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Nuova rivista di letteratura italiana | 2005 | N. 1-2
Anno 2005 – Annata: VIII – N. 1-2
A cura di Marina Dattola
Titolo articolo: Dante e il Serventese romagnolo del 1277
Nel 1896 Tommaso Casini ha rinvenuto nell’Archivio comunale di Ravenna un serventese in 48 versi. Sappiamo che a ricopiarlo fu Andrea Rodighieri, semplice trascrittore e non autore a causa dei numerosi errori presenti nel testo. Si tratta dell’incitamento di un giullare ghibellino a Guido da Montefeltro affinché comandi la lotta contro i guelfi bolognesi. Lo stesso tema viene trattato da Dante nel XXVII canto dell'”Inferno” dal verso 19 al 57 e diverse similitudini sono presente tra il serventese e il testo dantesco. La trascrizione del Rodighieri dimostra che il componimento doveva essere noto nell’area forlivese e Dante si recò due volte a Forlì, nel 1303 e nel 1310, e durante la prima di queste visite può averle letto il serventese memorizzandone sintagmi e immagini che poi riutilizzò nella sua opera.
Lingua: ItalianoPag. 9-18
Etichette: Alighieri Dante, Commedia, Serventese, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Le rime di Antonio di Cecco da Siena
L’intervento analizza i quattordici testi presenti nel manoscritto miscellaneo Conventi soppressi 122 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze attribuiti ad Antonio di Cecco da Siena e ad un suo corrispondente, il conte Naddo. In particolare il gruppo è composto da due canzoni, una ballata, un testo dalla forma non immediatamente riconoscibile, definito ‘misticcio’, e sette sonetti (tre di corrispondenza, tre di argomento amoroso e uno associato al misticcio). Ogni opera viene analizzata dal punto di vista metrico e stilistico e così è possibile scoprire, ad esempio, che Antonio di Cecco mostra delle chiare influenze senesi e trecentesche, che predilige l’esclamazione e l’interrogazione più o meno retorica, che sono presenti settentrionalismi e latinismi. Il testo che ovviamente suscita più dubbi è il misticcio, definito proprio così all’interno dalla rubrica del manoscritto stesso. Alla fine dell’intervento tutti i componimenti sono stati trascritti per intero ed è anche presente una dettagliata bibliografia delle opere consultate.
Lingua: ItalianoPag. 19-73
Etichette: Antonio di Cecco da Siena, Metrica, Quattrocento,
Titolo articolo: Osservazioni sulla tecnica della rima tra il “Furioso” e l'”Amadigi”
Bernardo Tasso viene molto spesso considerato epigono del poema ariostesco e per questo, quando si dedicò alla stesura dell'”Amadigi”, abbandonò l’impianto classicista per concentrasi sul modello del “Furioso”. In realtà fu un fallimento sul piano narratologico, linguistico ed evidente è l’utilizzo vuoto della metrica e dello stile ariostesco. Nell’intervento proposto è sempre presente il confronto testuale tra le due opere, in modo da rendere evidenti similitudini e differenze, ed uno studio dettagliato sui timbri vocali e consonantici dove è possibile scoprire che nell'”Amadigi” prevalgono proprio le rime consonantiche, anche se numericamente inferiori rispetto al “Furioso”. Sempre attraverso un confronto diretto tra le opere è possibile analizzare la gamma timbrica, le rime care e la selezione del lessico in sede di rima. L’autrice utilizza a volte tabelle con percentuali, proprio per dimostrare le differenze effettive tra i due componimenti attraverso l’ausilio dei numeri, e alla fine è presente la bibliografia delle opere consultate.
Lingua: ItalianoPag. 75-137
Etichette: Tasso Bernardo, Ariosto Ludovico, Orlando Furioso, Amadigi, Metrica, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo articolo: Note sull’eredità pariniana: Giovanni Torti e Alessandro Manzoni
Già il Reina aveva offerto ai patrioti italiani il Parini come modello letterario per il nuovo movimento civile. Il culto pariniano, con queste caratteristiche politico-letterarie, ritorna nelle poesie giovanili di Giovanni Torti. Si tratta di scelte molto simili a quelle fatta dal giovane Manzoni, cioè la decisione di optare per il sermone in versi sciolti dove si innesta lo schema della visione e l’idillio. La corruzione della classe dirigente della Repubblica Italiana è rappresentata in maniera molto simile rispetto ai “Sermoni” manzoniani e successivamente, quando Manzoni ritornò sul tema, dimostrò di aver bene in mente la lezione del Torti. In entrambi, è presente il tema dell”indignatio’ per un secolo in crisi mettendo da parte, però, la componente satirica per giungere alla creazione di una poesia utile.
Lingua: ItalianoPag. 140-156
Etichette: Parini Giuseppe, Torti Giovanni, Manzoni Alessandro, Monti Vincenzo, Settecento, Ottocento,
Titolo articolo: “Tuo fratello morì giovane”: la famiglia della mosca e la genesi degli “Xenia”
Il nomignolo ‘Mosca’ torna più volte nella poesia di Montale e indica Drusilla Tanzi, la trentennale compagna con cui l’autore di sposò nel 1962. Solo a partire, però, dagli “Xenia”, in quanto canzoniere matrimoniale, abbiamo il manifestarsi di una liricità diversa. Da qui si parte per una ricerca di figure note nelle opere di Montale, cioè di persone care all’autore e presenti in forme diverse nelle sue composizioni. Il meccanismo della memoria influenza la poetica, guardando non solo alle esperienze personali, ma anche a quelle che lo avevano soltanto sfiorato durante la sua esistenza.
Lingua: ItalianoPag. 157-186
Etichette: Montale Eugenio, Tanzi Drusilla, Xenia, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: “Frotola de tre vilani” bergamasca (1527)
L’autore analizza la “Frotola de tre vilani”, un’opera edita nel 1527 probabilmente a Venezia, sede esclusiva per lo smercio di testi simili. Si narrano le vicende di uno straniero arrivato in città e in cerca di lavoro come servitore. L’intervento è corredato dalla trascrizione completa della frottola e da un ricco apparato di note linguistiche e di commento al testo.
Lingua: ItalianoPag. 187-206
Etichette: Frotola de tre vilani, Venezia, Cinquecento,
Titolo articolo: Su alcuni componimenti sconosciuti di Erasmo da Valvasone
Maiko Favaro analizza due opere inedite di Erasmo da Valvasone, il maggior poeta friulano del Rinascimento. Il primo componimento si intitola “I sassi, onde Hebro mormorando scende”, è dedicato a Cornelio Frangipane e permette proprio di rivalutarne il rilievo nell’ambiente friulano del Cinquecento in quanto guida carismatica dei castellani locali. Il secondo componimento, invece, si intitola “Già vien de’ giorni miei l’ultimo fato”, scritto probabilmente poco prima di morire e per questo motivo con un riferimento all’orgoglio provato per i risultati raggiunti in vita in quanto poeta.
Lingua: ItalianoPag. 207-230
Etichette: Erasmo da Valvasone, Frangipane Cornelio, Cinquecento,
Titolo articolo: Poesia antica e poesia moderna (a proposito di un libro recente di Guido Mazzoni)
Guido Mazzoni è l’autore di un libro intitolato “Sulla poesia moderna” il cui obiettivo principale è quello di dimostrare quali sono le caratteristiche formali, stilistiche e tematiche della poesia moderna, in riferimento a quella del passato. Secondo l’autore compito del critico e dello studioso deve essere anche quello di cercare di capire che tipo di uomo oggi comunichi attraverso la poesia. Senza rinnegare gli schemi preesistenti, Mazzoni offre una nuova chiave di lettura puntando, non solo ad una descrizione delle opere, ma anche ad un’interpretazione.
Lingua: ItalianoPag. 231-251
Etichette: Mazzoni Guido, Poesia,
Titolo articolo: Il mito classico dalla “Commedia” alla “Conquistata”
L’intervento prende spunto dalla pubblicazione dell’opera “Il mito nella letteratura italiana” volume I “Dal Medioevo al Rinascimento”, progetto diretto da Pietro Gibellini e a cura di Gian Carlo Alessio, per sottolineare la presenza e la rilevanza della mitologia classica nella letteratura italiana. Si passa, quindi, dai tre diversi approcci ermeneutici al mito nel Medioevo, alla mitologia concepita come voce assoluta di verità nell’Umanesimo, portando sempre esempi significativi per avvalorare tali idee.
Lingua: ItalianoPag. 253-257
Etichette: Mitologia, Duecento, Trecento, Quattrocento,