Linguistica e letteratura | 2016 | N. 1-2

Anno 2016 – Annata: XLI – N. 1-2
A cura di Gaia Tomazzoli

Autore/i articolo: RODNEY LOKAJ
Titolo articolo: A l’amico mio, e non de la ventura

Rodney Lokaj, curatore di questo numero della rivista, ne racconta la genesi: riprendendo alcuni contributi elaborati in occasione di un convegno tenutosi ad Edimburgo nel 2001 e dedicato alla fortuna di Ovidio nella letteratura italiana del Trecento, il volume è anche un omaggio a Giorgio Brugnoli – di cui si pubblica qui il quattrocentesimo e ultimo lavoro – da parte di allievi e amici.

Lingua: Italiano
Pag. 9-11
Etichette: Brugnoli Giorgio, Convegno di studi, Ovidio, Duemila,

Autore/i articolo: GIORGIO BRUGNOLI
Titolo articolo: L’Ovidio dell’esilio nell’esilio di Dante

Il contributo di Giorgio Brugnoli mira a valorizzare, con una ricca messe di loci paralleli, il ruolo delle opere dell’esilio di Ovidio (“Fasti”, “Tristia” ed “Epistulae ex Ponto”) nella produzione dantesca, e in particolare in quei passaggi in cui Dante costruisce sorvegliatamente la propria identità di esule, sollevando l’esilio reale in una dimensione ideale e artistica. Dopo alcune considerazioni sul ruolo del motivo Fortuna / Sfortuna in queste narrazioni, Brugnoli mette in evidenza quattro caratteristiche convenzionali che Dante, derivandole da Ovidio, attribuisce al proprio esilio politico: innanzi tutto la caratteristica paretimologica per cui l’ ‘ex-sul’ è ‘extra solum’ e ‘solus’; in secondo luogo la condizione etica dell’abbandono degli amici durante il naufragio; e infine, imparentate, le caratteristiche socio-economica della povertà imposta dall’esilio e dell’impedimento all’attività politica e culturale dell’esule. In coda all’articolo l’handout preparato da Brugnoli per il convegno su Ovidio nella letteratura italiana del Trecento, svoltosi a Edimburgo nel 2001.

Lingua: Italiano
Pag. 13-35
Etichette: Ovidio, Alighieri Dante, Fasti, Tristia, Epistulae ex Ponto, Autobiografia, Esilio, Letteratura latina, Letteratura medievale, Trecento, Intertestualità,

Autore/i articolo: RICCARDO SCARCIA
Titolo articolo: Ex Servio “Metamorfoseos”

In questo articolo, Riccardo Scarcia esplora nel dettaglio l’intrecciarsi di fonti alla base dell’episodio dantesco della selva dei suicidi (Inf. XIII): non solo il citato e riconosciuto Virgilio, ma anche Ovidio, che per il tramite di una glossa di Servio può aver fornito a Dante il dettaglio che riguarda il delittuoso strappo del ramo. La stessa glossa serviana, e la confluenza dantesca tra Virgilio e Ovidio, è inoltre perfettamente in linea con le rielaborazioni di Boccaccio (nel “Filocolo”) e di Ariosto.

Lingua: Italiano
Pag. 39-59
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Ovidio, Virgilio, Intertestualità,

Autore/i articolo: ROBERTO MERCURI
Titolo articolo: Figure femminili bibliche nella “Comedia” di Dante

Roberto Mercuri passa in rassegna le figure bibliche femminili nella “Comedia” di Dante, esaminandone tanto il valore simbolico quanto il ruolo attanziale nelle tre cantiche. Se nell’Inferno compare una sola rappresentante della categoria – la moglie di Putifarre – nel Purgatorio le donne delle Scritture hanno un fondamentale compito narrativo, poiché accompagnano l’agens nei momenti di passaggio all’interno del secondo regno. In Paradiso poi, oltre alla centralità assoluta della Vergine Maria, troviamo il canone di dieci donne della candida rosa; tra queste, Rachele e le tre donne benedette (Maria, Lucia, Beatrice) sono fondamentali per la narrazione in quanto motrici del viaggio di Dante. Queste diverse figure e la loro funzione nel poema testimoniano una profonda riflessione del poeta sul femminino, la cui evoluzione manifesta anche alcune corrispondenze con le diverse fasi della scrittura poetica di Dante.

Lingua: Italiano
Pag. 61-69
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Trecento, Bibbia, Donna, Letteratura medievale,

Autore/i articolo: CLAUDIA VILLA
Titolo articolo: Una Sibilla a Verona (e un indovinello per Cangrande)

Claudia Villa indaga su un’espressione enigmatica che Dante inserisce al principio dell’ “Epistola a Cangrande”, laddove lo scrivente si paragona alla Regina di Saba, recatasi a Gerusalemme per interrogare Salomone e sottoporgli degli enigmi (III Reg 10, 1-9). Dopo aver brevemente riassunto gli elementi fondamentali della fortuna di Saba / Sibilla, l’autrice ipotizza che Dante, citando questo personaggio, voglia istituire un paragone implicito tra Cangrande e Salomone: lo scopo sarebbe quello di entrare in polemica con la propaganda guelfa che, in quegli anni, voleva innalzare Roberto d’Angiò a nuovo Salomone, riconoscendo e celebrando, di contro, le ambizioni imperiali del signore scaligero.

Lingua: Italiano
Pag. 71-77
Etichette: Alighieri Dante, Epistola a Cangrande, Cangrande della Scala, Roberto d’Angiò, Trecento, Verona, Sibilla, Salomone,

Autore/i articolo: ROBERTO REA
Titolo articolo: La paura della lupa e le forme dell’ira (lettura di “Inferno” VII)

Roberto Rea affronta una ricca e articolata lettura del VII canto dell’Inferno, soffermandosi in particolare sull’interpretazione da dare all’enigmatico verso di Pluto, sul nesso tra questo canto e il successivo, sulla paura provata da Dante in relazione al peccato di cupidigia e sull’identificazione dei peccatori che, alla fine del canto, si trovano immersi nella palude Stigia.

Lingua: Italiano
Pag. 79-110
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Trecento, Passione,

Autore/i articolo: SILVIA CONTE
Titolo articolo: “Lai” di “gru” e “lai” di “rondinella”

Nel contributo di Silvia Conte si riflette sulle due occorrenze del termine ‘lai’ nella “Commedia” di Dante (Inf. V, 46 e Purg. IX, 14). L’autrice abbraccia la lettura degli antichi commentatori secondo la quale il termine indica un verso animale lamentoso, e fa risalire il termine al corrispondente di ambito francese: l’analisi dei legami tra i diversi contesti danteschi e alcune occorrenze del termine nella letteratura provenzale e antico-francese fornisce indicazioni sul motivo letterario che Dante avrebbe veicolato attraverso questo termine.

Lingua: Italiano
Pag. 111-129
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Intertestualità, Trecento, Letteratura provenzale, Letteratura medievale, Letteratura,

Autore/i articolo: ROBERTO ANTONELLI
Titolo articolo: Petrarca e la voce di Ovidio

L’articolo di Roberto Antonelli è una lettura del filo rosso ovidiano che si può rintracciare nei “Rerum vulgarium fragmenta” petrarcheschi. A partire dall’identificazione tra l’io poetico e Apollo, Petrarca rielabora il mito ovidiano di Dafne e iscrive l’intero “Canzoniere” nel segno dell’auctoritas di Ovidio, massimo rappresentante della poesia lirica e in particolare della poesia della metamorfosi. Secondo Antonelli, nell’opera petrarchesca il tema della metamorfosi si lega in modo cruciale a quello dello stile, poiché il poeta dichiara che solo una nuova mescolanza stilistica può ricomporre poesia classica e poesia volgare e cantare adeguatamente Laura.

Lingua: Italiano
Pag. 131-140
Etichette: Petrarca Francesco, Ovidio, Rerum vulgarium fragmenta, Canzoniere, Metamorfosi, Trecento, Intertestualità, Stile,

Autore/i articolo: FABIO STOK
Titolo articolo: Petrarca e Boccaccio lettori di Ovidio

Fabio Stok prende in esame due passi paralleli, tratti rispettivamente dal “Canzoniere” di Petrarca (Rvf 112) e dal “Filostrato” di Boccaccio (5, 54-5), tradizionalmente riconosciuti dalla critica come imparentati e come a loro volta legati a due antecedenti ovidiani (“Fasti”, vv. 761-80 e “Remedia amoris”, vv. 725-8). Dirimendo una questione complessa di cronologia relativa e intertestualità, Stok analizza nel dettaglio il lessico dei quattro brani e le analogie tra i diversi contesti, arrivando a ipotizzare che i due autori italiani si fondino su intertesti ovidiani diversi (i “Fasti” per Petrarca, i “Remedia amoris” per Boccaccio), e che sia il distico boccacciano a dipendere dal sonetto petrarchesco.

Lingua: Italiano
Pag. 141-155
Etichette: Petrarca Francesco, Boccaccio Giovanni, Ovidio, Rerum vulgarium fragmenta, Canzoniere, Filostrato, Fasti, Remedia amoris, Trecento, Intertestualità, Letteratura latina,

Autore/i articolo: RODNEY LOKAJ
Titolo articolo: The golden Nearchus or the case of thwarted philological method

L’articolo di Rodney Lokaj riporta all’attenzione degli studiosi tre carmina di Baldassarre Castiglione tramandati dal manoscritto Vat. lat. 6250, ignorati dai precedenti editori delle opere latine dell’umanista. I tre componimenti intrattengono solidi legami con la figura di Domizio Falcone, amico e amante di Castiglione poi abbandonato, la cui figura e attività Lokaj ricostruisce con l’ausilio di diversi testi che all’epoca dovettero circolare diffusamente. La riscoperta di questi testi e della figura di Falcone sostanziano le critiche dell’autore nei confronti del metodo filologico che li ha trascurati.

Lingua: Inglese
Pag. 157-172
Etichette: Castiglione Baldassarre, Falcone Domizio, Filologia, Cinquecento, Umanesimo, Letteratura latina,

Autore/i articolo: GIOVANNA ALFONZETTI
Titolo articolo: Bellezza, etica e cortesia nei galatei

Giovanna Alfonzetti esamina dettagliatamente un corpus di galatei (dal primo, di Giovanni Della Casa, a quelli contemporanei) per tracciare l’evoluzione del concetto di bellezza in questi testi. Si rileva così un progressivo mutamento semantico nelle riflessioni sulla bellezza, e un graduale impoverimento della sua rilevanza. L’autrice analizza anche la diversa importanza che i galatei assegnano alla bellezza femminile, sempre cruciale ma in rapporto con altri valori di volta in volta mutati (quali cortesia, igiene, grazia), e alla bellezza maschile; emergono così i nessi che le diverse epoche storiche hanno istituito tra valori etici ed estetici e le diverse modellizzazioni di genere storicamente prodotte.

Lingua: Italiano
Pag. 173-201
Etichette: Galateo, Bello, Studi di genere, Della Casa Giovanni, Semantica, Estetica, Educazione, Cortesia,