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Lettere italiane | 2014 | N. 4
Anno 2014 – Annata: LXVI – N. 4
A cura di Francesca Farina
Titolo articolo: Il sorriso dei beati nella “Commedia”. Un’interpretazione letterale
Giulia Gaimari ripercorre l’idea che Dante ha del sorriso, idea derivata dalla concezione medievale che contrapponeva alla proibizione ecclesiastica del sorridere l’elaborazione culturale maturata dallo studio della Bibbia, secondo la quale esiste ‘un riso negativo, contrario alla carità’ e un ‘riso lecito, espressione di gioia e prefigurazione del gaudio paradisiaco’, come sostiene la studiosa. Così, il sommo Poeta ne sottolinea la bellezza in vari passi delle sue opere, nel “Convivio”, nella “Vita nova”, ma specialmente nella “Commedia” e segnatamente nel “Paradiso”, in cui la luminosa presenza di Beatrice si accende vieppiù in virtù del suo riso divino, riflesso quasi accecante ma al tempo stesso rigenerante della beatitudine celeste. Altresì si accendono le sembianze di altri santi, di Piccarda, di Giustiniano, di Tommaso d’Aquino, dello stesso Cacciaguida, antenato di Dante, della Vergine Maria, sorrisi che sfolgorano tutti non di metafora, ma in senso strettamente letterale, ‘concreto e umano’, come rileva la Gaimari.
Lingua: ItalianoPag. 469-495
Etichette: Alighieri Dante, Opera, Poesia, Prosa, Letteratura italiana, Critica letteraria, Trecento, Novecento,
Titolo articolo: Il ‘femminile’ nello sguardo di alcuni scrittori di guerra (D’Annunzio, Rebora)
Francesca Battera si sofferma sulle raffigurazioni femminili presenti nelle pagine dei due autori del Novecento come metafora di eventi che, alle radici del secolo, si andavano preparando, tanto da prefigurare nella Grande Guerra un parto, sanguinoso e denso di gemiti e dolore, da cui sarebbe scaturita una nuova realtà, nella quale tuttavia la donna avrebbe assunto il ruolo millenario che le spettava, quello di sposa e genitrice, nell’imminenza della guerra anche infermiere e crocerossine, ma soprattutto sarebbe stata vista come specchio di Maria e di Eva, custode, come la prima, della santità del focolare, o vittima dell’istintualità da domare, come nella seconda. In particolare, nel “Notturno” dannunziano la donna appare come madre, ma anche come figlia, amica-amante e simbolo della stessa Patria. Il testo in realtà è un’esaltazione della madre carnale del Vate, ma altresì celebrazione della Patria, madre metaforica, tuttavia non meno presente e dolente di quella reale, appellata come ‘Gran Madre’ e sentita quale un vivo corpo d’amore, come quello della vera genitrice del poeta, Madre Patria in cui madre e figlio si compenetrano, quasi indistinguibili, come si compenetrano la Patria e i soldati, in un tutto inscindibile. Altresì, nel “Libro sulla guerra” di Rebora, la figura femminile risalta in
tutte le sue sfaccettature, vero ‘filo conduttore’ dell’intera opera, madre eroica che offre i propri figli alla Patria, e madre simbolo di pace, ma anche bambina, giovane e vecchia al tempo stesso, fidanzata e futura sposa, donna-angelo stilnovistica, ma anche romantica, sempre e comunque inquadrata in un ruolo, dal quale soltanto alla fine del Novecento saprà da se stessa riscattarsi.
Pag. 496-527
Etichette: D’Annunzio Gabriele, Rebora Clemente, Opera, Poesia, Prosa, Donna, Guerra, Letteratura italiana, Critica letteraria, Novecento,
Titolo articolo: ‘Né greve né leggero’. Riflessioni metodologiche sul rapporto tra letterature regionali e culture europee
Ripensando al suo insegnamento universitario presso l’Istituto di Studi Italiani di Lugano, l’A. riflette sul magistero dei grandi critici che hanno ridisegnato la storia e la geografia culturale dell’Italia dell’ultimo secolo, a partire dalla Storia della Letteratura Italiana di Francesco De Sanctis, il cui secondo e ultimo volume fu pubblicato nel 1871 a Napoli, facendo quindi un parallelo con gli studi sulla tradizione letteraria milanese e lombarda di Dante Isella, che nel 197, durante un convegno dedicato a Francesco Chiesa, sottolineava le connessioni, ma anche i rapporti problematici e talvolta conflittuali esistenti tra le letterature regionali e la letteratura nazionale, come già rilevato da una delle più notevoli opere critiche della seconda metà del Novecento, quella “Geografia e storia della letteratura italiana” di Carlo Dionisotti (1967), la quale segnalava sin dal titolo l’importanza delle mille realtà culturali, provinciali e regionali, italiane, compresa quella della Svizzera italiana, con Lugano e il Canton Ticino.
Lingua: ItalianoPag. 528-542
Etichette: Letteratura, Cultura, Lingua, Poesia, Prosa, Critica letteraria, Regione, Regionalismo, Provincia, Origini-Novecento,
Titolo articolo: Petrarca e il libro dei “Salmi”. Materiali per la struttura dei “Rerum vulgarium fragmenta”
Nicolò Maldina, dopo aver indagato sulle probabili fonti del “Canzoniere” petrarchesco, distinguendole in romanze, per gli antecedenti che affondano nella lirica romanza del Duecento e Trecento, segnatamente nel “Libre” di Guiraut de Riquier, in alcuni ‘Liederbücher’, ma specialmente nella “Vita nova” di Dante; classiche, in quanto rifacentisi a Properzio e alla tradizione elegiaca; patristiche, poiché hanno come riferimento le “Confessioni” di sant’Agostino; teologiche, in quanto hanno ben presente il testo biblico nella sua totalità, pur apparentemente frammentata; propone un’ulteriore ipotesi ispiratrice nel libro dei “Salmi”, attribuito dalla tradizione al re David. Nell’epistola X, libro 4 delle “Familiares” infatti lo stesso Petrarca fornisce la chiave per questa interpretazione, dal momento che il libro dei “Salmi” ‘raccoglie le poesie scritte da David a comporre, pur in assenza di una vera e propria cornice narrativa, un libro organico e unitario’, come già sottolineato da Pietro Lombardo. Maldina sostiene che anche nel “Canzoniere” si affrontano temi diversi, ma che concorrono a narrare una stessa vicenda, smentendo quindi l’apparente frammentarietà dei testi, in realtà accomunati tutti dall’empito morale del pentimento del poeta e dalla denuncia del ‘giovanile errore’.
Lingua: ItalianoPag. 543-558
Etichette: Petrarca Francesco, Bibbia, Letteratura, Prosa, Poesia, Critica letteraria, Origini-Trecento,
Titolo articolo: Tra le fonti tassiane: “Africa” e “Liberata”
Alessandra Paola Macinante dà notizia del primo volgarizzamento a opera del senese Fabio Marretti del poema petrarchesco, risalente al 1570, del quale senza dubbio il Tasso fu al corrente, poiché ne fa cenno in una celebre lettera del 1585 a Maurizio Cattaneo, in cui pone l’ “Africa” accanto alle opere dei massimi autori classici, Omero e Virgilio, come esemplare per la ‘costituzione della favola’, intendendo la “favola poetica”, ovvero l’intreccio tra vero e falso, ma possibile. La studiosa quindi indaga minutamente sugli influssi subìti dalla “Liberata” a seguito della lettura del poema petrarchesco, tanto da arrivare a una vera e propria traduzione degli esametri del Petrarca versati nell’endecasillabo tassiano, ma anche alla specularità nel trattare i personaggi, in quanto le vicende di Massinissa e Sofonisba si riflettono in quelle di Rinaldo e Armida, come del resto Scipione si rispecchia in Goffredo, con un procedimento stilistico quasi di frammentazione dei ritratti e degli episodi, raggruppati magari in molti versi nell’ “Africa” e disseminati invece in molte parti nella “Gerusalemme liberata”.
Lingua: ItalianoPag. 559-579
Etichette: Petrarca Francesco, Torquato Tasso, Opera, Poesia, Prosa, Poema, Storia, Crociata, Letteratura, Critica letteraria, Trecento, Cinquecento,
Titolo articolo: Cristina Trivulzio di Belgioioso allo specchio dell’Oriente
Laura Michelacci aggiunge un importante contributo alla conoscenza di colei che fu ribattezzata come ‘prima donna d’Italia’ da Carlo Cattaneo, nel 1860, dato che la principessa fu una strenua sostenitrice dell’Unità d’Italia e pagò con l’esilio, prima in Francia, poi in Turchia il proprio impegno politico. A quest’ultimo esilio, che durò dal 1849 al 1855, sono legati gli articoli in cui descrisse i caratteri e le abitudini della società turca del tempo, emulando le famose viaggiatrici occidentali che l’avevano preceduta. Figlia dell’Illuminismo lombardo e poi anche francese, la Belgioioso mirò a demistificare la favola dell’Oriente come terra di delizie incommensurabili, per continuare l’opera che le era più propria, quella di educatrice delle classi popolari, anche in quegli ambiti, e di disvelamento dei segreti più nascosti, nel tentativo di disabbellire una realtà sovente immaginata come emblema di lusso e di sfarzo, con la conseguente denuncia della sottomissione femminile, frutto di un primitivismo tenace e forse non eradicabile, se non col rovesciamento del sistema teocratico ottomano.
Lingua: ItalianoPag. 580-595
Etichette: Trivulzio di Belgioioso Cristina, Politica, Letteratura di viaggio, Esilio, Critica letteraria, Cultura, Esotismo, Donna, Ottocento,
Titolo articolo: Il carteggio inedito tra Giosue Carducci ed Achille Neri
Lo studioso ragguaglia sullo scambio epistolare intercorso tra il poeta e il letterato, bibliotecario all’Università di Genova, condirettore del “Giornale ligustico” ed esperto di storia lunigianese, negli anni 1887-1890, le cui lettere sono oggi conservate nel Fondo Neri dell’Archivio di Stato di Genova. Il Carducci all’epoca si stava occupando criticamente del poeta Giovanni Fantoni (1755-1807), che lo aveva colpito per i suoi studi sulla metrica latina, che il Carducci avrebbe a sua volta approfondito e da cui poi sarebbero scaturite le “Odi barbare”.
Lingua: ItalianoPag. 596-609
Etichette: Carducci Giosue, Neri Achille, Fantoni Giovanni, Epistolario, Letteratura italiana, Critica letteraria, Poesia, Prosa, Ottocento,
A cura di: Paola Nasti, Claudia Rossignoli
Edizioni: University of Notre Dame Press, Notre Dame – 2013
Lingua: Albanese
Pag. 610-614
Recensore/i: Alessandra Forte
Etichette: Alighieri Dante, Opera, Prosa, Poesia, Letteratura italiana, Critica letteraria, Edizione critica, Trecento, Novecento,
A cura di: Alessandra Malquori con Manuela De Giorgi e Laura Fenelli
Edizioni: Centro Di, Firenze – 2013
Lingua: Italiano
Pag. 614-620
Recensore/i: Carlo Delcorno
Etichette: Agiografia, Figura letteraria, Giardino, Simbolo, Sacro, Origini/Novecento,
Titolo libro/articolo recensito: Prima di Manzoni. Autore e lettore nel romanzo del Settecento
Edizioni: Salerno editrice, Roma – 2012
Lingua: Italiano
Pag. 620-623
Recensore/i: Valeria Tavazzi
Etichette: Manzoni Alessandro, Letteratura, Prosa, Romanzo, Lettore, Settecento, Novecento,
A cura di: Lia Fava Guzzetta, Paolo Martino
Edizioni: Editrice Studium, Roma – 2014
Lingua: Italiano
Pag. 624-626
Recensore/i: *
Etichette: Petrocchi Giorgio, Critica letteraria, Letteratura, Novecento,
Titolo libro/articolo recensito: La dizione formale dell’ ‘italo cigno’. Notazioni di stile e di lingua nella poesia e nella prosa di Giuseppe Parini
Edizioni: Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, Milano – 2014
Lingua: Italiano
Pag. 626628
Recensore/i: *
Etichette: Parini Giuseppe, Opera, Prosa, Poesia, Letteratura, Critica letteraria, Settecento, Novecento,