Lettere italiane | 2007 | N. 2

Anno 2007 – Annata: LIX – N. 2 Mese: aprile-giugno
A cura di Francesca Farina

Autore/i articolo: SABINA STROPPA
Titolo articolo: ‘Quid vides?’. La canzone delle visioni e Ugo da San Vittore

In incipit al numero 2 (aprile giugno 2007) l’articolo di Sabrina Stroppa ” ‘Quo vides?’ La canzone delle visioni e Ugo di San Vittore”, dedicato alla ricostruzione dei “debiti medievali” che sono alla base dei sei quadri, quasi un polittico, di cui si compone la canzone CCCXXIII dei ‘Rerum Vulgarium Fragmenta’ petrarcheschi. Conosciuta anche come la “canzone delle visioni”, essa riproduce il genere letterario della “visione cosmica”, ben noto alla tradizione spirituale dai tempi di Ugo di San Vittore e del dialogo ‘De contemptu mundi’, ma assai praticato dai padri della Chiesa, da San Girolamo a Boezio, da San Benedetto a sant’Agostino, tradizione che affonda le proprie radici nella filosofia e nella letteratura classica e che si esprime nel disprezzo del mondo e della precarietà delle cose umane, fino ad arrivare allo stesso Leopardi, con la sua mesta constatazione che la morte attende ogni gloria terrena.

Lingua: Italiano
Pag. 153-186
Etichette: Da San Vittore Ugo, Petrarca Francesco, De comtemptu mundi, Rerum Vulgarium Fragmenta, Religione, Cristianesimo, Visione, Poesia, Origini-Trecento,

Autore/i articolo: ERMINIA ARDISSINO
Titolo articolo: Galileo in Europa. Lo scambio epistolare con Elia Diodati

In “Galileo in Europa. Lo scambio epistolare con Elia Diodati”, Erminia Ardissimo sottolinea come i contatti epistolari di Galileo con astronomi e scienziati europei furono molto frequenti e proficui, e si rivolsero anche a personalità intellettuali di altissimo livello, quale Keplero. Galileo infatti scrisse un gran numero di lettere, persuaso com’era della necessità di comunicare a studiosi italiani e stranieri le sue scoperte, ma altresì per ricercare comprensione e sostegno in Europa, a fronte della freddezza, incomprensione o riprovazione subite in patria, anche se il suo ricco epistolario, che si estese dal 1588 al 1641, avanza soltanto in parte. Le lettere proseguivano inoltre la sua attività di educatore, che svolgeva già nello Studium di Padova e perfino presso la sua abitazione privata. Importantissimo diffusore dl pensiero galileiano in Europa, negli anni successivi alla condanna da parte del Santo Uffizio, fu in particolare Elia Diodati, ginevrino di famiglia lucchese protestante, costretta alla diaspora dalle persecuzioni religiose, che tradusse in latino varie opere di Galileo, diffondendone il pensiero soprattutto in Francia. A lui il grande scienziato scrisse le sue lettere più intime, dove ci svela tutta la sua umanità dolente, di fronte alla cecità e alla vecchiezza.

Lingua: Italiano
Pag. 187-204
Etichette: Galilei Galileo, Diodati Elia, Epistolario, Scienza, Religione, Concilio di Trento, Empirismo, Cinquecento, Seicento,

Autore/i articolo: FRANCESCA LATINI
Titolo articolo: Al vaneggiar di una viola: ‘Lengàs dai frus di sera’

In “Al vaneggiar di una viola: ‘Lengàs dai frus di sera’ ” Francesca Latini intraprende una lettura della lirica pasoliniana apparsa in “Patrie dal Friûl” nel dicembre del 1947 e che darà il nome a un’intera sezione della “Suite furlana”. Il titolo della lirica avrebbe dovuto estendersi a una raccolta poetica, il cui nucleo primigenio Pasolini aveva sottoposto al giudizio di Gianfranco Contini. Già il critico Siti aveva individuato nella lirica echi crepuscolari, tuttavia in essa si nota soprattutto la radice friulana del poeta, non immune però da richiami pascoliani, del Pascoli del “Chiù” specialmente, viva compenetrazione di unità metrica e unità semantica, col tema perenne degli inviti di Eros nell’ora della sera e l’ambiguità del nome viola, generalmente connotato come il fiore, simbolo di amore e morte da Petrarca allo stesso Pascoli, nella prima produzione dialettale pasoliniana, che qui appare alla studiosa come strumento musicale, ma dall’identica valenza erotica, che sembra indurre cioè a tentazioni amorose, con il suono quasi demoniaco, di contro ai cristiani squilli di campane nel cielo serotino di Casarsa. Il momento del dì, crepuscolo, e il giorno della settimana, venerdì, preludono, nel richiamo di molti altri poeti, come Leopardi, il già citato Pascoli, Rimbaud, Mallarmè, Ungaretti, alla fugacità e quasi alla luttuosità di ogni evento che si adombrava felice, come anche alla memoria, tema che sottintende ogni altro tema.

Lingua: Italiano
Pag. 204-225
Etichette: Pasolini Pier Paolo, Lengàs dai frus di sera, Poesia, Dialetto, Simbolo, Ottocento, Novecento,

Autore/i articolo: ANDREA CANOVA
Titolo articolo: ‘L’inamoramento de Orlando’ da Mantova a Urbino (con una postilla mantegnesca)

Nella rubrica “Note e rassegna” troviamo ” ‘L’inamoramento de Orlando’. Da Mantova a Urbino (con una postilla mantegnesca)”, in cui Andrea Canova dà notizia di una lettera del marchese Francesco Gonzaga a Guidubaldo da Montefeltro, duca di Urbino, nella quale si menziona “lo libro composto dal conte Antonio (sic) Maria Boiardo in rime del’inamoramento de Orlando”, ossia l’ “Orlando innamorato” di Matteo Maria Boiardo, erroneamente chiamato Antonio nella missiva, come in altri testi coevi. La lettera accompagnava l’invio del libro al suddetto duca. Per il resto, non rimane alcuna testimonianza scritta di Boiardo nella biblioteca dei Montefeltro: le sue opere non sono presenti nel cosiddetto “Indice vecchio” della libreria urbinate, compilato attorno al 1487. La studiosa quindi ipotizza un certo ostracismo da parte della corte dei Montefeltro, perpetrato ai danni del poeta in quanto autore “cavalleresco”, ossia di letteratura cavalleresca, rappresentata, nella biblioteca di Urbino, da un solo testo. Al contrario, a Mantova, con la cui corte i rapporti erano frequenti anche per via di legami matrimoniali, i testi cavallereschi erano assai numerosi e lo diventeranno anche di più con l’arrivo della dotta Isabella d’Este, sposa di Francesco Gonzaga, cognato di Guidubaldo. Tra l’altro quest’ultimo, durante una sua visita a Mantova, aveva potuto ammirare i “Trionfi” del Mantenga, come attesta una lettera del castellano di Mantova, Silvestro Calandra, fornendo così ai posteri anche la datazione della grandiosa opera pittorica.

Lingua: Italiano
Pag. 226-235
Etichette: Boiardo Matteo Maria, Orlando Innamorato, Letteratura cavalleresca, Corte, Carteggio, Archivio, Urbino, Mantova, Mantegna Andrea, Quattrocento,

Autore/i articolo: ANGELA CARACCIOLO ARICÒ
Titolo articolo: Per Opico e per Tirsi

In “Per Opico e per Tirsi”, Angela Caracciolo Aricò, analizzando l’opera “Arcadia” di Jacopo Sannazaro, che ha come riferimento fondamentale l’Accademia Pontaniana, i cui componenti sono rappresentati sotto le spoglie bucoliche dei pastori Cariteo, Barcinio, Summontio, Enareto, Meliseo, e altri, avanza diverse, interessanti ipotesi in merito all’identificazione dei suddetti pastori con alcuni tra i più importanti personaggi del panorama letterario partenopeo del tempo, in particolar modo mirando a sciogliere il nodo a proposito della individuazione di Opico, il grande vecchio, definito come caposcuola della rinata poesia pastorale, superato soltanto da Tirsi. Sotto le mentite spoglie di Opico la studiosa rintraccia il profilo del Pontano, di contro a coloro i quali vorrebbero avvalorare la tesi mirante a farlo combaciare con quello del troppo giovane Sannazaro, che fu allievo del primo. Per quel che riguarda un altro personaggio, ovverosia il già citato Tirsi, colui che per forza del suo arco riesce a battere Opico-Pontano, probabilmente si tratta, sempre secondo l’ipotesi della Caracciolo Aricò, dello stesso Sannazaro, che si considerava come il riformatore del genere bucolico grazie ad un nuovo strumento linguistico, il volgare toscano, vero continuatore della poesia di Virgilio.

Lingua: Italiano
Pag. 236-250
Etichette: Sannazaro Jacopo, Pontano Giovanni, Arcadia, Napoli, Cinquecento,

Autore/i articolo: GÉRARD MARINO
Titolo articolo: Itinéraires de Sannazaro en Arcadie. L’héritage de Virgile (de Gallus et Orphée à Aristée)

Nell’articolo redatto in lingua francese “Itinéraires de Sannazaro en Arcadie. L’héritage de Virgile (De Gallus et Orphée à Aristée)” Gérard Marino evidenzia le ascendenze virgiliane dei due più notevoli personaggi dell’ “Arcadia” di Sannazaro, ossia Ergasto e Sincero, rintracciabili nei personaggi di Gallo, Orfeo e Aristeo delle “Georgiche” e delle “Bucoliche”, cosa della quale non ci si deve meravigliare, dal momento che per Sannazaro Virgilio rappresentava il culmine della poesia classica e non solo, modello insuperabile, del quale fu sempre seguace ed emulo

Lingua: Francese
Pag. 251-261
Etichette: Virgilio Publio Marone, Sannazaro Jacopo, Bucoliche, Georgiche, Arcadia, Letteratura classica, Letteratura bucolica, Origini-Cinquecento,

Autore/i articolo: FRANCESCO LUCIOLI
Titolo articolo: La “Phoenix” nel “Viridario”. Fortuna letteraria di un trattato di mnemotecnica

In “La ‘Phoenix’ nel ‘Viridario’. Fortuna letteraria di un trattato di mnemotecnica”, Francesco Lucioli evidenzia la straordinaria fortuna della “Phoenix”, trattato concernente le pratiche di mnemotecnica, pubblicato a Venezia nel 1491 dal giurista Pietro Tomai da Ravenna, in cui l’autore, allo scopo di rafforzare la memoria, redige dodici regole nelle quali, pur riallacciandosi all’arte delle memoria classica, sottolinea con mentalità moderna l’importanza delle immagini, delle lettere e dei numeri, delle indicazioni pratiche e delle esperienze personali al fine di ritenere a mente le più varie nozioni. Il trattatello suscitò vasta eco in Italia e in Europa, per circa duecento anni, tanto da influenzare perfino le riflessioni sull’argomento da parte di Giordano Bruno.

Lingua: Italiano
Pag. 262-280
Etichette: Tomai Pietro, Achillini Giovanni Filoteo, Phoenix, Viridario, Memoria, Fortuna, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: RAOUL BRUNI
Titolo articolo: Entusiasmo ed ispirazione in Leopardi

Infine, in “Entusiasmo ed ispirazione in Leopardi” Raoul Bruni, partendo da una lettera del Recanatese al cugino Melchiorri, sottolinea la faticosa gestazione, della durata di due-tre settimane, delle composizioni del poeta, anche se alla base della sua scrittura vi era un’ispirazione (o “frenesia”), da lui considerata quasi una scintilla divina, un “entusiasmo”, non certo frutto di lunghi e diversi studi, come sostiene, confutando appena diciottenne Madame de Staël, che invitava gli Italiani a provincializzarsi con la lettura degli autori stranieri. Tuttavia, questa concezione della poesia come dono divino è certamente di ascendenza classica.

Lingua: Italiano
Pag. 281-296
Etichette: Leopardi Giacomo, Epistolario, Poesia, Ottocento,

Autore/i libro/articolo recensito: UGO FOSCOLO
Titolo libro/articolo recensito: Ultime lettere di Jacopo Ortis
A cura di: Valerio Vianello
Edizioni: Edizioni Millennium, Bologna – 2006
Lingua: Italiano
Pag. 297-298
Recensore/i: Michela Fantato
Etichette: Foscolo Ugo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, Narrativa, Ottocento,

Autore/i libro/articolo recensito: UGO FOSCOLO
Titolo libro/articolo recensito: Dell’origine e dell’ufficio della letteratura. Orazione
A cura di: Enzo Neppi
Edizioni: Leo S. Olschki Editore, Firenze – 2005
Lingua: Italiano
Pag. 298-301
Recensore/i: Andrea Carrozzini
Etichette: Foscolo Ugo, Dell’origine e dell’ufficio della letteratura, Trattatistica, Ottocento,

Autore/i libro/articolo recensito: EUGENIO MONTALE
Titolo libro/articolo recensito: Lettere a Clizia
A cura di: R. Bettarini, G. Manghetti, F. Zabagli
Edizioni: Mondadori, Milano – 2006
Lingua: Italiano
Pag. 302-308
Recensore/i: Roberto Gigliucci
Etichette: Montale Eugenio, Epistolario, Poesia, Novecento,

Autore/i libro/articolo recensito: ANNA PEGORETTI
Titolo libro/articolo recensito: Dal ‘lito diserto’ al giardino. La costruzione del paesaggio nel “Purgatorio” di Dante
Edizioni: Bononia University Press, Bologna – 2007
Lingua: Italiano
Pag. 309-310
Etichette: Alighieri Dante, Purgatorio, Poesia, Paesaggio, Trecento,

Autore/i libro/articolo recensito: TORQUATO TASSO
Titolo libro/articolo recensito: Il mondo creato
A cura di: Paolo Luparia
Edizioni: Edizioni dell’Orso, Alessandria – 2006
Lingua: Italiano
Pag. 310-311
Etichette: Tasso Torquato, Il mondo creato, Letteratura, Poesia, Teologia, Dio, Cinquecento,