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Le forme e la storia | 2021 | N. 1
Anno 2021 – Annata: XIV – N. 1
Numero monografico: Lecturae Dantis. “Purgatorio”. a cura di S. Cristaldi – S. Italia
A cura di Sebastiano Italia
Titolo articolo: Introduzione. “Purgatorio”: il tempo e i segni
Lingua: Italiano
Pag. 7-17
Etichette: Dantismo, XIII secolo,
Titolo articolo: Ricordo di Andrea Battistini
Lingua: Italiano
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Titolo articolo: Per uno schema essenziale di lettura del «Purgatorio» per «parti»
La seconda cantica della Divina Commedia è più uniforme della prima. Dante nel secondo regno compie la propria purificazione, e si trova quindi nella medesima condizione delle anime. L’uno e le altre inoltre sono in un’uguale condizione di passaggio. Perciò gli incontri hanno sempre un carattere di confessione e tanto spesso di intimità e reciproca comprensione.
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Titolo articolo: Il “Purgatorio” di Dante: un “aldilà” in preghiera
Il saggio studia le forme precative di cui Dante intesse la seconda cantica. Esistono parodie della preghiera anche nella prima cantica, così come esistono canti (preghiere) di lode nella terza, ma il purgatorio è presentato davvero come il regno in cui si prega e si riflette sulla preghiera ripetutamente. La narrazione del viaggio diventa quindi occasione per molti riferimenti al pregare: il Purgatorio è costellato di citazioni, per lo più dai salmi, ma vi si trovano anche richieste di suffragio, atti penitenziali, altre forme di devozione. La critica non ha prestato particolare attenzione a questo aspetto del poema, ad eccezione forse della traduzione con commento del Pater noster del canto XI, versi che confermano l’importanza dell’argomento nella seconda cantica.
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Titolo articolo: Albe e tramonti nel Purgatorio dantesco
Nella Commedia tramonti e albe non hanno mai una funzione decorativa, né servono soltanto a scandire lo scorrere del tempo, ma si rivestono di significati simbolici, facendo rivivere ogni volta l’incessante dialettica di peccato e innocenza. Come tutti sanno, poco prima dell’alba Dante fa dei sogni, già molto studiati e che non saranno oggetto di questo intervento. Oggi che dalla critica anglosassone è venuto di moda fare dei Vertical readings, ossia commentare insieme i canti con lo stesso numero nelle tre cantiche, non stupisce più di trovare molti punti di contatto, anche se di segno opposto. Il sorgere dell’alba ha quindi un valore figurale: non è solo un’indicazione temporale ma l’allegoria della risurrezione dello spirito. Per il Medioevo e per Dante in particolare ogni elemento naturale rappresenta sempre valori spirituali. Tutto è pronto per la liturgia del rito e l’alba è di esso momento imprescindibile perché è il punto in cui la luce mette finalmente in fuga le tenebre del peccato. Dante continua a rimanere silenzioso, in un’atmosfera assorta di solitudine. Anche Dante, novello Mosè, sta facendo ritorno alla terra promessa, ora che Dante si accinge a entrare nel Paradiso terrestre, in un clima di rinascita spirituale.
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Titolo articolo: Il purgatorio da Le Goff a Peter Brown
Tornare, quarant’anni dopo, sul controverso volume La naissance du Purgatoire di Jacques Le Goff permette di valutarne l’impatto sulla storiografia relativa al “terzo luogo” e sugli studi danteschi. A distanza di quattro decenni, il libro sembra mantenere un’indiscussa vitalità e nonostante le critiche di cui è stato oggetto, ha ormai acquisito statuto di autorevolezza, non solo fra gli storici del medioevo. Talora, anzi, si ha come l’impressione che si tenda in qualche modo a ipostatizzarlo, con la conseguenza però di una sostanziale devitalizzazione del paradigma epistemologico ad esso sotteso. Al contrario, con quel paradigma intrattiene una relazione feconda Peter Brown, specie nella recente trilogia sul rapporto fra realtà escatologiche e buon uso della ricchezza nella società cristiana tardoantica.
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Titolo articolo: Il pellegrinaggio letterario dantesco nel “Purgatorio”
Sulla scorta del paradigma continiano di “Dante personaggio-poeta”, il saggio riesamina il profilo di Dante storico della letteratura e critico militante nei canti della Commedia, con particolare riferimento ai canti XI, XXIV e XXVI del Purgatorio e alla liquidazione della grande stagione trobadorica.
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Titolo articolo: Dante secret. Au seuil du Purgatoire…
Bruno Pinchard ricerca nell’opera dantesca le orme di un segreto impossibile a confessare, tuttavia unico oggetto della poesia. Ha trovato della canzone Tre donne non soltanto indici d’una svolta politica di Dante, ma anche l’atteggiamento di rivolta e di solitudine di qualcuna che ha la chiave sul petto. Cerca di distinguere questa fenomenologia del segreto di ogni fissazione sul Dante esoterico.
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Titolo articolo: Dal «mare crudele» all’«umile pianta»: Virgilio nel I canto del “Purgatorio”
L’articolo intende analizzare la presenza di Virgilio nel primo canto del Purgatorio, esaminando le riprese intertestuali delle opere del poeta latino nel loro intrecciarsi con le vicende del personaggio, la sua funzione di guida, i riferimenti al suo destino eterno. Un’attenzione speciale sarà riservata ai versi proemiali, all’incontro con Catone e ai riti purificatori nella conclusione del canto.
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Titolo articolo: La funzione metapoetica ed epistemologica dei sogni nel “Purgatorio” di Dante
Il saggio La funzione metapoetica ed epistemologica dei sogni nel Purgatorio di Dante analizza un notevole elemento di autoriflessione del testo dantesco. Un’importante funzione dei tre sogni a livello diegetico è quella di segnare tappe importanti dell’ascesa di Dante sul monte Purgatorio. Al centro dell’interpretazione qui proposta ci sono le discrepanze e le ambivalenze che si manifestano nel testo rispetto al significato dei sogni. Nel primo sogno, ad esempio, in cui Dante è portato in alto da un’aquila, il contrasto tra l’illusione e la verità è particolarmente accentuato. L’analogia tra Dante e Ganimede rivendicata dal testo si rivela fragile. Anche il rapporto tra il contenuto del sogno manifesto e l’evento reale al quale si riferisce (in verità, Dante non viene sollevato da un’aquila durante il sonno, ma da Lucia) si rivela ambiguo e contraddittorio. Nel complesso, i sogni appaiono come inserzioni allegoriche in cui il testo illumina e mette in discussione il proprio status di asserzione veritiera. Attraverso la funzionalizzazione polivalente di questi sogni, Dante analizza i meccanismi semiotici del proprio testo.
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Titolo articolo: Una lettura del canto IX del “Purgatorio”: la potestas clavium
L’umile angelo che attende innanzi alla porta del purgatorio accoglie i due pellegrini con parole misericordiose capaci di condurre alla salvezza. L’angelo si presenta come il claviger, colui che tiene nelle sue mani le due chiavi di Pietro. Dante mostra come le parole evangeliche che Gesù disse a Pietro “Ti darò le chiavi del regno dei cieli” rivelino l’attribuzione di un potere spirituale e simboleggino l’autorità di assolvere i peccatori. Così, nella Monarchia, rifiuta di intendere la potestas clavium come un potere politico capace di sottomettere tutti i governanti secolari. Vedremo anche quali immagini artistiche potrebbero aver influito sulla sensibilità del poeta nel comporre il nono canto, nonché aver ispirato il visibile parlare del successivo canto decimo.
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Titolo articolo: La creazione dell’anima. Dante, Alberto Magno, Avicenna (“Purgatorio” XXV)
Il saggio affronta la difficile questione della creazione dell’anima e della sua unità, mostrandone la derivazione avicenniana – contro Averroè e contro Tommaso, ma avendo anche di mira Guido Cavalcanti –, nonché il problema di come le anime del purgatorio – dopo quelle infernali – possono patire pene fisiche.
Lo studioso mette in rilievo la novità della soluzione dantesca del “corpo aereo”, che combina la matrice aristotelica con elementi di discendenza neo-platonica. Posta in gioco, “il problema generale del processo di salvezza” e, di conseguenza, la posizione autoriale di Dante nel suo rapporto con il divino.
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Titolo articolo: «Vendetta di Dio non teme suppe» (Pg. XXXIII, 36). Ancora su Dante, Filippo il Bello e Clemente V
Giunto nell’Eden, Dante, dopo aver sintetizzato in una serie di visioni le fasi principali della storia della Chiesa romana fino al recente trasferimento in Francia, preannuncia una misteriosa vendetta divina: «chi n’ha colpa, creda / che vendetta di Dio non teme suppe» (Purg. XXXIII, 35-36). Il significato del termine “suppe” è storiograficamente controverso. Per comprenderlo, l’articolo ricorda innanzi tutto la consuetudine medievale di sacralizzare impegni di reciproca fedeltà attraverso un giuramento, ritenuto tanto più vincolante se espresso durante una liturgia eucaristica. Le “suppe” sono fette di pane intinte nel vino consacrato. Nell’evocarle, Dante non può che riferirsi al patto segreto tra Filippo il Bello e Bertrand de Got, grazie al quale l’arcivescovo di Bordeaux poté diventare papa Clemente V. L’allusione ripropone le questioni della storicità dell’episodio, finora noto solo grazie al racconto di Giovanni Villani, e più in generale dei rapporti tra Dante e Villani.
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Titolo articolo: L’ombra di Guinizzelli: padri e figli (Purg. XXVI)
L’intervento parte dall’analisi del ruolo svolto dal personaggio di Guinizzelli nel XXVI canto del Purgatorio, e prova a illustrare l’importanza di questo confronto (Dante-Guinizzelli) sia dal punto di vista strettamente narrativo-strutturale (quali siano i significati simbolici e allegorici riposti nella cornice dei lussioriosi e nell’incontro-dialogo con Guinizzelli alla luce dell’intero viaggio purgatoriale) sia dal punto di vista poetico-letterario. In particolare, in riferimento a questo secondo aspetto, l’incontro purgatoriale con Guido viene letto come momento di autodichiarazione poetica, uno di quei luoghi dell’opera dantesca in cui Dante definisce la propria poetica attraverso l’agone più o meno dichiarato con altri poeti, in questo caso attraverso una precisa strutturazione simbolica della cornice e attraverso una drammatizzazione narrativa che sono entrambe (lo scenario allegorico e il dialogo tra i due) oggetto puntuale di analisi.
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Titolo articolo: Anniversario dantesco e crisi dei saperi umanistici. Ancora sulla “filologia della contemporaneità” e sull’“inutilità” dei saperi umanistici
1321-2021: il 2021 è anno di celebrazioni di sì grande poeta e intellettuale della nostra storia non solo letteraria. «Le Forme e la Storia» ha invero mantenuto una lodevole continuità nelle sue Lecturae Dantis e non poteva certo non essere presente in occasione di questo appuntamento peraltro divenuto di segno “istituzionale”, all’insegna, sì, di abbondante retorica, ma anche e soprattutto di molti contributi scientifici di rilievo, il che è segno di una vitalità degli studi danteschi sicuramente encomiabile.
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