Le riviste sostenitrici
Otto / Novecento | 2015 | N. 2
Anno 2015 – Annata: XXXIX – N. 2 Mese: Maggio / Agosto
A cura di Paolo Senna
Titolo articolo: Su Andrea Mustoxidi epistolografo (con una lettera inedita a Vincenzo Monti e un’altra a Mario Pieri)
Il saggio analizza la figura del letterato greco Andrea Mustoxidi, amico di Vincenzo Monti e collaboratore alla traduzione di quest’ultimo dell'”Iliade”. Attraverso l’analisi dei carteggi intercorsi tra i due, Scardicchio ricostruisce una fitta trama di relazioni culturali italo-greche e di sodalizi letterari che coinvolsero, oltre a Monti, Mario Pieri, nativo di Corfù come Mustoxidi, e Melchiorre Cesarotti, del quale Pieri era allievo a Padova, nel complesso periodo storico compreso tra l’età napoleonica e l’inizio dell’esperienza risorgimentale.
Lingua: ItalianoPag. 5-18
Etichette: Monti Vincenzo, Mustodixi Andrea, Pieri Mario, Cesarotti Melchiorre, Epistolario, Carteggio, Ottocento, Iliade,
Titolo articolo: Contributo alla biografia di Francesco D’Ovidio (1849-1925)
L’autore ricostruisce la figura del letterato molisano Francesco d’Ovidio, a partire dai suoi anni da studente presso la Scuola Normale di Pisa e dal suo rapporto contraddittorio con i vari studiosi che vi esercitavano la docenza, in primis Alessandro D’Ancona. Personaggio dal carattere non facile, si attirò spesso inimicizie e avversioni da parte di grandi letterati, quali Carducci, che fu inizialmente contrario all’affidamento a D’Ovidio di un incarico presso l’Ateneo bolognese. La sua vicenda umana e professionale si inserisce nel fecondo e complesso periodo in cui nel nostro Paese si assistette alla creazione delle cattedre di lingue neolatine e di filologia romanza, per le quali D’Ovidio combatté insieme ad altri docenti affinché non rimanessero insegnamenti facoltativi e secondari.
Lingua: ItalianoPag. 19-53
Etichette: D’Ovidio Francesco, D’Ancona Alessandro, Carducci Giosuè, Ottocento, Biografia, Filologia romanza, Lingue neolatine,
Titolo articolo: La tentazione del teatro. Lettere inedite di Edoardo Calandra a Federico De Roberto (1899-1901)
All’interno dell’epistolario di Federico De Roberto, conservato a Catania, presso la Biblioteca Regionale Universitaria, sono conservate alcune lettere inedite inviate allo scrittore siciliano da Ernesto Calandra. Le missive sono circoscritte al periodo compreso tra il 1899 e il 1901, quando De Roberto si trovava nel capoluogo lombardo ed era collaboratore del “Corriere della Sera”. Nel momento in cui i due scrittori entrano in contatto, favoriti da un ambiente di conoscenze comuni, quali Lopez, Verga e soprattutto Giacosa, Calandra si trova al termine della sua esperienza di scrittore teatrale, non del tutto soddisfacente, mentre De Roberto si sta accingendo ad intraprendere il suo percorso di autore per il teatro, altrettanto deludente. Il carteggio mostra le problematiche e le difficoltà incontrate da De Roberto nella stesura e nell’allestimento delle sue opere sceniche.
Lingua: ItalianoPag. 55-84
Etichette: De Roberto Federico, Calandra Ernesto, Corriere della sera, Lopez Sabatino, Verga Giovanni, Giacosa Giuseppe, Teatro, Ottocento, Carteggio, Epistolario,
Titolo articolo: Per un dibattito sulla radio (1929-1934): “L’Antenna”, un periodico tra tecnica, letteratura e società
La rivista “L’antenna. Quindicinale illustrato dei radio-amatori italiani” iniziò le pubblicazioni nel dicembre del 1929 e si occupò per circa cinquant’anni di storia della radio, di radiofonia e dei programmi radiofonici. I primi anni di pubblicazione (1929-1934) risultano molto interessanti anche dal punto di vista letterario poiché il periodico ospitò testi di Augusto Guido Bianchi, Arnaldo Ginna, Enzo Ferrieri, Ettore Fabietti. Indisse inoltre un referendum sulla radio presso gli scrittori italiani, al quale parteciparono una trentina di letterati tra i quali Paolo Buzzi, Ettore Cozzani, Diego Valeri, in anticipo di un paio d’anni sulla celebre indagine sulla radio condotta dallo stesso Ferrieri sulle pagine del “Convegno”. I testi, ignoti alla bibliografia e alla storiografia letteraria, consentono così di retrodatare di un biennio l’inizio del rapporto tra scrittori e il nuovo mezzo di comunicazione.
Lingua: ItalianoPag. 85-110
Etichette: Antenna, Radio, Novecento, Bianchi Icilio, Ferrieri Enzo, Ginna Arnaldo, Fabietti Ettore, Buzzi Paolo, Valeri Diego, Cozzani Ettore, Convegno, Rivista, Comunicazione,
Titolo articolo: Terre di Lombardia. Materiali per il romanzo storico “non scritto” da Antonia Pozzi
Il saggio mira a ricostruire i tentativi di scrittura in prosa di Antonia Pozzi, a partire dalla stesura dei diari e dagli esperimenti di traduzione. Ma è l’idea di un grande romanzo storico ad attrarre la poetessa, già a partire dal 1937. Il progetto, di natura biografica, “si articola da subito in base a una discendenza matrilineare” e ha il suo punto focale nella figura della nonna della poetessa, Maria Gramignola, discendente di Tommaso Grossi e figura cardine della “storia della nostra pianura” che la Pozzi intendeva affrontare. Dalla Torre segue le evoluzioni di questa ‘idea’ di romanzo nell’epistolario intrattenuto tra la Pozzi e la nonna “Nena” (come era affettuosamente chiamata in famiglia), che sebbene non diede esito poteva catalizzare quell’esigenza di trovare, attraverso il recupero delle proprie origini, un mondo femminile differente da quello che la cultura italiana degli anni Trenta stava invece affermando.
Lingua: ItalianoPag. 111-128
Etichette: Pozzi Antonia, Traduzione, Novecento, Romanzo, Prosa, Gramignola Maria,
Titolo articolo: L’enigmatica statua sottotitolata “Estate” del giardino di “Villa Vecchiona”, dimora delle estati monterossine di Anna Degli Uberti, e quella, vivente, dell’“Annetta” di Eugenio Montale (con un’appendice fotografica)
Il saggio offre un’esegesi minuziosa della lirica “Flussi”, accolta negli “Ossi di seppia”, a partire dal riscontro con la precisa geografia del “microcosmo monterossino di Fegina”. Nelle proprietà della famiglia Montale, e precisamente nel giardino della “Villa Vecchiona”, era realmente presente una “statua dell’Estate”, denominata “dea” e collocata su di un “poggio”, proprio come indicato nella poesia. In “Annetta”, Montale fa di Anna Degli Uberti una statua vivente, modellata dal poeta, novello pigmalione. Attraverso l’analisi di intertestualità che si appuntano su testi classici (in particolare di stampo ovidiano che ne accentuano il carattere di ‘metamorfosi’ in chiave poetica), Annetta nel suo passaggio da figura reale a personaggio viene ad assumere “una connotazione manifestamente paganeggiante: in ‘L’estate’ è assimilata ad Aretusa e in ‘Annetta’ è Dafne”, due figure che riflettono la valenza strettamente mitologica che soggiace all’elaborazione montaliana nel trasformare Anna in una figura polivalente e liricamente ‘allucinata’ (il vocabolo venne usato da Cecchi proprio per caratterizzare questa tipicità degli “Ossi”).
Lingua: ItalianoPag. 129-162
Etichette: Montale Eugenio, Novecento, Poesia, Ossi di seppia, Flussi, Degli Uberti Anna, Cecchi Emilio, Annetta, L’estate, Metamorfosi, Poesia lirica, Paganesimo,
Titolo articolo: Fisionomia del versoliberismo corazziniano
L’articolo, che mette a frutto il lavoro condotto per la tesi di dottorato dell’autore, offre una disamina del verso libero di Corazzini, attraverso una puntuale analisi dei valori sillabici, accentuativi, vocalici e quantitativi. La produzione versoliberistica corazziniana, con l’eccezione di “Desolazione”, appare “costituita da una polimetria di versi tradizionali disposti liberamente, che danno spesso luogo ad anisosillabismo o anisoritmia”. I caratteri rilevati dipendono da “una vera e propria strategia metrica” che mira all’innovazione del verso trattenendo gli sperimentalismi eccessivi, cercando “un compromesso metrico attraverso la polimetria”. Una polimetria che va nel segno opposto della musicalità dannunziana, contrapponendo all’autore dell'”Alcyone” una vera e propria “antimusicalità”: un “vitalismo metrico” contraltare del “patetismo semantico” che caratterizza l’opera di Corazzini.
Lingua: ItalianoPag. 165-178
Etichette: Corazzini Sergio, Crepuscolarismo, Metrica, Novecento, D’Annunzio Gabriele, Musica, Verso libero,
Titolo articolo: Le “parole in libertà” di Luciano Folgore e i Manifesti di Marinetti: primi appunti su un sistema figurativo
L’articolo propone un raffronto tra il sistema figurativo di Folgore e quello dei Manifesti marinettiani. Già nel nome, Luciano Folgore esprime un “meccanismo metaforico” che riflette da un lato le immagini più ispirate della modernità futurista e, dall’altro, un radicale “isomorfismo semantico” tra i due termini che lo compongono: un nuovo nome su base analogica che abolisce programmaticamente l’io, proprio come richiesto da Marinetti. Anche le metafore impiegate da Folgore tendono a realizzare i punti dei manifesti marinettiani nella capacità, in particolare, di introdurre nella letteratura il dinamismo degli oggetti attraverso immagini continuate; e allo stesso modo i testi folgoriani si fanno permeabili ai topoi meccanici della mitologia futurista nel tentativo di rinnovare il linguaggio poetico tradizionale.
Lingua: ItalianoPag. 179-193
Etichette: Folgore Luciano, Novecento, Futurismo, Marinetti Filippo Tommaso, Allegoria, Metafora, Manisfesto,
Titolo articolo: La poesia, le “Piccole Patrie”, la Chiesa. Pasolini lettore e traduttore (in friulano) di Tommaseo
Martellini individua in Pasolini un attento lettore di Tommaseo capace di comprendere quel “mito del popolo” che anima l’opera dello scrittore di natali dalmati e che si ritrova anche in molte pagine pasoliniane. Una ‘mitologia’ che porta con sé il senso di solennità e la sublime semplicità di stampo biblico “che traspaiono dal mondo umano, religioso e poetico ad entrambi congeniale”. L’esaltazione della poesia popolare, dei suoi sentimenti genuini e dei suoi contenuti collettivi sono elementi che accomunano i due scrittori e che Pasolini sa trasfondere nella realizzazione della sua traduzione in friulano dei testi di Tommaseo, “Alla Dalmazia” e “L’imprecazione”. Martellini individua anche nel tema religioso un ulteriore percorso proveniente proprio da Tommaseo, come appare nell'”Usignolo della Chiesa cattolica”: in questa raccolta confluiscono “le tracce di quel ‘cristianesimo primitivo’, di quella religiosità ‘latente’, di quel Dio più volte invocato e che, legate alla presenza simbolica del male di vivere, della morte ineluttabile, dell’angoscia intima, formavano il magma poetico di una stagione di vita e di letteratura”.
Lingua: ItalianoPag. 195-208
Etichette: Pasolini Pier Paolo, Tommaseo Niccolò, Ottocento, Novecento, Poesia popolare, Cattolicesimo, Poesia religiosa, Traduzione,
Titolo articolo: Il dolore colorato. “Mistero doloroso” di Anna Maria Ortese
Il breve romanzo “Mistero doloroso” di Ortese è la storia intensissima di “un amore adolescente che nasce e che muore”. Minerva ne presenta una sintesi e ne sottolinea i tratti linguistici e stilistici, sottolineando la presenza di un lessico fortemente improntato dalla presenza di Leopardi. In questa chiave, nella protagonista Florì è riconoscibile una traccia della “luminosa giovinezza di Silvia e di Nerina”. E se la Ortese appare affine a Leopardi “per la capacità di sentire il dolore e la bellezza”, se ne distacca per la modalità di sentire il “mistero”: “tremendo” per il Recanatese e invece “doloroso” per la Ortese, per la quale l'”ammirazione” prevale sull'”oppressione”.
Lingua: ItalianoPag. 209-217
Etichette: Ortese Anna Maria, Mistero doloroso, Leopardi Giacomo, Novecento, Racconto, Amore, Desiderio, Solitudine,
Titolo libro/articolo recensito: “Al chiaror delle nevi”. Poeti-traduttori francesi di Giacomo Leopardi a confronto
Edizioni: Milella, Lecce – 2012
Lingua: Italiano
Pag. 221-223
Recensore/i: Raoul Bruni
Etichette: Leopardi Giacomo, Ottocento, Traduzione, Lingua francese, Poesia,