Moderna | 2006 | N. 1-2

Anno 2006 – Annata: VIII – N. 1-2
A cura di Fabio Magro

Autore/i articolo: NICOLÒ MINEO
Titolo articolo: Questo fascicolo

L’intervento di Mineo introduce e contestualizza da un punto di vista del dibattito critico il tema a cui è dedicato l’intero fascicolo della rivista – il romanzo storico – presentando poi sinteticamente tutti i contributi di cui si compone.

Lingua: Italiano
Pag. 9-14
Etichette: Narrativa, Ottocento, Novecento, Romanzo storico,

Autore/i articolo: MARGHERITA GANERI
Titolo articolo: Le narrazioni storiche e lo spettro dell’impegno

Protagonista negli anni Settanta di una indiscutibile fortuna editoriale il romanzo storico ha continuato in seguito a godere di grande visibilità. L’autrice si chiede quali siano le modificazioni che questa circostanza positiva ha portato nella ricezione critica di un genere fino a poco tempo prima ritenuto marginale. Dopo aver riflettuto sull’apertura che la critica e la storiografia post-strutturaliste hanno introdotto nell’approccio ai generi letterari, Margherita Ganeri si sofferma ad analizzare un aspetto, definito dell”impulso autobiografico’ (il proliferare cioè di scritture del sé), che l’autrice propone di considerare come caso particolare di romanzo storico, nell’accezione dell'”historical narrative”, cioè di narrazioni che si basano sul rapporto conflittuale e necessario (Jameson) tra passato e presente. Le biografie e autobiografie si possono accostare alle forme del romanzo storico non tanto perché fondate sulle medesime strategie compositive (come ad es. la raccolta documentaria) ma perché spinte dalle medesime motivazioni pragmatiche di testimonianza. Attraverso l’analisi di una serie di testi l’autrice mette in evidenza come l’elemento comune di questi racconti autobiografici nasca da una necessità dell’impegno che, non avendo nella società contemporanea molti modi per esprimersi altrimenti, sceglie la via della rievocazione di vite lontane o di storie personali.

Lingua: Italiano
Pag. 17-33
Etichette: Autobiografia, Biografia, Novecento, Romanzo storico, Teoria della letteratura,

Autore/i articolo: EMANUELLA SCARANO
Titolo articolo: Forme della storia e forme della finzione

Emanuella Scarano si propone di illustrare le caratteristiche della narrazione storica in particolare rispetto alle forme del narrare legato a fatti di pura immaginazione. Innanzitutto, se da un punto di vista della narrazione il racconto di fatti immaginati e quello di fatti realmente accaduti è in larga parte coincidente, molto diverso è l’atteggiamento dell’autore nei confronti del proprio testo. L’autore-storico, come lo chiama l’autrice, ha la necessità di accreditarsi presso il suo lettore e di accreditare il proprio argomento. Lo storico instaura poi un rapporto con le fonti, che necessitano di essere presentate e discusse dando luogo ad uno degli elementi formali più tipici della storiografia, la digressione. Tra gli altri aspetti peculiari vi è anche la congettura che permette di ricostruire e presentare come verosimili narrazioni immaginate di fatti realmente accaduti: una congettura tipica è ad esempio l’orazione fittizia. Fissati alcuni elementi cardine l’autrice procede ad una rapida analisi dello sviluppo del genere storiografico fino alla crisi degli ultimi due secoli, seguita da un lato all’eccesso di eruditismo tipico del Seicento e dall’altro a quello ‘discorsivo’ e saggistico diffusosi nel Settecento. Alla crisi della storiografia pare rispondere il romanzo storico in grado di combinare storia e finzione, di dare forma narrativa a contenuti che la storiografia tradizionale non era in grado di rappresentare. L’autrice conclude il suo lavoro considerando i rapporti che la storiografia intrattiene con generi apparentemente lontani come il romanzo fantastico, quello poliziesco, la narrazione umoristica.

Lingua: Italiano
Pag. 35-50
Etichette: Critica letteraria, Ottocento, Novecento, Romanzo storico, Storiografia, Teoria della letteratura, Romanzo poliziesco,

Autore/i articolo: ANDREA MANGANARO
Titolo articolo: Il “Romanzo storico” di György Lukács in Italia

Il saggio di Andrea Manganaro si occupa della ricezione dell’opera di György Lukács e in primo luogo del Romanzo storico apparso in Italia nel 1965. Pur non trovando (vigente ancora l’egemonia crociana) un terreno particolarmente favorevole, i lavori di Lukács influenzarono comunque alcuni minoritari settori della cultura italiana nel senso di un’apertura a una dimensione europea e di un recupero del pensiero classico tedesco. Le questioni aperte dal “Romanzo storico”, come il rapporto tra processi storici e giudizio estetico, tra contenuto e forma, la teoria dei generi letterari, sono ripercorse dall’autore alla luce delle reazioni, dei recuperi, dei fraintendimenti a cui hanno dato luogo nel dibattito critico italiano.

Lingua: Italiano
Pag. 51-60
Etichette: Critica letteraria, Novecento, Critica marxista, Romanzo storico,

Autore/i articolo: NICOLÒ MINEO
Titolo articolo: L'”Ortis” di Foscolo e la storia

L’autore analizza il rapporto tra l’elemento amoroso e quello politico nel romanzo foscoliano, anche nell’ottica delle diverse redazioni dell’opera. Per quanto la passione amorosa sia dominante è innegabile la centralità del tema politico, vero motore anzi dell’intero romanzo. La sostanziale identità tra le due passioni (quella politica nota Mineo si struttura secondo schemi edipici esattamente come quella amorosa) permette in un primo momento di notare come i due elementi non entrino in relazione, ma siano semplicemente giustapposti. Non ci sarebbe, in sostanza, dialettica. L’autore tuttavia si impegna a dimostrare come in realtà il maturare della scelta del suicidio comporti una fusione delle due prospettive e una valutazione, sul piano etico-politico e filosofico, assolutamente negativa del rapporto tra l’io e la storia (dunque tra l’io e la dimensione pubblica ossia il destino della patria, e tra l’io e la dimensione privata ossia il destino individuale).

Lingua: Italiano
Pag. 61-71
Etichette: Foscolo Ugo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, Narrativa, Ottocento, Romanzo, Storia,

Autore/i articolo: MARIO DOMENICHELLI
Titolo articolo: La storia obliata e la magia delle rappresentazioni. Il romanzo storico, il neostoricismo: infrastoria, ‘post-historia’ e controstoria

Una tendenza diffusa nella cosiddetta ‘post-historia’ può essere illustrata con la metafora della ‘magia del rappresentare’, che fa riferimento all’evocazione delle voci dei morti attraverso la ricerca documentaria e un modello peculiare di scrittura. Si fa così riferimento alla concezione postmoderna della storia come controstoria, che interroga le voci che non hanno avuto spazio nella storia ufficiale, riconnettendosi al concetto, diffuso nelle poetiche relative al romanzo storico di inizio Ottocento, di infrastoria come storia ‘più umile’. Il romanzo storico si offre allora come storia minore dando spazio, mediante la finzione (come nel recupero di manoscritti e documenti inesistenti che sono alla base ad esempio sia dell'”Ivanhoe” di Scott sia de “I Promessi Sposi” di Manzoni), a vicende e destini che la storia ufficiale ha dimenticato. E tuttavia si tratta pur sempre, soprattutto nella riproposizione dello stratagemma del manoscritto ritrovato, di una rappresentazione di rappresentazione, di una narrazione di secondo grado che pare veicolare di per sé la consapevolezza che la conoscenza della storia passa attraverso il racconto, o l’intersecarsi di diversi racconti ciascuno dei quali fa emergere l’istanza del soggetto, il suo diritto individuale alla memoria e alla storia.

Lingua: Italiano
Pag. 73-91
Etichette: Dickens Charles, Manzoni Alessandro, Scott Walter, Una storia tra due città, I Promessi Sposi, Ivanhoe, Critica letteraria, Narrativa, Ottocento, Novecento, Romanzo, Storia,

Autore/i articolo: DANIELA BROGI
Titolo articolo: “I Promessi Sposi” come romanzo storico

“In che senso “I Promessi sposi” è un romanzo storico?” Alla fondamentale e sempre aperta domanda relativa al genere del romanzo, l’autrice replica con tre risposte distinte ma anche intimamente legate. Innanzitutto, riprendendo l’indicazione d’autore secondo cui “I Promessi Sposi” è un romanzo storico in quanto opera mista di storia e invenzione, sottolinea che non sono tanto i due elementi quanto la loro fusione ad essere centrale; la forza di sintesi con cui microstoria e macrostoria si intrecciano, in qualche modo dando l’una all’altra carattere di verità. Fondamentale è il punto di vista ‘rovesciato’, per cui il primo piano della macrostoria passa a sfondo e lo sfondo della microstoria diviene la prospettiva attraverso cui gli eventi sono visti e narrati. In secondo luogo l’autrice nota come l’atteggiamento di Manzoni sia propriamente quello di uno ‘storico’, che attraverso l’intimo legame tra particolare e generale, tra invenzione narrativa e avvenimento storico riesce a far scaturire il proprio giudizio sulla storia, o in altre parole è in grado di mettere in forma una vera e propria filosofia della storia. La terza risposta, a cui Brogi concede più spazio, concerne la centralità del narratore, la sua prerogativa di organizzare il materiale documentario e d’invenzione, la sua capacità di pensare un’architettura narrativa che sappia guardare al particolare mostrando il generale, che sappia dare voce ad un destino umile e insignificante mostrando come la storia lo attraversi e si compia anche per suo tramite. Non il caso singolo come esemplare, ma il caso singolo nella dinamica di un intreccio che il narratore domina come vera e propria figura del tempo storico. Da questo punto di vista il capitolo ventisette dei “Promessi Sposi” si rivela sotto diversi aspetti paradigmatico.

Pag. 93-112
Etichette: Manzoni Alessandro, I Promessi Sposi, Narrativa, Ottocento, Romanzo storico,

Autore/i articolo: RITA VERDIRAME
Titolo articolo: Eretici, Templari e Crociati nel romanzo storico di un ghibellino siciliano di metà Ottocento

Al centro del saggio è l’analisi del romanzo storico “Gli albigesi” del messinese Giuseppe La Farina, scrittore, patriota, figura di spicco del Risorgimento italiano. L’autrice sottolinea innanzitutto la rigida struttura del romanzo che si compone di sei volumi raccolti in due tomi e comprende una sezione di documenti, note e una cronologia accompagnata dall’indicazione delle fonti. Gli elementi peritestuali contribuiscono a ingabbiare la struttura romanzesca anche se al contempo funzionano da guida all’interno di una trama complessa e affollata di personaggi ed eventi. L’impostazione è in ogni caso coerente con l’uso dei narratori storici ottocenteschi le cui principali strategie sono da La Farina pienamente rispettate: la determinazione spazio-temporale precisa e puntuale, anzi anche troppo ricca di dettagli; la cesura plurisecolare tra le vicende narrate e il momento della narrazione; la ricerca continua, attraverso gli appelli al lettore, le chiose esplicative ecc. di creare una sorta di ponte tra il tempo degli eventi narrati e quello della narrazione. Anche la scelta dell’argomento medievale si colloca nel contesto del fascino che tale epoca suscitava presso i romanzieri ‘manzoniani’ della metà dell’Ottocento. Il romanzo ha una chiara impostazione anticlericale da leggersi, proiettata nel presente, come reazione nei confronti degli ostacoli che la Chiesa e il cosiddetto neoguelfismo rappresentavano nell’ambito del processo di unificazione dell’Italia. Pur cercando di riprodurre moduli stilistici manzoniani “Gli albigesi” rimane, secondo l’autrice, lontano dalla felice immediatezza che caratterizza il romanzo di Manzoni, per una sorta di conservatività arcaizzante, per un ricorso eccessivo alla tradizione letteraria, con la sua spesso irrisolta compresenza di vecchio e nuovo (anche in senso linguistico e stilistico).

Lingua: Italiano
Pag. 113-127
Etichette: La Farina Giuseppe, Gli Albigesi, Narrativa, Ottocento, Romanzo storico,

Autore/i articolo: MARIA ROSA MONASTRA
Titolo articolo: L'”Ebreo di Verona” e le ‘contraddizioni’ di padre Bresciani

Il saggio prende in esame il romanzo di Padre Antonio Bresciani “L’ebreo di Verona”, scritto dopo la repressione dei moti del 1848 (fu pubblicato in volume nel ’52) seguendo una forte ispirazione reazionaria che suscitò numerose e vivaci polemiche. L’autrice registra innanzitutto quella di De Sanctis, che condanna il romanzo da un punto di vista morale, storico-politico e artistico. La replica di padre Bresciani è ugualmente presa in considerazione dalla Monastra, ma per evidenziarne le reticenze, le strategie demagogiche, in sostanza la debolezza dell’argomentazione. Il saggio poi mette al centro la scelta dello scrittore di assumere come protagonista del romanzo un ebreo: emerge così l’antisemitismo radicale del religioso che si innesta nell’atteggiamento conservatore altrettanto assoluto. L’unica possibilità è quella di cambiare strada, per i ‘settari’ deporre ogni idea rivoluzionaria, per gli ebrei convertirsi al cristianesimo. Se questa è la posizione centrale del gesuita, tutt’altro che privo di abilità retorica e di capacità descrittive, il romanzo è comunque attraversato da elementi contraddittori che tuttavia l’autrice del saggio non fa rientrare in possibili occasioni di apertura ad una visione storico-politica diversa ma imputa ad una precisa strategia di persuasione che si giova del sarcasmo, del vituperio, dell’enfasi calunniosa.

Lingua: Italiano
Pag. 129-145
Etichette: Bresciani Antonio, L’ebreo di Verona, Narrativa, Ottocento, Romanzo storico,

Autore/i articolo: ROMANO LUPERINI
Titolo articolo: Flaubert, Verga e il 1848

Luperini affronta il rapporto che due scrittori così diversi come Flaubert e Verga hanno con la storia, così come emerge dall’analisi di alcune tra le più importanti opere dei due narratori. Ne L’educazione sentimentale di Flaubert la frattura tra il privato e il pubblico, tra il soggettivo e l’oggettivo è assoluta e porta ad una scissione interiore che paralizza la volontà e impedisce ogni decisione consapevole. Un profondo senso di estraneità nei confronti della storia ma anche delle proprie vicende amorose caratterizza il protagonista. Anche nel Mastro don Gesualdo si può cogliere una profonda scollatura tra pubblico e privato, tra la profondità e autenticità dei sentimenti privati e i meschini egoismi che dominano la scena pubblica. Le vicende storico-sociali decisive che fanno da sfondo ai due romanzi e i loro riflessi sui protagonisti fanno dire a Luperini che “la storia pubblica non è più il luogo del significato, né per Verga né per Flaubert”. In questo senso i due romanzi pur muovendosi all’interno della letteratura realista europea creano le premesse per una nuova forma di narrativa, o meglio aprono la strada ad un nuovo tipo di eroe, l’inetto.

Lingua: Italiano
Pag. 147-156
Etichette: Flaubert Gustave, Verga Giovanni, Éducation sentimentale, Mastro don Gesualdo, Narrativa, Ottocento, Romanzo storico,

Autore/i articolo: FELICE RAPPAZZO
Titolo articolo: “Salammbô”: costruzione di una poetica e allegoria della storia

Il saggio prende avvio dalle considerazioni che Lukács ne “Il romanzo storico” riserva a “Salammbô” (1862) di Flaubert, quale opera capostipite della decadenza del genere letterario borghese per eccellenza. Il romanzo di Flaubert si caratterizza per la privatizzazione, la modernizzazione, l’esotismo, elementi che la chiudono sia alla storia sia al realismo. Rappazzo ricostruisce le fasi della stesura del romanzo soprattutto attraverso l’epistolario (comprese le lettere di replica alle critiche di Sainte-Beuve e di Froener) che testimonia da un lato il grande scrupolo ‘scientifico’ del romanziere francese, l’attenta e assidua ricerca di documentazione ai fini di una fedeltà ai fatti e ai luoghi, considerata come strumento e non come fine, dall’altro una parallela meditazione di carattere estetico che sembra andare nella direzione di una autonomia dell’opera d’arte nei confronti dei processi storici e del presente. L’autore del saggio tuttavia individua il tema centrale del romanzo non tanto nelle vicende della protagonista da cui esso prende il nome, ma nella ‘massa’: analizza poi le caratteristiche di questa presenza alla luce dell’opera di Canetti “Massa e potere”, riscontrando nel romanzo di Flaubert alcuni simboli forti individuati dal critico. La centralità della massa, che diventa una forza storica reale, consente così di leggere in trasparenza, nel mondo antico di “Salammbô”, un’allegoria della storia e della società moderne.

Lingua: Italiano
Pag. 157-177
Etichette: Flaubert Gustave, Salammbô, Narrativa, Ottocento, Romanzo storico,

Autore/i articolo: GISELLA PADOVANI
Titolo articolo: Ricostruzione storica, polemica sociale, ribellismo ‘bohémien’ nel romanzo ‘scapigliato’ di Cletto Arrighi

Il saggio prende in esame il romanzo di Cletto Arrighi “La Scapigliatura e il 6 febbraio”, pubblicato inizialmente nel 1862 (poi, riveduto e con il titolo “La Scapigliatura. Romanzo sociale contemporaneo”, nel 1880). L’autrice considera il rapporto tra l’intenzione di tracciare il quadro storico-sociale dentro cui si muove il gruppo degli Scapigliati, in particolare nelle dinamiche conflittuali con la società borghese, e gli esiti disorganici del romanzo che non riesce a fondere pienamente gli aspetti politici e quelli privati dei protagonisti. L’intreccio narrativo rimane così sostanzialmente estraneo agli avvenimenti storici che hanno il loro centro nell’insurrezione milanese del 1853. Pur nella irresolutezza complessiva il romanzo non manca di elementi di un certo fascino, che riguardano soprattutto la definizione della versione italiana del letterato ‘bohémien’.

Lingua: Italiano
Pag. 179-186
Etichette: Arrighi Cletto, Scapigliatura e il 6 febbraio, Narrativa, Ottocento, Romanzo storico, Scapigliatura,

Autore/i articolo: MARIO TROPEA
Titolo articolo: Salgari e la storia. La storia antica: “Le figlie dei Faraoni” e “Cartagine in fiamme”

Tropea si occupa in particolare dei due romanzi di Salgari di ispirazione ‘archeologica’ e ricostruzione ‘antiquaria’: “Le Figlie dei Faraoni” (1905) e “Cartagine in fiamme” (1906, in volume nel 1908). I due lavori si inseriscono in quel clima di riesumazione dell’antico (l’Egitto ma anche Pompei, la storia romana) tipico della seconda metà del XIX secolo e dell’inizio del successivo; clima che non pare esagerato definire una moda, con riflessi in quasi tutti i campi della cultura e dell’arte. L’autore mette in evidenza da un lato lo scrupolo di Salgari nella documentazione di fatti così lontani, numerando le probabili fonti, dall’altro le tangenze con opere coeve e in particolare con il melodramma (l'”Aida” di Verdi, la “Norma” di Bellini ecc.). La commistione dei diversi elementi, di provenienza storica o immaginativa, fa sì che “Cartagine in fiamme” si ponga secondo il critico a metà via tra il dramma storico vero e proprio e l’atmosfera decadente su cui si costruisce “Salammbô” di Flaubert.

Lingua: Italiano
Pag. 187-203
Etichette: Salgari Emilio, Le figlie dei Faraoni, Cartagine in fiamme, Narrativa, Ottocento, Romanzo storico,

Autore/i articolo: ADELE DEI
Titolo articolo: Il romanzo storico del Novecento tra moderno e postmoderno

L’autrice pone al centro del suo lavoro l’analisi dello scarto che sussiste tra romanzo storico moderno e romanzo storico postmoderno, alla luce delle categorie sviluppate da Bryan McHale in “Postmodernist Fiction”, secondo cui la discriminante starebbe nel diverso approccio conoscitivo che si instaura nei confronti della realtà (di tipo ‘epistemologico’ in un caso, di tipo ‘ontologico’ nell’altro). Attraverso la lente offerta da alcune costanti strutturali del genere, come la concezione non lineare (tipica dello storicismo) ma ‘dialettica’ del tempo, l’inserzione di elementi metastoriografici, l’utilizzo delle fonti, Adele Dei passa in rassegna diversi romanzi storici della seconda metà del Novecento verificandone la strategia conoscitiva che di volta in volta mettono in atto. Sciascia con “Il Consiglio d’Egitto” (1963), Consolo con il “Sorriso dell’ignoto marinaio” (1976), Bianciardi con “Aprire il fuoco” (1964), Vassalli con “L’oro del mondo” (1987) si collocano sul versante moderno; Eco con “Nel nome della rosa” (certo non solo) ma anche “Le pietre di Pantalica” (1989) ancora di Consolo e “La chimera” (1990) ancora di Vassalli si collocano su quello postmoderno. Elsa Morante con “La storia” pur muovendosi nell’orizzonte del romanzo storico moderno che assume istanze sociali e politiche, anticipa tuttavia alcuni elementi fondamentali di quello postmoderno.

Lingua: Italiano
Pag. 205-227
Etichette: Narrativa, Novecento, Postmoderno, Romanzo storico, Tempo, Teoria della letteratura,

Autore/i articolo: FRANCO PETRONI
Titolo articolo: Fenoglio e la storia

Il saggio affronta l’opera di Fenoglio cercando di individuare e descrivere il rapporto che essa intrattiene con la storia, con i drammatici, e ravvicinati, eventi da cui trae spunto. Petroni illustra innanzitutto le posizioni della critica, che soprattutto in un primo momento si è divisa tra quanti sottolineavano la mancanza di ideologia o la stessa motivazione al narrare e quanti invece puntavano a valorizzare la tendenziale a-storicità di Fenoglio, il suo tendere alla sublimazione della cronaca per affrontare invece le questioni estreme.
Attraverso l’analisi di altre opere narrative dedicate alla Resistenza, come ad esempio “Il sentiero dei nidi di ragno” di Calvino, “Uomini e no” di Vittorini, “La casa in collina” di Pavese, l’autore mette in evidenza il medesimo tema di fondo, quello dell’estraneità sostanziale “dell’intellettuale borghese al processo storico che porterà alla liberazione del nazifascismo”.
Più propriamente storico-politico sarebbe invece il movente dei romanzi di Fenoglio, il quale però, secondo Petroni, mette al centro il rapporto tra individuo e mondo esterno senza essere condizionato da visione della società predeterminata da un orientamento ideologico. Un atteggiamento che si può ricondurre nel contesto di un’etica di stampo ‘protestante’, che mette in primo piano, senza mediazioni, la responsabilità individuale.

Lingua: Italiano
Pag. 229-249
Etichette: Fenoglio Beppe, Narrativa, Novecento, Antifascismo, Romanzo, Storia,

Autore/i articolo: HANNA SERKOWSKA
Titolo articolo: Allegorie del presente. Il caso di Bufalino, Camilleri, Consolo, Vassalli

Prima di occuparsi specificamente di quattro romanzieri, Bufalino, Camilleri, Consolo e Vassalli, l’autrice fa un rapida rassegna ragionata sui romanzi storici della prima parte del XIX secolo, da “I vecchi e i giovani” di Pirandello (1913) ad “Artemisia” di Anna Banti (1947) alla trilogia di Calvino fino a “Nel nome della rosa” di Eco (1980). Il lavoro di Hanna Serkowska è guidato dalla ricerca di elementi paradigmatici del genere e di tendenze comuni al di là delle vistose differenze di lingua e di stile evidenti negli autori prescelti. L’attenzione, anche critica o parodica, nei confronti di Manzoni, il gioco di specchi tra passato e presente che nasce da un’intenzione interpretativa dell’oggi, ma d’altra parte la consapevolezza di una verità storica sempre sfuggente e relativa, sono tutti elementi che fanno da sfondo alle opere degli scrittori presi in esame.

Lingua: Italiano
Pag. 251-269
Etichette: Bufalino Gesualdo, Camilleri Andrea, Consolo Vincenzo, Vassalli Sebastiano, Narrativa, Novecento, Allegoria, Romanzo, Storia,

Autore/i articolo: GEMMA PERSICO
Titolo articolo: Storia/Letteratura/Metanarrativa: “Famous Last Words” di Timothy Findley

Nell’opera di Findley, indicata correntemente con l’etichetta di ‘historical novel’, il rapporto tra storia e finzione pare sfuggire a qualsiasi certezza: da un lato la storia può essere manipolata, corrotta, negata, dall’altro la finzione può assumere connotati di verità in quanto il romanziere non ricorrendo a fonti esterne e ambigue è depositario di una conoscenza assoluta. Ambientato in epoca fascista, “Famous Last Words”, il romanzo di Findley analizzato da Gemma Persico, ha una struttura complessa e sfuggente: l’eroe è letterario, deriva da un personaggio dei “Pisan Cantos” di Pound, ma è trattato come persona reale, fino al punto da diventare l’alter ego stesso del poeta americano; personaggi storici invece, come i Windsor, vengono reinventati. Il romanzo ha una evidente dimensione metanarrativa che si esprime tra l’altro nell’uso costante della parodia intertestuale (il riutilizzo cioè in chiave ironica o critica di testi diversi, come ad esempio le sacre scritture). Al centro del romanzo l’autore stesso pone il proprio antifascismo, qualificabile anche come opposizione alla visione dualistica tipica della mentalità fascista, a cui il romanzo, nei suoi aspetti strutturali, nella prassi conoscitiva, nella stessa scrittura dà forma pienamente.

Lingua: Italiano
Pag. 271-296
Etichette: Findley Timothy, Famous Last Words, Narrativa, Novecento, Antifascismo, Romanzo, Storia,

Autore/i articolo: NICOLÒ MINEO
Titolo articolo: Romanzo, storia e coscienza del reale

L’autore propone e discute una breve rassegna di contributi critici relativi al rapporto tra ‘romanzo’ e ‘storia’ puntando a sottolineare come al fondo delle diverse e anche contrastanti posizioni emerga, oltre al “problema del rapporto con la storia”, la questione principale, ossia quella “del rapporto col reale e quindi della nozione del reale”.

Lingua: Italiano
Pag. 299-303
Etichette: Critica letteraria, Novecento, Romanzo storico,

Autore/i articolo: CARMELO TRAMONTANA
Titolo articolo: Repertorio bibliografico ragionato su romanzo e storia

Il repertorio è preceduto dalla definizione dei criteri utilizzati per costituirlo. Il titolo stesso indica che il repertorio comprende un dominio più vasto di quello definibile dal genere ‘romanzo storico’. Il taglio scelto dal curatore è di tipo teoretico e mira a segnalare la molteplicità e complessità dei legami che intercorrono tra ‘romanzo’ e ‘storia’: un campo di forze in tensione reciproca che fa scaturire problematiche relative al rapporto tra ‘romanzo e mimesis’, ‘conoscenza storica e narrazione’, ‘conoscenza letteraria (estetica) e storiografia’. Segue il repertorio.

Lingua: Italiano
Pag. 305-333
Etichette: Critica letteraria, Novecento, Rassegna, Romanzo storico, Romanzo, Storia,