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Medioevo letterario d’Italia | 2010 | N. 7
Anno 2010 – Annata: VII – N. 7
A cura di Alessandra Tramontana
Titolo articolo: La tenzone del “duol d’amore”. La linea Notaio-Dante da Maiano-Boccaccio
Della tenzone del “duol d’amore” fanno parte cinque sonetti scritti da Dante da Maiano e Dante Alighieri(sull’attribuzione di ciascuno di essi ai due poeti non si è ancora unanimi), atti a definire quale in amore sia il dolore più grande. Alla risposta dell’Alighieri (“chi non è amato, s’elli è amadore”) si oppone la tesi del Maianese (“manti dicon che più v’ha dol maggio”, cioè quello che subentra dopo il compimento d’amore) e alle spalle di esse lo studioso ricostruisce una fitta tradizione due-trecentesca. L’analisi di testi che ripropongono ora l’una ora l’altra concezione del “duol d’amore” consente infatti all’Ura di delineare un percorso letterario che da Andrea Cappellano, attraverso Giacomo da Lentini, conduce appunto a Dante da Maiano e al “Filocolo” di Boccaccio.
Lingua: ItalianoPag. 9-28
Etichette: Dante da Maiano, Alighieri Dante, Duol d’amore, Tenzone, Duecento, Trecento, Sonetto, Firenze,
Titolo articolo: Per la tradizione del “De medicina equorum” di Giordano Ruffo (con un elenco dei testimoni manoscritti)
Che i testi di mascalcia abbiano avuto un ruolo importante nell’ambito della trattatistica medievale è attestato dal “De medicina equorum” di Giordano Ruffo, composto in latino tra il 1250 e il 1256, il quale ha goduto di grande fortuna (possediamo oggi 168 testimoni, di cui 155 manoscritti e 13 stampe, in otto diverse varietà linguistiche). Stupisce pertanto il fatto che il trattato sia stato così poco studiato che manca ancora un’edizione critica del testo latino. In questo saggio Montinaro, dopo una prima parte dedicata all’autore e al trattato sotto il profilo compositivo, strutturale, dell’argomento, delle fonti e della fortuna, si addentra nello studio della tradizione testuale e offre i risultati della collazione di un campione di codici che consentono di far luce su varianti strutturali e testuali delle diverse redazioni del trattato.
Lingua: ItalianoPag. 29-64
Etichette: Ruffo Giordano, De medicina equorum, Trattato, Duecento, Manoscritto, Stampa, Edizione critica,
Titolo articolo: Contributi al lessico franco-italiano
Il saggio presenta in ordine alfabetico una dozzina di schede relative a lessemi oscuri, o comunque fin qui poco indagati, tratti da testi franco-italiani di area veneta. I termini analizzati sono i seguenti: ‘beu’, ‘borfolu’, ‘cogorir’, ‘dielle’, ‘frecable-frecablement’, ‘frecevol-frecevolmant’, ‘frize-vereton’, ‘grisler’, ‘moïer’, ‘reençon’, ‘saovesin’, ‘solibione-sulipion’, ‘strepon’. A conclusione del saggio lo studioso fa alcune considerazioni metodologiche, evidenziando come, messa da parte certa asistematicità che finora ha caratterizzato la ricerca in questo campo, sia necessario operare uno spoglio esaustivo dei glossari dei testi franco-italiani (ma anche dei testi contemporanei di area geografica limitrofa), per ottenere un’attendibile visione d’insieme che consenta una netta comprensione del fenomeno linguistico e letterario in oggetto.
Lingua: ItalianoPag. 65-85
Etichette: Duecento, Trecento, Lessico, Glossario, Veneto,
Titolo articolo: Lo “Scripto sopra Theseu re”: un commento al “Teseida’”di provenienza salentina (II metà del XV secolo)
Oggetto del contributo è il parziale commento volgare al “Teseida” di Boccaccio, tramandato in esemplare unico dal ms. It. 581 della Bibliothèque Nationale di Parigi (cart., XV sec.), apografo di un codice ignoto. Appartenente ad Angilberto del Balzo, duca di Nardò e conte di Ugento, fu vergato tra gli anni ’60 e ’70 del ‘400. Indagando i rapporti tra lo “Scripto” e il resto della tradizione esegetica del “Teseida”, lo studioso ne accerta l’autonomia, sottolineando pure gli spiccati interessi dell’ignoto commentatore verso l’astrologia, la medicina, la filosofia morale, la lingua e la letteratura toscana. Anche il reperimento e il vaglio delle fonti, assai eterogenee, contribuisce a delineare la ‘facies’ dell’autore, che utilizza pure l’esegesi dantesca. Diversi dati, in conclusione, inducono Maggiore a ritenere già meridionale la genesi del testo di partenza.
Lingua: ItalianoPag. 87-122
Etichette: Scripto sopra Theseu re, Commento, Quattrocento, Manoscritto, Esegesi, Umanesimo, Salento,
Titolo articolo: Tra errori ed ‘emendationes’ in un “Laudario Giustinianeo”
Lo studioso sottopone a revisione alcuni luoghi del florilegio intitolato “Laudario Giustinianeo”, composto probabilmente tra il 1450 e il 1460 e attribuito a Leonardo Giustinian, ora consultabile nell’edizione del 1983 curata dal musicologo Francesco Luisi. L’esame di alcuni passi dati come corrotti consente di operare delle emendazioni, a volte grazie al ricorso della fonte, anche sotto il profilo metrico e della punteggiatura. L’intento, infatti, è quello di un recupero di lessico, di significati e, quando possibile, della struttura originaria. Di alcuni errori, poi, si tenta di ricostruire la genesi che, nel caso di scorretta interpretazione grafica, spesso va ricondotta alla tradizione.
Lingua: ItalianoPag. 123-137
Etichette: Giustinian Leonardo, Laudario Giustinianeo, Lauda, Quattrocento, Umanesimo,