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Pirandelliana | 2019 | N. 13
Anno 2019 – N. 13
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: De Roberto e l’avvertimento del contrario. Idea di un umorismo «naturalista»
Dal confronto tra una pagina poco nota di De Roberto su Maupassant del 1895 e una pagina famosa di Pirandello (quella sulla vecchia signora «goffamente imbellettata» nel saggio sull’Umorismo, ed. del 1920) si traggono ipotesi a proposito della concezione derobertiana di uno speciale ridere naturalista: di un «umorismo», come pure De Roberto talvolta lo chiamava, diverso da quello di Pirandello ma ad esso comparabile utilmente, perché dalla comparazione possono meglio emergerne l’oggetto peculiare – i contrasti «grotteschi» della vita (come degli aspri « contrari ») – e la radice duramente traumatica ben più che pacatamente riflessiva. Un ridere triste, un ghignare beffardo – è l’idea derobertiana – erompe nei naturalisti quando quei contrasti sono avvertiti : allora ridono come per dar fiato a un’ansia o a un’angoscia, di un riso che non fa ridere, estremo, senza allegria; ridono là dove altri umoristi farebbero pausa per meditare e approfondire, nel luogo esatto cioè della pirandelliana «riflessione», e realizzano così un umorismo sui generis che ha nell’«avvertimento del contrario», e non nel «sentimento», la sua ragione e la sua misura.
Lingua: ItalianoPag. 21-35
Etichette: XIX secolo, XX secolo, Federico De Roberto, Luigi Pirandello,
Titolo articolo: «Se i quadri potessero pensare». Note sugli scritti d’arte di Luigi Pirandello (1895-1898)
Il saggio analizza l’interesse di Pirandello per le arti figurative, puntando nello specifico l’attenzione sugli articoli da lui dedicati a mostre e restauri degli anni Novanta dell’Ottocento. Da questi scritti, che si focalizzano su importanti pittori e scultori del tempo (tra gi altri Pellizza da Volpedo, Sartorio, Gemito) viene fuori una precisa idea dell’arte, la quale è evidenziata attraverso il lessico della «simpatia» e dell’«antipatia», della «sincerità» e dell’«insincerità». Particolarmente importante, in tal senso, è la riflessione pirandelliana su Pinturicchio e sul di lui profilo elaborato da Giorgio Vasari nella raccolta biografica cinquecentesca.
Lingua: ItalianoPag. 37-50
Etichette: Pittura, XIX secolo, Luigi Pirandello,
Titolo articolo: «Una penna e un pezzo di carta: non mi resta più altro mezzo per comunicare con gli uomini». Il malessere esistenziale di Pirandello e la funzione della scrittura
In Arte e coscienza d’oggi il giovane Pirandello riscontra un preoccupante stato di «malessere intellettuale», generato dalla totale disgregazione etica ed estetica della vita. Gli uomini, precipitati nel «completo naufragio morale» e paralizzati dal tedio e dalla noia, si aggirano tra le rovine del presente «come estranei alla vita, disinteressati e senza curiosità» o si muovono in un labirinto esistenziale alla ricerca di una via d’uscita, senza trovarla. Ma dall’abisso dell’io emerge il bisogno di «scribacchiare» su un foglio di carta i frammenti dell’insensatezza del fare, i pensieri sconnessi e le vibrazioni telluriche dell’animo, ricomponendo gli orli di un’esistenza pericolante, come quella della protagonista di Suo marito, una scrittrice, e quella del suo autore. Nell’epilogo dei Quaderni di Serafino Gubbio operatore l’io narrante, rimasto muto a seguito di un incidente durante le riprese, si aggrappa saldamente alla scrittura, oramai l’ultimo e l’unico mezzo per comunicare con gli uomini. Non è un caso che nella penultima notte di vita Pirandello non riusciva a pensare ad altro che a comporre la conclusione dei Giganti della montagna, con la speranza di guarire presto e di ritornare alla penna «per trascrivere» il finale del mito dell’Arte. Neppure nel doloroso tempo dell’addio cessa il bisogno di mettere in scrittura la vita come «la sente in sé per tutti». Proprio come ha fatto il suo primo personaggio-scrittore, il fu Mattia Pascal.
Lingua: ItalianoPag. 51-62
Etichette: XX secolo, Luigi Pirandello,
Titolo articolo: Una faccenda pirandelliana. Avventure del personaggio
Il saggio è incentrato su un tipico problema novecentesco che trova particolare evidenza nell’opera di Pirandello : lo statuto del personaggio, le sue metamorfosi, il rapporto sempre più problematico con l’autore. Il punto di partenza è un motivo ricorrente nell’opera pirandelliana, “l’assedio dei personaggi”, che permette di mettere a fuoco alcune questionichiave e soprattutto un procedimento retorico che avrà ampio sviluppo nella letteratura e nell’arte del Novecento: la metalessi. Su questa base, l’analisi procede oltre Pirandello e viene estesa a due casi particolarmente significativi, esempi rispettivamente di metalessi del personaggio e di metalessi dell’autore: Le Vol d’Icare di Raymond Queneau e The French Lieutenant’s Woman di John Fowles.
Lingua: ItalianoPag. 63-76
Etichette: John Fowles, Luigi Pirandello, Queneau,
Titolo articolo: «L’immagine che guizza e che scompare». Pirandello e il cinema
Pirandello è uno dei primi scrittori italiani a guardare al cinema non solo come tema ma anche come modello espressivo, a fare del cinema, anzi più specificamente della lavorazione di un film, l’oggetto centrale di un proprio romanzo. Nei Quaderni di Serafino Gubbio operatore l’ingranaggio cinematografico è respinto in quanto strumento di alienazione, eppure la sua intrusione nella scrittura risulta tanto fecondante da imporre un nuovo meccanismo comunicativo, scandito sulle modalità di una sceneggiatura cinematografica, sui ritmi e i tempi di un’azione filmica. All’apparizione del cinema sonoro Pirandello proporrà la soluzione della «cinemelografia», creazione di un linguaggio filmico capace di inscenare la visibilità della musica: un modo, a suo avviso, per realizzare a pieno la costitutiva specificità del cinema di essere pura visione.
Lingua: ItalianoPag. 77-88
Etichette: Cinema, XX secolo,
Titolo articolo: Pirandello e Tozzi
A differenza di quanto fatto con Svevo, che in una lettera a Marie Anne Comnène si lamenta di essere stato totalmente ignorato da Pirandello, quest’ultimo dedicò una particolare attenzione critica all’autore di Con gli occhi chiusi dopo che Tozzi aveva a sua volta meditato sulla produzione novellistica dell’autore siciliano (siamo per i due scritti nel 1919). Per Tozzi, Pirandello è un «lirico alla rovescia», che si diverte «a capovolgere tutti gli spunti della sua anima» e trasforma il racconto nell’espressione di «una violenza spirituale». Tozzi parla di Pirandello, ma, di fatto, ricostruisce gli scenari dei suoi procedimenti. Successivamente Pirandello pubblicò un’impegnata recensione a Con gli occhi chiusi, che era apparso solo un mese prima. Anche in questo caso l’articolo non è un semplice omaggio. Si offre come un modo acuto per entrare nel cuore dell’opera di Tozzi e ci fa capire che, in fondo, i due si riconoscevano come affini e si riflettevano l’uno nell’altro. E forse, da tale punto di vista, non stupisce che proprio Pirandello abbia ignorato la storia di un modesto signore, Italo Svevo, che, a differenza delle sue creature e di quelle di Tozzi, seppe sorridere alla vita e anche alla malattia.
Lingua: ItalianoPag. 89-95
Etichette: XX secolo, Federigo Tozzi, Italo Svevo, Luigi Pirandello,
Titolo articolo: «Pirandello non c’entra niente». Eduardo in cerca d’autore
L’incontro con Luigi Pirandello – prima come spettatore, nel 1922, poi come autore e attore, fino alla collaborazione con il drammaturgo siciliano – offre a Eduardo De Filippo l’occasione di liberarsi dall’eredità di Scarpetta e dalla tradizione farsesca. L’influenza pirandelliana continuerà anche nella produzione del Dopoguerra, da Questi fantasmi ! (1946) a La grande magia (1948) fino L’arte della commedia (1964). Ma c’è in Eduardo un livello di pirandellismo meno scoperto, che non consiste nelle tematiche più ricorrenti, né nella dialettica metateatrale. Ci riferiamo, cioè, a quella metafisica teatrale in cui Pirandello costringe i suoi personaggi a confrontarsi come in una « stanza della tortura », dove la scena diviene ring, sala di tribunale, univers concentrationnaire, trappola scenica. Ed è qui che il teatro di Eduardo si salda a un modello nazionale di risonanza mondiale, ai modi e ai temi della contemporaneità.
Lingua: ItalianoPag. 97-103
Etichette: Teatro, XX secolo, Eduardo De Filippo, Eduardo Scarpetta, Luigi Pirandello,
Titolo articolo: «Già! come i comici dell’arte!». Pirandello, la finzione del ‘soggetto’ (e Goldoni)
Il contributo mette in relazione la ‘finzione del soggetto’, del dramma non scritto, di Sei personaggi in cerca d’autore (e delle altre due opere che compongono la Trilogia del teatro nel teatro) con le idee di Pirandello sulla commedia dell’arte, con particolare considerazione per come questo rapporto si pone nel Teatro comico di Carlo Goldoni, a cui certo Pirandello si ispira per una premessa in forma metateatrale al suo teatro. La ‘finzione del soggetto’ risulta, al tempo stesso, nell’incompiutezza della trama, in realtà assolutamente definita, una dissimulazione dell’impianto tragico di Sei personaggi.
Lingua: ItalianoPag. 105-123
Etichette: Commedia, Tragedia, XX secolo, Luigi Pirandello, Sei personaggi in cerca di autore,
Titolo articolo: La polpa d’Europa. Un ‘canone mediterraneo’ per Pirandello?
È possibile integrare nel catalogo dei modelli sovranazionali di Pirandello, che tende ad avere raggio continentale e mitteleuropeo, un ‘canone mediterraneo’ con al centro la letteratura spagnola ? Quanto e in che modo autori come Valle-Inclán, Azorín, Gómez de la Serna condividono con la poetica e l’estetica dello scrittore di Girgenti ? Dopo aver dato conto delle ormai conclamate ‘affinità elettive’ tra Unamuno e Pirandello, il contributo segnala un archetipo meno prossimo cronologicamente : Benito Pérez Galdós, e in particolare il ‘díptico narrativo’ composto da La Incógnita e Realidad. La radice cronachistica di quelle scritture, l’orizzonte filosofico a cui esse guardano, la pratica testuale del travaso da una forma all’altra sembrano annunciare il metodo ‘poroso’ di Pirandello : a riprova della labilità del confine che abitualmente si postula tra le categorie storiografiche di naturalismo e di modernismo, e della capacità d’innovazione che la ricerca letteraria mostra di avere nella ‘periferia’ del sistema delle arti.
Lingua: ItalianoPag. 125-135
Etichette: Letteratura, Modernismo, Luigi Pirandello, Spagna
Titolo articolo: Pirandello nei giornali spagnoli: «ABC» e «Blanco y Negro»
La fama di Pirandello si consolida nel mondo ispanico da quando, il 15 luglio 1923, Miguel de Unamuno pubblicò in «La Nación» di Buenos Aires, il suo noto articolo Pirandello y yo e dal momento in cui, nel dicembre 1923, si rappresentò la sua opera Sei personaggi in cerca d’autore, due anni dopo essere stata rappresentata in Italia.
Lingua: ItalianoPag. 137-145
Etichette: XX secolo, Luigi Pirandello, Argentina, Spagna