Le riviste sostenitrici
Le forme e la storia | 2018 | N. 1
Anno 2018 – Annata: XI – N. 1
A cura di Sebastiano Italia
Titolo articolo: La discesa di Enrico VII in Italia e il profetismo dantesco: il «cinquecentodiece e cinque»
Si è molto discusso sul significato dell’espressione «cinquecentodiece e cinque» di “Purgatorio” XXXIII, verso 43. Si riferisce all’impresa italiana di Enrico VII. Tenendo presenti i momenti decisivi di questa e l’insieme delle posizioni assunte da Dante rispetto all’imperatore, si può proporre, rispetto a quelle tradizionali, una interpretazione ancora più densa di allusioni e significati nel senso dell’analogia cristologica: «David Christi vicarius (o virga)».
Lingua: ItalianoPag. 9-30
Etichette: Alighieri Dante, Trecento,
Titolo articolo: La sinfonia del tempo e il «nero fiore della civiltà». Aspettando i barbari di J.M. Coetzee
Si analizza “Aspettando i barbari” di J.M. Coetzee su tre livelli: il cronotopo del romanzo, il rapporto fra finzione e realtà e la ‘mise en abyme’ del “Male della Scrittura”.
Lingua: ItalianoPag. 31-46
Etichette: Aspettando i barbari, Coetzee John Maxwell, Novecento, Critica letteraria,
Titolo articolo: «Tutta un’altra guerra»: le altre voci dell’antiepopea di Svetlana Aleksievič
Il saggio è dedicato alla rappresentazione della guerra nelle scritture del premio Nobel della Letteratura 2015, Svetlana Aleksievič, rilevandone l’assoluta novità: perché adotta, in “La guerra non ha un volto di donna”, uno «sguardo di genere»; perché le storie narrate sono antiepiche; perché le sue narrazioni sono polifoniche, costituite dalle «voci» di innumerevoli testimoni: di donne combattenti, di coloro che erano bambini durante la seconda guerra mondiale (Gli ultimi testimoni), di donne che hanno atteso invano il ritorno dei loro uomini (Ragazzi di zinco). Mediante l’intersecarsi di punti di vista, rifiutando la «selezione» mimetica, abbandonandosi a una «cattiva infinità» di piccole storie individuali, la Aleksievič intende comunque confrontarsi con la Storia, non quella ufficiale e legittimata, ma quella obliata.
Lingua: ItalianoPag. 47-63
Etichette: Aleksievič Svetlana, Critica letteraria, Novecento, Duemila,
Titolo articolo: Dante e la questione delle fonti arabo-islamiche
La tesi del rapporto tra Dante e l’Oriente ha radici antiche e dibattute. La storia di questa ‘querelle’, della quale il presente contributo intende tracciare la cronologia, vide il suo abbrivio, nel 1919, grazie alla spinta dell’ecclesiastico Miguel Asín Palacios. Lo “status studiorum” tende a non considerare più l’immagine del poeta fiorentino rivolto a una disponibilità nei confronti di una riabilitazione totale dell’escatologia musulmana. Tuttavia quanto detto non esclude che Dante potesse accogliere nel suo sistema elementi allotri che più si prestavano a essere integrati nella sua dottrina. Asín Palacios – e Cerulli poi – ha avuto il merito di porre all’attenzione degli studiosi la questione dell’ingresso dell’islamistica negli studi danteschi. Il significato di questi studi posa non necessariamente nell’individuazione delle fonti in quanto tali, quanto nel contributo che esse possono fornire alla comprensione del pensiero dantesco inserito nel suo più ampio background.
Lingua: ItalianoPag. 67-82
Etichette: Alighieri Dante, Trecento,
Titolo articolo: Astri, libero arbitrio e ragione nella seconda parte del “Roman de la rose”
Dalla teoria cosmica del Grande Anno ai rapporti tra influenze astrali e libero arbitrio, dalla Ragione come fondamento delle libere scelte dell’uomo al modo in cui si realizza una prescienza divina, che tutto vede ma non costringe: il Jean de Meun della seconda parte del Roman de la rose si dimostra, se non un grande filosofo, almeno un pensatore-divulgatore che sa, all’interno di una cornice inequivocabilmente platonica e neoplatonica, sviluppare una dottrina eclettica con spunti interessanti e di una non disprezzabile originalità.
Lingua: ItalianoPag. 83-100
Etichette: Roman de la rose, Jean de Meun, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: La difusión del “Conde Lucanor” en Italia: la relación entre la princeps y sus traducciones italianas
Lo scopo di questo saggio è studiare la diffusione del “Conde Lucanor” in Italia attraverso lo studio di tutte le traduzioni italiane dell’opera. In primo luogo, gli indici degli esempi saranno analizzati per verificarne il numero e l’ordine, quindi i frammenti e i «viessos» più significativi verranno confrontati con il ms. S (BNE, 6.376) e con l’editio princeps (Siviglia: Hernando Díaz, 1575). Quindi ci permetterà di verificare se è stato davvero l’umanista sivigliano a permettere la trasmissione dell’opera al di fuori della Spagna, e ci darà una mappa completa della sua diffusione in Italia.
Lingua: SpagnoloPag. 101-119
Etichette: Conde Lucanor, Trecento, Traduzione,
Titolo articolo: «Hai padre, eso no»: su un manoscritto ignorato della Mojigata
Ai 15 manoscritti conosciuti della Mojigata, commedia di Leandro Fernández de Moratín rappresentata per la prima volta a Madrid nel 1804, va ora aggiunta la copia posseduta dalla biblioteca del Monastero di Montserrat. Ignorata da chiunque, ad oggi, abbia studiato la commedia moratiniana, a questa copia (MS. 651) è dedicato il presente lavoro col quale si intende offrire una prima visione di insieme.
Lingua: ItalianoPag. 121-147
Etichette: de Moratín Leandro Fernández, Settecento, Ottocento,
Titolo articolo: Così lontani, così vicini. Note sul pirandellismo di Montale
Il saggio intende ricostruire la trafila dei rapporti tra Montale e Pirandello, attraversando il piano biografico e saggistico per concentrarsi sulla presenza dell’agrigentino nella lirica montaliana, con una particolare attenzione verso l’apporto pirandelliano alla poesia del ‘secondo tempo’ di Montale, scarsamente indagato dalla critica.
Lingua: ItalianoPag. 149-162
Etichette: Montale Eugenio, Pirandello Luigi, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: In ricordo di Maria Teresa Puleio
Ricordo di Maria Teresa Puleio.
Lingua: ItalianoPag. 165
Etichette: Puleio Maria Teresa, Novecento, Duemila,
Titolo articolo: “Le Spéronare” di Alexandre Dumas: analisi dei langages spécialisés
Nel presente articolo abbiamo scelto di esaminare l’aspetto lessicale di uno dei racconti di viaggio più avvincenti di Alexandre Dumas père, “Le Spéronare” (1842), prima parte di quella trilogia odeporica che comprende anche “Le Capitaine Aréna” e “Le Corricolo” ispirata dall’esperienza giovanile compiuta in Italia e in Sicilia nel 1835. Tale componente, sino a oggi non sufficientemente analizzata, costituisce tradizionalmente una di quelle peculiarità strutturali di carattere prettamente linguistico che contraddistinguono ogni ‘récit’ odeporico, facendone un catalogo linguistico del mondo visitato. Nel caso specifico, tale disamina ha condotto all’individuazione e allo studio di alcuni langages spécialisés, quali il lessico marinaresco, il linguaggio delle percezioni ed il vocabulaire gastronomico, facilmente individuabili in quanto attraversano tutto il testo e costituiscono vere e prorpie isotopie. Il denominatore comune in questa materia così varia è stato proprio il ‘mare nostrum’, il quale sin dai tempi del Grand Tour rappresenta quel ‘noyau’ intorno al quale nascono e si intessono rapporti stretti fra le città che si affacciano sul Mediterraneo.
Lingua: ItalianoPag. 167-183
Etichette: Le Spéronare, Dumas Alexandre père, Ottocento, Critica del testo,
Titolo articolo: Traduction et modulation ou l’«épreuve de l’étranger». Simenon en Italie
Questo articolo, Traduzione e la modulazione, o “l’esperienza degli stranieri”. Simenon in Italia, descrive le tecniche di traduzione utilizzate da tre traduttori italiani di “Mon ami Maigret” di Simenon (“My Friend Maigret” – 1949). I testi studiati, pubblicati per la prima volta nel 1955 (Felice Dessì), 1990 (Eileen Romano) e 1999 (Franco Salvatorelli), mostrano approcci diversi. Li analizziamo al fine di evidenziare alcune parole chiave specifiche, caratteristiche linguistiche e figure retoriche. Di conseguenza, la conclusione di questo articolo richiede un confronto che cerchi una risposta alla domanda che traduca cosa e come nel dominio concettuale.
Lingua: FrancesePag. 185-197
Etichette: Traduzione, Lingua italiana, Lingua francese, Novecento,
Titolo articolo: “Texaco” de Patrick Chamoiseau: à la recherche d’une langue hybride
Il romanzo “Texaco”, scritto da Patrick Chamoiseau, è un perfetto esempio di linguaggio ibrido. In primo luogo, questo saggio cerca di descrivere il particolare contesto linguistico della Martinica. In secondo luogo, viene analizzato come l’autore arriva a costruire questo nuovo linguaggio ibrido e gli effetti che esso produce nel romanzo. Infine, lo scopo della ricerca è dimostrare che l’elaborazione di un linguaggio ibrido è l’unico modo per rappresentare la ricca cultura creola.
Lingua: FrancesePag. 199-209
Etichette: Texaco, Chamoiseau Patrick, Novecento, Duemila,