Le riviste sostenitrici
Medioevo letterario d’Italia | 2018 | N. 15
Anno 2018 – Annata: XV – N. 15
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: Di che cosa parla Aï faus ris ? Una chiave di lettura per la canzone trilingue di Dante
La canzone trilingue di Dante Aï faus ris è da sempre considerata da critici e commentatori poco più che un brillante esperimento metrico-linguistico, una «prova d’abilità» – come già scrisse Gianfranco Contini – «intorno alla situazione convenzionale della donna impietosa»: una canzone insomma «come tutte le altre» (C. Giunta), caratterizzata solo dall’originalità della forma, non certo da quella del contenuto. Ma è solo questo Aï faus ris ? Il mio saggio intende proporne una diversa (integrativa) chiave di lettura, che si ricollega a una specifica tradizione lirica fiorentina illustrata in primo luogo da Brunetto Latini, da Guglielmo Beroardi e dall’autore di Poi ch’è sì doloroso: quello della canzone d’esilio sotto forma di canzone d’amore.
Lingua: ItalianoPag. 9-31
Etichette: Poesia, XIV secolo, Dante Alighieri, Rime,
Titolo articolo: Dante and wealth, between Aristotle and cortesia. From the moral canzoni Le dolci rime and Poscia ch’Amor to Inferno VI and VII
Dante e la ricchezza, tra Aristotele e la cortesia. Dalle canzoni morali Le dolci rime e Poscia ch’amor ad Inferno VI e VII · La ricchezza e la sua corretta gestione è un argomento incalzante per Dante, un argomento che affronta in primis nelle canzoni Le dolci rime (ca. 1294) e Poscia ch’Amor (ca. 1295). In questo saggio si considera il nesso fra l’aristotelismo e la cortesia, che Dante costruisce intorno al concetto della liberalità, cominciando dalle sopraindicate canzoni degli anni Novanta giungendo al Convivio e, quindi, al sesto e al settimo canto dell’Inferno. Mentre Le dolci rime anticipa l’uso del sistema aristotelico per il trattamento di avarizia e di prodigalità in Inferno VII, Poscia ch’Amor contribuisce alla rappresentazione di Firenze in Inferno VI e al tessuto linguistico di entrambi i canti.
Lingua: InglesePag. 33-47
Etichette: Aristotele, Dante Alighieri,
Titolo articolo: La diacronia prospettica degli hapax danteschi
Il contributo esamina, con strumenti e archivi finalizzati allo scopo, la sopravvivenza nella lingua italiana di elementi lessicali di sicuro o probabile conio dantesco con scarsissima o nessuna eco nella lingua trecentesca (hapax o poco più) che riaffiorano poi in fasi storiche successive, fino ai nostri giorni. Tali parole (di ridotta fortuna nel momento della loro genesi) hanno sviluppi successivi talvolta imprevisti. L’esame del percorso in diacronia di alcune attestazioni consente di verificare la presenza e la fortuna di esse nei secoli successivi al Trecento, fino all’italiano contemporaneo. L’obiettivo non è di fornire solamente un regesto di hapax danteschi ma, in prospettiva più ampia, di guardare ai riflessi che l’attività onomaturgica di Dante ha avuto sia nella sua epoca sia nel repertorio della lingua di oggi, attraverso itinerari e mediazioni da ricostruire in dettaglio.
Lingua: ItalianoPag. 49-71
Etichette: Lessico, Lessicografia, Dante Alighieri,
Titolo articolo: Schede di lessico latino e volgare dai Documenta Amoris di Francesco da Barberino
Come primo ingresso all’esegesi del testo, il contributo propone 46 schede di lessico volgare e latino dai Documenta Amoris di Francesco da Barberino, opera di grande importanza del ’300 italiano, non abbastanza studiata: esse concernono problemi di ordine linguistico e storico-linguistico, stilistico e tematico.
Lingua: ItalianoPag. 73-139
Etichette: Bilinguismo, Lessicografia, Letteratura italiana, XIV secolo, Francesco da Barberino,
Titolo articolo: Un codice del Teseida conservato a Philadelphia e un nuovo frammento del cantare della Guerra di Troia
Il presente studio offre una descrizione codicologica e paleografica aggiornata di un codice del Teseida di Giovanni Boccaccio prodotto in Toscana nell’ultimo quarto del xiv secolo e attualmente conservato nella collezione della University of Pennsylvania Rare Book & Manuscript Library di Philadelphia (MS Codex 254). Presenta inoltre la prima edizione e attribuzione di un breve frammento non precedentemente identificato del cantare trecentesco della Guerra di Troia trasmesso dall’ultima carta del codice e ascrive la sua origine ad un ambiente mercantesco toscano tra Trecento e Quattrocento.
Lingua: ItalianoPag. 141-153
Etichette: XIV secolo, XV secolo, Giovanni Boccaccio, Guerra di Troia, Teseida,
Titolo articolo: Boccaccio’s editing of Dante’s presumed intentions in the Vita nova
L’editing di Boccaccio delle presunte intenzioni di Dante nella Vita nova · Questo studio esamina le soluzioni editoriali di Boccaccio per il testo della Vita Nova nei due codici che ne preparò nella propria mano: il MS Zelada 104.6 dell’Archivo y Biblioteca Capitulares in Toledo (To) e il MS Chigiano L V 176 della Biblioteca Apostolica Vaticana (K2). La disamina della nota editoriale «Maraviglierannosi molti» e del Trattatello propone di stabilire i meccanismi editoriali imposti sulla redazione boccacciana del testo dantesco e le intenzioni e strategie del curatore nella riscrittura dell’opera giovanile, particolarmente nel contesto storico dell’edizione di Boccaccio che ha dominato il terreno editoriale prima dell’edizione lachmanniana di Barbi nel 1907.
Lingua: ItalianoPag. 155-166
Etichette: XIV secolo, Boccaccio, Dante Alighieri, Vita Nova, Vita Nuova,
Titolo articolo: Aggiunte al corpus delle rime dei Memoriali bolognesi
Il saggio si propone di presentare due nuove attestazioni poetiche emerse dai Memoriali bolognesi. Lo studio esamina dal punto di vista filologico la forma grafica e il testo delle due nuove scoperte. Di una ne analizza la probabile fonte, antico francese, e il contesto di fruizione di tipo popolare.
Lingua: ItalianoPag. 167-179
Etichette: Medioevo, Poesia,
Titolo articolo: Strategie enunciative e codice formulare nella Geste Francor, tra Chansons de geste e cantari in ottava rima
Oggetto del presente articolo è un’indagine sul portato metanarrativo della Geste Francor, compilazione franco-italiana di autore ignoto risalente alla metà del Trecento. L’enucleazione e la quantificazione delle principali strategie enunciative impiegate nel testo, se poste a confronto con la produzione epica francese e franco-italiana, suggeriscono che l’autore fosse profondamente influenzato dalla dimensione performativa dei testi epici. L’esame del lessico metagenerico, inoltre, rivela un’inedita consonanza tra la Geste Francor e i cantari in ottava rima, da cui il testo franco-italiano avrebbe mutuato, probabilmente sempre per il tramite dell’oralità, sia il termine çanter che alcuni specifici procedimenti formulari.
Lingua: ItalianoPag. 181-206
Etichette: Cantari, Chansons de geste,