Le riviste sostenitrici
Levia Gravia | 2011 | N. 13
Anno 2011 – Annata: XIII – N. 13
A cura di Loredana Palma
Titolo articolo: La scrittura e la morte
Il saggio apre il volume monografico della rivista dal titolo “Scrivere per vivere”. La memorialistica della deportazione”. Preceduta da alcune note critiche, viene qui riportata l’intervista a Jorge Semprún (pubblicata nella rivista “L’École des lettres” nel 2002) sull’esperienza del campo di concentramento e della scrittura.
Lingua: ItalianoPag. 1-10
Etichette: Semprún Jorge, Campi di concentramento, Scrittura, Novecento, Duemila,
Titolo articolo: Vite segnate e drammi rivissuti: Imre Kertész e Helga Schneider
L’articolo propone un parallelo tra due scrittori la cui vita è stata segnata, seppure in maniera diversa, dall’esperienza del nazismo e della deportazione: Imre Kertèsz e Helga Schneider. Il primo, infatti, conobbe da adolescente i campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald; la seconda, invece, venne abbandonata a quattro anni da una madre che decise di diventare membro delle SS e di lavorare come guardiana nei campi di sterminio. Le esperienze di entrambi trovarono poi spazio nella scrittura.
Lingua: ItalianoPag. 11-41
Etichette: Kertész Imre, Schneider Helga, Campi di concentramento, Novecento, Duemila,
Titolo articolo: Domande a Dio dal fondo del Lager
Motivo di fondo dell’intervento di Claudio Sensi – scritto a quattro mani con il rabbino capo di Torino Alberto Moshe Somekh – è la domanda “Perché è potuto accadere? Come è possibile che Dio lo abbia permesso?” in riferimento all’orrore dei campi di concentramento. Di qui scaturiscono poi gli interrogativi relativi alla memoria e al perdono.
Lingua: ItalianoPag. 43-73
Etichette: Fede, Ebrei, Ebraismo, Novecento,
Titolo articolo: Un genio in Lager. La testimonianza di Pavel Florenskij
Il saggio richiama l’attenzione sulla figura di Pavel Aleksandrovič Florenskij, uno dei massimi pensatori cristiani del Novecento, condannato in epoca staliniana al Lager delle isole Solovki e infine fucilato l’8 dicembre 1937. Il ritratto di Florenskij viene affidato alle numerose lettere da lui scritte alla famiglia, fortunosamente salvatasi e pubblicate a Mosca nel 1998.
Lingua: ItalianoPag. 75-104
Etichette: Aleksandrovič Florenskij Pavel, Epistolario, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: ‘Il valore letterario e culturale della memorialistica della deportazione’: bilancio in un’esperienza universitaria
L’intervento di Claudio Sensi costituisce la presentazione del VII ciclo (2008) del seminario “Il valore letterario e culturale della memorialistica della deportazione”. Ideato da Marziano Guglielminetti, coadiuvato d Mariarosa Masoero, il seminario si era ben presto configurato come un ‘presidio della memoria’, grazie anche all’Aned e all’Istituto Gramsci che, a partire dal 2002, prese ad ospitarne gli incontri. Negli anni esso ha condotto all’ascolto di numerose testimonianze relative all’esperienza della deportazione, arricchendosi di sempre nuove discipline e del confronto internazionale.
Lingua: ItalianoPag. 105-108
Etichette: Guglielminetti Marziano, Novecento, Duemila,
Titolo articolo: Testimoni e interpreti della Shoah
Il saggio, partendo dalla considerazione delle cautele espresse dallo studioso olandese Sam Desden (che ritiene le testimonianze unilaterali ed incomplete nel ricostruire la storia), giunge ad affermare l’imprescindibile valore dei ricordi individuali nella ricostruzione storica della Shoah, anche se pone la questione delle sovrapposizioni delle memorie successive alla prima e dell’influenza di testimonianze già note.
Lingua: ItalianoPag. 111-119
Etichette: Memoria, Ebrei, Ebraismo, Novecento,
Titolo articolo: Infanzia e deportazione nei Lager nazisti attraverso la memorialistica
L’intervento di Maida si concentra sulle particolari forme che assunse il ricordo dell’esperienza della deportazione nei pochi bambini superstiti ai campi di concentramento.
Lingua: ItalianoPag. 121-128
Etichette: Memoria, Ebrei, Ebraismo,
Titolo articolo: Storia di una memoria
Il saggio mette in rilievo la figura di Bruno Vasari, il primo deportato italiano a pubblicare un libro sulla terribile esperienza del campo di concentramento: ‘Mauthasen bivacco della morte’ (1945). Nonostante l’infaticabile opera di vero e proprio ‘organizzatore’ della memoria collettiva, sia come vicedirettore generale della RAI sia, successivamente, come presidente dell’Aned, il testo di Vasari, pubblicato di nuovo nel 1991, non ricevette mai adeguata attenzione né da parte del pubblico né da parte degli intellettuali.
Lingua: ItalianoPag. 129-136
Etichette: Vasari Bruno, Mauthasen bivacco della morte, Autobiografia, Novecento,
Titolo articolo: Protocolli dell’orrore. Rappresentare Auschwitz: Petr Weiss, Dieter Schlesak, Jean Améry
Il saggio mette a confronto tre scrittori, tutti impegnati con la rappresentazione della Shoah: Peter Weiss, Dieter Schlesak, Jean Armery. Il primo usa nel suo dramma “Die Ermittlung” (“L’Istruttoria”) la documentazione contro i criminali di Auschwitz; Dieter Schlesak porta in scena la storia di uno di tali responsabili, il dottor Capesius (“Capesius, der Auschwitzapotheker”); Jean Amery (pseudonimo di Hans Mayer), infine, nel suo saggio “Jenseit von Schuld und Sühne. Bewältingungsversuche eines Überwältigten” spinge la sua riflessione sulle possibilità di sopravvivenza dello spirito umano in un luogo così disumano come un campo di concentramento.
Lingua: ItalianoPag. 137-149
Etichette: Weiss Peter, Schlesak Dieter, Armery Jean, Mayer Hans, Ebrei, Ebraismo, Novecento,
Titolo articolo: Fenomenologia e rimuginazione in Jorge Semprún
il saggio di Mattioda mette in luce la figura di Jorge Semprún che, dopo la deportazione a Buchenwald, ebbe un ruolo di primo piano nell’organizzazione del partito comunista sotto il regime franchista. I suoi quattro romanzi, in cui ritorna l’esperienza della deportazione, non seguono un andamento logico-causale ma insistono sugli stessi temi in un gioco di rimandi interni.
Lingua: ItalianoPag. 151- 161
Etichette: Semprún Jorge, Campi di concentramento, Novecento,