Problemi di critica goldoniana | 2005 | N. 12

Il saggio ci parla di Pietro Pertici cantante e attore. La sua fortuna storiografica è dovuta in larga parte alle parole di Goldoni di cui Pertici interpretò e allestì diverse commedie. Un cantante e attore come Pertici viene tramandato quasi fosse stato uno dei più importanti attori del teatro italiano, esponente certificato dallo stesso Goldoni di una recitazione evoluta e affrancata dall’Arte. Il giudizio di Goldoni unito alle considerazioni storiche fa di Pertici un personaggio particolarmente interessante e quasi ideale all’interno della ristretta cerchia di buffi che fecero grande il teatro comico musicale.

Nel saggio l’autore ci parla di come Giambattista Roberti, gesuita e illustre poeta pubblicò un poema in versi sciolti, intitolato la Commedia, nel quale parlando della riforma di Goldoni e analizzando alcuni lavori, incoraggia i suoi compatrioti a seguire l’esempio e il metodo del veneziano. Il poemetto, costituisce un saggio di profonda acutezza e lungimiranza nell’ambito della poetica e della critica del teatro.

Il saggio nasce come relazione introduttiva al convegno: I due fratelli nemici.Fantasie di avvicinamento alle celebrazioni di Carlo Gozzi (1806 – 2006) e Carlo Goldoni (1707 – 2007), svoltosi a Venezia presso la casa di Carlo Goldoni, il 18 – 19 Novembre 2004. Il saggio propone le indagini sui due autori, considerati tanto sotto il profilo di talune problematiche condivise, quanto sotto quello della loro specifica individualità.

Il fondo Gozzi è costituito da scritti sia letterari, sia saggistici, sia epistolari, sia di servizio. In parte editi, in parte inediti, per lo più autografi e fitti di correzion: materiali di lavoro dunque, in vista della pubblicazione e della rappresentazione. Tra le commedie ignote salta all’occhio un corposo fascicolo intitolato: Le gare teatrali. Commedia. Altri titoli si snodano: le Amazzoni, la Cena male apparecchiata, le Due cameriere, la Schiava affricana, la fata Urghella. E poi prefazioni, prologhi, concedi. Un’altra sezione ampiamente documentata è la produzione poetica: centinaia di fogli, fitti di componimenti poetici di vario genere e per varie circostanze.

Il saggio si occupa del corpus di 197 documenti epistolari di Carlo Gozzi. L’edizione delle lettere, curata con competenza da Fabio Soldini, costituisce un vero e proprio avvenimento destinato a portare un contributo determinante nel campo degli studi gozziani. Si tratta di un lavoro prezioso, che ha alle spalle un attenta ricognizione condotta in biblioteche e archivi e che ha potuto avvalerisi anche delle lettere presenti nel ricco archivio storico della famiglia Gozzi.

Questo saggio pone l’attenzione su una bibliografia complessiva di e su Carlo Gozzi. Lo scopo fondamentale della bibliografia è offrire dati precisi su tutte le edizioni in italiano delle opere di carlo Gozzi ed elenchi organizzati del maggior numero possibile di saggi sulle sue opere. Questa sarà organizzata in quattro grandi sezioni: La prima sezione i testi appaiono distribuiti in sette grandi gruppi: fiabe , testi teatrali non fiabeschi, Memorie inutili, Marfisa bizzarra, novelle, altre opere satiriche, dottrinali e di occasione e traduzioni, ordinate alfabeticamente per titolo o per verso. La seconda sezione presenta, invece, un ordine cronologico, l’elenco di tutti i libri che contengono opere di Carlo gozzi dal 1736 al 2005. La terza sezione presenta gli studi scritti sulla vita e sulle opere di Carlo Gozzi. La quarta sezione è una sorte di appendice divisa in tre parti. La bibliografia è destinata ad essere arricchita e aggiornata mediante il sito www.carlogozzi.com.

Il saggio si occupa degli studi su Goldoni condotti dalla studiosa Ginette Herry la quale afferma che nel periodo tra il 1993 -2004 gli studi sull’edizione goldoniana, per la ricerca, per la saggistica testuale, sono anadati avanti con risultati eccellenti malgrado la scomparsa di insigni studiosi . Ora due nuove cose aiuteranno gli studi: la scoperta dell’Archivio Gozzi e gli scritti giuridici di Goldoni.

Il saggio ci parla di una ricerca su Carlo Goldoni fatta nell’Archivio di Stato di Pisa, dove la studiosa Maria Augusta Morelli Timpanaro si è accinta alla ricerca delle testimonianze goldoniane. La ricerca che all’inizio non dava risultati, portò alla luce documenti che chiarì un periodo di vita del Goldoni di cui si sapeva solo attraverso i Mèmoires, lettere, dediche e avvisi ai lettori. La scoperta alza il sipario su un capitolo fondamentale della biografia goldoniana, per cui si sa con certezza che il Goldoni operò molto anche come avvocato.

La scoperta delle comparse e delle arringhe goldoniane presso l’Archivio di Stato di Pisa è uno dei ritrovamenti più attesi e al tempo stesso inaspettato e destinato a mostrare l’altra faccia del Goldoni legata alle scene. Ora abbiamo l’occasione di poter parlare e di studiare gli atti del Goldoni giurisperito, attività per nulla secondaria a quella teatrale.

Il saggio ci parla di come nell’opera di Sanguineti ‘Laborintus’ vi sia la presenza di influssi delle opere di Goldoni; è vivo il Goldoni dei sentimenti come affezioni del corpo, la mescolanza del patetico e del comico in perfetta omologia con il mondo. Il teatro e la necessità di una trasformazione radicale diventano l’immagine allegorica della ricerca di un rapporto con il lettore, quasi un faccia a faccia con il pubblico, mentre in Sanguineti diventano un modo di formare un nuovo gusto e un nuovo pubblico.