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Linguistica e letteratura | 2024 | N. 1-2
Anno 2024 – Annata: XLIX – N. 1-2
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: Declinazioni dell’umorismo nei Detti piacevoli di Angelo Poliziano
L’operetta attribuita a Poliziano (e che oggi si può ancor più efficacemente assegnargli) si ispira a un umorismo variamente declinato, che abbraccia le forme del Witz, della favola, dell’aneddoto, del racconto breve, del proverbio, del lacerto libresco, fino al non-sense, ma identificandosi primariamente con il parlato-scritto. Il contributo affronta il libretto da più punti di vista, da quello strutturale che ne fa una raccolta vera e propria, a quello puntuale, in cui si delineano la struttura-base del singolo “detto” e se ne illustrano i vari meccanismi linguistici, retorici, lessicali. Non mancano infine alcune riflessioni di carattere storico, critico, sociologico, culturale.
Lingua: ItalianoPag. 15-47
Etichette: Umorismo, XV secolo, Angelo Poliziano, Detti piacevoli,
Titolo articolo: Giochi parodici nella produzione boiardesca
Uno dei modi con cui Matteo Maria Boiardo mosse il sorriso dei propri lettori – non il più comune in termini quantitativi, ma comunque uno di quelli che con maggior continuità fu presente lungo tutta la sua produzione – prevede la citazione e la parodia di alcuni passi di autori sia classici sia volgari. Il contributo intende concentrarsi su questi luoghi, interrogandosi sui contesti e sui significati di tali riferimenti: quali sono gli autori richiamati? In che modo i loro versi sono inseriti nel testo boiardesco? Cosa implica il loro rovesciamento? L’articolo intende osservare una delle strategie fra le più significative attraverso cui la complicità fra l’autore e il suo pubblico si espresse: in forma non manifesta, colta e raffinata.
Lingua: ItalianoPag. 49-64
Etichette: Comico, Ironia, Parodia, Matteo Maria Boiardo, Amorum libri tres, Inamoramento de Orlando,
Titolo articolo: Ridere con e su la corte: umorismo nella Milano del Moro
L’articolo analizza il tema dell’umorismo nella letteratura milanese di epoca ludoviciana attraverso le opere di alcuni dei suoi protagonisti (Visconti, Correggio, Bramante, Tacconte, Bellincioni, Curti, il Pistoia). Certi testi si aprono all’umorismo con finalità strategiche (ad es. solidarizzare con il lettore; indicare le figure da cui prendere le distanze). L’umorismo rappresenta a volte il mezzo con cui si consuma la competizione tra poeti a corte. Esso è spia del desiderio di certi intellettuali di fare gruppo, di riconoscersi in valori comuni. La risata, entro tale schema, assume un ruolo fondamentale, poiché acquista una forza dirompente di coesione e, insieme, di esclusione.
Lingua: ItalianoPag. 65-86
Etichette: Corte, Letteratura, Umorismo, Milano
Titolo articolo: L’ultimo Berni
Il saggio si sofferma sull’ultima fase della produzione poetica di Francesco Berni (1533-1534 circa), e in particolare su un blocco di tre sonetti dalle caratteristiche affini. Si tratta di componimenti di carattere descrittivo o, persino, “caricaturale” e “espressionistico”: Chi vuol veder quantunque pò natura, La casa che Melampo in profezia e Io ho per cameriera mia l’Ancroia. Nei versi sono evidenziati riferimenti alla cultura folclorica e a quella figurativa.
Lingua: ItalianoPag. 87-106
Etichette: Carnevale, Folklore, Francesco Berni,
Titolo articolo: Tra sperpero e reticenza: strategie linguistico-stilistiche del comico nei burleschi fiorentini di primo Cinquecento
Il contributo, di taglio storico-linguistico, propone un’analisi delle strategie linguistico-stilistiche del comico nei burleschi fiorentini della prima metà del xvi sec. L’indagine, attenta a tenere conto dell’orizzonte d’attesa del lettore, si concentra innanzitutto sulle figure di accumulazione, enumerazione, ripetizione (strategie dello “sperpero”), per poi tentare per la prima volta di mettere a fuoco le strategie di segno opposto, quelle “della reticenza” (ad esempio il modulo basta che nel significato di ‘è sufficiente dire che’, volto a scorciare l’argomentazione).
Lingua: ItalianoPag. 107-129
Etichette: Comico, Lingua, Retorica, Stile,
Titolo articolo: Militanza, rabbia, sangue, dubbio. Il registro comico nella tastiera di Aretino e dei poligrafi
Il contributo si interroga sul diverso ricorso al comico e sulle diverse tipologie di comico che risultano dal percorso professionale e stilistico di letterati del primo e del pieno Cinquecento che la tradizione degli studi ha poi compreso, riduttivamente, nella categoria dei poligrafi. Si tratta di autori – Pietro Aretino, Niccolò Franco, Anton Francesco Doni, Ortensio Lando – nei quali l’adozione del registro comico (nelle forme d’elezione dell’invettiva, della parodia o del paradosso) è indicativa di scelte di portata ideale oltre che di lingua e di stile. Non a caso ne segna in profondità le carriere di scrittori. Lo fa ora, come nel caso di Doni e Lando, accompagnandoli per pressoché ogni momento della loro carriera, alternando serio e faceto ; ora invece marcandone soprattutto alcune stagioni, che nel caso di Aretino è quella iniziale mentre nel caso di Franco è soprattutto quella centrale e finale. In tutti con riflessi diretti oltre che sul lessico sulla scelta dei generi e sulla selezione degli argomenti.
Lingua: ItalianoPag. 131-155
Etichette: Comico, Anton Francesco Doni, Niccolò Franco, Pietro Aretino,
Titolo articolo: La «ridicolosa corteccia». Motti e comicità nella novella rinascimentale (Tomaso Costo, Matteo Bandello e Girolamo Parabosco)
Il saggio si propone di indagare la presenza e il valore del motto di spirito nella novellistica del pieno Cinquecento, attraverso tre casi esemplari costituiti dalle raccolte di Matteo Bandello, Girolamo Parabosco e Tomaso Costo. Ripercorrendo, pur per sondaggi, la parabola della novellistica del xvi secolo si possono riscontrare due tendenze evidenti : la destrutturazione da un lato e la moralizzazione dall’altro. Il motto, da strategia narrativa propria del comico, secondo il modello decameroniano, passa a meccanismo del riso, collaterale o esterno rispetto al racconto. Acquista inoltre, in maniera sempre più marcata (anche se spesso solo di facciata), un’impronta educativa e moralizzante, in linea con lo spirito del tempo.
Lingua: ItalianoPag. 157-175
Etichette: Novella,
Titolo articolo: Del riso e del «pubblico ludibrio» nella libellistica cinquecentesca
La libellistica cinquecentesca, tanto anonima quanto «d’autore», conta decine di operette «da ridere», a carattere giocoso, farsesco e, più raramente, apertamente satirico. Le cosiddette «stampe popolari» pullulano di personaggi stolti, creduloni, ‘anomali’, così come di indovinelli, burle e facezie d’ogni genere. Al contempo, tanto in Italia quanto in area francofona, si assiste alla diffusione di testi polemici e satirici a carattere politico e confessionale che solo occasionalmente muovono al riso o sono connotati da un voluto umorismo, mentre testi occasionali manoscritti conservano spesso una verve comica che muove all’ilarità e al doppio senso, ora giocoso, ora volutamente scabroso. In questo intervento ci si propone di riflettere sui diversi impieghi dell’umorismo soprattutto nella libellistica a stampa – ma non solo – al fine di analizzare le varietà degli usi, dei modelli e delle occasioni che presiedono alla scrittura giocosa e polemica.
Lingua: ItalianoPag. 177-201
Etichette: Letteratura burlesca, Propaganda, Satira,
Titolo articolo: Di cosa ridono le donne? Strategie del comico nel dialogo di Moderata Fonte
L’articolo intende dimostrare come si possano rintracciare interessanti rielaborazioni del linguaggio comico nelle scritture femminili, anche quando questi elementi sono dissimulati e inseriti in testi letterari appartenenti a generi ‘seri’. A tal fine, si procederà all’analisi delle strategie comiche presenti in uno dei testi più emblematici della querelle des sexes di fine secolo in ambito veneziano: il dialogo di Moderata Fonte Il merito delle donne, redatto tra il 1588 e il 1591 e pubblicato postumo a Venezia nel 1600. L’analisi si concentrerà sulle tecniche linguistiche, retoriche e narrative (facezia, parodia, ironia e autoironia, proverbi, inserti novellistici) utilizzate dall’autrice per creare situazioni comiche e/o imbastire satire in funzione antimaschile.
Lingua: ItalianoPag. 203-224
Etichette: Ironia, Parodia, XVI secolo,
Titolo articolo: «Non ci può materia […] mancar oggi da ridere». Appunti sul riso nella Lena di Ariosto
Gli studi sulle commedie dell’Ariosto tendono a descrivere l’evoluzione della sua scrittura teatrale come una parabola che va dal facile edonismo verbale dei primi testi all’acre miscela di realismo e moralismo che farebbe della Lena (1528) una sorta di satira teatralizzata della corruzione contemporanea. Ed è vero che la promessa rivolta dal Prologo di quest’ultima commedia a un pubblico cortigiano avido di spassi carnevaleschi (“Non ci può materia / ogni modo mancar oggi da ridere”), sembra troppo parzialmente soddisfatta da un testo in cui gli elementi comici paiono svolgere ormai un ruolo marginale e in cui sembra dominare piuttosto la rappresentazione sociologicamente esatta e disincantata della vita ferrarese contemporanea. Lo scopo del mio intervento è sfumare questo giudizio attraverso un’analisi testuale che ambisce a individuare le diverse strategie e modalità di un riso comico che è, nella Lena, più presente di quanto in genere si dica. Partendo da un tentativo di ricostruzione della riflessione teorica cinquecentesca sul rapporto tra commedia e riso e tenendo conto in particolare dei prologhi delle Commedie ariostesche, il saggio propone un’analisi dettagliata delle forme e delle funzioni del riso nella Lena, sfruttando anche i suggerimenti metodologici offerti da Francesco Orlando nella sua lettura del Misanthrope di Molière.
Lingua: ItalianoPag. 225-249
Etichette: Commedia, Rinascimento, Satira, Teatro, Ludovico Ariosto, La Lena, Ferrara
Titolo articolo: «Lettor, qui giace il furioso Orlando». Epitaffi ridicoli e letteratura cavalleresca
Umorismo, ironia e comicità sono caratteristiche dell’Orlando furioso, ma anche strumenti della sua ricezione: sono infatti numerose le forme di riscrittura a cui è sottoposto il poema ariostesco, a livello di letteratura colta come popolare. Il presente contributo intende prendere in esame la presenza e il trattamento di personaggi del Furioso, ma anche dei poemi di Pulci e Boiardo, negli epitaffi ridicoli, genere letterario di grande successo tra xvi e xvii secolo. Attraverso opere come Il cimiterio di Giovan Francesco Loredan e Pietro Michiel, La tomba di Giovanni Pasta e Il cimitero giocoso dei fratelli Sebastiano e Giulio Cesare Mantovani, si indagherà il rapporto tra la letteratura cavalleresca e la composizione di epitaffi faceti.
Lingua: ItalianoPag. 251-266
Etichette: Letteratura italiana, Ludovico Ariosto, Orlando furioso,