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Lettere italiane | 2013 | N. 4
Anno 2013 – Annata: LXV – N. 4
A cura di Francesca Farina
Titolo articolo: ‘Diligite iustitiam’. Lettura del XVIII canto del “Paradiso”
Nell’articolo di esordio “Diligite justitiam’. Lettura del XVIII canto del Paradiso”, già pubblicato nel 1966 e qui riproposto per commemorare il grande critico, Vittore Branca accentra la propria attenzione sui canti fondamentali del “Paradiso” e dell’intera “Divina Commedia”, il quindicesimo, il sedicesimo e il diciassettesimo, che fanno quasi da premessa al diciottesimo, vero cardine del sistema poetico dantesco, in cui l’anima e il corpo del Poeta si innalzano definitivamente al di là di ogni passione terrena, per attingere all’estasi divina della suprema Giustizie e dell’unica, assoluta Verità. Tramite Cacciaguida, il grande avo, Dante passa dalla rievocazione nostalgica del passato e la previsione realistica del futuro, alla visione ‘universale’ dei disegni di Dio, che si serve della miseria e della grandezza degli uomini per far trionfare la Fede e la Giustizia, come si evince dalla minuta analisi dei versi che il critico compie, richiamando dalle pieghe della storia ‘gli spiriti magni’ degli eroi e dei re della croce di Marte, nel gorgo di luce che li sommerge e li esalta al tempo stesso, non cessando di scagliare gli strali della propria ira contro la corruzione presente della Chiesa d’Avignone.
Lingua: ItalianoPag. 481-501
Etichette: Alighieri Dante, Opera, Poesia, Personaggio, Giustizia, Letteratura, Critica letteraria, Trecento, Novecento,
Titolo articolo: ‘Ferire troppo lontano’. Il “Principe” e la sua posterità
Carlo Ossola, partendo col menzionare le opere che dal Cinquecento ad oggi si sono incentrate sul concetto di “utopia”, il non-luogo per eccellenza, secondo Marc Augè, o piuttosto il luogo non riconosciuto, come sostiene lo studioso, perviene a parlare dell’idea di società perfetta in Machiavelli e Castiglione, e fino al nostro contemporaneo Italo Calvino, soffermandosi in particolare sul “Principe”, per recuperarlo alla sua più integra verità, fuori da ogni equivoco critico, mettendolo a confronto con Erasmo da Rotterdam e con altri autori come Rabelais, preso quale esempio di anti-machiavellismo, come la Szymborska, Carver, Celan, tutti tesi ad elaborare la loro teoria del futuro, fino all’estrema utopia di Mireille Delmas-Martin di ‘umanizzare la mondializzazione’, ovvero della ‘imperfezione condivisa’, piuttosto che della sterile, imposta perfezione.
Lingua: ItalianoPag. 502-518
Etichette: Machiavelli Nicolò, Castiglione Baldassarre, Utopia, Opera, Prosa, Letteratura, Critica letteraria, Cinquecento, Novecento,
Titolo articolo: Renato Serra e Giacomo Debenedetti: la vocazione del critico
Menetti indaga sulla missione del critico, e di un critico quale il Serra, che ebbe a difendersi per tutta la sua, seppur breve, vita dagli attacchi del mondo letterario, nel tentativo di svelare i suoi poveri idoli, per cercare una verità più alta, apparentandosi così a Giacomo Debenedetti nell’identificare la cifra più rimarchevole del loro operato, ossia la “ribellione nei confronti dell’autorità”, con tutto il disagio e la solitudine che ne conseguirono. Definendo il ruolo di critico dall’accostamento dei due studiosi, Menetti sottolinea come l’autorevolezza del gusto di Serra gli permettesse di esprimersi in tutta libertà ed intelligenza, contro la vera o presunta ‘Repubblica delle lettere’ allora dominante, che di democratico aveva ben poco, mentre egli intendeva perseguire l’ideale dell’ ‘uomo totale’, pagando il prezzo altissimo dell’isolamento dalle accademie e dai circoli dei letterati di mestiere e degli asettici burocrati.
Lingua: ItalianoPag. 520-536
Etichette: Debenedetti Giacomo, Serra Renato, Carteggio, Opera, Prosa, Letteratura, Critica letteraria, Novecento,
Titolo articolo: ‘Sub lucis similitudine’. Ottica e teologia della luce in Bartolomeo da Bologna O.F.M.
L’A. ricostruisce il percorso che ha portato lo scolastico francescano a rintracciare nelle vetrate delle cattedrali, forse nella basilica di san Francesco ad Assisi, ovvero nelle chiese gotiche francesi, l’ispirazione a paragonare la ‘finestra vitrea’ all’anima, l’una e l’altra mezzo di collegamento tra l’esteriorità e l’interiorità, tra l’umano e il divino, tra la luce e l’oscurità, teoria espressa da Bartolomeo da Bologna nel volume intitolato “De luce”. L’autore, secondo la studiosa, fu una delle personalità più interessanti della scena bolognese alla fine del Duecento, ma del quale ben poco si sa, tranne che forse fu ad Anagni alla corte di Alessandro IV, come inquisitore, quindi a Parigi come docente, prima di entrare nell’ordine dei frati minori, poi ancora incaricato da Niccolò III di andare in Romania, nel tentativo di sanare la frattura con la Chiesa greca, anche se in realtà non vi si recò mai. Scrisse diversi libri e certamente il più suggestivo è proprio il citato “De luce”, in cui, come detto, si attua l’audace parallelismo tra il mondo sensibile e quello sovrasensibile, grazie alla metafora della luce, appunto, testo che Dante probabilmente conobbe, tanto che si ritroverà tale metafora, eccezionalmente esaltata in tutte le sue sfaccettature, sia nel “Convivio”, sia nella “Divina Commedia”.
Lingua: ItalianoPag. 537-562
Etichette: Alighieri Dante, Da Bologna Bartolomeo, Opera, Prosa, Metafora, Luce, Religione, Bellezza, Bene, Dio, Letteratura, Critica letteraria, Duecento, Novecento,
Titolo articolo: Visione fisiognomica ne “L’arte de’ cenni” di Giovanni Bonifacio
Éva Vígh riporta alla luce il testo del giureconsulto e letterato veneto, che diede alle stampe il trattato retorico-etico-fisiognomico nel 1616, al fine di attrarre l’attenzione in merito alla comunicazione non verbale, repertoriando i cenni aventi valore comunicativo e quindi anche valenza sociale e morale. Mescolando i generi e le materie, l’autore registra, cataloga e classifica più di seicento segni, illustrandoli con numerosissimi esempi letterari e biblici, antichi e moderni, poiché considerava i cenni e i moti del corpo ‘favella visibile’, ‘muta eloquenza’ e ‘facondo silenzio’, in quanto riguardavano sia la vita, sia la letteratura e le arti figurative. In realtà, soprattutto la pittura è in grado di registrare, secondo il Bonifacio, i turbamenti lieti o dolenti dell’anima, così come i gesti e lo stesso aspetto delle persone, le quali sovente sono effigiate in perfetta sintonia dello spirito con il corpo, poiché, secondo il principio greco, a un aspetto bello corrisponde un cuore virtuoso e viceversa, sostenendo quindi anche la validità dello zoomorfismo.
Lingua: ItalianoPag. 563-579
Etichette: Bonifacio Giovanni, Opera, Prosa, Comunicazione, Corpo, Anima, Letteratura, Critica letteraria, Seicento, Novecento,
Titolo articolo: Saba, Penna e ‘i tanto attesi canti della maternità’
Maiko Favaro ricostruisce il rapporto amichevole, ma quasi da maestro ad allievo, che legò i due poeti, tanto che Saba si adoperò per farne conoscere il talento e fu tra i primi a far risaltare il carattere ‘classico’ dei poeti greci ed ellenistici delle sue composizioni, giudizio poi confermato da altri autorevoli critici, che definirono ‘alessandrina’ e quindi ‘anti-moderna’ la lirica di Penna. Ciò suscitò l’attenzione, ma anche una diversa interpretazione dei suoi testi da parte di Garboli e dello psicanalista Elio Gioanola, che ne sottolineò la nevrosi, determinata non certo dalla sua omosessualità, ma da motivazioni più profonde, quali la difficoltà ad accettare il mondo circostante e l’accentuato narcisismo. La studiosa rimarca altresì l’influenza di Penna su Saba, tanto che lo stesso “Canzoniere”, sua opera più ragguardevole, è segnato dall’ambivalenza tra la ‘leggerezza’ paterna e la ‘pesantezza’ materna, recuperando inoltre il rapporto ‘materno’, tipico della poesia di Penna, che l’io lirico instaura con i suoi ‘ragazzi’.
Lingua: ItalianoPag. 580-595
Etichette: Penna Sandro, Saba Umberto, Opera, Poesia, Prosa, Carteggio, Letteratura, Critica letteraria, Novecento,
Titolo libro/articolo recensito: Vernacular Theology. Dominican Sermons and Audience in Late Medieval Italy
A cura di: Ingrid Kasten, Niklaus Largier, Mireille Schnyder
Edizioni: De Gruyter, Berlin-Boston – 2013
Lingua: Inglese
Pag. 597-599
Recensore/i: Silvia Serventi
Etichette: Religione, Teologia, Predica, Prosa, Letteratura, Critica letteraria, Trecento, Novecento,
Titolo libro/articolo recensito: De pictura (redazione volgare)
A cura di: Lucia Bertolini
Edizioni: Edizioni Polistampa, Firenze – 2011
Lingua: Italiano
Pag. 599-602
Recensore/i: Claudio Griggio
Etichette: Alberti Leon Battista, Opera, Prosa, Arte, Letteratura, Critica letteraria, Quattrocento, Novecento,
Titolo libro/articolo recensito: Scritti giovanili inediti
A cura di: Domenica Falardo
Edizioni: Istituto Italiano per gli Studi Filosofici Press, Napoli – 2011
Lingua: Italiano
Pag. 602-606
Recensore/i: Enzo Rabboni
Etichette: Galanti Giuseppe Maria, Politica, Meridionalismo, Storia, Opera, Prosa, Edizione critica, Letteratura, Critica letteraria, Settecento, Novecento,
Titolo libro/articolo recensito: Dramma e storia – da Trissino a Pellico
Edizioni: Edizioni di Storia e Letteratura, Roma – 2013
Lingua: Italiano
Pag. 606-609
Recensore/i: Stefano Verdino
Etichette: Tragedia, Dramma, Letteratura, Teatro, Opera, Poesia, Prosa, Storia, Critica letteraria, Cinquecento-Novecento,
Titolo libro/articolo recensito: Frate Francesco
Edizioni: Il Mulino, Bologna – 2013
Lingua: Italiano
Pag. 611-613
Recensore/i: *
Etichette: D’Assisi Francesco, Biografia, Opera, Cristianesimo, Religione, Carità, Povertà, Teologia, Letteratura, Critica letteraria, Duecento, Novecento,
Titolo libro/articolo recensito: Desiderio di verità e altri scritti inediti e rari
Rivista: “Istmi”, fascicolo n. 33
Lingua: Italiano
Pag. 613-616
Recensore/i: *
Etichette: Luzi Mario, Biografia, Opera, Poesia, Prosa, Letteratura, Critica letteraria, Novecento,