Le riviste sostenitrici
Misure critiche | 2013 – 2014 | N. 2 – 1
Anno 2013 – 2014 – Annata: XII – XIII – N. 2 – 1 Mese: Luglio-Dicembre – Gennaio-Giugno
A cura di Nunzia Acanfora
Titolo articolo: Ancora per Boccaccio, settecento anni dopo
Emma Grimaldi, docente di Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Salerno, co-curatrice con il dottore di ricerca Antonio Biagio Fiasco, del numero monografico dedicato a Boccaccio, nell’Introduzione illustra la genesi e il contenuto del fascicolo dal titolo “700 anni dopo. Boccaccio: cosa si è detto, cosa si può ancora dire. Un bilancio, tante proposte”. I dodici saggi propongono un ampio ventaglio di motivi affrontati nelle giornate del convegno “Boccaccio Angioino” (22-25 ottobre), svoltosi – per una felice sinergia fra le tre Università di Napoli e l’Università degli Studi di Salerno – in occasione delle celebrazioni per la ricorrenza del settimo centenario della nascita di Giovanni Boccaccio.
Lingua: ItalianoPag. 7-29
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Filocolo, Teseida, Novella, Poesia, Romanzo, Trecento, Scrittura, Napoli, Salerno,
Titolo articolo: Genesi e morfologia di un compendio nella storiografia angioina: il caso del ‘Villani napoletano’
Il saggio si sofferma sulla ricezione e sulla definizione della scrittura storiografica in ambito
napoletano, da ricondursi all’avvento e alla stabilizzazione nel Regno della dinastia Angioina. In particolare Felice Messina indaga la sezione della “Cronaca di Partenope”, in cui si rielaborano capitoli di storia napoletana scelti dalla “Nuova Cronica” di Giovanni Villani. Punto di partenza imprescindibile per Messina è la recente edizione critica di Samantha Kelly (2011), nella quale si presenta il testo critico delle sole prime due parti della “Cronaca di Partenope”, attribuite entrambe dalla studiosa americana a Bartolomeo Caracciolo, contrariamente a tutta una tradizione di studi che riferisce al nobile napoletano soltanto la “Breve Informazione”.
Pag. 30-61
Etichette: Villani Giovanni, Nuova Cronica, Cronaca di Partenope, Duecento, Trecento, Edizione critica, Filologia, Storiografia, Napoli,
Titolo articolo: Boccaccio editore di Petrarca (e Dante): il codice Chigi L V 176
Partendo dall’ottavo capitolo del romanzo “Il copista” di Marco Santagata (dove si immagina un dialogo fra Petrarca e Boccaccio, durante l’incontro padovano dell’estate 1368, che rivela l’entusiasmo di Boccaccio per aver riscontrato nella “canzone delle visioni” un’allusione alla sua novella di Nastagio degli Onesti), Tommaso Salvatore prende in esame il sodalizio umano e intellettuale intercorso tra Petrarca e Boccaccio. In particolare Salvatore si sofferma sul manoscritto L V 176 del fondo Chigiano della Biblioteca Vaticana, recante la trascrizione da parte del Boccaccio, risalente agli anni 1363/1366 – riconosciuta autografa nel 1886 – delle rime volgari petrarchiane in una redazione databile fra il 1359 e il 1362, nella cui titolazione campeggia la formula “fragmentorum liber”.
Lingua: ItalianoPag. 62-86
Etichette: Alighieri Dante, Boccaccio Giovanni, Petrarca Francesco, Santagata Marco, Canzoniere, Decameron, Il copista, Novella, Poesia, Romanzo, Trecento, Duemila, Amicizia, Edizione critica, Filologia,
Titolo articolo: “Seiuncti licet corporibus, unum animo”. Dialoghi d’autore tra Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca
Stefania Camera opera una ricostruzione storico/biografica del legame tra Boccaccio e Petrarca. In particolare partendo da alcune recenti osservazioni di Giancarlo Alfano, la studiosa richiama l’attenzione sull’importanza che la peste nera assume nell’esperienza umana e intellettuale dei due autori. Per Petrarca il 1348 è l’anno della morte di Laura che lo induce a progettare una sistemazione delle sue “rime sparse” che tracciano il percorso esemplare della storia di un’anima; per Boccaccio il disordine sociale e morale causato dalla terribile epidemia è la spinta a un’organizzazione repertoriale delle sue novelle.
Lingua: ItalianoPag. 87-110
Etichette: Boccaccio Giovanni, Petrarca Francesco, Canzoniere, Decameron, Novella, Poesia, Trecento, Amicizia, Peste, Storia,
Titolo articolo: Marte e Venere alla guerra del tempo: il lascito metrico di Giovanni Boccaccio al poema cavalleresco italiano
Domenico D’Arienzo prende in esame alcune opere di Boccaccio del cosiddetto periodo napoletano, dimostrando come questa produzione del Certaldese rappresenti un modello, un punto di partenza per il poema cavalleresco italiano. Ad esempio, il “Teseida”, opera elevata dal suo autore ad ambizioso progetto di fondazione di un ancora inesistente poema epico italiano, ricopre nel tessuto narrativo dell’ “Orlando innamorato” di Boiardo un’importanza che travalica la semplice citazione, ma tocca il patrimonio culturale condiviso da autore e destinatario. Lo studioso ricorda inoltre che con il “Teseida” e ancora prima con il “Filostrato” Boccaccio inaugura nella letteratura italiana l’uso dell’ottava, strofa tradizionale dei poemi epico-cavallereschi.
Lingua: ItalianoPag. 111-134
Etichette: Boccaccio Giovanni, Boiardo Matteo Maria, Filostrato, Orlando innamorato, Teseida, Poesia, Trecento, Quattrocento, Cinquecento, Letteratura cavalleresca, Metrica,
Titolo articolo: Prima degli “schemata”… Alle origini dell’ “ars narrandi” di Boccaccio: elementi di grammatica diegetica in due episodi dei libri IV e V del “Filocolo”
Oggetto d’indagine del saggio di Antonio Biagio Fiasco è il romanzo “Filocolo” di Boccaccio. In particolare lo studioso focalizza la sua attenzione sulla parte del romanzo compresa fra il capitolo 67 del libro III e l’87 del IV, ovvero dalla partenza dell’eroe alla ricerca dell’amata perduta, e sui capitoli 17 e 28 del libro V, in cui è presente una brigata, costituita di sole quattro donne, narratrici delle loro poco onorevoli esperienze amorose. L’intento primario del saggio è quello di esplorare l’universo dei possibili legami intertestuali tra il “Filocolo” e il “Decameron”.
Lingua: ItalianoPag. 135-167
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Filocolo, Novella, Romanzo, Trecento, Intertestualità, Scrittura,
Titolo articolo: ‘Quanto egli era bello il luogo ov’io era venuto’. Rappresentazioni del Giardino e del Paradiso Terrestre in terza rima tra Boccaccio e Dante
Il saggio di Chiara Rosato si sofferma principalmente sull’uso della terza rima in Boccaccio. La studiosa prende in esame alcuni luoghi boccacciani in cui è utilizzato il metro ternario, nella finalità particolare di definire – attraverso un’indagine su alcune fonti classiche, bibliche e dantesche – le occorrenze testuali e le modalità espressive che Boccaccio utilizza nelle descrizioni del ‘giardino’ e del paradiso terrestre nell'”Amorosa visione” e, marginalmente, nella “Caccia di Diana”.
Lingua: ItalianoPag. 168-183
Etichette: Alighieri Dante, Boccaccio Giovanni, Amorosa visione, Caccia di Diana, Poesia, Trecento, Metrica, Scrittura,
Titolo articolo: Giovanni Boccaccio. Da una vita, un romanzo
Per la studiosa a Boccaccio spetterebbe il primato di essere non solo il padre della narrativa europea, ma anche il precursore di una tendenza che in epoche successive – dal Folengo all’Alfieri e dal Foscolo al d’Annunzio – porterà a delineare autobiografie ‘deformate’ al fine di rispondere
ai dettami della passione. Virginia Pale riflette quanto le opere giovanili di Boccaccio abbiano offerto materiale per gli studiosi che, nel corso del tempo, hanno tentato di ritessere in maniera organica quell’eventuale ordito autobiografico le cui fila il Boccaccio avrebbe disseminato in tali testi. Tra queste opere, alcune risalgono al cosiddetto ‘Boccaccio napoletano’, mentre altre appartengono al ‘periodo fiorentino’.
Pag. 184-214
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Amorosa visione, Filocolo, Teseida, Novella, Poesia, Romanzo, Trecento, Autobiografia, Io, Scrittura,
Titolo articolo: L’amore ai tempi della peste: metafore sessuali nel “Decameron”
Il contributo di Nicola Alvino si sofferma su un singolare aspetto del “Decameron” di Boccaccio: l’utilizzo delle metafore sessuali. Alvino riconosce nella pluralità dei lemmi afferenti al metaforismo sessuale presenti nel “Decameron” ciò che mette in luce il negativo fotografico della società trecentesca. Sulla scorta delle segnalazioni di Olga Montagner (curatrice dell’Indice delle voci annotate per la III edizione Einaudi del “Decameron”, a cura di Vittore Branca) è possibile rinvenire all’interno del capolavoro del certaldese 75 metafore sessuali. L’utilizzo di questi traslati è possibile distinguerlo in quattro categorie di pertinenza: metafore sessuali tratte dal settore del lavoro, specie quello dei campi; metafore sessuali relative al mondo animale;
metafore ottenute con rimandi a recipienti; metafore fraseologiche.
Pag. 215-230
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Novella, Trecento, Metafora, Peste, Retorica, Sessualità,
Titolo articolo: Il “Decameron”, la Fortuna e i mercatanti della Seconda Giornata
Oggetto di studio del contributo di Antonella Capozzoli è la Giornata Seconda del “Decameron” dedicata al tema della Fortuna. In questa Giornata la studiosa individua i grandi motivi della tradizione greca, ‘in primis’ il motore pulsante dello svolgersi delle narrazioni avventurose: il viaggio. Evidenzia inoltre come l’intero ‘corpus’ di personaggi (avventurieri, mercanti, pirati ‘improvvisati’) sia costantemente sottoposto al confronto con la Fortuna, Dea capricciosa e incostante, instabile tanto quanto la società mercantile con la quale si scontra. La studiosa riflette come Boccaccio faccia riferimento a un’idea di Fortuna che non è più ‘medievale’ in senso stretto, ovvero legata ad un universo teocentrico e regolata da una ‘voluntas’ divina, ma anzi anticipatrice dell’Umanesimo perché l’uomo non è più succube delle ineffabili manifestazioni della volontà ‘Alta’, ma libero e forte per affrontare una lotta tutta terrena.
Lingua: ItalianoPag. 231-248
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Novella, Trecento, Fortuna, Mercanti, Società,
Titolo articolo: La Settima Giornata: mascheramenti, figure femminili e profili di lettura
Del “Decameron” la studiosa analizza la Giornata Settima, in cui la donna non è solo presenza passiva, proiezione di un desiderio maschile e vittima delle sue architetture, ma può assumere un ruolo attivo, energico e divenire portatrice della virtù suprema dell’ ‘industria’ ed essere a sua volta soggetto desiderante, promotrice della beffa ai danni dell’uomo. La studiosa passa in rassegna la ricca galleria di ritratti di donne che popolano la Giornata Settima e assume quale doveroso punto di partenza il celeberrimo saggio di Cesare Segre, “Funzioni, opposizioni e simmetrie nella giornata VII del Decameron”.
Lingua: ItalianoPag. 249-286
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Novella, Trecento, Beffa, Donna, Società,
Titolo articolo: Michele Colombo editore del “Decameron”
Rossella Terracciano propone uno studio sull’edizione del “Decameron” di Boccaccio realizzata dall’abate trevigiano Michele Colombo. L’edizione colombiana del capolavoro del Certaldese, comprensiva anche della “Vita di Giovanni Boccaccio” scritta da Girolamo Tiraboschi, esce a Parma nel corso del biennio 1812-1814, accolta da un generale consenso in cui spicca il particolare apprezzamento espresso da Ugo Foscolo. La studiosa rileva come sia degna di nota la circostanza che Colombo lavori a questo testo non adottando una prospettiva purista, ma assumendo posizioni molto vicine a quelle di Vincenzo Monti, favorevole, come è noto, a una lingua non esclusivamente basata sull’uso degli autori del Trecento e aperta all’introduzione di alcuni forestierismi.
Lingua: ItalianoPag. 287-316
Etichette: Boccaccio Giovanni, Colombo Michele, Decameron, Novella, Trecento, Edizione critica, Filologia, Lingua,
Titolo articolo: Il “Decamerone” sullo schermo: dall’era del muto al cinema di Pasolini
Il saggio ricostruisce, in primo luogo, un quadro generale delle diverse pellicole ispirate al “Decameron” di Boccaccio, da quelle che danno vita al genere ‘decamerotico’ (film banali e superficiali, che scadono in un’imbarazzante ovvietà, svilendo l’indiscusso valore del Boccaccio) a quei film importanti, ma ancora poco studiati che costituiscono un’interessante riscrittura della celebre opera del Certaldese come la pellicola del 1910, di Enrico Guazzoni, sulla novella di Andreuccio da Perugia, seguita due anni dopo da “Il Decamerone” di Gennaro Righelli. La studiosa concentra poi l’attenzione sul film di Pasolini del 1971 che rappresenta la migliore rilettura critica audiovisiva dell’opera di Boccaccio. La complessa e poliedrica personalità di Pasolini offre, in maniera del tutto singolare e originale, un’interpretazione moderna del testo letterario, intrisa di osservazioni e riflessioni che immergono l’opera letteraria in un mondo sognato e vagheggiato.
Lingua: ItalianoPag. 317-330
Etichette: Boccaccio Giovanni, Pasolini Pier Paolo, Decameron, Cinema, Novella, Trecento, Novecento, Erotismo, Regia, Sessualità, Sogno,