Letteratura e arte | 2022 | N. 20

Anno 2022 – N. 20
A cura di Paolo Perilli

Autore/i articolo: Daniele Guernelli
Titolo articolo: Questioni di stile, questioni di cronologia nell’illustrazione dantesca: una scheda per il Ms. 2 della Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova

Il contributo è dedicato alla decorazione del Codice 2 della Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova, una Divina Commedia di area emiliana che la critica ha datato tra ii e iii quarto del xiv secolo. Il manoscritto, la cui decorazione si limita alle prime otto carte dell’Inferno, mostra una eco dell’arte bolognese, in particolare quella di Stefano degli Azzi, e deve invece essere datato all’ultimo quarto del secolo.

Lingua: Italiano
Pag. 9-20
Etichette: XIV secolo, Dante Alighieri, Stefano degli Azzi, La Divina Commedia,

Autore/i articolo: Veronica Andreani
Titolo articolo: Non est mortale quod opto. Il ritratto di Gaspara Stampa nel programma iconografico dell’edizione Piacentini delle sue Rime (Venezia, 1738)

L’articolo riunisce le testimonianze ad oggi disponibili sul presunto ritratto di Gaspara Stampa e analizza il programma iconografico dell’edizione Piacentini delle sue Rime (Venezia, 1738). Inserito nell’antiporta del volume e accompagnato da un’iscrizione e da un’impresa, il ritratto esalta l’autrice in quanto donna che, grazie all’arte poetica, ha raggiunto l’immortalità, messaggio convogliato da un felice connubio tra immagini e parole.

Lingua: Italiano
Pag. 21-31
Etichette: Pittura, XVIII secolo, Gaspara Stampa,

Autore/i articolo: Federica Maria Giallombardo
Titolo articolo: Suplir col disegno per intendere de lo scriver. Sui disegni per la Nova espositione di Alessandro Vellutello

L’esperienza che soddisfa appieno la ricerca di equilibrio tra testo e immagine nella storia delle prime edizioni a stampa del poema dantesco è la pubblicazione de La Comedia di Dante Aligieri con la nova espositione di Alessandro Vellutello (Venezia, Francesco Marcolini, 1544). Il contributo qui presentato analizza i bozzetti di studio per l’apparato iconografico della Nova espositione ; venti disegni (inchiostro marrone su carta ; dimensioni 20,7×28 cm) attribuibili allo stesso commentatore lucchese (o a un lavoro di concertazione che includeva quest’ultimo) databili intorno al 1533-1544 e oggi appartenenti alla collezione del Dipartimento Disegni e Stampe della Pierpont Morgan Library di New York.

Lingua: Italiano
Pag. 33-48
Etichette: XVI secolo, Alessandro Vellutello, Dante Alighieri, La Divina Commedia,

Autore/i articolo: Martina Caterino
Titolo articolo: I «disegni de la sepoltura»: sul contributo di Annibal Caro al sepolcro di Paolo III (1549-1562)

Il presente saggio si propone di chiarire il contributo di Annibale Caro circa la realizzazione del monumento funebre in onore di papa Paolo III Farnese. Le fasi progettuali del sepolcro sono descritte dal segretario farnesiano in due lettere, di cui si conferma la datazione nota dal manoscritto apografo, pur messa in dubbio da alcuni studi otto-novecenteschi. Caro gestì due bozze dell’impianto generale del monumento (una firmata da Guglielmo Della Porta e una anonima) e richiese all’architetto Francesco Paciotto una modifica strutturale della seconda; avanzò inoltre delle proposte per alcune statue incluse nel complesso funebre. Una più attenta disamina di alcuni regesti documentari ha permesso dunque una migliore ricostruzione del progetto e del ruolo di Caro nella sua attuazione.

Lingua: Italiano
Pag. 49-62
Etichette: Scultura, XVI secolo, Annibale Caro, Guglielmo Della Porta, Paolo III Farnese,

Autore/i articolo: Francesca Cupelloni
Titolo articolo: Leopardi e Warburg. Appunti per una lettura interdisciplinare

L’articolo propone un percorso comparativo tra alcune zone della riflessione critica di Giacomo Leopardi e di Aby Warburg a partire da una suggestione lessicale che sembra unire sensibilmente i due autori: una comune accezione del termine ‘silenzio’, inteso come ricerca del movimento della vita nell’opera d’arte. In particolare, lo studio si sviluppa attraverso l’esame e il confronto incrociato fra passi scelti dello Zibaldone leopardiano e tavole del Bilderatlas Mnemosyne, con l’intento primario di mostrare alcune significative convergenze attorno al tema della capacità dell’opera, letteraria o artistica che sia, di rendere l’illusione della vita.

Lingua: Italiano
Pag. 63-72
Etichette: Aby Warburg, Giacomo Leopardi, Bilderatlas Mnemosyne, Zibaldone,

Autore/i articolo: Piera Giovanna Tordella
Titolo articolo: Intorno a Baudelaire. Hippolyte Babou, arts latéraux, œuvres accomplis

Il saggio si propone di analizzare la figura di Hippolyte Babou (1823-1878) quale critico d’arte, in rapporto a Baudelaire e alla sua cerchia. Pressoché totalmente dimenticato come saggista, giornalista e polemista, Babou è oggi infatti quasi unicamente ricordato per avere suggerito a Baudelaire il titolo Les fleurs du mal. La filosofia dell’arte di Babou è rivisitata all’interno del pensiero francese sulle arti figurative, in particolare rispetto alle teorie e alle poetiche sviluppatesi nella prima e seconda metà del xix secolo in relazione alla critica d’arte e al pensiero visivo di Baudelaire, senza emarginare altri punti di stazione che implicano l’aspra censura di innumerevoli Salonniers.

Lingua: Italiano
Pag. 73-99
Etichette: Critica d’arte, Charles Baudelaire, Salonnier,

Autore/i articolo: Camilla Froio
Titolo articolo: Lo spazio pittorico come spazio cosmico. Le origini, le influenze e gli sviluppi di Das Malerbuch di Hans Hofmann

La figura di Hans Hofmann, artista e insegnante di pittura, si colloca entro quell’ampia costellazione di intellettuali di lingua tedesca che, all’affermarsi del nazismo, cercarono negli usa la stabilità necessaria a proseguire la propria ricerca. Nel confronto con la cultura americana, l’elaborazione di un nuovo vocabolario e la revisione metodologica sono stati i momenti essenziali di un lungo compromesso intellettuale: il trattato di Hofmann, Form und Farbe in der Gestaltung, si offre alla nostra attenzione come documento esemplare di questo passaggio culturale. L’opera, concepita nel 1915 a Monaco, è oggetto di una serie di riscritture e di due tentativi di traduzione: il confronto tra la prima e l’ultima versione permette di comprendere in che modo le influenze culturali dall’America abbiano portato a modifiche significative nella struttura del trattato e a una più organica esposizione dei suoi contenuti.

Lingua: Italiano
Pag. 101-122
Etichette: Pittura, Adolf von Hildebrand, Hans Hofmann, Wassily Kandinskij, Einfühlung,

Autore/i articolo: Corinne Pontillo
Titolo articolo: Ritratti e autoritratti. Immagini di Elsa de’ Giorgi fra letteratura e arte

Se si studia la produzione di Elsa de’ Giorgi adottando la prospettiva critica e teorica della ‘divagrafia’ (Rizzarelli, 2017), non è possibile non fare riferimento a un orizzonte artistico che tenga insieme letteratura, cinema e teatro, che sono i poli lungo i quali scorre l’attività dell’attrice-scrittrice. Ma le contaminazioni tra il piano letterario e quello visuale si amplificano se si considerano anche altri linguaggi, come quello figurativo. Se si osservano, infatti, alcuni segmenti del corpus di de’ Giorgi, questa declinazione del dialogo tra la letteratura e le arti visive si presta ad offrire anche ulteriori livelli di analisi dell’immagine divistica dell’autrice. Punto di avvio del contributo sono alcune immagini riprodotte nei libri di Elsa de’ Giorgi; immagini che dialogano quindi, attraverso varie forme di interazione, con la parola letteraria. Si tratta, più in particolare, di ritratti contenuti nelle prime edizioni di alcuni dei testi narrativi e poetici dell’autrice, collocati nella maggior parte dei casi nelle sezioni paratestuali delle opere. Al di là della veste grafica dei volumi, l’aspetto sul quale ci si soffermerà non riguarda tanto, o soltanto, i rimandi autobiografici che talvolta si attivano nel dialogo tra le parole e le immagini, quanto le possibili ricadute sulla scrittura letteraria sul piano stilistico e contenutistico. È a partire da questi ritratti che si cercherà di ampliare la prospettiva – includendo anche gli autoritratti realizzati da de’ Giorgi – e di proporre, attraverso le immagini, una lettura delle costanti retoriche, dei temi e dei motivi ricorrenti nel macrotesto dell’attrice-scrittrice.

Lingua: Italiano
Pag. 123-131
Etichette: Letteratura, XX secolo, Elsa de' Giorgi,

Autore/i articolo: Luisa Giacobbe
Titolo articolo: Arte e strutturalismo nella Francia degli anni settanta: le implicazioni linguistiche nella pittura di Louis Cane

Nella seconda metà degli anni sessanta, nel contesto culturale dominato dagli studi semiotici e linguistici, emerge in Francia l’arte del gruppo Supports/Surface. Analogamente al metodo analitico di scomposizione del testo applicato in linguistica dagli strutturalisti, gli artisti di Supports/Surfaces decostruiscono il quadro per mostrare il ‘sistema’ che regola la rappresentazione pittorica. Si tratta di un’analisi di tipo ‘metapittorico’ che, come l’analisi metalinguistica, interessa la natura del segno e i processi di significazione. Tali questioni emergono da una serie di opere dell’artista Louis Cane, tra i fondatori e massimi esponenti di Supports/Surfaces. L’impiego del segno verbale come elemento compositivo e al tempo stesso veicolo di significato, l’accostamento di parole e di immagini ossessivamente ripetute producono opere ibride recepibili tanto secondo il codice verbale quanto quello visivo, oscillanti tra visibile e dicibile. Anche nelle opere dove manca il segno verbale, il montaggio automatico della composizione e l’iterazione di un modulo quadrangolare rinviano al meccanismo della stampa tipografica sollecitando la riflessione sul funzionamento del sistema linguistico nonché sulle questioni relative alla referenzialità e autoreferenzialità del segno ancora centrali nell’estetica postmoderna.

Lingua: Italiano
Pag. 133-148
Etichette: Semiotica, Strutturalismo, XX secolo, Louis Cane, Supports/Surfaces,

Autore/i articolo: Alberto Brambilla
Titolo articolo: Per Il dio di Roserio di Giovanni Testori. Una conversazione con Velasco Vitali

L’intervento, in forma di intervista, mira a ricostruire i legami fra Giovanni Testori e l’artista Velasco Vitali. Si indagano i complessi rapporti fra scrittura e pittura e in particolare si analizzano le motivazioni profonde che stanno alla base della trasposizione in immagini di alcuni passaggi de Il dio di Roserio (1994), in vista di una speciale edizione.

Lingua: Italiano
Pag. 149-164
Etichette: Pittura, Giovanni Testori, Velasco Vitali, Il dio di Roserio,