Paragone | 2009 | N. 81-82-83

L’articolo costituisce una introduzione alla nuova edizione delle “Rime” di Dante, che sarà pubblicate nel 2010 nei Meridiani Mondadori, a cura dall’autore del contributo. Questi illustra le scelte metodologiche adottate nel lavoro, orientate non tanto in direzione dell’ordinamento cronologico dei testi, quanto soprattutto della loro comprensione letterale e quindi della loro parafrasi. Particolare attenzione è stata posta da una parte alla relazione che Dante intrattiene con i generi poetici tradizionali e con i precedenti ‘clichés’ retorici e argomentativi, dall’altra alla sua cultura extra-letteraria, necessaria per comprendere appieno l’opera poetica dantesca.

Il testo costituisce l’introduzione del poeta americano R. Lowell (1917-1977) al ‘poetry reading’ in onore di Ungaretti svolto nell’auditorium del Guggenheim Museum il 30 aprile 1964. Viene proposta la traduzione di Lowell della poesia “Folli i miei passi” (“Senseless my steps”). Segue una nota esplicativa, in italiano, di Francesco Rognoni.

L’A., traduttore americano di Eugenio Montale, presenta la traduzione inglese della poesia di Giacomo Leopardi. Con una breve nota biografica di Galassi, in italiano, di Francesco Rognoni.

Scritto inedito ed evidentemente non definitivo, analizza il linguaggio di Greta Garbo, la sua ‘grammatica’ espressiva. L’autore propone la definizione di ‘meta-attrice’, evidenziando come la Garbo non recitasse una parte, e neanche se stessa, ma ‘la propria dannazione a esistere solo in una vita immaginaria’.

L’autore racconta come è nato il suo film “Noi credevamo”, ispirato all’omonimo romanzo risorgimentale di Anna Banti, che affronta il tema della cospirazione politica nell’Ottocento italiano. Dal lavoro di indagine storica emergono alcuni episodi di terrorismo “ante litteram”: l’episodio di Felice Orsini, che tentò di assassinare nel 1859 l’imperatore Napoleone III a Parigi, colpendo volutamente parecchie decine di vittime innocenti; oppure il progetto (mai realizzato) di Francesco Crispi, quando era un cospiratore mazziniano, di far esplodere e crollare Notre-Dame durante il battesimo del figlio di Napoleone III. Emerge infine il ruolo fondamentale di quello straordinario esperimento politico che fu la Repubblica romana.

Il cinema, secondo la scrittrice, a partire da “Il posto delle fragole” (1957) di Ingmar Bergman fino a “Gran Torino” (2008) di Clint Eastwood, è un luogo dove l’impalpabile evanescenza delle immagini che scorrono sullo schermo dà sangue e carne a persone che in realtà non esistono, con una forza dirompente.

L’A. ripercorre il percorso artistico del regista francese Jacques Demy (1931-1990), a partire dai primi film, in cui la sua ispirazione e la sintonia con il pubblico sembravano assolute, poi quando, all’inizio degli anni ’70, viene meno il successo e l’apprezzamento del pubblico. Abbandonando il terreno a lui più congeniale delle memorie dell’infanzia, il regista affronta i temi delle convenzioni sociali come fonte di corruzione, o dell’indignazione politica di fronte alla realtà. Quando poi, con il film “Une chambre en ville” (1982), Demy riprende i temi dell’infanzia e torna alla sua migliore ispirazione, mancherà comunque il riconoscimento da parte del pubblico, nonostante i giudizi positivi della critica.

A partire dal volume di Catherine Deneuve e Patrick Modiano, “Elle s’appelait Françoise…”, pubblicato in Francia nel 1996 da Canal + editions e mai tradotto in italiano, l’A. ricorda la figura dell’attrice francese Françoise Dorléac (1942-1967), sorella quasi coetanea della Deneuve, morta prematuramente in un incidente d’auto a venticinque anni. Il volume, che contiene tra l’altro il ricordi di Truffaut e una ricca raccolta di foto, racconta la figura di un’attrice certo molto bella e dalla straordinaria ricchezza interiore, ma anche inquieta e piena di paure.

Ricordo del regista M. Bava (1914-1980), scritto da un’attrice che fu protagonista di alcuni suoi film. Il cinema di Bava, inizialmente poco apprezzato dalla critica ma oggi ampiamente rivalutato, ha spaziato tra diversi generi: horror, fantastico, fantascienza, thriller, ma anche western, commedia e mitologia.

L’A. ripercorre la carriera dell’attore americano V. Price (1911-1993), a partire dai brillanti inizi, quando, nonostante l’indubbia bravura, gli fu difficile trovare un ruolo preciso, fino a quando a metà degli anni Cinquanta divenne icona del film ‘horror’, con una grande capacità di giocare con le sfumature e di inserire elementi di parodia.

Breve nota sul film di Daniele Ciprì e Franco Maresco, che l’A. giudica un capolavoro del genere grottesco, per le imprevedibili associazioni di immagini, spesso di stampo surrealista, e la straordinaria e inaspettata fisicità. La nota è corredata di un disegno dell’A.

L’A. analizza il volume di A. Bertolucci, “Riflessi da un paradiso: scritti sul cinema”, a cura di Gabriella Palli Baroni (Bergamo: Moretti & Vitali, 2009), che raccoglie gli articoli di critica cinematografica del regista pubblicati tra il 1945 e il 1951 sulla “Gazzetta di Parma” e negli anni 1952-’53 sul “Giovedì”. Si tratta di pezzi brevi o brevissimi, che descrivono centinaia di film con un linguaggio esatto e affabile.

Con il successo del cinema, all’inizio del Novecento vengono pubblicati molti romanzi, racconti, commedie, poesie di argomento cinematografico (per esempio in opere di Pirandello, Gozzano, Tozzi, Rosso di San Secondo, ma anche in scrittori futuristi come quelli di Cangiullo, Meriano, Corra). L’A. sottolinea come il cinema di quegli anni tenda a rappresentare l’intera modernità, come le sue inquietudini e i suoi entusasmi, in particolare attraverso due nuclei di interesse: il cinema come fenomeno sociale e il cinema come emblema della condizione dell’uomo nella moderna società industriale.

L’intervista a J. P. Goude, artista multiforme, illustratore, fotografo e regista di film pubblicitari, fatta in occasione dell’uscita di un lungometraggio (“Mon coeur qui bat”, dedicato al rapporto del regista con la danza), indaga la sua attività artistica con particolare riferimento allo straordinario successo dello spettacolo celebrativo dei duecento anni della Rivoluzione francese, messo in scena nel 1989 su richiesta dell’allora presidente Mitterand e del ministro della cultura Jacques Lang.

Lo scambio di lettere dei due studiosi e il confronto tra le loro assai lontane interpretazioni del pensiero leopardiano: da una parte Timpanaro, che non accettando la tesi luporiniana del progressismo politico di Leopardi, rivendica invece quella del suo progressismo scientifico e ne indaga i rapporti ideali con l’opera di Marx; dall’altra Rigoni, che propone un’originale interpretazione in termini di antiprogressismo e antirazionalismo radicale del poeta. Con una nota introduttiva di Alberto Rodighiero.

Si pubblica una selezione delle poesie scritte nel 2006, una al giorno, mentre il poeta aspettava la morte del padre, e confluite poi nel volume “La vita nuova”.

Testo narrativo.

Nonostante la sua dedizione totale allo studio del violino, G. Caproni non riuscirà, a causa del tremore della mano provocato da ragioni emotive, a diventare un violinista. Tuttavia la musica svolge, nella sua poesia, una precisa funzione di espressione pura del sentimento, senza la mediazione delle parole. L’A. individua e analizza i riferimenti musicali nell’opera del poeta.

A partire dal saggio “Poesia non poesia” (Torino: Einaudi, 2008), L’A. analizza l’approccio critico di Alfonso Berardinelli di fronte alla poesia italiana contemporanea, e in particolare la sua critica nei confronti delle manchevolezza della classe docente, che considera culturalmente arretrata, rifugiata nella tradizione letteraria e non in grado di proporre agli studenti la poesia contemporanea.

L’autobiografia di Mario Praz, “La casa della vita”, e il suo saggio “Filosofia dell’arredamento”, insieme ai testi precedenti che ne costituiscono l’origine, offrono un’accurata descrizione degli arredi e della casa-museo di Praz. L’A. confronta il suo gusto e la sua maniera di vivere il collezionismo anche in relazione con “La maison d’un artiste” di Edmond de Goncourt.