Nuova rivista di letteratura italiana | 2014 | N. 1

Anno 2014 – Annata: XVII – N. 1
A cura di Marina Dattola

Autore/i articolo: MIRKO TAVONI
Titolo articolo: “Convivio” e “De vulgari eloquentia”: Dante esule, filosofo laico e teorico del volgare

Quando Dante scrisse il “Convivio” e il “De vulgari eloquentia” si trovava in una precisa fase della sua esistenza, testimoniata proprio da tali opere, cioè quella di filosofo laico e teorico del volgare. Due linee tematiche, quindi, accomunano i due trattati: la razionalità ricavata della filosofia aristotelica e la nobiltà che doveva ricostituire l’ordine sconvolto dai regimi comunali. Tali opere dovevano essere indirizzate a due tipologie ben definite di pubblico, nobili dei regimi feudali e signorili appenninici e padani nel caso del “Convivio” e filosofi universitari, poeti volgari e maestri dell”ars dictandi’ nel caso del “De vulgari eloquentia”. Grazie a queste considerazioni è possibile ipotizzare che il “Convivio” venne concepito tra 1303-1304 a Verona e che forse a Bologna le due opere vennero scritte per la maggior parte, tra il 1304 e il 1306.

Lingua: Italiano
Pag. 11-54
Etichette: Alighieri Dante, Convivio, De vulgari eloquentia, Biografia, Duecento, Trecento,

Autore/i articolo: GABRIELE BALDASSARI
Titolo articolo: Fiumi e torrenti della tradizione quattrocentesca. Sul capitolo di dubbia attribuzione “Or che la terra di bei fiori è piena”

Giuseppe Fatini, basandosi sul manoscritto Marciano It. XI 66 (6730) (V), ha inserito tra le rime di Ludovico Ariosto il capitolo ternario “Or che la terra di bei fiori è piena”. In realtà, secondo Paola Vecchi Galli, il componimento deve essere attribuito ad Antonio Tebaldeo, come emerge dal manoscritto Western 461 (WB) della Wellcome Library di Londra. Attraverso un’attenta analisi dell’opera sono riscontrabili dei rimandi a Petrarca, Saviozzo, Giusto de’ Conti, Boiardo che rendono “Or che la terra di bei fiori è piena” un tipico esempio di poesia cortigiana. L’intera opera del Tebaldeo si ispira agli stessi modelli, in particolar modo al Boiardo, e questo avvalora la tesi che sia proprio questi l’autore e non l’Ariosto.

Lingua: Italiano
Pag. 55-87
Etichette: Ariosto Ludovico, Tebaldeo Antonio, Boiardo Matteo Maria, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: RAFFAELE RUGGIERO
Titolo articolo: Il “Principe” e la ‘lunga esperienza delle cose moderne’

Sin dalla dedica del “Principe”, Niccolò Machiavelli chiarisce che due sono le fonti per il suo pensiero storico-politico che lo aiutano a comprendere le azioni dei grandi uomini, cioè lo studio del passato attraverso la storia e la lunga esperienza delle cose moderne. L’intervento ripercorre le fasi salienti della seconda cancelleria fiorentina, i rapporti con la Francia di Luigi XII, la Spagna di Ferdinando II, la repubblica di Venezia e l’Impero asburgico, e come questi abbiano influenzato le sue riflessioni e la prassi scrittoria. Lo studio della storia recente permetteva di trarre insegnamenti validi per l’amministrazione dello stato sia per il principe, sia per la figura del segretario che, da quel momento in poi, grazie all’impegno del Machiavelli, divenne fondamentale in molti stati europei.

Lingua: Italiano
Pag. 89-105
Etichette: Machiavelli Niccolò, Principe, Politica, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: ANDREA LAZZARINI
Titolo articolo: Poesia eroicomica e satira poetica: Tassoni, Bracciolini, Marino

Il saggio, prendendo spunto dalla teoria sostenuta da Marziano Guglielminetti, intende dimostrare l’esistenza di spunti satirici nella “Secchia rapita” di Alessandro Tassoni e lo “Scherno degli dèi” di Francesco Bracciolini, poemi eroicomici dove la satira è indirizzata nei confronti della poesia contemporanea. È, inoltre, presente una riflessione sulla problematica interazione con Giovan Battista Marino, per l’ “Adone”, che giunge ad escludere l’idea di una sostanziale comunione di intenti tra il Tassoni e Marino stesso. Quando lo “Scherno” venne pubblicato era riscontrabile nell’opera una vena parodica nei confronti dell'”Adone” che deve aver reso il Marino diffidente nei confronti del nuovo genere letterario e che fa riflettere sulla decisione di affidare proprio al Marino la stampa parigina della “Secchia”.

Lingua: Italiano
Pag. 107-147
Etichette: Tassoni Alessandro, Bracciolini Francesco, Marino Giovan Battista, Stigliani Tommaso, Secchia rapita, Scherno degli dei, Adone, Intertestualità, Cinquecento, Seicento,

Autore/i articolo: CAMILLA DA PRATO
Titolo articolo: Uno sguardo al Montale postumo: “La casa di Olgiate”

Nel 2006 è stata pubblicata una raccolta di inediti montaliani, a cura di Renzo Cremante e Gianfranca Lavezzi, al cui interno è presente anche la lirica “La casa di Olgiate”. Dopo aver individuato i principali nuclei tematici, cioè ‘specchio’, ‘tigre’, ‘cardellino’ e ‘giglio rosso’, l’autrice dell’intervento ha cercato di individuare l’evoluzione che questi hanno avuto nelle opere che Montale decise di far pubblicare nel corso degli anni. Le immagini hanno assunto col tempo significati diversi, ma lo studio ha permesso di conoscere dei nuovi dettagli della vita del poeta ligure, focalizzando l’attenzione sul tema della casa disabitata e dello specchio d’acqua, soggetto di ascendenza simbolista che svolge la funzione di medium per le apparizioni del passato.

Lingua: Italiano
Pag. 149-179
Etichette: Montale Eugenio, La casa di Olgiate, Novecento,

Autore/i articolo: MARCO GRIMALDI
Titolo articolo: Sul “Bonagiunta” di Aldo Menichetti e sull’edizione dei testi volgari

Recentemente è stata pubblicata un’edizione scientificamente affidabile e ottimamente commentata delle “Rime” di Bonagiunta Orbicciani da Lucca, a cura di Aldo Menichetti, che colma una lacuna sullo studio degli autori italiani duecenteschi. Si tratta di un valido esempio di edizione critica ben strutturata e costituita da quattro aspetti che possono essere considerati come metodologie da rendere uniformi e condivise: l’introduzione deve contenere tutte le informazioni necessarie a giustificare la costituzione del testo critico; si dovrebbe tendere ad adottare un sistema di sigle uniforme per tutti gli autori del Duecento e Trecento; i filologi italiani dovrebbero utilizzare un sistema di catalogazione univoco degli autori e delle opere; l’apparato dovrebbe giustificare ogni operazione sostanziale, come gli interventi di restituzione finalizzati alla ricostruzione di un determinato contesto storico-geografico.

Lingua: Italiano
Pag. 183-195
Etichette: Bonagiunta Orbicciani da Lucca, Menichetti Aldo, Edizione critica, Duecento,