Le riviste sostenitrici
Letteratura italiana antica | 2003 | N. 4
Anno 2003 – Annata: IV – N. 4
A cura di Asteria Casadio
Titolo articolo: La plus ancienne version de “Il libro fiesolano” (la “Légende des origines)
Edizione della più antica versione del “Libro fiesolano”, rinvenuta nel codice Laurentianus Gaddianus Reliqui, di 18 carte. Il Libro, di cui la studiosa riporta le fonti e la bibliografia critica, è, in vero, il resoconto della “Leggenda delle origini” conosciuta anche come “Cronica de origine civitatis”, “Antiquarum hystoriarum libellum”, “Cronica de quibusdam gestis”, “Brieve memora del nascimento di Firenze” e, appunto “Libro fiesolano”.
Lingua: FrancesePag. 11-28
Etichette: Duecento, Inedito, Storiografia,
Titolo articolo: Coluccio Salutati: “Epistole di stato”. Primo contributo all’edizione: epistole I-XLIII (6 aprile-6 agosto 1375)
L’autore propone l’edizione delle epistole di Salutati relative ai primi quattro mesi di attività pubblica, cioè ai mesi che precedettero la guerra di Firenze con il papa Gregorio XI. L’edizione è preceduta da una ricognizione archivistico documentaria, nonché da un’analisi critica delle lettere.
Lingua: ItalianoPag. 29-100
Etichette: Trecento, Salutati Coluccio, Epistole,
Titolo articolo: Dora Guidalotti del Bene: Le “Lettere” (1381-1392)
Edizione delle 31 lettere di Dora del Bene, moglie di Francesco di Jacopo, noto mercante fiorentino. Le lettere, precedute da una ricostruzione contestualizzata della biografia della donna, sono ordinate cronologicamente.
Lingua: ItalianoPag. 101-160
Etichette: Trecento, Guidotti del Bene Dora, Epistole,
Titolo articolo: Il commento inedito del Laur. Gadd. xc sup. 128 a “Inferno” I-XVIII
Edizione di un commento inedito ai primi 18 canti dell’ “Inferno” di Dante, contenuto nel codice Laurenziano Gaddiano XC sup. 128 e collocabile all’interno dell’esegesi trecentesca.
Lingua: ItalianoPag. 161-176
Etichette: Inedito, Trecento, Commento, Commedia,
Titolo articolo: Versi devoti sul tema della morte ascrivibili a Castellano Castellani
Edizione di quattro liriche attribuibili a Castellano Castellani rinvenute in una stampa fiorentina di epoca cinquecentesca facente parte della raccolta del Musée Condé di Chantilly. Essa reca il titolo “Laude della Morte”.
Lingua: ItalianoPag. 177-184
Etichette: Cinquecento, Stampa, Poesia,
Titolo articolo: Due volgarizzamenti inediti della favola di Psiche e Cupido
Edizione di due volgarizzamenti della favola di Amore e Psiche contenuta nelle “Metamorfosi” di Apuleio. I due testi sono contenuti rispettivamente nel ms. 855 della Biblioteca Universitaria di Valencia, proveniente dalla Biblioteca Aragonese di Napoli, databile tra il 1479 e il 1487, e nel ms. 26 della Biblioteca Trivulziana, databile agli inizi del Cinquecento. Del secondo, sono già stati editati alcuni brani. I due testi presentano notevoli somiglianze nelle innovazioni prodotte rispetto al testo latino da far presupporre un unico testo base su cui entrambi sarebbero stati modellati, tuttavia il manoscritto di Valencia risulta più fedele al suo modello. È probabile che del testo originario sia stato autore tale Alfonso Tuscano (come si legge nel ms. della biblioteca di Valencia) che, volendone far dono ad Isabella d’Aragona, ne affidò la copiatura ad uno scriba che, tuttavia, si rivelò poco accurato. Il copista del secondo manoscritto, probabilmente, conosceva l’originale e ne fece una copia riveduta.
Lingua: ItalianoPag. 185-2844
Etichette: Cinquecento, Volgarizzamento, Inedito,
Titolo articolo: Girolamo Verità: “Trionfo”
Edizione del “Trionfo” di Girolamo Verità (1472-1552 circa) tramandato dal codice IX 364 (7167) della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Si tratta di un ternario di difficile datazione lungo 1060 versi pieno di echi dei “Trionfi” di Petrarca, basato sul topos della visione onirica. Se ne dà trascrizione e apparato.
Lingua: ItalianoPag. 285-314
Etichette: Verità Girolamo, Cinquecento, Inedito, Poesia,
Titolo articolo: Giovan Battista Gelli: “De’ moti o movimenti de gli animali”. Volgarizzamento inedito
Trascrizione e apparato di un volgarizzamento del “De motu animalium” di Aristotele attribuibile a Giovan Battista Gelli, conservato nel codice miscellaneo Magliabecchiano VIII 49 che raccoglie anche due autografi Gelliani. Di difficile datazione, l’opera potrebbe essere stata composta attorno alla metà del Cinquecento. Poiché il Gelli non conosceva il greco, è presumibile che per il volgarizzamento si sia basato sul commento all’opera di Aristotele di Averroé o sui “Parva naturialia” di Nicolò Leonico Tomeo.
Lingua: ItalianoPag. 315-336
Etichette: Gelli Giovan Battista, Cinquecento, Volgarizzamento,
Titolo articolo: Passione d’amore e scienza ottica in un sonetto di Giacomo da Lentini
Il sonetto di Giacomo da Lentini “Or come poté si gran donna intrare” si fonda su due immagini tratte dall’ottica relative al problema delle dimensioni dell’oggetto inquadrato dall’occhio e dal fenomeno della trasmissione della luce attraverso un corpo translucido. Il Notaio si chiede come una immagine più grande di un occhio possa imprimersi in esso: gli occhi sono, per la lirica dell’epoca, quelli che trasmettendo l’immagine causano la passione amorosa. Il tema è trattato da molti poeti, dalla lirica trobadorica a Guinizelli, a Cavalcanti a Cino da Pistoia; il Medioevo, infatti, conosce le teorie ottiche del mondo classico perché trasmesse dagli arabi e per le traduzioni latine di studiosi dell’epoca. In Sicilia in particolare, circolavano già prima di Federico II buone traduzioni latine. La tesi cui aderisce Giacomo da Lentini è quella dell’intromissione (I immagine del sonetto). La seconda immagine, quella della lanterna, spiega come la figura della donna passi dall’occhio all’interno. Essa risale ad Empedocle, ma viene rielaborata dal Notaio.
Lingua: ItalianoPag. 337-370
Etichette: Giacomo da Lentini, Duecento, Poesia, Amore,
Titolo articolo: The Mercurial integumentum of the heavenly messenger (“Inferno” XI 79-103)
Sebbene grande dibattito fra gli studiosi di Dante abbia suscitato il ‘messo celeste’, manca una soddisfacente esegesi della sua figura. Le interpretazioni, infatti, si focalizzano, di volta in volta, sugli elementi pagani o su quelli cristiani. Altra ipotesi, trascurata dai critici, è quella per cui Dante avrebbe costruito il messaggero come figura sincretica, tra Mercurio e un angelo (interpretazione già di Bernardo Daniello). In realtà la confluenza di elementi pagani e cristiani nell’episodio culminante col ‘messo’ è coerente con lo spirito dell’intera cantica che reinterpreta, alla luce degli ideali cristiani, materiali pagani. Del resto, i contenuti pagani in forme cristiane ricorrono anche nelle arti figurative. Non si possono, tuttavia, negare le evidenze iconografiche del sincretismo tra Mercurio e l’angelo Michele, figure strettamente connesse da un’unica chiave interpretativa.
Lingua: InglesePag. 371-396
Etichette: Alighieri Dante, Trecento, Commedia,
Titolo articolo: Un’osservazione sulla geometria delle Malebolge
Dante ha creato Malebolge come dieci cerchi concentrici infossati, separati da nove argini; le bolge sono diverse e diversi elementi le connotano come strette, mentre è facilmente deducibile che gli argini siano piuttosto alti e più stretti. Ma ciò che dice Maestro Adamo (Inf. XXX 84-87) sembra contraddire quanto affermato da Virgilio in XXIX 9. La contraddizione si spiega ove non si pensi alle bolge come a circonferenze ma come a corone circolari dotate di una certa larghezza, ma il conto della misura in miglia delle bolge torna solo ove, nelle parole del maestro Adamo (v. 86 del canto XXX), si scriva, in luogo di ‘undici’, ‘ventun’, che è anche metricamente corretto.
Lingua: ItalianoPag. 349-400
Etichette: Alighieri Dante, Trecento, Commedia,
Titolo articolo: L’acerbità di Vanni Fucci
Nella settima bolgia dell’ottavo cerchio Dante incontra Vanni Fucci: lo segue Caco, accompagnato da molti animali, tra cui un dragone e dei serpenti. Il loro significato si chiarisce ove si colleghino i versi danteschi al capitolo della Città di Dio che parla di Caco (XIX 12) ove Agostino afferma che ogni uomo desidera pace e ciò vale anche per i ladri. Dante ha trasformato il ladro virgiliano di Aen .194 e 267 in un essere composto da un centauro, serpenti e un drago per mettere in opera il contrappasso deciso per lui: il tormento di Caco in Dante deriva dal desiderio di trovare un amico. Perciò si accosta a Vanni Fucci e quando questi lo allontana grida: “Ov’è l’acerbo?” (Inf. XXV 18). La domanda viene interpretata in modi diversi dai commentatori danteschi ma, nel contesto della Commedia, l’aggettivo acerbo va interpretato come ritroso, duro, inaccessibile, chiuso. Dante, negandogli Vanni Fucci, nega a Caco la pace con se stesso.
Lingua: ItalianoPag. 401-406
Etichette: Alighieri Dante, Trecento, Commedia,
Titolo articolo: Virgil the Blind Guide in “Purgatorio” XV-XVI and “Paradiso” XXII-XXIII
Le scene descritte in Purg. XV 19-24 (il canto dell’Agnus dei) e Purg. XXIII 10-15 (il canto Labia mea Domine) hanno diversi punti in comune, sia narrativi che linguistici, che potrebbero essere segnali di indicazione al lettore perché abbia o acquisisca una visione retrospettiva ai fini di una migliore comprensione del testo. Dall’esame di diversi passi del “Purgatorio” emerge comunque il dato univoco della decisiva funzione di Virgilio come guida del pellegrino Dante, guida materiale ma anche intellettuale, vista la materialità e la natura mortale di Dante stesso. Ne confermano anche le parole a Dante e il rapporto con Strazio, per cui Virgilio è colui che porta la luce.
Lingua: InglesePag. 407-420
Etichette: Alighieri Dante, Trecento, Commedia,
Titolo articolo: “Paradiso VII”: il principe e il poeta
L’incontro di Dante con Giustiniano e quello Con Carlo Martella presentano analogie anche se il primo si sviluppa nell’arco di tre canti, il secondo solo nel canto VIII. Che, tuttavia, si può dividere in due parti: i primi 30 versi e i successivi. L’analisi precisa e puntuale dei versi dimostra che l’immagine che Carlo Martello vuole proiettare di sé è quella di un sovrano che, nel governare è guidato dall’amore, non da avarizia e cupidigia. Dopo la parte iniziale della presentazione il discorso di Carlo Martello entra nella sfera della storia: il principe illustra al pellegrino quale grande regno sarebbe stato il suo. La fine del canto tratta il problema dell’influsso astrale per cui una predisposizione naturale positiva può trasformarsi in negativa: nel caso specifico quella di Roberto d’Angiò.
Lingua: ItalianoPag. 421-434
Etichette: Alighieri Dante, Trecento, Commedia, Storia,
Titolo articolo: L’agello al centro
Nel Paradiso una metafora è ricorrente: quella del pastore che è diventato lupo per le sue pecore. Essa ha origini bibliche anche se Dante unisce a Geremia XXIII 1 Matteo VII 5 del Nuovo Testamento. Simile metafora appare, prima, in Folchetto di Marsiglia (Par. IX 121-32), ma l’immagine, nella Commedia, si era già presentata in altra forma con l’accento non più sulla figura dei lupo ma su quella dell’agnello, cui Dante assegna un valore non remissivo e mansueto ma combattivo.
Lingua: ItalianoPag. 435-444
Etichette: Alighieri Dante, Trecento, Bibbia, Metafora,
Titolo articolo: “Trecentonovelle” CXV
Nella novella CXV del Sacchetti si descrive Dante che colpisce un asinaio il quale, cantando per Firenze alcuni versi della “Commedia”, li intercalava con grida di incitamento alla bestia e, rimproverato, fa un gesto sconcio al poeta. Dante risponde: “Io non ti darei una delle mie per cento delle tue”. Gli studiosi spiegano in diversi modi la frase ma è possibile che il Sacchetti abbia attinto al “Novellino” o all’aneddotica popolare. Potrebbe trattarsi, tuttavia, anche di una rielaborazione popolare del Sacchetti stesso.
Lingua: ItalianoPag. 445-446
Etichette: Sacchetti Franco, Trecento, Trecentonovelle,
Titolo articolo: Madonna Lucrezia fra Masuccio e Nicolò
La novella XII del “Novellino” di Masuccio Salernitano mostra diverse consonanze con la trama della commedia di Machiavelli, la “Mandragola”, soprattutto con l’ultimo atto e il discorso di Lucrezia. Non è stata sinora messa in luce la relazione tra Masuccio e Machiavelli, anche se pure il prologo della “Mandragola” appare in consonanza al “Novellino”. Mentre per l’opera di seduzione esercitata da fra’ Timoteo importante è la novella II. La matrice del “Novellino” nella “Mandragola”, finora interpretata come faccia della stessa medaglia del “Principe” e dei “Discorsi”, rafforza l’idea della propensione della storia per l’elaborazione letteraria. Machiavelli del resto, come testimoniano alcune lettere, era egli stesso, mentre componeva la commedia, preda di un forte sentimento amoroso. La “Mandragola” va interpretata perciò tenendo conto della tradizione comica e letteraria. Non è un libello ideologico e morale. L’accento, in tal modo, non è più sulla funzione espiatoria dell’esilio ma sul ruolo della poesia per la salvezza, cui si giunge attraverso la Fede infusa col Battesimo.
Lingua: ItalianoPag. 447-464
Etichette: Macchivalli Nicolò, Cinquecento, Mandragola, Letteratura,
Titolo articolo: The book of poetry at the end of the fifteenth century. The case of the “Amatori Versus”
Bruno Bentivogli porta nuova documentazione e quindi apre nuovi scenari alla esplorazione dei 150 poemi che costituiscono i “Versi d’amore”. Bentivogli, che conferma come autore dell’opera il Tartaglia, suppone che costui fosse un dipendente di Ginevra Sforzi Bentivoglio, sulla base di documenti contenuti nell’Archivio della famiglia, custoditi presso l’Archivio d Stato di Ferrara. Il Tartaglia aveva, comunque, una certa preparazione letteraria. Dove i versi siano stati composti, quale sia stato l’intento del Tartaglia, quale natura riveli dei versi la struttura metrica, sono dati che emergono da un’ accurata analisi; da essa emerge anche che Tartaglia giustappone elementi popolari ed altri elevati, narrativi e lirici ed in questo può essere definito unico e nel contempo eclettico.
Lingua: InglesePag. 465-470
Etichette: Tartaglia, Cinquecento, Poesia,
Titolo articolo: La philosophie de l’amour de Francesco Cattani da Diacceto: le “Panegirico all’amore” et les “Tre libri d’amore”
L’amore è all’origine di opere e generi letterari diversi: poesia, novella, teatro. Nella seconda metà del Cinquecento la discussione sull’amore prende gli studiosi; Francesco Cattani da Diacceto risulta uno dei più interessati studiosi del fenomeno, ma su di lui vi è un solo studio, quello di Paul Oskar Kristeller, ma restano due biografie a lui contemporanee, quella di Benedetto Varchi e quella di Frosino Lapini. Esse sono preziosa fonte di informazione. Delle opere del Cattani, invece, solo il trattato “De Pulchro” è stato edito nel 1986. Nell’opuscolo “Panegirico all’amore” egli tenta di delineare il processo filosofico e metafisico di cui lo scopo sarebbe quello di accostarsi all’amore. La concezione dell’universo del Cattani fedele alle teorie platoniche, è alla base del suo pensiero per cui le funzioni dell’anima sono superiori a quelle del corpo. La tesi di Diacceto è che l’amore non è altro che un desiderio di possedere e fruire la bellezza e l’apparenza esteriore non è che un riflesso della beltà interiore. Cosi Diacceto ha contribuito allo sviluppo della filosofia platonica.
Lingua: FrancesePag. 471-488
Etichette: Cattani Francesco da Diacceto, Cinquecento, Filosofia,
Titolo articolo: Le livre à Renaissance: objet au sujet
Giovanni di Pagolo Morelli, consigliava di Fiorentini di passare almeno un’ora al giorno in compagnia dei libri, cosi come l’importanza dei libri e del possesso di una biblioteca era sottolineata nelle commedie del Cinquecento: ne testimonia in particolare la “Flora” di Luigi Alamanni. In essa si insiste sul fatto che la biblioteca è un patrimonio familiare, una spesa onorevole e durevole, e un tale acquisto presenta vantaggi finanziari e morali. La commedia, rivela, attraverso allusioni di servi, anche il prezzo di una biblioteca: cinquemila scudi. A volte nelle commedie i nomi dei personaggi alludono a celebri scrittori come il Plataristotele ne “Il Filosofo” dell’Aretino. Altre volte sono i titoli delle opere a incitare il pubblico ad irridere all’ignoranza. Il libro dunque, come oggetto o soggetto, occupa un posto fondamentale nelle commedie, e gioca un ruolo importante nella questione dell’imitazione o originalità dell’opera letteraria.
Lingua: FrancesePag. 489-498
Etichette: Cinquecento, Bibliofilia,
Titolo articolo: Le “Stanze” sovra la bellezza di Napoli di Ioan Berardino Fuscano
Joan Bernardino Fuscano autore delle “Stanze sovra la bellezza di Napoli”, napoletano di adozione, curò degli affari per Don Loisi de Cordova, marito di quella donna Elvira cui dedica la “Deploratoria in la morte”. Dalle sue opere si ricavano pochi tasselli biografici da cui emerge il suo carattere di letterato girovago che riuscì, tuttavia, a comporre molte opere. Le “Stanze” narrano di un viaggio in una Napoli vista come un Eden, in cui la città si trasfigura. Emblematico è il titolo dell’opera, tripudio di Ninfe Napoletano. Le “Stanze” sono una pittura letteraria di Napoli una ‘iconica imago’ di Partenope che si serve di uno schema ideato dal Boccaccio nella “Commedia delle ninfe fiorentine”.
Lingua: ItalianoPag. 499-512
Etichette: Fuscano Joan Bernardino, Cinquecento, Poesia,
Titolo articolo: Rapporti tra umanesimo italiano e umanesimo albanese
Le prime testimonianze di letteratura albanese risalgono ai secoli XVI e XVII: il più antico testo letterario noto è un libro di preghiere. Ma la cultura umanistica italiana era penetrata profondamente in Albania. Vi sono testi che rilevano l’esigenza di riscoprire il mondo antico.
Studi recenti mostrano come soprattutto l’opera di Bogdani debba essere considerata espressione dello sviluppo dell’Umanesimo in terra albanese, anche per la sua perizia filologica.
Pag. 513-516
Etichette: Umanesimo, Albania, Studi critici,
Titolo articolo: Ricordo di Giovanni Aquilecchia
Diego Zancani propone un ricordo di Giovanni Aquileia, docente di Italianistica e grande studioso.
Lingua: ItalianoPag. 517-520
Etichette: Aquileia Giovanni,
Titolo libro/articolo recensito: “The Fiore” and the “Detto d’Amore”
A cura di: Santa Casciani – Chistopher Kleinhenz
Edizioni: University of Notre Dame Press, Notre Dame, Indiana – 2000
Lingua: Italiano
Pag. 521-522
Recensore/i: Marta Ceci
Etichette: Alighieri Dante, Trecento, Edizione,
Titolo libro/articolo recensito: Divine Dialectic. Dante’s Incarnational Poetry
Edizioni: Toronto University Press, Toronto – 2000
Lingua: Inglese
Pag. 422-424
Recensore/i: William Franke
Etichette: Alighieri Dante, Critica Letteraria, Trecento,
Titolo libro/articolo recensito: Dante’s interpretative journey
Edizioni: University of Chicago Press, Chicago-London – 1996
Lingua: Italiano
Pag. 524-526
Recensore/i: Marcellina Troncarelli
Etichette: Alighieri Dante, Commedia, Critica letteraria,
Titolo libro/articolo recensito: Paradossi, cioè sentenze fuori dal comun parere
A cura di: Antonio Corsaro
Edizioni: Edizioni di Storia e Letteratura- Istituto nazionale di Studi sul Rinascimento, Roma – 2000
Lingua: Italiano
Pag. 526-527
Recensore/i: Marta Ceci
Etichette: Lando Ortensio, Edizione,
Titolo libro/articolo recensito: Saggi sulla poesia barbara e altri studi di metrica italiana
Edizioni: Vecchiarelli editore, Manziana – 2000
Lingua: Italiano
Pag. 527-528
Recensore/i: Marta Ceci
Etichette: Saggi, Metrica, Poesia,