Le riviste sostenitrici
Letteratura italiana antica | 2005 | N. 6
Anno 2005 – Annata: VI – N. 6
A cura di Asteria Casadio
Titolo articolo: Ser Piero Bonaccorsi: “Il cammino di Dante”
Edizione del “Cammino di Dante” di Ser Piero Bonaccorsi, notaio fiorentino, conservato nel codice 90 sup. 131 della Biblioteca Laurenziana di Firenze. Lo scritto, autografo è datato 1440 ed è una rielaborazione dei commenti tre-quattrocenteschi concernente in massima parte il “Paradiso”.
Lingua: ItalianoPag. 11-22
Etichette: Alighieri Dante, Commedia, Commento, Quattrocento,
Titolo articolo: Marsilio Ficino: “Sermoni morali”
Edizione dei “Sermoni morali” di Marsilio Ficino, conservati nel manoscritto 2684 della Biblioteca Riccardiana di Firenze. Il testo, unico in volgare del ms., è datato 28 giugno 1478 e presumibilmente copiato da Luca Fabiani. Gli undici sermoni sono un volgarizzamento di dodici lettere tratte dai primi 5 libri dell’ “Epistolario” del Ficino. Sembra possibile che il filosofo stesso fosse responsabile della scelta delle lettere e che sia intervenuto personalmente nel lavoro di volgarizzamento.
Lingua: ItalianoPag. 23-42
Etichette: Ficino Marsilio, Quattrocento, Volgarizzamento,
Titolo articolo: Antonio Cammelli detto il Pistoia: La “Disperata” capitolo conclusivo dei “Sonetti faceti” del Pistoia
Edizione de “La disperata” di Antonio Cammelli detto il Pistoia, poeta burlesco, componimento conservato nel codice Ambrosiano H223 P I inf. che chiude il canzoniere del poeta composto da 533 sonetti caudati preceduti da un “Dialogo”. “La disperata”, celeberrima per i contemporanei dell’autore, appartiene ad un genere omonimo molto in voga nel periodo, che affonda le radici nella classicità e che vide il suo massimo esponente nel Saviozzo: si tratta di una sorta di contro-canto alla “Serenata”, in cui l’amante deluso esprimeva la propria disperazione. Nel caso del Pistoia, secondo parte della critica che se n’è occupata, la donna amata sembra essersi monacata e quindi autoesclusa dal mondo privando il poeta della possibilità di salvezza attraverso l’amore.
Lingua: ItalianoPag. 43-62
Etichette: Cammelli Antonio, Quattrocento, Poesia,
Titolo articolo: Francesco Gaddi: “Ricordi”
Francesco Gaddi è uno degli uomini che, nel Quattrocento, ad imitazione degli antichi cerca di realizzare appieno tutte le loro potenzialità. Nasce a Firenze da una famiglia il cui capostipite, Pompeo, appartiene all’atelier di Cimabue. Il Vasari celebra Taddeo, suo figlio, e Agnolo, padre di Francesco. Della cui infanzia poco si sa mentre sufficienti notizie si hanno della vita adulta (matrimonio, vita politica, testamento e beni). I “Ricordi”, di cui si dà l’edizione, testimoniano lo stato del suo patrimonio, che, essendo cospicuo gli permette di dedicarsi alle lettere, ed insieme la sua cultura e la sua abilità negli affari. Francesco Gaddi, infatti, per la sua appartenenza alle arti maggiori e per la sua attività bancaria, oltre che per la sua vicinanza ai Medici, partecipa pienamente alla vita politica ed economica di Firenze. L’opera testimonia anche quanto fosse apprezzato dai concittadini.
Lingua: FrancesePag. 63-146
Etichette: Gaddi Francesco, Quattrocento, Biografia,
Titolo articolo: Francesca Turina Bufalini: “Rime spirituali sopra i misteri del Santissimo Rosario”
Edizione delle Rime sprituali di Francesca Turini Bufalini, date alle stampe nel 1628, da cui si evincono anche notizie biografiche. Sulla falsa riga dei laudari la voce narrante incita l’anima a seguire l’esempio di Maria e a riconoscere il primato papale nella persona di Clemente VIII, cui la poetessa si rivolge, come vedova, per chiedere aiuto per sé e per i suoi figli. Dopo il “Terzo Mistero” seguono sonetti dolenti per la morte del marito.
Lingua: ItalianoPag. 147-224
Etichette: Turina Bufalini Francesca, Seicento, Poesia,
Titolo articolo: Il sacro Profanato in una poesia della “Vita Nova”
Lo studio, partendo dall’analisi della seconda poesia della “Vita Nova”, dedicata al dolore fintamente provato dal poeta per la scomparsa della donna dello schermo, mostra come i richiami alle sacre scritture presenti in un componimento scritto per mostrare un dolore simulato rivelino una concezione del sacro ben diversa da quella che Dante ebbe poi nella “Commedia”.
Lingua: ItalianoPag. 225-232
Etichette: Alighieri Dante, Trecento, Sacro,
Titolo articolo: L’ “anima” di Beatrice. Dalla promessa di Virgilio alla visione della Trinità. Lectura Dantis geometrica IV
Lo studioso, attraverso una nuova analisi geometrica, analizza il primo riferimento a Beatrice presente nella “Commedia” (Inf. I 120-123) mostrando il valore paradigmatico del termine ‘anima’ con cui è indicata la donna amata dal poeta. Egli, attraverso un’analisi stereometrica, dimostra come l’intero corpus metrico della “Commedia” sottenda una visione sferica del cosmo, visto come sfera in espansione.
Lingua: ItalianoPag. 233-266
Etichette: Alighieri Dante, Trecento, Commedia, Matematica, Metrica,
Titolo articolo: Dante’s fire of Reckoning in “Inferno” XIX and XXVI-XXVII
Nei canti XIX e XXVI-XXVII sono puniti i simoniaci e i falsi consiglieri. Pur essendo separati li unisce un uguale contrappasso: il fuoco. Dante si uniforma alla cultura popolare per cui l’Inferno è una terra devastata dal fuoco e popolata di diavoli (presenti nei canti XXI-XXIII). Del resto creature demoniache sono incontrate anche nella prima parte dell’ “Inferno”: un esempio è Gerione. Al contrario l’ultima parte della cantica è caratterizzata dal ghiaccio: se per Dante il fuoco, col suo calore poteva simbolizzare l’amore di Dio, il suo opposto, Lucifero doveva essere imprigionato nel ghiaccio. Ulisse, invece, chiuso nella fiamma, potrebbe simboleggiare Dante stesso: il personaggio omerico dimostra che la conoscenza di per sé non basta per la salvezza. I critici sono concordi nell’evidenziare i riferimenti autobiografici presenti nella scelta del fuoco.
Lingua: InglesePag. 267-292
Etichette: Alighieri Dante, Trecento, Commedia,
Titolo articolo: Il “Roman de Mahomet” (1258) tra tradizione e riscrittura nei commenti danteschi del XIV secolo e nella “Cronica” di Giovanni Villani
Lo studio, prendendo le mosse dalla somiglianza della pena cui Maometto è condannato da Dante in Inf. XXVIII (22-33) e nel “Roman de Mahomet” di Alexandre Du Pont, traccia un parallelo tra la biografia del poeta raccontata dai commentatori danteschi, dal Villani e dal romanzo francese. Si dimostra, così, la totale originalità dello scritto di Du Pont, sia su un piano formale (si tratta della prima biografia di Maometto in lingua volgare) che su un piano contenutistico: Maometto, infatti, si rivela un personaggio da romanzo, perfettamente conscio delle sue azioni, il cui successo era stato favorito dalla stupidità popolare.
Lingua: ItalianoPag. 293-318
Etichette: Du Ponte Alexander, Alighieri Dante, Maometto, Commedia, Villani Giovanni, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Lo sdegno nobile di Azzo-Ercole. Osservazione sulla canzone estravagante del Petrarca
Lo studio propone una nuova lettura della prima stanza della canzone petrarchesca “Quel ch’à nostra natura in sé più degno”, scritta in occasione della presa di Parma di Azzo da Correggio. Si delinea così non solo ad una più agevole analisi del testo finora negletto a causa di alcuni punti oscuri ma anche ad una più chiara visione di Azzo, paragonato più volte ad Ercole, il cui ‘sdegno’ salvò la città di Parma dalla tirannia degli Scaligeri.
Lingua: ItalianoPag. 319-326
Etichette: Petrarca Francesco, Trecento, Poesia, Azzo da Correggio,
Titolo articolo: “Mostra di fuor sua natural virtude”. L’immagine di Laura e la fisiognomica del Classicismo
Una lettura attenta della fisionomia di Laura tracciata dal Petrarca mostra non solo una totale aderenza ai canoni topici del periodo, ma anche un alto valore simbolico e filosofico dei tratti scelti dal poeta per la sua donna simili a quelli che, nei trattati di fisiognomica rinascimentali, saranno letti come un perfetto connubio di bellezza e bontà. L’ avvenenza di Laura è, il risultato, infatti, di un’armonia celeste manifestata in ogni piccolo dettaglio del corpo.
Lingua: ItalianoPag. 327-338
Etichette: Petrarca Francesco, Trecento, Fisiognomica,
Titolo articolo: La maschera di Bergamino (Decameron I 7)
La novella settima della prima giornata del “Decameron” mostra una tecnica narrativa del racconto nel racconto e anticipa il problema della connessione tra potere politico e creazione artistica trattato nella novella seguente. Modello della novella inserita nel racconto boccacciano risulta l’exemplum “de tribus versificatoribu” tratto dalla “Disciplina clericalis” di Pietro Alfonso, mentre l’ambientazione cortese si deve a “Novellino” XLIV e XXI. Diversi i temi narrativi toccati dalla novella, primo fra tutti quello del riconoscimento del valore intellettuale di Bergamino da parte di Cangrande, la cui descrizione risente di richiami danteschi. Si è dibattuto sulla storicità anche della figura di Bergamino: lo studioso ipotizza un’allusione allo stesso Dante.
Lingua: ItalianoPag. 339-354
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Trecento,
Titolo articolo: Il comico, la poetica e la brigata nella sesta giornata del “decameron”
La sesta giornata del “Decameron” è uno dei luoghi di maggior interesse di tutta l’opera poiché si è a metà del lavoro e perché tale giornata costituisce una riflessione poetica ed un manifesto di scrittura: non a caso l’argomento scelto sono ‘i leggiadri motti’ che costituiscono l’aspetto centrale della scrittura del Boccaccio, con una forte attenzione al contesto fiorentino in cui i personaggi si muovono che risente molto anche del “Novellino”. La sesta giornata va considerata anche come un passaggio verso le novelle di beffe: i motti di spirito ivi ricordati si basano sulla parola mentre le beffe delle due giornate seguenti sono legate all’azione. La novella decima di Frate Cipolla funge, dunque, da ponte tra le ‘pronte risposte’ e l’azione, ed è proprio nelle parole del Frate che Boccaccio mostra tutta la sua abilità comico espressiva.
Lingua: ItalianoPag. 353-358
Etichette: Boccaccio Giovanni, Trecento, Decameron,
Titolo articolo: Note e divagazioni sull’ “Ambra” di Lorenzo de’ Medici
È noto che Lorenzo il Magnifico, non potendo entrare in possesso del palazzo di Pitiana, avviò i lavori per la villa di Poggio a Caiano, che celebrò con il poemetto “Ambra” in quarantotto ottave. Esso ad una prima lettura risulta diviso in due parti: le prime ventidue ottave offrono una descrizione dell’inverno e, dopo l’ottava ventitré di collegamento, si inserisce il mito eziologico e metamorfico di Ambra che riesce a sottrarsi alle intenzioni lascive di Ombrone trasformandosi in sasso. Lo studioso mostra come nelle ottave 27-36 i vari passaggi metereologici potrebbero essere intesi come l’alternarsi delle stagioni denotando una circolarità del tempo che ritorna e ricollegandosi alla prima parte del poema. Ipotizza altresì un adombrarsi dello stesso Lorenzo dietro Lauro che indicherebbe se stesso come principe previdente capace di proteggere i territori a lui affidati. In tal senso la rivalità con Ombrone, nel continuo alternarsi delle stagioni, sarebbe da intendersi come l’eterna lotta dell’uomo con la natura.
Lingua: ItalianoPag. 359-368
Etichette: Lorenzo de’ Medici, Quattrocento, Poesia,
Titolo articolo: Lo stile del nuovo poema epico rinascimentale
Gian Giorgio Trissino nella “Lettere di dedica a Carlo V” del suo poema “L’Italia liberata dai Gotthi” indicava, nel 1547, i canoni del nuovo poema epico cui si sarebbe attenuto. I principi affermati dal Trissino erano gli stessi della ‘poetica’ di Aristotele. Lo stile doveva rifarsi a quello omerico e la chiave di esso era indicata con il termine ‘enargia’ con cui va tradotto il vocabolo greco ‘enargeia’ presente in “Sullo stile” di Demetrio. Trissino appoggiandosi proprio all’analisi degli stili effettuata da Demetrio si discosta dalla dottrina prevalente delineata dalla “Retorica ad Erennio”. La proposta rivoluzionaria della lettera si riassume, dunque, intendendo la poesia come imitazione che, per essere resa efficacemente, deve richiamarsi alla ‘enargia’ e servirsi di uno stile piano che dia conto di molte descrizioni. Lo studioso mostra come la scelta filellenica di Trissino sia da contestualizzarsi nel periodo di maggior trionfo del Bembo e della proposta filociceroniana e virgiliana di quest’ultimo: la lettera del Trissino sarebbe, dunque, una precisa risposta antiromana.
Lingua: ItalianoPag. 369-390
Etichette: Rinascimento, Poesia,
Titolo articolo: Women and Vernacular Grammars in Sixteenth-Century Italy: the Case of Iparca and Rinaldo Corso’s “fondamenti del parlar toscano” (1549)
Il Cinquecento consacra al rango di lingua letteraria il vernacolo: nel 1539 vede la luce una “Grammatica volgare trovata nelle opere di Dante, di Francesco Petrarca, di Giovanni Boccaccio, di Cin da Pistoia, di Guitton d’Arezzo”. È dedicata a una donna; l’educazione delle donne mirava a renderle consapevoli del loro posto nella casa, e per questo non necessitava la conoscenza delle lingua letteraria: bastava il vernacolo. Nel sedicesimo secolo fioriscono grammatiche e trattati sulla lingua volgare, opere dell’Accarisio, di Paolo Del Rosso, del Giambullari, del Ruscelli, fino al Bembo, la cui musa ispiratrice sembra essere stata Maria Savorgnan’s. Ma solo l’opera di Rinaldo Corso, del 1549, “Fondamenti del parlar toscano” sembra essere il primo esempio di grammatica per signore. Contenuto ed esempi dell’opera sono esposti nell’indagine.
Lingua: InglesePag. 391-432
Etichette: Donna, Grammatica, Cinquecento,
A cura di: Johannes Bartuschat, Luciano Rossi
Edizioni: Longo, Ravenna – 2003
Lingua: Italiano
Pag. 433-435
Recensore/i: Emanuela Braico
Etichette: Trecento, Poesia,
Titolo libro/articolo recensito: La nobiltà di Dante
Edizioni: Edizione Polistampa, Firenze – 2004
Lingua: Italiano
Pag. 435-439
Recensore/i: Massimo Seriacopi
Etichette: Alighieri Dante, Critica letteraria, Trecento,
Titolo libro/articolo recensito: Formulas of repetition in Dante’s Commedia
Edizioni: McGill-Queen’s University Press, Montreal & Kingston-London-Ithaca – 2001
Lingua: Italiano
Pag. 439-440
Recensore/i: Marcellina Troncarelli
Etichette: Alighieri Dante, Commedia, Trecento,
Titolo libro/articolo recensito: Graziolo dei Bambaglioli sull’ “Inferno” di Dante. Una redazione inedita del commento volgarizzato
Edizioni: FirenzeLibri S.r.l., Regello – 2005
Lingua: Italiano
Pag. 440-441
Recensore/i: Augusto Ferrari
Etichette: Graziolo dei Bambaglioli, Commedia, Commento, Volgarizzamento, Trecento,
Titolo libro/articolo recensito: Francesco Petrarca. Ein Intellektueller in Europo des 14. Jahrhunderts
Edizioni: Hanser, Munchen-Wien – 2003
Lingua: Italiano/Francese
Pag. 441-44
Recensore/i: Sandra Ellena
Etichette: Petrarca Francesco, Cultura, Trecento,
Titolo libro/articolo recensito: Rime
A cura di: Fabio Carbone
Edizioni: Vecchiarelli Editore, Manziana – 2003
Lingua: Italiano
Pag. 444-445
Recensore/i: Massimo Seriacopi
Etichette: Simone de’ Prodenzani, Poesia, Trecento,
Rivista: “Studi medievali e umanistici”, fascicolo n. 1
Lingua: Italiano
Pag. 445-446
Recensore/i: Emanuela Braico
Etichette: Saggi, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo libro/articolo recensito: Umanesimo volgare. Studi di letteratura fra Tre e Quattrocento
Edizioni: Olschki, Firenze – 2004
Lingua: Italiano
Pag. Massimo Seriacopi
Recensore/i: 447-450
Etichette: Umanesimo, Trecento, Quattrocento,
Titolo libro/articolo recensito: La donna, la famiglia, l’amore. Tra Medioevo e Rinascimento
Edizioni: Olschki, Firenze – 2004
Lingua: Italiano
Pag. 450-451
Recensore/i: Marcellina Troncarelli
Etichette: Medioevo, Rinascimento, Donna, Amore, Trecento, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo libro/articolo recensito: Percorsi dell’incredulità. Religione, amore, natura nel primo Tasso
Edizioni: Salerno, Roma – 2003
Lingua: Italiano
Pag. 451-452
Recensore/i: Emanuela Braico
Etichette: Tasso Torquato, Religione, Amore, Quattrocento, Cinquecento,