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Le forme e la storia | 2023 | N. 2
Anno 2023 – Annata: XVI – N. 2
Numero monografico: Il dolore nella letteratura. A Nicolò Mineo, ‘in memoriam’
A cura di Sebastiano Italia
Titolo articolo: Un ricordo di Nicolò Mineo
Ricordo del professore Nicolò Mineo
Lingua: ItalianoPag. 7-11
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Titolo articolo: Il dolore nella letteratura greca. Qualche carotaggio (non solo tragico)
Breve e selettiva rassegna su testi e contesti, lessico e accezioni del dolore
greco dai poemi omerici all’età alessandrina. Ne emerge, tra l’altro, che il dolore
è in fondo un potentissimo canale di comunicazione. Per com-prendere,
per com-prendersi.
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Titolo articolo: «S’il ot dolor, nus nel demant»: il tema del dolore nel Roman de Troie
Il contributo si concentra sulla centralità del tema del dolore nel Roman
de Troie di Benoît de Sainte Maure, tema cruciale in un romanzo che ambisce
a rappresentare come la guerra e la passione amorosa entrino con il loro carico
emotivo nella vita dei personaggi.
Pag. 45-60
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Titolo articolo: Dante e il dolore: qualche nota
Nell’Inferno i dannati soffrono due diversi tipi di dolore. Il primo è quello
procurato loro dalle pene corporali alle quali sono sottoposti; il secondo è
il dolore d’animo dovuto all’ossessiva, implacabile memoria della loro esperienza
terrena. Questo dolore è più forte del primo e caratterizza ogni singola
anima quale portatrice di una vicenda particolare, storica o personale che sia,
e proprio attraverso di esso Dante partecipa e giudica la storia del suo tempo,
e rappresenta dal vivo l’umanità dei suoi personaggi.
Pag. 61-81
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Titolo articolo: Appendice Edizione sinottica dell’autografo del «Controdolore» (1913) e della redazione a stampa su «Lacerba» (1914)
La «lente» ironica di Palazzeschi è un formidabile strumento conoscitivo.
Nel manifesto futurista del Controdolore il rovesciamento parodico del «dolore
» in «gioia» significa certamente rinunciare alla «serietà» delle cose gravi, al –
l’unicità di un codice di valori esistenziali e alla retorica del sublime, ma significa
soprattutto cancellare con la leggerezza di una «sonora risata» la pretesa
demiurgica dell’io lirico e delle sue istanze creatrici.
In appendice al saggio si pubblicano in edizione sinottica, per una visione
in parallelo delle più significative varianti, l’unico autografo superstite e la redazione
a stampa su «Lacerba».
Pag. 101-117
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Titolo articolo: Il «Controdolore» di Palazzeschi
La «lente» ironica di Palazzeschi è un formidabile strumento conoscitivo.
Nel manifesto futurista del Controdolore il rovesciamento parodico del «dolore
» in «gioia» significa certamente rinunciare alla «serietà» delle cose gravi, al –
l’unicità di un codice di valori esistenziali e alla retorica del sublime, ma significa
soprattutto cancellare con la leggerezza di una «sonora risata» la pretesa
demiurgica dell’io lirico e delle sue istanze creatrici.
In appendice al saggio si pubblicano in edizione sinottica, per una visione
in parallelo delle più significative varianti, l’unico autografo superstite e la redazione
a stampa su «Lacerba».
Pag. 85-100
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Titolo articolo: Sur «le mal des fantômes» dans la poésie de Benjamin Fondane
This essay focuses on the aquatic metaphors in Benjamin Fondane’s Le
Mal des fantômes, which forms the second part of his homonymous collection
that also includes Ulysse, Titanic, L’Exode and Au temps du poème. In particular,
the analysis aims to show the extent to which they contribute to the creation
of a shifting and indefinite «non-place», which paradoxically gives rise
to the «unresigned» voice of a poet whose renewed speech is transformed into
a Promethean-like existential attestation.
Pag. 119-135
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Titolo articolo: Pratiche discorsive della Shoah. Tillion, Deldo, De Gaulle Anthonioz e Duras
Attingendo al vasto corpus della letteratura concentrazionaria, il presente
contributo propone un’analisi delle pratiche discorsive di quattro autrici francesi
che, da punti di vista diversi, direttamente o indirettamente, hanno raccontato l’esperienza della deportazione. Le opere di Germaine Tillion, Charlotte Delbo, Geneviève De Gaulle Anthonioz e Marguerite Duras sono preziose per un confronto e uno studio sulla lingua dei campi. Tra i principali elementi presi in considerazione figurano la costruzione stilistica, il campo lessicale della morte, della malattia e della natura, e le metafore sul corpo che danno vita a vere e proprie metamorfosi.
Pag. 137-151
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Titolo articolo: Lutto e dolore dello sterminio nazista nelle opere di Primo Levi e Jorge Semprun
I campi di sterminio nazisti hanno prodotto una quantità di dolore indefinibile.
Due scrittori sopravvissuti, Primo Levi e Jorge Semprun, hanno cercato
di dare voce a quell’esperienza senza assumere la categoria dell’indicibile,
ma, per raccontare il dolore hanno creato dei campi metaforici che oltrepassano
il linguaggio del mondo civile.
Pag. 154-168
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Titolo articolo: L’oeuvre de Wajdi Mouawad, une traversée de la douleur
L’opera dello scrittore libano-quebecchese Wajdi Mouawad costituisce
una vasta inchiesta sul dolore e sulle diverse strategie che l’essere umano mette
in atto per reagirvi. Se in alcuni dei suoi drammi e romanzi, il risentimento
e la vendetta sembrano essere la risposta più spontanea alle ferite del soggetto,
in altre l’autore indica nell’amicizia la possibilità di superare il proprio trauma
per accedere a una vita rinnovata, in altre ancora si fa strada la consapevolezza
che l’unica strada possibile per rispondere alle ferite subite è quella del perdono,
che spezza la catena infinita delle ritorsioni per gettare le basi della riconciliazione.
Pag. 169-184
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Titolo articolo: Necropoetica nelle arti e nella letteratura fra Siria e Iraq
L’Iraq e la Siria contemporanei hanno prodotto negli ultimi decenni arte
e letteratura di sopravvivenza in risposta alle loro complesse realtà traumatiche.
L’immaginario di queste comunità è profondamente e doppiamente turbato
dall’esperienza reale del trauma, ma anche dallo straripamento mediatico
a cui è impossibile sfuggire, in cui l’incessante riproduzione e risignificazione
delle immagini deteriora il senso della realtà. Con un approccio transdisciplinare
e comparato, questo contributo tenta di offrire il paradigma della necropoetica
come strumento per tracciare i contorni epistemologici del momento
e dello spazio letterario presi in considerazione.
Pag. 185-202
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Titolo articolo: Yu Xuanji: il ritratto triste di una donna di talento
«Ogni volta che leggo la storia di questa donna, il mio cuore si riempie di
dolore» (每次讀這個女人的故事我的心都會很疼). Inizia così lo speciale
Yu Xuanji: folle per amore (魚玄機為愛瘋狂) del conduttore televisivo e
scrittore Ceng Zihang 曾子航dedicato alla famosa poetessa e sacerdotessa taoista
di epoca Tang (618-907), Yu Xuanji 魚玄機(843?-868). Nell’immaginario
contemporaneo, la figura di Yu è pervasa da un profondo senso di tristezza
e rimorso. Le narrazioni sulla sua vita generano sia un sentimento di
rimpianto per il suo tragico destino che una condanna per le molte sfortune
che sembra aver attirato su di sé. Questo articolo mira a esaminare le molteplici
rappresentazioni di Yu nel corso dei secoli al fine di de-costruire la narrazione
vittimista e stigmatizzante che si è sviluppata attorno a questa figura.
L’obiettivo è mettere in luce le motivazioni sottostanti a queste rappresentazioni
e suggerire alternative interpretative della sua vita e della sua poesia.
Pag. 203-227
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Titolo articolo: «I’ vo pensando, et nel penser m’assale». Piccolo elogio del lutto di sé stessi
Si tratta del saggio introduttivo al mio prossimo volumetto, che tenta di
abbozzare un piccolo elogio del lutto di sé stessi a partire da una rilettura di «I’
vo pensando, et nel penser m’assale…», il testo, costellato di slanci diversi,
che apre problematicamente la seconda parte del Canzoniere. Con un rapido
attraversamento della storia della critica, selezionata in base all’attenzione che
ha saputo dare al tema della morte e del lutto, tale tentativo cerca di apprezzare
fenomenologicamente l’approdo petrarchesco all’essere «dato a sé stesso»
(Maurice Merleau-Ponty): approdo che non prospetta solo la «separazione
degli amanti» e una anticipata e quasi conseguente «fenomenologia della morte
» (Igor A. Caruso) ma – per l’appunto – un piccolo elogio del lutto di sé
stessi e una fenomenologia del sopravvivere che assomiglia a quella che ancora
oggi, noi tutte e noi tutti, frequentiamo. Perché? Per poter assumere di nuovo
il peccato di vivere senza la colpa, senza la condanna immediata di una
morte comunque certa in questa esistenza, ovvero per accettare qui e ora, senza scappatoie, il tempo e lo spazio di una vita nell’assenza di coloro con cui avevamo stretto amicizie e animato passioni.
Pag. 231-246
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Titolo articolo: Postille critiche sul Decameron: dolore e letteratura, cronotopo, cornice
L’autore in questo sintetico intervento, nel rilevare la funzione che nel
Decameron di Boccaccio è assegnata alla letteratura per affrontare gli eventi
dolorosi, pone le premesse per un’analisi più compiuta del sistema cronotopico
dell’opera e della funzione della sua cornice narrativa.
Pag. 247-253
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Titolo articolo: Scrivere per costruire e riflettere: prospettive del dolore
In questo studio si è analizzata la funzione psicologica-catartica
della letteratura e la sua dimensione creativa, nonché la possibilità di
rappresentare il dolore e la dimensione del lutto in letteratura, come
laboratorio di costruzione di senso. Si è messo l’accento sull’importanza
del testo letterario in quanto processo creativo, prendendo tuttavia
in considerazione i «momenti» personali degli autori – menzionati nelle
prefazioni alle raccolte –, analizzando la declinazione del dolore come
motore creativo e catartico tramite lo studio dell’interpunzione, in
modo particolare del punto e del punto interrogativo che nelle raccolte
poetiche analizzate in questo studio restano degli elementi fondamentali
da prendere in considerazione. Studiare ed analizzare l’attività interpuntiva
e la materialità del testo ha permesso di mettere in luce degli
elementi molto importanti: l’analisi interpuntiva e la sua valenza ermeneutica
all’interno del testo permette di studiare meglio le dinamiche
testuali e semantiche del testo. Attraverso la raccolta poetica di Gabriel
Mwènè Okoundi Vent fou me frappe si è analizzata la maniera in
cui il lutto si declina nella pagina scritta ed il testo poetico diventa
l’occasione per porsi domande e quesiti ontologici. Tramite la raccolta
poetica di Alain Mabanckou Tant que les arbres s’enracineront dans la
terre si è visto come il testo letterario diventa laboratorio per invocarela costruzione e la speranza, vivere il lutto con una luce rivolta al futuro.
La pagina poetica contemporanea diventa laboratorio catartico e
creativo, strumento di analisi e condivisione, espressione – nel caso dei
testi analizzati – di un dolore volto all’introspezione lirica e alla considerazione
della letteratura come strumento di pace e costruzione, speranza
e lotta.
Pag. 255-267
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Titolo articolo: Per i giovani figli perduti. Luciano Formisano dialoga con Luciano Cecchinel
Prendendo le mosse dall’antologia «Per i giovani figli perduti» di Luciano
Cecchinel, il dialogo si incentra sul tema del dolore per la perdita di un figlio
nella poesia dello stesso Cecchinel e, più in generale, nella letteratura moderna,
soffermandosi sulle ragioni e sui limiti dello scrivere di un’esperienza che
per definizione è privata e ineffabile.
Pag. 269-281
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