuo tra Barral e Calvino, permise di far conoscere al lettore italiano le novità letterarie provenienti dal mondo latinoamericano. Si mette inoltre in evidenza la difficoltà che ebbe allora Calvino per diffondere la sua opera in Spagna, quando già era un autore conosciuto in altri paesi di lingua spagnola. Infine, l’articolo si conclude con alcuni spunti di analisi comparata tra l’opera di Calvino e quella dello scrittore brasiliano Guimarães Rosa.
Lingua: ItalianoPag. 177-194
Etichette: Calvino Italo, Narrativa, Barral Carlos, Goytisolo José Agustín, Castellet Josep Maria, Guimarães Rosa João, Novecento, Fortuna, Ricezione, Traduzione, Comparatistica, Spagna, Barcellona, America del Sud, Brasile,
Titolo articolo: Intervista a Luigi Ballerini
L’intervista, sotto il titolo “La poesia come sensazione della presenza del vero”, si articola in due blocchi tematici. Il primo descrive le posizioni dell’autore riguardo le correnti poetiche del secondo Novecento, in modo tale da evidenziare eventuali relazioni (di tipo stilistico, compositivo, contenutistico, tematico) con altri autori. La seconda parte dell’intervista si propone in primo luogo di circoscrivere la poetica
dell’autore in generale e in secondo luogo di descriverne la sua applicazione particolare
nella raccolta “Cefalonia” pubblicata nel 2013 in traduzione spagnola.
Pag. 195-205
Etichette: Ballerini Luigi, Cefalonia, Poesia, Novecento, Duemila, I novissimi, Storia, Guerra, Poetica,
A cura di: María de las Nieves Muñiz Muñiz
Edizioni: Leo Olschki, Firenze – 2013
Lingua: Spagnolo
Pag. 207-211
Recensore/i: Cristina Coriasso
Etichette: Convegno di studi, Saggistica, Leopardi Giacomo, Zibaldone, Prosa, Ottocento, Ipertesto, Spagna,
Titolo libro/articolo recensito: L’Officina del poeta. Studi su Edmondo De Amicis
Edizioni: Frank & Timme, Berlino – 2013
Lingua: Italiano
Pag. 212-214
Recensore/i: Alberto Brambilla
Etichette: Ubbidiente Roberto, L’Officina del poeta. Studi su Edmondo De Amicis, Saggio, Edmondo De Amicis, Prosa, Narrativa, Ottocento, Scrittura, Critica,
Titolo libro/articolo recensito: Alla peggio andrò in biblioteca. I libri ritrovati di Italo Svevo
Edizioni: Museo Sveviano. Biblohaus, Macerata – 2013
Lingua: Italiano
Pag. 214-216
Recensore/i: Giovanni Albertocchi
Etichette: Volpato Simone, Cepach Riccardo, Alla peggio andrò in biblioteca. I libri ritrovati di Italo Svevo, Saggistica, Svevo Italo, biblioteca, Novecento, Università di Trieste,