Nuova rivista di letteratura italiana | 2008 | N. 1-2

Anno 2008 – Annata: XI – N. 1-2
A cura di Marina Dattola

Autore/i articolo: MARIA CRISTINA CABANI
Titolo articolo: Fortune e sfortune dell’analisi intertestuale: il caso Ariosto

L’intervento propone un’analisi intertestuale dell’attività poetica di Ludovico Ariosto per capire se la ricerca di spunti in altre opere possa essere considerata una pratica costante nella produzione dell’autore. Emerge in modo chiaro la presenza di citazioni dirette, ma anche di riferimenti nascosti che, in modo quasi ironico, consentano di sottolineare l’esistenza di divergenze. I modelli riscontrati sono classici come Ovidio, Orazio, Stazio, o Properzio, ma anche i poemi cavallereschi e i romanzi arturiani, e Dante, per quanto riguarda l’aspetto linguistico e stilistico. L’appropriazione poteva avvenire o attraverso una precisa ripresa, o con un graduale allontanamento dalla fonte, o con un totale smembramento, giungendo ad una sovrapposizione di forme. La scrittura diventa per l’Ariosto solo una delle tante possibili ‘revisioni’, al lettore spetta poi stabilire quali possano essere.

Lingua: Italiano
Pag. 9-26
Etichette: Ariosto Ludovico, Intertestualità, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: MIRCO BOLOGNA
Titolo articolo: Baldo “novus Catilina”. Il dualismo città/campagna come paradigma del comico folenghiano

All’interno del “Baldus” di Teofilo Folengo è ben delineata l’idea delle divergenze esistenti tra il mondo cittadino, rappresentato dalle autorità mantovane, e quello della campagna, che vede come interpreti Baldo e i suoi compagni. Il protagonista, in realtà, viene presentato come colui che ha, per indole, la capacità di conciliare due realtà così opposte, grazie alla semplicità e alla disponibilità è possibile giungere quasi ad un potenziamento reciproco. ‘Urbanitas’ e ‘rusticitas’ appaiono in netta contrapposizione, con tutti gli ideali che ad esse sono direttamente collegati, e risalta una similitudine tra Baldo e Catilina, così come viene descritto nelle opere di Cicerone, poiché entrambi indifferenti e sdegnosi nei confronti del potere.

Lingua: Italiano
Pag. 27-42
Etichette: Folengo Teofilo, Baldus, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: FIAMMETTA PAPI
Titolo articolo: Per una fonte della “Liberata” Torquato Tasso e Rutilio Namaziano

L’autrice dell’intervento effettuata una comparazione tra l’ottava XV, 20 della “Liberata” del Tasso e i versi I, 409-414 del poemetto “De reditu” di Rutilio Namaziano. Il ‘topos’ che ritorna in entrambi i casi è quello delle rovine della città che diventano simbolo della caducità della vita terrena, ma le molteplici similitudini, soprattutto lessicali, farebbero supporre la presenza di richiami anche in altri punti dell’opera del Tasso. Ad esempio, la polemica antigiudaica e anticristiana di Rutilio potrebbero essere una delle fonti per l’invettiva del re degli Inferi del IV canto. Mancano purtroppo chiari riferimenti sulla possibilità che l’autore abbia consultato questa opera, ma probabilmente la conoscenza venne filtrata o dal padre Bernardo o dagli intellettuali napoletani, con i quali il Tasso entrò in contatto intorno agli anni Trenta del Cinquecento.

Lingua: Italiano
Pag. 43-63
Etichette: Tasso Torquato, Rutilio Namaziano, Gerusalemme Liberata, De reditu, Intertestualità, Cinquecento,

Autore/i articolo: FABIO MAGRO
Titolo articolo: L'”Aspasia” di Spitzer (e di Leopardi)

Nel 1960 Leo Spitzer tenne una lezione, partendo da uno studio inedito sull'”Aspasia” di Leopardi, per proporre una riflessione sulla critica letteraria italiana, successiva al periodo crociano. Compito del critico deve essere quello di giudicare il valore dell’opera e solo successivamente può procedere con l’analisi, dimostrando attraverso lo studio della struttura il suo giudizio. Le colpe attribuite ai critici italiani sono il soggettivismo, la frammentarietà, il biografismo, tutti aspetti ben visibili nei vari studi realizzati sul Leopardi. Le accuse gli consentono così di risollevare una poesia emblematica, composta da distinte parti che nell’insieme formano una struttura logica che merita di essere indagata.

Lingua: Italiano
Pag. 65-84
Etichette: Spitzer Leo, Leopardi Giacomo, Aspasia, Ottocento, Novecento,

Autore/i articolo: EMILIO TORCHIO
Titolo articolo: Vino, brindisi e convivio nella poesia carducciana (con cenni sulla storia del tema)

Nelle poesie del Carducci molto spesso vi è un richiamo ai temi del brindisi, del vino e del convivio, a partire da una prima saffica intitolata “A Enrico Nencioni. Invito a cena frugale” del 1951. Quattro saranno quelli esplicitamente intitolati “Brindisi”, ma in ogni caso è possibile riscontrare piccole variazioni sul tema, come il rifiuto per le uve straniere a favore dei prodotti italiani (così come per i poeti italiani), l’idea del vino come medicina o in rapporto all’amore, il tempo della vendemmia, il piacere di condividere insieme agli amici, la storia del vino che permette di ripercorrere quella degli uomini, ma non è mai sinonimo di aggressività, tristezza o violenza. Anche altri autori si interessarono a questo tema, innanzitutto Alceo e Orazio, Catullo, Chiabrera, Paolo Rolli, Scipione Maffei, Frugoni, Parini, Giovanni Fantoni, Monti, Giuseppe Giusti, fino a Baudelaire.

Lingua: Italiano
Pag. 85-130
Etichette: Carducci Giosuè, Intertestualità, Novecento,

Autore/i articolo: GIULIANA PETRUCCI
Titolo articolo: Sul “Porto Sepolto” del ’23

Nel passaggio da “Allegria di naufragi” del 1919 a quella del 1931, Ungaretti, attraverso il “Porto Sepolto” del 1923, ebbe la possibilità di rivedere la sua poetica cancellando intere porzioni di testo o rimodulando alcuni componimenti, in conseguenza ad una trasformazione interna. L’autore non si limitò ad aggiungere il nuovo materiale a quello già edito, bensì decise di ridimensionarlo avendo davanti gli occhi un nuovo ‘orientamento’. Ogni componimento doveva essere inquadrato all’interno di una struttura logica, anche per quanto riguarda l’ordinamento, pur mantenendo un’autonomia della singola esecuzione.

Lingua: Italiano
Pag. 131-140
Etichette: Ungaretti Giuseppe, Porto Sepolto, Novecento,

Autore/i articolo: ANNALISA ANDREONI
Titolo articolo: La lezione di Benedetto Varchi sul sonetto di Petrarca “Orso, e’ non furon mai fiumi né stagni” (RVF 38). Edizione critica e commento

L’intervento propone un’analisi critica della lezione tenuta da Benedetto Varchi sul componimento di Francesco Petrarca intitolato “Orso, e’ non furon mai fiumi né stagni” e inserito all’interno di un manoscritto conservato presso la Biblioteca Rinucciniana. I primi dubbi da sciogliere riguardano la datazione che dovrebbe risalire al 1543, attraverso un confronto con i principali eventi della biografia dell’autore stesso. Il testo, interamente riportato, è composto dal proemio e dalla dichiarazione del soggetto, con l’aggiunta dell’apparato critico e dal commento dettagliato.

Lingua: Italiano
Pag. 141-154
Etichette: Varchi Benedetto, Petrarca Francesco, Trecento, Cinquecento,

Autore/i articolo: ROSANNA MORACE
Titolo articolo: L’autografo oliveriano dell'”Amadigi” ‘epico’ di Bernardo Tasso

Tra il 1542 e il 1543 Bernardo Tasso, dopo essersi trasferito a Sorrento, iniziò ad elaborare un componimento epico che doveva narrare la vita di un eroe, dalla nascita alla maturità, prendendo spunto dai grandi classici del genere. L’opera non venne mai terminata poiché, poco dopo, il Tasso optò per una struttura ‘romanzesca’, edita nel 1560. Un codice (oliveriano 1399), però, costituisce l’unica fonte a disposizione per analizzare l’attività dell’autore in questa prima fase: non si tratta del primo canto, ma di uno schema iniziale, utile per stabilire la demarcazione della narrazione. Dall’analisi delle 43 ottave emerge la ferma volontà del Tasso di creare uno stile illustre e una lingua volgare capace di reggere il paragone con quelle antiche, ricerca che poi venne intrapresa anche dal figlio Torquato.

Lingua: Italiano
Pag. 155-181
Etichette: Tasso Bernardo, Amadigi, Epica, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: LUIGI BLASUCCI
Titolo articolo: Per un progettato commento leopardiano: “L’Infinito”

Luigi Blasucci offre al lettore un esempio di possibile analisi critica dell'”Infinito” del Leopardi, partendo da uno studio delle fonti, che possono essere riscontrate nel Pindemonte e in Monti. L’idillio ruota intorno a concetto della riflessione interna e del passaggio da un infinito spaziale a uno temporale, attraverso il silenzio.

Lingua: Italiano
Pag. 183-195
Etichette: Leopardi Giacomo, L’Infinito, Settecento, Ottocento,

Autore/i articolo: ROSA MARIA GALLENI PELLEGRINI
Titolo articolo: Una lirica inedita di Giovanni Prati: “A Giulia Lotti”

La poesia inedita di Giovanni Prati “A Giulia Lotti” è una lirica che ha come protagonista una fanciulla, la quale chiede aiuto ad una rondine per riuscire a trovare un uomo capace di amarla e di sottrarla alla solitudine che l’attanaglia. Il componimento presenta tutti i tratti tipici della poesia del Prati, in particolare la presenza della ricercatezza tecnica e la musicalità, passando attraverso la citazione nascosta di autori italiani o stranieri, classici e moderni, come Petrarca, Manzoni e Catullo. In realtà, l’uomo tanto desiderata da Giulia è lo stesso Prati che probabilmente ebbe la possibilità di conoscere la donna nel 1848.

Lingua: Italiano
Pag. 197-210
Etichette: Prati Giovanni, A Giulia Lotti, Ottocento,