Le riviste sostenitrici
Quaderni del ‘900 | 2019 | N. 19
Anno 2019 – N. 19
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: Il fotografo archivista e la scrittrice archiviata. Su Celeste Ferdinando Scavini e Amalia Guglielminetti
Le lettere di Amalia Guglielminetti, datate 1933-1941, ricevute e conservate da Celeste Ferdinando Scavini, fotografo, archivista e appassionato di Guido Gozzano, aiutano a far luce sugli ultimi, solitari e oscuri anni della scrittrice, dopo il successo, l’attività letteraria e il processo dal quale fu assolta per totale infermità mentale. Emergono netti il ricordo che Guglielminetti conservò di Gozzano, l’attenzione per la propria immagine e la ricerca di un luogo in cui trovare svago o serenità, insieme al tentativo, a tratti svogliato, di combinare ancora qualcosa in ambito letterario e, forse, la consapevolezza di essere ormai parte di un passato d’improvviso remoto. Ed emerge, inevitabilmente, anche l’interessante figura di Scavini, in qualità di destinatario delle lettere e archivista per passione.
Lingua: ItalianoPag. 15-27
Etichette: Archivio, XX secolo, Amalia Guglielminetti, Celeste Ferdinando Scavini, Guido Gozzano,
Titolo articolo: (Auto)rappresentazioni di Lavinia Mazzucchetti (1889-1965)
Partendo dall’analisi di una selezione di fotografie conservate nel suo fondo personale, il saggio mette a fuoco alcune tappe fondamentali della traiettoria intellettuale di Lavinia Mazzucchetti, ponendo l’accento sulla sua lenta trasformazione da traduttrice invisibile a portavoce italiana di Thomas Mann nonché principale consulente mondadoriana per la letteratura in lingua tedesca. Il presente lavoro mira inoltre a mostrare come la sua fede nella letteratura come valore civile abbia veicolato le sue scelte editoriali nel corso della sua lunga carriera.
Lingua: ItalianoPag. 29-39
Etichette: Fotografia, Letteratura, Traduzione, XX secolo, Germania
Titolo articolo: Una vita in/per frammenti. Gli appunti siglati «io» nel fondo Dolores Prato dell’Archivio Contemporaneo A. Bonsanti di Firenze
L’articolo prende in esame alcuni degli oltre 1.800 tasselli compresi nella sottoserie «Io» del fondo Dolores Prato (Firenze, Gabinetto “G. P. Vieusseux” – Archivio Contemporaneo “A. Bonsanti”, Fondo Prato, P e 13). Vergati su carte e cartoncini di piccolo formato, raramente datati ma perlopiù ascrivibili agli anni ’60 e ’70 del Novecento, gli appunti gettano luce sul modo di lavorare della scrittrice romana, le cui carte inedite offrono spesso passaggi narrativi, ricordi e rimandi destinati a comporre un’idea di autobiografia ‘totale’, ovvero (potenzialmente) pluridirezionale e onnicomprensiva. La natura delle annotazioni di « Io » e la loro prossimità anche cronologica alla stesura di Giù la piazza non c’è nessuno rendono la sequenza di frammenti un osservatorio privilegiato dei temi affioranti nella scrittura di Prato e del suo incessante lavoro di recupero memoriale, e, nell’insieme, costituiscono inoltre un esempio stratificato e originale di autonarrazione della vecchiaia, contrappunto al paziente lavoro di rievocazione dell’universo infantile descritto nel libro più noto di Prato.
Lingua: ItalianoPag. 41-52
Etichette: Autobiografia, XX secolo, Dolores Prato, Giù la piazza non c'è nessuno,
Titolo articolo: Itinerario tra le carte di Gianna Manzini. Lettere e diari dall’Archivio del Novecento di Roma
In Gianna Manzini (1896-1974), come in molti autori e autrici del Novecento, produzione letteraria e vita privata sono intimamente legate. Di conseguenza, le lettere e i diari della scrittrice si rivelano come preziosi strumenti di analisi della sua poetica. Si propone qui una lettura dell’opera di Manzini attraverso la lente delle carte private conservate presso l’Archivio del Novecento di Roma, con l’obiettivo di entrare nel vivo del suo laboratorio di scrittura. Dall’analisi dei documenti sono emersi materiali preparatori alla pubblicazione (come nel caso di Musica in piazza), riflessioni sulla scrittura (con menzioni a opere specifiche, come nel caso di Paese e figure, o con considerazioni generali, come per le note appuntate sui diari), e corrispondenze fra eventi biografici e opere (come negli esempi tratti dai romanzi Lettera all’editore e La Sparviera). I tre paragrafi in cui il lavoro è suddiviso illustrano, rispettivamente: (I) la composizione degli Archivi Manzini e Falqui conservati presso l’Archivio del Novecento, oltre al lavoro di riordino, avvenuto tra il 2016 e il 2017, della Corrispondenza con Manzini contenuta nell’Archivio Falqui; (II) l’officina di scrittura di Un filo di brezza e Lettera all’editore, analizzato attraverso le lettere di Manzini a Falqui degli anni 1934-1935; (III) la poetica della scrittrice spiegata attraverso le parole che la scrittrice stessa annota sul primo dei propri diari personali, nel 1947.
Lingua: ItalianoPag. 53-63
Etichette: Filologia, XX secolo, Enrico Falqui, Gianna Manzini,
Titolo articolo: L’archivio di Anna Maria Ortese
L’articolo si concentra sulla descrizione del Fondo di Anna Maria Ortese, conservato dal 2002 presso l’Archivio di Stato di Napoli e composto da circa 1400 documenti. Seguendo le dodici serie di cui il Fondo si compone, verrà analizzato il difficile percorso editoriale di Ortese e con questo alcuni tratti ricorrenti del suo metodo di lavoro, in particolare la tendenza quasi ossessiva alla riscrittura e, conseguentemente, l’uso delle varianti. Considerando le sezioni che internamente dividono le serie, l’articolo si soffermerà via via anche sulle due tematiche che costituirono la base della sensibilità e della poetica ortesiane: la cultura degli indiani d’America e l’attenzione ai diritti degli animali e più in generale al mondo naturale.
Lingua: ItalianoPag. 65-74
Etichette: XX secolo, Anna Maria Ortese, Napoli
Titolo articolo: Nella biblioteca di Amelia Rosselli: un inedito in dialogo con Alibi di Elsa Morante
L’obiettivo di questo saggio è quello di fornire una descrizione ragionata della biblioteca personale dell’autrice conservata presso il Fondo Amelia Rosselli di Viterbo alla scoperta dei percorsi di lettura che hanno influenzato la poetica rosselliana. Attraverso lo studio delle postille autografe, che fino ad oggi non sono mai state oggetto di un’analisi sistematica, è infatti possibile ricostruire la genesi dell’opera poetica e aprire la strada a nuove ipotesi di interpretazione. Un inedito ritrovato in una delle copie di Alibi di Elsa Morante possedute dall’autrice consente di indagare il rapporto ancora inesplorato tra la poesia di Rosselli e quella di Morante. In particolare vengono analizzate alcune costanti tematiche che accomunano le loro opere come la riflessione sull’infanzia e l’adolescenza, il rapporto con la figura materna, il motivo dell’imprigionamento e del suo legame con la creazione letteraria e la concezione della scrittura come strumento politico di riscatto dal trauma privato e collettivo.
Lingua: ItalianoPag. 75-95
Etichette: Poesia, XX secolo, Amelia Rosselli, Elsa Morante, Viterbo
Titolo articolo: La ricerca della gloria poetica nel carteggio Merini-Macrì
Il saggio parla del carteggio fino a poco tempo fa inedito tra la poetessa novecentesca milanese Alda Merini e il critico professore di letteratura spagnola Oreste Macrì. Tra i due, per lungo tempo, ci fu grande stima e collaborazione, aumentata quando la poetessa si sposò con un amico di Macrì, il poeta chirurgo Michele Pierri. Il carteggio è di grande interesse non solo perché illumina spaccati di vita dell’autrice ma soprattutto perché contiene poesie e racconti inediti prima della pubblicazione in Alda Merini, Confusione di stelle.
Lingua: ItalianoPag. 97-106
Etichette: Epistolario, Poesia, XX secolo, Alda Merini, Michele Pierri, Oreste Macrì,
Titolo articolo: Un doppio gioco d’archivio. Clara Sereni e la nuova edizione de Il gioco dei regni
Clara Sereni si è spenta il 25 luglio 2018, a Zurigo, libera e lucida, coerentemente a come ha sempre vissuto. Quando la malattia le fiaccava già il fisico – ma non l’intelletto – poco prima di lasciare questo mondo, ha voluto consegnare alle stampe un’edizione “riveduta” del suo testamento letterario: Il gioco dei regni. Con aggiunte, specifiche e qualche raccomandazione ai lettori e alla critica. Questo perché fino all’ultimo ha creduto nella Letteratura, nel suo ruolo non solo catartico, ma soprattutto euristico. E anche perché le sue pagine hanno sempre teso al noi, piuttosto che all’io. Nell’appendice del romanzo ritoccata per i tipi di Giunti e ribattezzata Dopo la storia, l’autrice lancia una sfida che si è cercato di raccogliere iniziando ad individuare almeno tre nuclei tematici che danno il titolo ai tre paragrafi del saggio e attorno ai quali, poi, ci sarà da ragionare in futuro : La storia del ‘900 Dalla parte di lei, Un’antologia di scritti famigliari e in conclusione Sionismo, comunismo, ultimismo. Scrive la Sereni nel marzo 2017, a commento del libro: «Ma una voce nuova c’è già […] e confido che il suo sguardo di donna farà una differenza che saprà raccontare […]». 4 È dunque questo sguardo di donna a guidare le riflessioni dell’elaborato. Un taglio che la scrittrice ha come voluto “imboccare” alla posterità e al quale si è ritenuto opportuno dare ascolto. Una speculazione che, giunti ormai ai venticinque anni dalla stesura del volume, tenderà a problematizzare Il gioco dei regni piuttosto che a fornire risposte.
Lingua: ItalianoPag. 107-123
Etichette: Ebraismo, Letteratura femminile, Resistenza, Romanzo storico, Clara Sereni, Emilio Sereni, Israele, Roma