Le riviste sostenitrici
Le forme e la storia | 2010 | N. 2
Anno 2010 – Annata: III – N. 2
A cura di Sebastiano Italia
Titolo articolo: Riconoscimenti
Il saggio tratta il tema dell’‘agnizione’, dal primo teorico, Aristotele della “Poetica” a Umberto Eco. In letteratura il riconoscimento è ovunque; senza di esso non si potrebbe concepire il dramma antico, il romanzo moderno, un’opera lirica o un racconto popolare. Pur essendo un elemento dell’intreccio narrativo così tanto diffuso, e con un enorme potenziale di traino emotivo, è spesso considerato un motivo desueto al punto che certa letteratura contemporanea tende a farne a meno. Gli autori del Nuovo Testamento fanno dipendere la stessa fede dal riconoscimento del Cristo risorto. In altre opere quali l'”Odissea”, “Giovanni XX”, la “Divina Commedia”, Il “Conte di Montecristo”, “Giuseppe e i suoi fratelli” di T. Mann, T.S. Eliot “The waste land”, l’‘anagnorisis’ diviene un ‘tema’ vero e proprio.
Lingua: ItalianoPag. 11-3O
Etichette: Poetica, Origini/Novecento, Teoria della letteratura,
Titolo articolo: Esercizi sul cronotopo 5. L'”Historia Apollonii regis Tyrii”: dal tempo biografico all’autobiografia
La prima versione greca dell'”Historia Apollonii regis Tyri” – probabilmente scritta in Siria tra la fine del II e gli inizi del III secolo d.C. – circolò probabilmente in Europa in forma di epitome, conoscendo – agli inizi del VI secolo – una grande fortuna di pubblico, di traduzioni e adattamenti in un latino dalla marcata patina biblica. Uno dei possibili centri di stesura e di irradiazione fu forse la penisola italiana. L'”Historia” è un romanzo d’amore, di prove e di avventure disposte lungo una linea biografica. Pioletti torna su questa definizione medievale di romanzo, privilegiando l’analisi del suo ‘cronotopo’, scandito da un tempo lineare e icastico nel descrivere le situazioni più drammatiche.
Lingua: ItalianoPag. 31-44
Etichette: Amore, Filologia romanza, Medioevo, Romanzo, Autobiografia,
Titolo articolo: Tradizione e trasmissione delle fonti giuridiche nella critica di Aab? Ja’far Al-T?s?
L’oggetto di studio del presente lavoro è, da una parte, la produzione del ‘ilm al-rijāl (scienza che investiga l’affidabilità dei trasmettitori) di Abū Ja’far al-Tūsī (m. 1067) a noi pervenuta, e dall’altra, l’Introduzione dell’Istibsār fī ma ikhtalafa min al-khbār, opera redatta dello stesso autore e dedicata a questioni di critica del hadīth. L’intento è quello di ricostruire il metodo di lavoro di questo dotto e di verificare se l’obiettivo dello studio dei resoconti, nelle sue due componenti, testo (matn) e catena dei trasmettitori (isnād), sia l’accertamento della loro autenticità attraverso una rigorosa analisi storico-filologica della trasmissione o invece è teso all’individuazione dell’eventuale utilizzazione del resoconto come un indizio della legge divina in uno sforzo di dilatazione dello shar’.
Lingua: ItalianoPag. 45-58
Etichette: Tradizione Filologia Diritto Islamismo Letteratura didascalica Lingua araba,
Titolo articolo: Testo e immagine: uno strumento per il filologo
Nel mondo antico tra testo e immagine vi era una netta distinzione di ruoli. Il mondo classico tendeva a separare nettamente scrittura e immagine: ogni ambito aveva regole proprie. Il Medioevo offre a Lenzo un osservatorio particolare per indagare il nesso ‘parola-immagine’. L’intreccio di scrittura, decorazione e immagine è difatti il fenomeno più caratteristico che trova la sua esplicazione nel libro miniato. L’analisi delle illustrazioni, e del loro rapporto col testo, condotta dalla studiosa permette di fare luce sulla ricezione dei testi in un’epoca cos’ remota. Compito del filologo è quello di studiare l’immagine nella sua funzione di strumento di decodificazione dei testi medesimi e come chiave di lettura riguardo ‘l’orizzonte d’attesa’ del fruitore medievale.
Lingua: ItalianoPag. 59-76
Etichette: Medioevo, Illustrazione, Filologia,
Titolo articolo: Iscrizioni in volgare siciliano dipinte nella chiesa di Sant’Antonio abate di Aidone
Il saggio mira a fornire una tessera iniziale di un ‘corpus’ a tutt’ora ‘in fieri’: quello delle scritture italoromanze di area siciliana. Lo studioso focalizza il suo interesse di ricerca nei riguardi delle iscrizioni della chiesa di sant’Antonio Abate presenti ad Aidone (Enna). In un affresco del 1581 alcuni momenti della ‘legenda’ del santo sono corredate di didascalie.
Lingua: ItalianoPag. 77-94
Etichette: Chiesa, Leggenda, Iconografia, Illustrazione, Critica d’arte, Lingua volgare,
Titolo articolo: I cinquanta ‘motti arguti e gravi tradotti di lingua spagnola’
Il saggio tratta della difesa delle facezie, dei motti e delle burle, contenuta nel prologo del volumetto “Novelle, facetie, motti, et burle, di diversi autori, riformate et corrette. Con aggiunta di cinquanta motti arguti, et gravi, tradotti di lingua spagnola”, Ferrara, per i tipi di Vittorio Baldini, 1589. Ipotesi di Lalomia è che il libro sia una sorta di continuazione di un volume ulteriore, al quale sono stati aggiunti cinquanta motti tradotti dalla sezione finale, esaminata in questa sede, della “Floresta española” di Melchor de Santa Cruz.
Lingua: ItalianoPag. 95-108
Etichette: Narrativa, Letteratura burlesca, Letteratura in volgare, Lingua italiana, Lingua spagnola, Cinquecento,
Titolo articolo: Percepción de las cabla andalusa en texotos administrativos y literarios
Nel presente saggio l’autrice mette in evidenzacome la varietà demotica della lingua castigliana diffusasi ed evolutasi nei territorimeridionali della Penisola Iberica sia stata percepita in taluni scritti ‘colti’ già a partire dal tardo medioevo. In particolare, di uno degli aspetti tuttora certamente più importanti e più immediatamente ravvisabili dell’inflessione andalusa – il fenomeno oggi conosciuto come ‘seseo’, ovvero la sostituzione sistematica della consonante fricativa dentale sorda con la corrispettiva alveolare, che tanta influenza ebbe indubbiamente nella formazione delle parlate castigliane nel Nuovo Mondo – si ha piena coscienza già a partire dal XIII secolo; attestazione ne è l’alternanza ingiustificata di grafemi quali /ç/ e /z/ in posizioni analoghe e presumibilmente non collegati alla reale pronuncia del corrispettivo fonema.
Lingua: SpagnoloPag. 109-124
Etichette: Lessico, Lingua spagnola,
Titolo articolo: L’idea di unità d’Italia tra ‘triennio giacobino’ e primo Foscolo
Gli anni oggetto del saggio, dal 1789 al 1799-1800, determinarono variazioni di non poco momento nello statuto e nel ruolo degli intellettuali, man mano che questi acquisirono una coscienza di guida culturale, etica e politica. La ‘rivoluzione’ in Italia fu, il più delle volte, ‘passiva’; il processo rivoluzionario si mise in moto solo in quanto conseguenza delle campagne militari delle armate francesi sul suolo italico (1795-1796). Tuttavia, ciò non impedì che in Italia si formasse un movimento di azione ispirato alla Costituzione del ’93 e alla linea giacobina. In questa temperie, nell’ottobre 1799, Foscolo da Genova dà alle stampe il “Discorso sull’Italia” e poco dopo ristampa l’ode a “Bonaparte liberatore”. In vista della convocazione dei ‘Comizi di Lione’, il Governo cisalpino aveva commissionato al poeta l'”Orazione a Bonaparte pel congresso di Lione (dic. 1801-genn. 1802). È un riconoscimento significativo della rappresentatività di un Foscolo, ancora giovane letterato. Meno evidenti le istanze ‘rousseaniano-giacobino’, più marcata invece la tensione verso il ‘risorgimento’ e l’identità nazionale.
Lingua: ItalianoPag. 125-144
Etichette: Settecento, Ottocento, Rivoluzione francese, Unità d’Italia,
Titolo articolo: La fiaba del figlio del re di corona e le partenze senza ritorno dei “Malavoglia”
Il saggio rileva i rapporti tra l’undicesimo capitolo dei “Malavoglia” e la conclusione del romanzo, con l’addio di ‘Ntoni per la sua partenza senza ritorno. La fiaba del figlio del “re di corona”, narrata dalla cugina Anna durante la salatura delle acciughe, viene interpretata come elemento non semplicemente ‘tematico’. La fiaba appare infatti tutt’altro che irrelata e confinata nel mondo del meraviglioso, intervenendo essa stessa a costituire il mondo dell’opera, facendo emergere le contraddizioni tra chi è attratto dalla logica della modernità e chi è ancorato ai valori della tradizione. L’esame dei dati filologici, fa emergere l’intenzione dell’autore di creare una corrispondenza antifrastica tra la plurivocità conflittuale fatta esplodere dalla fiaba e la rappresentazione idilliaca delle “belle chiacchierate” nella rievocazione nostalgica di ‘Ntoni al momento del suo definitivo addio, nella pagina conclusiva del romanzo. Il saggio tende ad evidenziare come la significatività dei Malavoglia non resti confinata al momento della creazione, e come i personaggi verghiani si rivelino ‘figura’ della nostra condizione attuale.
Lingua: ItalianoPag. 145-160
Etichette: Narrativa, Romanzo, Verismo, Fiaba, Filologia,
Titolo articolo: Arthur John Strutt: a Victorian on his rambles in Southern Italy and the romantic heritage
Il presente saggio si propone di analizzare l’influenza esercitata dai modi estetici, del pittoresco e del sublime, propri del Romanticismo, su di Arthur John Strutt (1819-1888), giovane pittore vittoriano, nel suo ‘tour’ nel meridione d’Italia.
Lingua: InglesePag. 161-176
Etichette: Ottocento, Romanticismo,
Titolo articolo: Representations of adultery and bigamy in the sensation novel
Oggetto di aspre critiche e di esposti alle restrizioni di legge, soprattutto se si tratta di una donna viziata da esso, l’adulterio è al centro di molti casi di divorzio vittoriani legati dalla stampa con abbondanza di dettagli scandalosi o terribili, che spesso rivelato l’ipocrisia di una società dedicata alla salvaguardia della sacralità del matrimonio anche a costo di ignorare gli abusi e le ingiustizie perpetrate all’interno della famiglia. Forme di adulterio di bigamia trovano vari riverberi nel ‘sensation novel’ di età vittoriana.
Lingua: InglesePag. 177-194
Etichette: Ottocento, Narrativa, Romanzo,
Titolo articolo: La “Chambre bleu”. Un ‘divertissement littéraire’ di Prosper Mérimée
“La Chambre bleu” di Mérimée fu dedicata all’Imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III. Era apparsa per la prima volta nel 1871 su “L’Indépendance belge” e su “La Liberté”. Con Mérimée la novella marca un cambiamento: il genere si distacca dal modello ‘romanesque’ volgendo l’interesse maggiormente verso il realismo documentario. Mérimée segna il passaggio dal Romanticismo al Realismo. La novella ripropone il tema del viaggio; la “chambre bleu” diviene il luogo in cui si realizza il sogno d’amore dei due amanti, vissuto però tra ansie e timori. Per la studiosa la novella rappresenta un piacevole esempio di ‘divertissement’, confermando l’assoluta libertà dello scrittore da ogni convenzione imposta.
Lingua: ItalianoPag. 195-208
Etichette: Ottocento, Romanticismo, Realismo, Romanzo, Viaggio, Letteratura di viaggio,
Titolo articolo: Albert Camus, cinquant’anni dopo
Il saggio propone un esame consuntivo – a cinquant’anni dalla scomparsa – di Albert Camus. Lo scrittore si era sovente ribellato alle etichette impostegli: ‘scrittore dell’assurdo’, ‘moralista’, ‘esistenzialista’. Alcune sue opere, ancora non abbastanza prese in considerazione, concordano nel considerare le etichette impostegli quali meri luoghi comuni; a ciò ha inoltre contribuito la pubblicazione postuma di numerosi suoi scritti. Queste pagine restituiscono pertanto un’immagine ben diversa dello scrittore francese.
Lingua: ItalianoPag. 209-220
Etichette: Novecento, Esistenzialismo, Romanzo, Teatro, Saggistica,
Titolo articolo: Gli alterati nei romanzi di Elsa Morante
Oggetto del presente saggio sono gli ‘alterati’, in particolare i diminutivi, nei principali lavori di Elsa Morante: “Menzogna e sortilegio”, “L’isola di Arturo”, “La Storia”, “Aracoeli” (pubblicati tra il 1948 e il 1982). Gli alterati vengono spesso utilizzati dalla scrittrice quale risposta a esigenze affettive e stilistiche.
Lingua: ItalianoPag. 221-236
Etichette: Novecento, Romanzo, Linguistica, Linguaggio,
Titolo articolo: Di Spagna e Sicilia: divagazioni
Se, nel caso della Sicilia, è corretto parlare, per evidenza storica, di dominazione spagnola, altrettanto corretto è riconoscere quanto fertile, per certi versi, sia stato l’obbligato contatto (non sempre definibile in termini di puro scontro) tra insularità e peninsularità. È quanto emerge da certe fonti, quelle frequentate in genere da amanti delle spigolature o da coloro che non chiedono alla storia soltanto il resoconto feroce degli eventi. Quelle stesse fonti riferiscono, infatti, sì di una dialettica culturale non sempre lineare, ma anche di un più proficuo dialogo tra sicilitudine e ‘spagnitudine’, corde pazze che s’intrecciano e lasciano, alla posterità, un insolito ordito, fatto di aneddoti che si collocano fra l’infra-storia e la storia obliata e che raccontano, parafrasando Unamuno, ‘l’umanità dentro di noi’.
Lingua: ItalianoPag. 237-250
Etichette: Novecento, Storia,
Titolo articolo: Credenze millenaristiche e avvento dei normanni in Italia
L’analisi condotta dalla studiosa sulle fonti storiche, seguendo i criteri della moderna filologia, consente di classificare le cronache medievali alla stregua di testi letterari veri e propri nei quali vero storico e mito tendono a intrecciarsi. Le fonti storiografiche relative ai Normanni e al loro arrivo in Sicilia sono contrastanti. Il “Chronicon” di Lupo Protospatario fa risalire la comparsa di un primo nucleo di mercenari normanni nell’Italia meridionale intorno al 1009. La scelta di collocare intorno al Mille la prima apparizione dei Normanni in Italia risponde alla volontà dei redattori delle varie cronache di far apparire quella dei Normanni quale la realizzazione di un disegno divino. La discesa dei Normanni si legherebbe dunque alle credenze ‘millenaristiche’ relative a un ‘avvento messianico’.
Lingua: ItalianoPag. 253-258
Etichette: Storiografia, Filologia, Medioevo, Mito, Storia,
Titolo articolo: In quel giorno io consacrai tutto me stesso alla patria: appunti sul “dottor antonio”, romanzo risorgimentale di Giovanni Ruffini
Pathos patriottico, istanze didascaliche, estenuazione melodramma¬tica confluiscono in “Doctor Antonio”, del 1855, secondo romanzo di Giovanni Ruffini, pubblicato a Edimburgo da Constable, per i cui tipi nel ‘53 era apparso “Lorenzo Benoni”. Privilegiando i meccanismi canonici del ‘sentimental novel’ l’autore relega lo ‘spazio storico’ in blocchi illu¬strativi autonomi e accessori rispetto alle articolazioni fondamentali dell’intreccio. Ampie e numerose sono le descrizioni paesaggistiche, che molto spesso metaforizzano lo stato d’animo dei personaggi. Solo negli ultimi sei capitoli del romanzo, dopo aver operato un salto cronologico di otto anni, lo scrittore si collega saldamente al contesto politico. Il testo presenta dunque una struttura dicotomica. Il momento privato degli affetti intimi non si salda a quello pubblico dell’impegno patriottico, né basta ad assolvere una funzione unificante il motivo dell’esilio, affrontato in chiave sentimen¬tale più che nei suoi risvolti ideologici, e sentito soprattutto come penoso distacco dalla terra natale.
Lingua: ItalianoPag. 259-268
Etichette: Ottocento, Romanzo, Risorgimento, Patria, Melodramma,
Titolo articolo: Tracciare i confini del realismo: alcuni usi del paradigma fotografico nel dibattito verista
Il saggio approfondisce le ragioni che hanno determinato la marginalità della fotografia nel campo delle arti del secondo Ottocento. Rifiuto ribadito, anche in letteratura, nella maggior parte degli scrittori realisti, che vedono nel nuovo medium un’intollerabile invasione di campo. Individua, in seguito, la funzione che la metafora fotografica ha svolto all’interno del dibattito letterario negli anni del verismo. Antitesi di tutti i valori dell’arte, nel discorso teorico la fotografia ha svolto uno specifico compito strutturale, tracciando, per antitesi, tutto ciò che è esterno al ‘territorio dell’arte’. In controtendenza si segnala la posizione estrema della scapigliatura democratica (Cameroni, Valera), al cui interno matura un’equivalenza tra scrittura e fotografia in funzione di una spietata disamina all’interno del corpo sociale.
Lingua: ItalianoPag. 269-278
Etichette: Fotografia, Ottocento, Verismo, Scapigliatura,
Titolo articolo: Primo Levi: poeta testimone ‘ad ora incerta’
In Primo Levi il tema della memoria ossessiva, del trauma inenarrabile, è soggetto a un ‘ritorno’ continuo e impedisce a Levi sopravvissuto di recuperare la sua essenza prima dell’esperienza del ‘lager’. A quanto detto si aggiunge il senso di colpa di colui che impotente ha assistito alla morte dei propri compagni di prigionia. Il Levi sopravvissuto rimane sempre perseguitato dal ricordo colpevolizzante dei ‘sommersi’.
Lingua: ItalianoPag. 279-288
Etichette: Novecento, Guerra,
Titolo articolo: Sull’uso del termine ‘symbole’ negli scritti saussuriani sulle lelende germaniche
Il presente contributo è dedicato a ricostruire alcuni aspetti del dibattito su un Saussure ‘ortodosso’ e uno più ‘notturno’. Fadda apporta inoltre – attraverso il confronto col ‘corpus’ saussuriano – anche dei contributi personali. Nel “Corso di linguistica generale” il termine ‘symbole’ è definito un ‘segno non (completamente) arbitrario’. Nelle leggende la non totale arbitrarietà dei ‘simboli’ deriva dal fatto che essi sono derivati da avvenimenti storici.
Lingua: ItalianoPag. 289-297
Etichette: Linguistica, Linguaggio, Simbolo,
Titolo articolo: Confini e frontiere: la misura del ‘Limes’
Nel mondo antico i confini non erano barriere immobili. Erano bordi, margini di un tessuto variegato di relazioni sempre variabili e modificabili. Il ‘topos’ del ‘limes’ diviene pertanto determinante ai fini della stessa strutturazione della società e del sé. È dentro il confine stesso che si struttura l’identità di un popolo, identità nata dall’atto stesso della demarcazione di uno spazio che diviene così riempito di senso.
Lingua: ItalianoPag. 301-309
Etichette: Teoria della letteratura,
Titolo articolo: Note sulla vaiolizzazione cinese in Giappone. “Shuto hitsujun ben” (“La vaiolizzazione assicura una forma di vaiolo lieve”, 1795) di Ogata Shunsaku
Il contributo presenta il tema della vaiolizzazione in Giappone. Villani muove dal libello di Ogata “Shuto hitsujun ben” (“La vaiolizzazione assicura una forma di vaiolo lieve”, 1795). È il primo scritto giapponese rivolto alla gente comune e finalizzato a pubblicizzare e promuovere la pratica immunologica. Il testo contiene riferimenti a precedenti tentativi di immunizzazione in Giappone praticata da medici olandesi presso l’insediamento di Nagasaki.
Lingua: ItalianoPag. 311-324
Etichette: Medicina, Settecento,