Medioevo letterario d’Italia | 2009 | N. 6

Anno 2009 – Annata: VI – N. 6
A cura di Alessandra Tramontana

Autore/i articolo: ROSARIO COLUCCIA
Titolo articolo: Trasmissione del testo e variazione: qualche appunto sulla fenomenologia dei processi e sulle scelta degli editori

Il saggio di Rosario Coluccia, nell’indagare i criteri con cui vengono pubblicati i testi nelle moderne edizioni critiche, sottolinea come spesso, soprattutto in assenza dell’originale, non venga rispettata la veste formale del testo. Manca di frequente, infatti, una congrua presentazione dei fenomeni grafici e, anche sotto il profilo interpuntivo, sono assenti, di solito, riferimenti analitici alla specifica situazione del manoscritto. Lo studioso sottolinea, inoltre, attraverso un’attenta disamina di casi concreti relativi ad autori anche molto noti, come sulla veste linguistica del testo edito pesino le scelte degli editori, sicché appare importante un capillare recupero dei materiali confluiti negli apparati, utile per la storia della lingua e del lessico e ai fini della registrazione di tali forme, apparentemente decidue, nei vocabolari storici ed etimologici della lingua italiana.

Lingua: Italiano
Pag. 9-23
Etichette: Manoscritto, Filologia, Edizione critica,

Autore/i articolo: NICOLÒ PASERO
Titolo articolo: Contributi all’interpretazione del sonetto “Da più a uno face un sollegismo” di Guido Cavalcanti

Nella prima parte del suo contributo Pasero offre una capillare e dettagliata analisi testuale del sonetto cavalcantiano in oggetto, offrendo per ciascun verso lo ‘status quaestionis’ attraverso la riproposizione dei diversi contributi della critica sotto il profilo sia testuale che interpretativo. Non mancano in questa sede pure nuove sollecitazioni interpretative da parte dello studioso. La seconda parte del saggio è invece dedicata a una disamina delle varie tesi elaborate dalla critica relative alle accuse mosse nel sonetto da Cavalcanti a Guittone d’Arezzo, considerato privo degli strumenti necessari ad argomentare in veste poetica. Si discute pertanto dell’eventuale ‘testo-bersaglio’ di Cavalcanti, cioè dell’esistenza di uno o più testi nell’ambito della produzione guittoniana che acclarino tale sua incapacità artistica. Il saggio è corredato di due appendici.

Lingua: Italiano
Pag. 25-43
Etichette: Cavalcanti Guido, Da più a uno face un sollegismo, Poesia, Duecento, Sonetto, Medioevo,

Autore/i articolo: GIAMPAOLO SASSO
Titolo articolo: Lo studio anagrammatico del sonetto di Cavalcanti “Da più a uno face un sollegismo”

Il contributo è dedicato allo studio anagrammatico del sonetto di Cavalcanti “Da più a uno face un sollegismo”. Lo studioso, psicoanalista di professione, si pone il problema del perchè il poeta abbia adottato il termine ‘sollegismo’ e, attraverso un’esplorazione semantico-tematica del testo, mette in campo tutta una serie di relazioni testuali anagrammatiche che lo portano a una suggestiva ipotesi interpretativa. Cavalcanti non intende, infatti, definire la figura del ‘sillogismo’, ma piuttosto l’uso erroneo di essa fatto dall’antagonista Guittone. In quest’ottica, a suo parere, vanno interpretati pure i termini ‘maggiore’ e ‘minor’, che rimandano in maniera metaforica rispettivamente al ‘maggior poeta’ Cavalcanti e al ‘minor poeta’ Guittone. In calce al saggio può leggersi una “Nota sul metodo d’analisi anagrammatica”.

Lingua: Italiano
Pag. 45-60
Etichette: Cavalcanti Guido, Da più a uno face un sollegismo, Poesia, Duecento, Medioevo,

Autore/i articolo: PATRICK MULA
Titolo articolo: ‘Modus loquendi’. Conscience critique et technicité poétique. Les modalités de la communication dans la “Vita Nuova” de Dante

L’indagine avviata da Mula mira a dare della “Vita Nova” di Dante un’interpretazione metapoietica. A questo scopo egli parte dallo studio di un termine che nell’opera ha un certo numero di ricorrenze. Si tratta della parola ‘modo’, di cui lo studioso analizza innanzitutto gli usi all’epoca di Dante. Si sofferma poi sulle diverse sfumature del ‘modus loquendi’ dantesco, espressione dallo stesso poeta tradotta in volgare con ‘modo di parlare’. Nella “Vita Nova” il termine ‘modo’ assume di solito un’accezione retorica, ma non manca pure l’accezione grammaticale, relativa alle variegate modalità di enunciazione del discorso. E’ possibile verificare come nel corso dell’opera, e di pari passo con la trasformazione e maturazione del suo sentire verso Beatrice, anche la parola ‘modo’ subisca un mutamento di significato e da termine tecnico assuma valore polisemico.

Lingua: Francese
Pag. 61-88
Etichette: Alighieri Dante, Vita Nova, Prosa, Poesia, Trecento, Medioevo,

Autore/i articolo: BEATRICE ARDUINI
Titolo articolo: Le implicazioni del “Convivio” nel ‘corpus’ dantesco

Il riconoscimento del valore del “Convivio” di Dante da parte della critica moderna si è sempre basato sullo studio delle tematiche e dello stile che caratterizza l’opera, analizzati nell’ottica di una sorta di preparazione alla elaborazione della “Divina Commedia”. Poca attenzione, di contro, fin qui è stata rivolta allo studio filologico della tradizione manoscritta, aspetto cui in questa sede si dedica la studiosa. La quale ricostruisce le diverse fasi della fortuna dell’opera, incompiuta e trascurata a lungo anche da conclamati estimatori di Dante, come Boccaccio, esaminando i singoli testimoni che tramandano il testo del “Convivio” anche sotto il profilo codicologico ed evidenziando, attraverso tale analisi, come alla fine del XV secolo esso diventi a pieno titolo parte del canonico ‘corpus’ dantesco.

Lingua: Italiano
Pag. 89-116
Etichette: Alighieri Dante, Convivio, Trattato, Trecento, Filologia, Manoscritto, Medioevo, Umanesimo,