Medioevo letterario d’Italia | 2015 | N. 12

Anno 2015 – Annata: XII – N. 12
A cura di Alessandra Tramontana

Autore/i articolo: ALESSANDRO BAMPA
Titolo articolo: La prima ricezione di Arnaut Daniel in Italia (con nuove prospettive sull’analisi della produzione lirica del Duecento)

Il saggio ripercorre le fasi dell’influenza di Arnaut Daniel nella produzione lirica italiana che precede l’esperienza di Dante, la cui ammirazione per il perigordino è nota (cfr. “De vulgari eloquentia” e “Purgatorio”, XXVI). Con l’obiettivo di offrire un quadro analitico del fenomeno, fin qui affrontato in maniera poco sistematica, vengono ripercorse cronologicamente le fasi della produzione poetica in Italia, a partire dall’attività dei trovatori che frequentano le corti del nord della penisola. Sono poi indagati i testi riconducibili alla corte siciliana e toscana dai quali emerge, pur con intensità diversa in base all’area geografica e culturale, l’esistenza di un preciso modello rintracciabile appunto nel ‘corpus’ danielino. La posizione di Dante nei confronti della produzione del trovatore francese va dunque inquadrata nell’ambito della moda arnaldiana che prende le mosse nella seconda metà del Duecento.

Lingua: Italiano
Pag. 9-53
Etichette: Arnaut Daniel, Poesia, Duecento, Medioevo, Italia,

Autore/i articolo: ALICE DUCATI
Titolo articolo: Osservazioni sul codice roveretano delle “Rime” di Dante e sul commento di Dino del Garbo volgarizzato da Jacopo Mangiatroia

In vista di una nuova edizione critica del volgarizzamento di Jacopo Mangiatroia del commento di Dino del Garbo a “Donna me prega”, la studiosa offre i risultati della collazione condotta sui quattro manoscritti che tramandano il testo a noi giunti (l’unica edizione precedente, quella di Antonio Cicciaporci del 1813, aveva tenuto conto di soli due testimoni). Ne risulta una sostanziale revisione dello ‘stemma codicum’, che vede capostipite dell’intera tradizione il codice 3 della Biblioteca Civica “Girolamo Tartarotti” di Rovereto. Tale inedita prospettiva, unita a preliminari osservazioni sulla possibile identificazione dell’autore e datazione dell’opera, offre nell’insieme un quadro rinnovato sulla questione.

Lingua: Italiano
Pag. 55-65
Etichette: Del Garbo Dino, Mangiatroia Jacopo, Donna me prega, Poesia, Trecento, Quattrocento, Manoscritto, Medioevo, Italia,

Autore/i articolo: FIAMMETTA PAPI
Titolo articolo: Per un malnoto codice dei Benci: il ms. BNCF, N.A. 1064

Il saggio fornisce una dettagliata descrizione interna ed esterna del manoscritto Nuovi Acquisti 1064 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, finora poco indagato. Riconducibile al XV secolo, esso contiene volgarizzamenti del Duecento e del Trecento e, in particolare, il terzo libro del “De regimine principum” di Egidio Romano, una “Oratione” attribuita a Tommaso, una sezione dei “Disticha Catonis” e infine una serie di testi associati al “Fiore di Rettorica”. Il codice appartenne ai Benci e soprattutto la presenza del terzo libro dell’Egidio volgare, in cui si evidenzia un apparato ornamentale più ricco rispetto al resto della miscellanea, attesta l’interesse della famiglia fiorentina verso ‘una delle sintesi politiche più fortunate tra XIII e XIV secolo’.

Lingua: Italiano
Pag. 67-78
Etichette: Volgarizzamento, Duecento, Trecento, Quattrocento, Manoscritto, Medioevo, Umanesimo, Firenze,

Autore/i articolo: GIULIA AMMANNATI
Titolo articolo: La tenzone sui sensi fra Ventura Monachi e ser Gaudio: due congetture al testo

In virtù di un’analisi diretta del manoscritto Vat. Lat. 4823 della Biblioteca Apostolica Vaticana, che alle cc. 14r-15r nella mano dell’umanista Angelo Colocci tramanda l’unico testimone della tenzone sui cinque sensi fra Ventura Monachi e ser Gaudio, la studiosa opera due interventi sul testo edito nel 1903 da Adolfo Mabellini. Grazie a tale restauro la lettura dei sonetti risulta pertanto più perspicua e la comprensione del testo più limpida.

Lingua: Italiano
Pag. 79-81
Etichette: Monachi Ventura, ser Gaudio, Tenzone, Poesia, Trecento, Manoscritto, Italia,

Autore/i articolo: ISABELLA MAGNI
Titolo articolo: I codici paralleli dei “Fragmenta”

I “Rerum vulgarium fragmenta” del Petrarca, proprio per la complessa tradizione manoscritta che li caratterizza e che, soprattutto in relazione al ms. Vat. Lat 3195, reca ampia traccia di una pluriredazionalità d’autore, diventano paradigma esemplare per la creazione di un codice digitale. In questo studio vengono enunciate le modalità di tale operazione. Il “petrarchive project” (http://petrarchive.org) mira infatti a rendere in forma digitale le strutture grafico-visive e prosodiche del testo, riproducendone virtualmente e in simultanea i diversi strati testuali e grafici, temporali e spaziali. Lo studio è corredato di opportune immagini del ‘visual index’ del “petrarchive project” che rende più perspicuo l’obiettivo dell’operazione condotta sul “Canzoniere” petrarchesco.

Lingua: Italiano
Pag. 83-96
Etichette: Petrarca Francesco, Rerum vulgarium fragmenta, Poesia, Trecento, Firenze,

Autore/i articolo: MICHAEL PAPIO
Titolo articolo: “Merus phylosophie succus”. Neoplatonic Influence on Boccaccio’s Hermeneutics

Attraverso una lettura serrata di alcuni luoghi del Boccaccio, tratti dalla sua produzione matura (il “Trattatello in laude di Dante”, le “Esposizioni sopra la Comedia” e gli ultimi capitoli delle “Genealogie deorum gentilium”) lo studioso individua una serie di richiami riconducibili ad autori ‘neoplatonici’, come Agostino, Macrobio, Boezio e i filosofi della scuola di Chartres, che sono serviti a Boccaccio per convogliare testi pre-cristiani verso una sorta di ermeneutica biblica agostiniana. Ne deriva un quadro che evidenzia come la concezione della ‘theologia poetica’ del certaldese anticipi linee ermeneutiche che nel Quattrocento avrebbero avuto larga fortuna, soprattutto in ambiente fiorentino.

Lingua: Inglese
Pag. 97-127
Etichette: Boccaccio Giovanni, Trattatello in laude di Dante, Esposizioni sopra la Comedia, Genealogie deorum gentilium, Trecento, Neoplatonismo, Medioevo, Firenze,

Autore/i articolo: MICHAEL SHERBERG
Titolo articolo: The “Laudevoli consolazioni” of Boccaccio and Boethius

Dopo un’introduzione che mette in luce come la trama del “De consolatione philosophiae” di Boezio circolasse nel Trecento in Italia (echi si riscontrano nella “Vita nuova” e nella “Commedia” di Dante, ma pure nel “Canzoniere” di Petrarca), lo studioso si sofferma sull’interpretazione che del concetto di ‘consolazione’ Boccaccio dà nel “Decameron”. Esamina a questo proposito i luoghi dell’opera in cui il termine compare, sottolineando come la consolazione sia la risposta ai colpi della fortuna e come le stesse novelle costituiscano per le donne uno strumento di consolazione. Tuttavia nella seconda giornata la prospettiva cambia: qui infatti il concetto di ‘consolazione’ coincide con quello di ‘diletto’, termine, quest’ultimo, dalle chiare connotazioni sessuali.

Lingua: Inglese
Pag. 129-138
Etichette: Boccaccio Giovanni, Boezio Severino, Decameron, De consolatione philosophiae, Novella, Trecento, Medioevo,

Autore/i articolo: MIRKO VOLPI
Titolo articolo: ‘Diremmo comme li pone frà Thomaxe d’Aquino’. Appunti linguistici su due volgarizzamenti trecenteschi del “De articulis fidei”

In considerazione della scarsa presenza di traduzioni di opere di Tommaso d’Aquino tra XIV e XV secolo, particolare interesse rivestono i volgarizzamenti del “De articulis fidei” realizzati da Iacomo della Lana all’interno del suo commento alla “Commedia” e da Domenico Cavalca nell'”Esposizione del Simbolo degli apostoli”, entrambi riconducibili alla prima metà del Trecento. Volpi offre un’analisi dettagliata della tecnica versoria dei due scrittori sul testo tomistico, mettendone in luce caratteristiche e differenze, queste ultime dettate pure dai diversi obiettivi che i due si ponevano. Iacomo della Lana, infatti, pur guardando a un pubblico ampio, adotta un atteggiamento ‘enciclopedico’, che si traduce a livello linguistico-argomentativo nel mantenimento delle strutture tomistico-summatiche, anche sotto il profilo lessicale. Il predicatore Cavalca, invece, nel suo volgarizzamento mira a una destinazione popolare, e dunque tralascia astrattezze filosofiche e tecnicismi, non disdegnando, al contrario, l’utilizzo di glosse chiarificatrici, a volte corredate di fonti scritturali e agiografiche.

Lingua: Italiano
Pag. 139-172
Etichette: D’Aquino Tommaso, Della Lana Iacomo, Cavalca Domenico, De articulis fidei, Trattato, Trecento, Volgarizzamento, Medioevo,

Autore/i articolo: FABIO SANGIOVANNI
Titolo articolo: L’accostamento dell’anasinalefe duecentesca (per l’attacco versale in “E io”)

L’articolo analizza una serie di luoghi prosodici di rimatori della Scuola poetica siciliana (Pier della Vigna, Rinaldo d’Aquino, Giacomo da Lentini) per attestare o confutare la presenza del fenomeno dell’ ‘anasinalefe’ o ‘sinalefe interversale regressiva’. In particolare viene preso in esame il nesso ‘e io’, ma osservazioni sono fatte pure in relazione a ‘là ove’ e ‘io (i’) ebbi / ho (ò), anche in rapporto ai versi di Dante.

Lingua: Italiano
Pag. 173-193
Etichette: Poesia, Duecento, Trecento, Metrica, Medioevo,