Per leggere | 2013 | N. 25

Anno 2013 – Annata: XIII – N. 25
A cura di Francesca Latini

Autore/i articolo: STEFANO CARRAI
Titolo articolo: Dovuto a Saba. Lettura di “Settembre” di Vittorio Sereni

La lettura prende in esame la poesia “Settembre” di Vittorio Sereni dapprima dal punto di vista tematico e delle varianti redazionali, per far emergere il senso di precarietà e di morte ingenerato nell’animo del poeta dalla fine dell’estate. In un secondo momento si richiama l’attenzione sull’affiorare di un ricordo preciso della poesia di Saba “Il torrente” mettendo di conseguenza in rilievo la funzione svolta dall’ammirazione per Saba nell’ispirazione del testo di Sereni.

Lingua: Italiano
Pag. 9-15
Etichette: Italianistica, Letteratura, Lettura, Novecento, Poesia, Poesia lirica, Saba Umberto, Sereni Vittorio, Settembre, Frontiera,

Autore/i articolo: GEORGIA FIORONI
Titolo articolo: Attorno a due poesie nate a Sidi-Chami: “Troppo il tempo ha tardato” e “Se la febbre di te più non mi porta”

Benché sempre situate l’una di seguito all’altra, “Troppo il tempo ha tardato” e “Se la febbre di te più non mi porta” nell’edizione del 1947 del “Diario d’Algeria” sono collocate nella sezione ‘Ma se tu manchi’, posta a sigillo della raccolta; nella stampa del 1965 sono invece incluse nella parte eponima del libro. Dopo aver proceduto a un’analisi dei due testi, il contributo tenta di cogliere i motivi che condussero l’autore alla diversa collocazione, tenendo altresì conto di un suo iniziale (e privato) disegno, secondo il quale le due poesie avrebbero potuto costituire le prime due parti di un trittico, costituito da “Se la febbre di te più non mi porta”, “Troppo il tempo ha tardato” e “Pin-up girl”.

Lingua: Italiano
Pag. 17-32
Etichette: Commento, Italianistica, Letteratura, Novecento, Poesia, Poesia lirica, Seconda guerra mondiale, Sereni Vittorio, Troppo il tempo ha tardato, Se la febbre di te più non mi porta, Diario d’Algeria,

Autore/i articolo: GIUSEPPE SANDRINI
Titolo articolo: “Il grande amico”: Sereni e Alain-Fournier

La lirica di Sereni “Il grande amico” (1958) è qui studiata a partire dalle sue relazioni con il romanzo “Le Grand Meaulnes” di Alain-Fournier, tradotto in italiano da Mondadori nel 1933 appunto col titolo “Il grande amico”. Vengono messe in luce da un lato la lunga e finora poco indagata fedeltà di Sereni al proprio culto giovanile di Alain-Fournier (che tocca non solo il romanzo ma anche certe pagine della “Correspondance” con Jacques Rivière) e dall’altro le coincidenze tematiche tra il testo della poesia e il capitolo del “Grand Meaulnes” che sembra aver suggerito la doppia, emblematica figura dello ‘scolaro’ e del ‘soldato’.

Lingua: Italiano
Pag. 33-47
Etichette: Italianistica, Letteratura, Lettura, Novecento, Poesia, Poesia lirica, Alain-Fournier, Sereni Vittorio, Il grande amico, Gli strumenti umani,

Autore/i articolo: RODOLFO ZUCCO
Titolo articolo: Promemoria da una lezione su “Gli amici”

Analizzata nella stesura definitiva de “Gli strumenti umani” e attraverso l’apparato variantistico, “Gli amici” è una poesia che offre notevoli spunti di riflessione critica: il sostrato dantesco, le allusioni al film di Bergman “Il settimo sigillo”, l’influenza della Bibbia su alcune scelte lessicali, le peculiari scelte sintattiche e interpuntive, le implicazioni dell’assetto metrico, ritmico e para-anagrammatico. Chiude una riflessione sull’ordinamento delle carte con gli abbozzi della poesia conservate presso il Fondo Manoscritti di autori moderni e contemporanei di Pavia.

Lingua: Italiano
Pag. 49-60
Etichette: Archivio letterario, Cinema, Filologia, Italianistica, Letteratura, Lettura, Novecento, Poesia, Poesia lirica, Sereni Vittorio, Bergman Ingmar, Gli amici, Gli strumenti umani,

Autore/i articolo: MASSIMO NATALE
Titolo articolo: “Il muro” di Sereni: una lettura

L’articolo intende offrire una lettura de “Il muro” analizzandone il profilo stilistico e tematico, mettendo il testo in relazione con altri momenti significativi della poesia di Sereni – per esempio da “Frontiera” – e con alcuni riscontri intertestuali importanti per la sua elaborazione (da Montale, Sbarbaro, ecc.). Imperniato su una sorta di generale principio della ripetizione e sull’unione fertile fra memoria letteraria e esperienza del soggetto, “Il muro” si mostra centrale nel percorso sereniano per il riproporsi del tema classico dell’apparizione del defunto, qui nelle forme dell’incontro fra pater e puer: una ‘scena primaria’ che viene ricondotta al modello di Rilke, Dante e Baudelaire, fino alla ridefinizione della funzione paterna come figura di ‘senso’, ben oltre i confini del meccanismo edipico freudiano.

Lingua: Italiano
Pag. 61-88
Etichette: Intertestualità, Italianistica, Letteratura, Lettura, Novecento, Poesia, Poesia lirica, Sereni Vittorio, Il muro, Gli strumenti umani,

Autore/i articolo: MARTINA TARASCO
Titolo articolo: “Un posto di vacanza” di Vittorio Sereni

Il contributo è un’introduzione alla lettura di “Un posto di vacanza” di Vittorio Sereni, “poesia in sette parti” elaborata per quasi un quindicennio, dalla metà degli anni Cinquanta ai primi anni Settanta, e inserita poi, in modo significativo, al centro della quarta ed ultima raccolta dell’autore, “Stella variabile”. La poesia raccoglie i temi e gli stilemi tipici delle opere precedenti, in particolare de “Gli strumenti umani”: in qualche modo, la lettura di “Un posto di vacanza” permette di riattraversare l’intera produzione sereniana. Partendo da agganci precisi al testo, dal titolo alla sua conclusione, si propone un’indagine su alcuni temi e nuclei di riflessione strutturali, che tornano di continuo e si evolvono di sezione in sezione.

Lingua: Italiano
Pag. 89-123
Etichette: Italianistica, Letteratura, Lettura, Novecento, Poesia, Poesia lirica, Sereni Vittorio, Un posto di vacanza, Stella variabile,

Autore/i articolo: LUCA BRAGAJA
Titolo articolo: Il sogno di un sogno: “La malattia dell’olmo” di Vittorio Sereni

“La malattia dell’olmo”, dall’ultima sezione di “Stella variabile”, si apre come narrazione realistica di una passeggiata serale verso un fiume che attraversa una città, sul finire di un’estate. Sulla riva un olmo perde foglie dai colori vivaci come quelli di petali di fiori sconosciuti. E il paesaggio urbano si rivela essere il fondale di un sogno, nel quale l’io narrante, coinvolto nella vicenda dell’albero malato, assiste alla metamorfosi dell’immagine iniziale in altre entità. Il nume incerto di una stella viene invocato come guida, ma dalle luci del fiume un ‘atomo ronzante’ ferisce l’io, finché appare al suo fianco una misteriosa figura femminile, che non può guarire la ferita della memoria ma alla quale egli si abbandona cadendo con lei in un secondo sogno. Sotto la superficie della scena onirica intuiamo una dimensione sprofondata, e le presenze cangianti che ne sono emerse ci riconducono, come seguendo le radici invisibili della memoria poetica, all’incrocio del percorso figurale delle ‘sostanze’ o ‘materie prime’ dell’autore con le voci di una lunga tradizione – da Virgilio e Ovidio a Dante e Montale, a Valéry e Char… – divenute così la sua propria voce.

Lingua: Italiano
Pag. 125-162
Etichette: Intertestualità, Italianistica, Letteratura, Lettura, Novecento, Poesia, Poesia lirica, Sogno, Sereni Vittorio, La malattia dell’olmo, Stella variabile,

Autore/i articolo: LAURA BARILE
Titolo articolo: Polifonia e poesia: il ‘palpito contrario’ che risale dal fondo nel “Sabato tedesco” di Vittorio Sereni

Lo scritto tenta una descrizione-decifrazione della complessità del “Sabato tedesco” con l’aiuto di forme desunte dalla prassi musicale della polifonia e del contrappunto. Nel “contrappunto romanzesco” che caratterizza il romanzo moderno convivono varie linee: filosofia, saggio, poesia, lettere, si intrecciano e si integrano in un’unica musica polifonica. Abbiamo cercato di enucleare e seguire i vari gruppi tematici a partire dalla loro esposizione, nel loro sviluppo e intreccio, nonché nella loro interazione con gli scritti coevi di Sereni.

Lingua: Italiano
Pag. 165-186
Etichette: Italianistica, Letteratura, Lettura, Novecento, Poesia, Poesia lirica, Sereni Vittorio, Il sabato tedesco,

Autore/i articolo: LUIGI SURDICH
Titolo articolo: Lettura di “Un tardo colloquio”: immagine e memoria di Vittorio Sereni in una poesia di Giovanni Giudici

In occasione di un convegno tenutosi a Luino nel maggio del 1991, il poeta Giovanni Giudici legge una poesia, “Un tardo colloquio”, che entrerà a far parte della raccolta dello stesso Giudici, “Quanto spera di campare Giovanni” (1993) e che consiste nell’espressione del rammarico di Giudici per una amicizia, quella fra lui e Sereni, attraversata da incomprensioni ed equivoci. L’articolo, dopo aver delineato alcuni aspetti di questo incontro e di questa amicizia, utilizzando la corrispondenza epistolare e altri documenti, analizza la poesia “Un tardo colloquio”, prestando attenzione sia agli aspetti stilistici, metrici, strutturali, sia a quelli contenutistici. La lettura del testo consente di mettere in evidenza come Giudici non si fermi al puro dato di cronaca e non affidi alla poesia il resoconto di vicende personali e private, ma intenda mettere in risalto la prerogativa specifica dell’esercizio della poesia che è quella di recuperare, al di là di quanto è effimero e contingente, temi e problematiche di più significativo rilievo: l’avvertenza del tempo, la tensione tra realtà quotidiana e assoluto, la tenace forza di persistenza garantita dalla poesia.

Lingua: Italiano
Pag. 187-223
Etichette: Cronaca, Epistolario, Intertestualità, Italianistica, Letteratura, Lettura, Novecento, Poesia, Poesia lirica, Giudici Giovanni, Sereni Vittorio, Un tardo colloquio, Quanto spera di campare Giovanni,