P.I.S.A.N.A. | 2020 | N. 2

Anno 2020 – N. 2
A cura di Elsa Chaarani

Autore/i articolo: Marinella Colummi Camerino
Titolo articolo: Per Cesare De Michelis

Omaggio a Cesare De Michelis

Lingua: Italiano
Pag. 9-12
Etichette:

Autore/i articolo: Elsa Chaarani
Titolo articolo: Introduzione

Introduzione al fascicolo e presentazione del contenuto

Lingua: Francese
Pag. 13-16
Etichette: Analisi metrica, Figura letteraria, Intertestualità, Letteratura italiana, Letteratura popolare, Metrica, Poesia, Popolo, Racconto popolare, Romanzo, Storia della letteratura, Umorismo, XIX secolo, Carlo Tenca, Giacomo Leopardi, Ippolito Nievo, Pietro Metastasio,

Autore/i articolo: Ugo M. Olivieri
Titolo articolo: Apologia della Pisana

Ugo Olivieri studia Pisana seguendo la pista degli amori di Pisana e di Carlo Altoviti e mostra come Pisana rappresenti un’eccezione fra le protagoniste dei romanzi ottocenteschi. Si sofferma sui brani in cui, nei dialoghi, la voce della protagonista si fa sentire senza l’intermediazione della narrazione in prima persona dell’ottuagenario. Il commento di alcuni passi del romanzo apre ampie prospettive poiché individua interessanti piste intertestuali e mette in rilievo l’intreccio tra la storia individuale e la storia collettiva.

Lingua: Italiano
Pag. 19-32
Etichette: Donne, Educazione femminile, Figura letteraria, Intertestualità, Letteratura francese, XIX secolo, XVIII secolo, Ippolito Nievo, Jean-Jacques Rousseau, Stendhal, De l'amour, Julie ou La nouvelle Héloïse, Le confessioni di un italiano,

Autore/i articolo: Marina Marcolino
Titolo articolo: “Altro che stupida !” : un personaggio complesso e incompreso, Clara di Fratta

Il saggio offre un’analisi approfondita di un personaggio delle Confessioni d’un Italiano poco indagato dalla critica nieviana, e perlopiù incompreso, la contessina Clara, sorella della protagonista femminile Pisana. Ribaltando i giudizi riduttivi che hanno costretto questo personaggio dentro stereotipi letterari, i risultati dell’indagine conducono a valorizzarlo quale figura importante per l’interpretazione dell’intero romanzo. Punto di partenza per tale rilettura è un episodio narrato nel cap. VII, in cui la primogenita dei feudatari di Fratta affronta uno scontro dialettico con un gesuita, padre Pendola, esperto di raggiri e collaboratore degli inquisitori di stato veneziani, da cui esce sorprendentemente vincitrice. Il vero tema della disputa è la libertà di coscienza. Clara rifiuta di accettare una condizione di doppiezza morale, per fedeltà alla sua coscienza, che considera dovere ineludibile di un cristiano, in contrasto con l’insinuante e capzioso ragionamento del prete. Clara è una fervida credente, a differenza di Pisana, perciò la sua ribellione mette in discussione la visione cattolica tradizionale della donna sottomessa, silenziosa, obbediente all’autorità paterna e religiosa. Grazie a un’attenta analisi narrativa e intertestuale (riferimenti a Manzoni, Dante, Ariosto e all’agiografia di Francesco e Chiara d’Assisi) il saggio dimostra che in gioco è l’asse portante dell’intero romanzo: la questione morale della formazione della coscienza personale, una formazione prepolitica e propedeutica alla formazione della coscienza nazionale. È molto rilevante che Nievo per raffigurare il meglio del cattolicesimo scelga due rappresentanti laici, due figure deboli, un servo e una giovane donna. In Martino e Clara si realizza il rovesciamento biblico su cui Auerbach ha scritto pagine memorabili: il sublime incarnato nelle figure degli umili. Con la figura di Clara Nievo ha voluto rappresentare un cristianesimo ideale, tradito dal cattolicesimo storico, verso il quale provava attrazione. In quest’ottica la parabola del personaggio, con l’involuzione subita dopo l’entrata in convento, assume un valore paradigmatico. La fede di Clara adolescente e del vecchio Martino possiede un potenziale trasformativo e assume valore pedagogico nell’opera di costruzione della coscienza che Nievo considera indispensabile perché davvero si realizzi il rinnovamento della nazione. È un ideale di cristianesimo “rivoluzionario” perché crede nel senso del dovere, nella libertà di coscienza e nella fraternità, estesa, nel caso di Clara, anche agli animali, in sintonia con la spiritualità francescana.

Lingua: Italiano
Pag. 33-98
Etichette: Cattolicesimo, Donne, Educazione femminile, Figura letteraria, Francescanesimo, Intertestualità, Letteratura italiana, XIX secolo, Alessandro Manzoni, Ippolito Nievo, I promessi sposi, Le confessioni di un italiano,

Autore/i articolo: Michele Carini
Titolo articolo: Le presentazioni di Monsignor Orlando e del Capitano Sandracca nel capitolo primo delle Confessioni

L’articolo è dedicato all’analisi delle strategie retorico-discorsive dell’umorismo nieviano nella presentazione di due personaggi «minori» delle Confessioni d’un Italiano. S’intende mostrare come, attraverso questi personaggi, Nievo affronti temi cruciali quali l’educazione o il valore militare nel contesto della decadenza dell’ancien régime nei lembi periferici della Repubblica di Venezia, alla fine del XVIII secolo, e come stabilisca anche una sorta di registro scherzoso e giocoso, i cui accenti si possono sentire nella voce del narratore Carlo, mentre adotta posture umoristiche di diversa intensità.

Lingua: Italiano
Pag. 99-120
Etichette: Figura letteraria, Grottesco, Romanzo, Satira, Umorismo, XIX secolo, Ippolito Nievo, Le confessioni di un italiano,

Autore/i articolo: Simone Casini
Titolo articolo: “Il battesimo del ‘Crepuscolo'”, ovvero i severi giudizi di Tenca. A proposito delle “Recenti poesie italiane (1854-1858)

Il saggio analizza per la prima volta uno dei più importanti contributi di critica letteraria ottocentesca sulla poesia lirica contemporanea: quella rassegna di poesia italiana contemporanea che Carlo Tenca (1816-1883) venne svolgendo in una lunga serie di lunghi articoli dal titolo di rubrica “Recenti poesie italiane”, pubblicati sul “Crepuscolo” (il settimanale da lui diretto) in ventuno puntate, dal 2 luglio 1854 al 7 febbraio 1858, nei quali pressoché l’intera produzione poetica di quegli anni, più di cinquanta volumi, viene passata sistematicamente al suo vaglio. Poeti esordienti e poeti maturi attendevano con trepidazione il giudizio, talora feroce ma sempre attento, argomentato, analitico, del critico milanese. Un vero e proprio battesimo, «il battesimo del Crepuscolo», lo definisce umoristicamente Nievo che fu uno dei poeti recensiti. Sulla base della critica tenchiana otto-novecentesca (Massarani, Baldacci, Balduino, Berardi, Cottignoli, Colummi Camerino, Maffei ecc.) vengono ricostruiti, i criteri e gli obiettivi letterari e civili che Tenca si pone nelle sue analisi, e oltre a un indice completo dei contributi, vengono analizzati molti dei suoi giudizi, su poeti maggiori e minori. Viene anche focalizzata l’opposizione tra modelli poetici dominanti del periodo preunitario (Prati vs Giusti), come criterio di giudizio.

Lingua: Italiano
Pag. 121-148
Etichette: Letteratura italiana, Poesia, Storia della letteratura, XIX secolo, Carlo Tenca, Ippolito Nievo, Versi (1854),

Autore/i articolo: Maurizio Capone
Titolo articolo: Appunti su popolo, populismo e nazione in Ippolito Nievo

Diffidando a buon diritto delle attuali attribuzioni del termine «populismo», ai fini di questo studio l’autore si affida principalmente alla prospettiva storico-critica inaugurata da Asor Rosa nel capitale volume Scrittori e popolo, in cui si ritiene legittimo l’uso del termine populismo quando il discorso letterario sussume presuppone una valutazione positiva del popolo. Poi, C. tesse una ragionata rassegna di citazioni del corpus nievano, escluse le Confessioni, che certifica l’interesse verso il popolo contadino, l’analisi delle sue ardue condizioni e delle sue qualità ritenute innate e incorrotte, comprovando il «sincero e realistico populismo rurale» di Nievo. Da ultimo, in coerenza con le tesi espresse da Nievo nel pamphlet Rivoluzione politica e rivoluzione nazionale, C. illustra come l’ideologia populista si riverberi nelle Confessioni, in cui l’identificazione dell’intero popolo (non più solo rurale) con l’anima della nazione diventa conditio sine qua non per unificare davvero l’Italia mediante una rivoluzione autenticamente nazionale piuttosto che mero frutto di scelte politiche e diplomatiche calate dall’alto.

Lingua: Italiano
Pag. 149-174
Etichette: Letteratura popolare, Novella, Popolo, Racconto, Racconto popolare, Realismo, XIX secolo, Ippolito Nievo, La nostra famiglia di campagna, Novelliere campagnuolo, Friuli, Mantovano

Autore/i articolo: Sara Cerneaz
Titolo articolo: La Canzone libera in Nievo. Tra Leopardi e Metastasio.

Le canzoni libere di Nievo sono concentrate, secondo un recente lavoro di Alessandra Zangrandi intitolato Osservazioni sulla metrica di Ippolito Nievo (“Stilistica e metrica italiana”, n. 19, 2019) in due zone definite della sua opera in versi: nel poema polimetro Poesia d’un’anima (Versi, 1855) e nella sezione della Lucciole (1858) intitolata Fiori camperecci. Infatti Zangrandi analizza la ricerca da parte di Nievo di forme strofiche più moderne, ricerca che non si trova ad esempio in Fusinato, Giusti e Tommaseo. Il presente articolo, partendo dalla scelta delle canzoni libere nieviane effettuata da Alessandra Zangrandi, indaga temi e stilemi di questa forma, per contestualizzare tale scelta metrica e rintracciare più precisamente i rapporti di Nievo poeta con Leopardi e la tradizione del recitativo metastasiano.

Pag. 175-190
Etichette: Analisi metrica, Canzone, Metrica, Poesia, XIX secolo, Giacomo Leopardi, Ippolito Nievo, Pietro Metastasio, Le Lucciole, Versi (1855),