Le riviste sostenitrici
Quaderni del ‘900 | 2020 | N. 20
Anno 2020 – N. 20
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: Dacia, dolce per noi
Lingua: Italiano
Pag. 7-13
Etichette: Dacia Maraini,
Titolo articolo: «Le tue bugie, amore mio, sanno di latte e di rose»: fascinazione, infrazioni e relitti dell’immaginario amoroso tradizionale nella poesia di Dacia Maraini
L’immaginario amoroso tradizionale si radica nei testi fondativi dal pensiero e della letteratura occidentale che condizionano di fatto, con la potenza dei suoi archetipi etici ed estetici, l’elaborazione di forme alternative di relazione con l’altro, di amore e di felicità. Il femminismo degli Anni Settanta e, più in generale, il pensiero delle donne intervengono in questo campo maturando l’analisi dei modelli interiorizzati, dipendenti dall’ideologia patriarcale e impostati sul desiderio maschile. Sulla base di tali premesse, l’articolo intende considerare l’influenza dei codici dell’immaginario amoroso tradizionale e la loro decostruzione in alcuni testi del corpus poetico di Dacia Maraini, dove l’amore, la sessualità, i ruoli di genere e le relazioni familiari formano la trama di un percorso tragico e gioioso di autonomia. Si cercherà di mostrare come la parola poetica domini i modelli culturali imposti, giochi con essi per gettare le fondamenta di una soggettività consapevolmente erede eppure critica di una tradizione culturale prestigiosa che ha inventato ‘beatrici’ senza preoccuparsi di conoscerle.
Lingua: ItalianoPag. 15-25
Etichette: Donne, Poesia, XX secolo, Dacia Maraini,
Titolo articolo: Militanza, estetica e performatività nel teatro di «barricata» di Dacia Maraini
Nel mio intervento prenderò in considerazione due drammi che sono emblematici dell’ideologia femminista e dell’estetica teatrale della prima drammaturgia marainiana cosiddetta «di barricata»: Il manifesto (1969) e La donna perfetta (1974). La mia analisi si muove in una duplice direzione che guarda non soltanto al testo, ma anche e soprattutto ai filmati originali delle rappresentazioni. Si propone pertanto di far luce sia sull’uso del mezzo teatrale per ripensare ai ruoli di genere che è proprio della drammaturgia femminista degli anni Settanta, sia sull’impatto che quest’ultima ha avuto sulle convenzioni teatrali esistenti.
Lingua: ItalianoPag. 27-36
Etichette: Teatro, XX secolo, Dacia Maraini,
Titolo articolo: Isabella di Morra nella drammaturgia di Dacia Maraini
Questo saggio propone un’analisi di Storia di Isabella di Morra raccontata da Benedetto Croce (1998), scritta da Dacia Maraini per la regia di Hervé Ducroux. La drammaturgia di Maraini si presenta, nello scenario degli studi e delle riscritture dedicati a Isabella di Morra, come un caso interessante per le variazioni apportate alle proprie fonti e per l’impiego originale degli elementi di ricostruzione storica. L’opera si inscrive all’interno di un profondo interesse, da parte della scrittrice, per l’irradiarsi della cultura rinascimentale femminile sul tempo presente e mostra un livello di comprensione molto elaborato delle modalità attraverso le quali si realizza la trasmissione della memoria letteraria.
Lingua: ItalianoPag. 37-45
Etichette: Teatro, XX secolo, Benedetto Croce, Dacia Maraini, Isabella di Morra,
Titolo articolo: Da Mela a Tre donne: la responsabilità di Prometeo
Muovendo da una mia precedente analisi del problema del ‘canone’ nel dramma di Dacia Maraini Mela (1981), la mia proposta intende indagare i rapporti che intercorrono tra la pièce e il romanzo della stessa autrice Tre donne. Una storia d’amore e disamore (2017). I due testi, infatti, risultano fortemente imparentati dal soggetto e dall’intreccio : la vita familiare di tre donne che, pur appartenendo a tre generazioni diverse (sono nonna, figlia e nipote), vivono insieme. Romperà la stasi della loro routine la relazione illecita instauratasi tra la più giovane (che rimane anche incinta) e il compagno della madre. La dinamica dialettica che si innesca nell’evento centrale, cioè la confessione del tradimento, mette in luce il problema del rapporto col passato (Storia e Canone) ; un conflitto non tanto psicologico, quanto esistenziale e politico. Interessante sarà, quindi, evidenziare ciò che permane e ciò che muta dal 1981 al 2017 nel passaggio dal dramma al romanzo, sia negli aspetti formali sia nel nucleo tematico, la ‘Responsabilità’ che da declinazione dell’Ideologia, in Mela, ridefinisce in Tre donne, attraverso il mito di Prometeo, il rapporto tra azione e colpa.
Lingua: ItalianoPag. 47-57
Etichette: XX secolo, Dacia Maraini, Mela, Prometheus, Tre donne,
Titolo articolo: Il corpo, le voci. Scrittura politica e polifonia in Dacia Maraini
L’articolo, dopo alcune considerazioni generali, si concentra sulla raccolta di racconti L’amore rubato (2012), inquadrando questo testo nei modi specifici della scrittura politica marainiana, soprattutto intorno alla centralità del nesso corpo-voce e alla presenza di uno stile polifonico peculiare, di cui si commenteranno alcuni esempi particolarmente significativi. Si tenterà anche un breve confronto a partire dall’opera più importante della letteratura italiana del Novecento dedicata al rapporto vittime-carnefici, I sommersi e i salvati di Primo Levi.
Lingua: ItalianoPag. 59-67
Etichette: Corpo, Violenza, XX secolo, XXI secolo, Dacia Maraini, Primo Levi,
Titolo articolo: L’Italia magica e criminale di Dacia Maraini
Il contributo intende ricostruire la pulsione odeporica che attraversa la narrativa di Dacia Maraini nelle varie tappe della sua attività. L’indagine prenderà le mosse dallo sguardo straniante di Dacia sulla Sicilia post ’46 in Bagheria fino a avviarsi sul doppio binario del viaggio e dell’impegno. Si effettuerà una fermata obbligatoria a Palermo e una sosta all’isola di Vulcano, che mostreranno la mancata coincidenza tra tunc e nunc. In seguito, approderemo a Roma, dove di romanzo in romanzo (L’età del malessere, Memorie di una ladra, Voci) si assisterà a un climax delinquenziale. Tramite un quadro sinottico di parallelismi, affinità e sovrasensi geo-mentali, verranno analizzati testi e ingranaggi del reale : dalle metropoli ai borghi, dove vengono consumati illeciti che la Maraini denuncia con una prosa che non fa sconti, dimostrando il suo impegno sia nei contenuti autobiografici che in quelli, dove delega i suoi personaggi a rappresentarla. Loci et crimina, unitamente agli atopoi diversamente declinati, saranno tenuti insieme dal denominatore comune dell’engagement.
Lingua: ItalianoPag. 69-77
Etichette: XX secolo, Dacia Maraini,
Titolo articolo: Racconta, ma’: personaggi, voci, Storia nel metaromanzo Colomba di Dacia Maraini
Il presente contributo intende analizzare la struttura e i temi del romanzo Colomba di Dacia Maraini, edito presso Rizzoli nel 2004, focalizzando l’attenzione sugli aspetti metatestuali e sui rapporti tra micro e macrostoria. La fabula farebbe pensare ad un giallo: Colomba è scomparsa e la nonna Zaira conduce un’indagine solitaria insieme al cane Fungo tra le montagne abruzzesi. In realtà la protagonista principale è la donna dai capelli corti, una scrittrice assediata dai suoi personaggi. Uno di questi è Za’, che con la sua insistenza la obbliga a dar voce alla storia della sua famiglia. Il dato interessante è che sulla diegesi principale si innestano i racconti di tanti altri personaggi, i quali parlano dei loro casi privati inquadrandoli sullo sfondo degli eventi più significativi del Novecento: la Grande Guerra, il fascismo, la Resistenza, il ’68. La donna dai capelli corti tuttavia parla anche di sé, soprattutto ricorda sua madre, che per farla addormentare era costretta ad inventare sempre nuove favole. L’obiettivo finale è dimostrare come in questo metaromanzo Dacia Maraini operi una fusione tra storia, leggenda e vita vissuta per far capire che l’arte del raccontare è l’unico modo per salvare dall’oblio chi non può più parlare.
Lingua: ItalianoPag. 79-88
Etichette: Storia, XX secolo, XXI secolo, Dacia Maraini, Colomba,
Titolo articolo: Dopo la fine. I romanzi degli anni zero di Dacia Maraini: Colomba e Il treno dell’ultima notte
Nel corso degli ultimi vent’anni, in corrispondenza di un ampio successo internazionale di narrazioni a cavallo tra i vari generi – dall’autofiction al romanzo saggio, dal personal essay al reportage narrativo – la forma-romanzo è stata al centro di un profondo ripensamento critico. La sua capacità di raccontare e interpretare il presente secondo canoni più tradizionali è stata messa in discussione da molti osservatori della letteratura di oggi, benché non tutte le voci si siano assestate sullo stesso fronte e il romanzo abbia continuato ad essere un architrave della produzione editoriale contemporanea. La scrittura di Dacia Maraini, che dagli inizi degli anni Sessanta ha attraversato un importante pezzo del Novecento italiano, si è proiettata oltre questo secolo secondo una linea di estrema coerenza stilistica e narrativa, pur sperimentando numerose forme e generi : narrativa, poesia, saggistica, teatro, romanzo epistolare, scritture autobiografiche ecc. Ma come si è posta di fronte alle nuove tendenze della letteratura contemporanea ? Ha subito influenze o si è fatta portatrice di una tradizione narrativa che resiste nonostante i grandi mutamenti in corso ? Il saggio, attraverso un’analisi della produzione degli anni zero di Dacia Maraini, con particolare attenzione per i suoi due romanzi Colomba (2004) e Il treno dell’ultima notte (2008), cerca di rispondere a queste domande interrogandosi più in generale sui caratteri della più recente opera della scrittrice.
Lingua: ItalianoPag. 89-98
Etichette: Romanzo, XX secolo, XXI secolo, Dacia Maraini,
Titolo articolo: Quando «il viaggio diventa uno scambio di corpi: un indulgere ad arcani traslochi dello spirito». Per un’idea geocritica di Dacia Maraini in La seduzione dell’altrove
La seduzione dell’altrove «sembra nascere da una curiosità già in parte appagata da visioni che stimolano e sollecitano il nostro pensiero desiderante». È una interpretazione del titolo del diario di viaggio di Dacia Maraini, in cui il concetto stesso di viaggio va preso nei suoi opposti concettuali – viaggiare e narrare, descrivere e interpretare. Tali opposizioni in Dacia Maraini sembrano risolversi sia nella rilevanza narratologica sia nella sostanza geocritica del concetto di viaggio. La rilevanza «della conoscenza dell’esperienza dell’altro» nel diario, si potrebbe tradurre in termini geocritici della multifocalizzazione e della polisensorialità: «la storia dello stupore di fronte all’Altro» e la percezione dello spazio eterogeneo (Westphal). Osservando con lo sguardo nonché ascoltando con l’orecchio, attenti alle realtà esotiche (Kuala Lumpur o San Pietroburgo, Addis Abeba o Belgrado), Dacia Maraini non solo ribadisce l’affermazione di Italo Calvino del «viaggio come struttura narrativa» ma ne ridimensiona la concettualizzazione in termini geocritici, in modo da dare risposta alla domanda «che viene spontanea: viaggiamo armati per inseguire un sogno che già esiste in noi […] o viaggiamo disarmati, ingenuamente pronti a capire e accettare l’altrove ?» (Maraini).
Lingua: ItalianoPag. 99-106
Etichette: Città, Viaggio,