Le forme e la storia | 2009 | N. 1

Anno 2009 – Annata: II – N. 1
A cura di Sebastiano Italia

Autore/i articolo: *
Titolo articolo: La nuova serie de “Le forme e la storia”

Presentazione della nuova serie della rivista “Le forme e la storia”, fondata nel 1980 su iniziativa di Nicolò Mineo, Gaetano Compagnino, Enzo Sciacca e Antonio Pioletti. Con questa nuova serie, inaugurata con l’annata 2008, se ne vuole rimettere in moto il corso editoriale, seguendo un filo conduttore che ha lasciato tracce non di poco momento. Nella seconda serie la presenza di studi storici si fa più sistematica, divenendo indagine sul nesso ‘letteratura-storia’. Questo nesso rimane il campo di indagine privilegiato, il quale tende a dare rilievo non solamente all’estetica della letteratura, ma anche alla sua funzione cognitiva, sociale ed etica. Obiettivo precipuo è inoltre la valorizzazione dell’interdisciplinarietà, pertanto sono previsti numeri monografici dedicati a tematiche singole; obiettivo cui si affianca l’istituzione di un comitato di redazione internazionale.

Lingua: Italiano
Pag. 7-10
Etichette:

Autore/i articolo: *
Titolo articolo: Prefazione

Presentazione del fascicolo monografico dedicato alla ‘scrittura epistolare’. Si è scelto di operare una demarcazione cronologica finalizzata a esaminare quel periodo storico – ovvero l’avvento della modernità e della nascente borghesia – nel quale la funzione della lettera assume un significato particolare – mantenuto fino ai giorni nostri – e poi scomparso con l’avvento della telefonia e della posta elettronica.

Lingua: Italiano
Pag. 13-16
Etichette: Epistolografia,

Autore/i articolo: NICOLÒ MINEO
Titolo articolo: Appunti per uno studio degli epistolari

Non è possibile ascrivere a un genere unico la scrittura epistolare; questa la premessa dalla quale muove il saggio introduttivo di Mineo che apre il presente fascicolo monografico dedicato alla scrittura epistolare. In un momento storico dominato dalle comunicazioni moderne – dalla telefonia alla ‘mail’ –, prosegue Mineo, come ripensare l’interesse dello studioso verso una forma che sembra oramai obsoleta. L’epistolario obbliga lo studioso a misurarsi con l’oggettività degli eventi della vita del suo autore e con le stesse sue opere, quando ve ne sono. Esso può servire come testimonianza, ma non deve essere mai studiato quale opera in sé; altro aspetto riguarderebbe poi il suo tasso di sincerità. A tutto ciò si lega inoltre la referibilità della lettera al contesto storico nel quale essa si inscrive. Il problema interpretativo si dilata pertanto fino a coinvolgere la coscienza storica dell’orizzonte mentale e di scrittura del suo emittente.

Lingua: Italiano
Pag. 17-22
Etichette: Epistolografia, Epistolario,

Autore/i articolo: AGNESE AMADURI
Titolo articolo: UN ESEMPIO DI EPISTOLOGRAFIA SATIRICA DEL CINQUECENTO: GIOVAN GUGLIELMO BONINCONTRO E IL SANT’UFFIZIO IN SICILIA

Il saggio analizza l’epistolario inedito di Giovan Guglielmo Bonincontro, giurista palermitano vissuto nel XVI secolo, autore di versi in toscano e in siciliano. Lo scrittore, formatosi a Bologna e Ferrara, si accostò alla Riforma protestante e fu quindi imprigionato dal Tribunale del Sant’Uffizio spagnolo nel 1565. Durante la carcerazione e negli anni seguenti, spesi in isolamento, compose tre lettere che tengono conto dei modelli offerti dai rimatori comico-burleschi (Berni in primis) e subiscono l’influenza dell’Aretino. Bonincontro usa una scrittura apparentemente faceta per ridicolizzare e aggredire le alte cariche ecclesiastiche, gli ordini monastici, gli inquisitori, le personalità più in vista della Sicilia della seconda metà del Cinquecento attraverso la mimesi e la parodia delle marche stilistico-comunicative delle fasce sociali oggetto di polemica. Il saggio evidenzia pertanto, attraverso una puntuale disamina dei testi, come la Babele linguistica e retorica che domina le lettere sia speculare al Caos politico, sociale e morale che avrebbe, secondo Bonincontro, contraddistinto l’isola.

Lingua: Italiano
Pag. 23-38
Etichette: Cinquecento, Epistolario, Epistolografia, Protestantesimo, Letteratura burlesca, Letteratura epistolare, Parodia,

Autore/i articolo: NADIA CENTORBI
Titolo articolo: Scizofasia androginica nell’epistolografia romantica: Karoline von Günterrode, Heinrich von Kleist, Clemens Brentano

Il saggio descrive la scrittura epistolare androginica di alcuni autori del primo romanticismo tedesco. Karoline von Günterrode si definisce ‘Una donna che ha desideri da uomo, senza avere la forza degli uomini’, da questo assunto deriva una scrittura volubile e disarmonica. Il drammaturgo Kleist, tanto tiepido di effusioni per la fidanzata, si scalda unicamente nell’esaltare il corpo dell’amico Ernst von Pfuel, da lui contemplato’con sentimenti davvero femminei’. Brentano infine si rivolge all’amico Arnim con accenti dell’innamorato infelice e confessa candidamente di “essere amato da Sophie, ma di anelare a lui’.

Lingua: Italiano
Pag. 39-76
Etichette: Epistolario, Epistolografia, Omosessualità, Romanticismo,

Autore/i articolo: MARGHERITA COTTONE
Titolo articolo: “Scrivere come si parla”: linguaggio del cuore e amministrazione domestica nel carteggio di J.W. Goethe con Christiane Vulpius

Il carteggio tra Goethe e la moglie Christiane Vulpius(1792-1816), che il poeta sposa dopo diciotto anni di convivenza, rivela nella Vulpius la donna di cui Goethe maturo aveva bisogno: allegra, ottima amministratrice di casa, generosa e pronta ad accettare le assenze e i libertinaggi del marito. Goethe ne è innamorato e affezionato tanto da scrivere che la morte di Christiane lo porta quasi alla disperazione.

Lingua: Italiano
Pag. 77-94
Etichette: Epistolario, Epistolografia, Carteggio, Ottocento,

Autore/i articolo: GIUSEPPE DOLEI
Titolo articolo: L’epistolario segreto Susette Gontard-Friedrich Hölderlin

Il saggio ripercorre le tappe della relazione amorosa tra il poeta Hölderlin e Susette Gontard, moglie del banchiere omonimo, nella cui casa di Francoforte il ventiseienne Friedrich lavorava come precettore. Essendo scoppiata una violenta scenata tra moglie, marito e precettore, quest’ultimo fu licenziato immediatamente. Tra mille difficoltà i due innamorati continuarono a vedersi di nascosto. L’epistolario che è rimasto, pur essendo lacunoso, costituisce un ‘monumento indelebile all’amore’, come lo definì Susette in una delle diciassette lettere spedite all’amato poeta.

Lingua: Italiano
Pag. 95-110
Etichette: Carteggio, Epistolario, Epistolografia, Ottocento,

Autore/i articolo: GIUSEPPE SORBELLO
Titolo articolo: In margine a una cartolina verghiana: “Grato m’è il sonno, e più l’esser di sasso”

In una cartolina del 1920, Giovanni Verga utilizza l’incipit della celebre quartina michelangiolesca come testo di un dedica per la giovane ammiratrice Sara Scriffignani. Un accostamento – come chiarisce il saggio – per molti versi ‘straniante’, poiché tali versi, che godevano di un’autorevole esegesi patriottico-risorgimentale, sono qui rifunzionalizzati dallo scrittore in chiave intimistico-esistenziale, calati in un contesto di comunicazione galante. L’autore del saggio, inoltre, riecheggia le consonanze e le dissonanze tra le esperienze letterarie, pur così diverse, di Michelangelo e Verga, individuando un sotterraneo fil rouge nella comune appartenenza alla famiglia degli ‘scrittori di parole’; categoria della nostra storia letteraria per la prima volta introdotta dal Berni (per Michelangelo) e ribadita da Pirandello in un celebre discorso sull’autore dei Malavoglia. Il saggio, infine, individua le modalità con cui la scrittura verghiana interagisce con lo spazio testuale e iconografico della cartolina.

Lingua: Italiano
Pag. 111-128
Etichette: Epistolario, Epistolografia, Novecento, Poesia, Iconografia,

Autore/i articolo: MARIO TROPEA
Titolo articolo: Pirandello e Capuana: lettere aperte a spiriti e fantasmi

Nel saggio in questione vengono esaminati due interventi, o due ‘lettere aperte’, di Luigi Pirandello e Luigi Capuana sul tema dello spiritismo, che era diventato argomento di grandi dibattiti, allora, tra metà Ottocento e primo Novecento, dal campo delle scienze alla medicina, alla psichiatria, alla psicologia, fino ad esser moda nelle sedute dei salotti. Capuana aveva già scritto sull’argomento opere come “Spiritismo?”; “Mondo occulto”, novelle e interventi vari. Pirandello ne aveva parlato nel “Fu Mattia Pascal”, e riflessi se ne hanno nei “Sei personaggi in cerca d’autore”, fino addirittura a “I Giganti della montagna”. C’è una polemica sottesa, ma diretta, in queste lettere (pubblicate sulla “Gazzetta del Popolo” di Torino, una alla fine del 1905 e l’altra a inizio del 1906), tra i due scrittori, partendo dalla quale Tropea percorre trasversalmente l’opera dei due autori al riguardo del tema spiritico, esaminando poi, in specie, due novelle di Pirandello, “La casa del Granella” (1905) e “Dal naso al cielo” (1907), soffermandosi sul tema del ‘di là’, dell’‘oltre’, della vita e della morte.

Lingua: Italiano
Pag. 129-156
Etichette: Epistolario, Epistolografia, Novecento, Occultismo,

Autore/i articolo: GIULIANA CACCIOLA
Titolo articolo: La verità tra le pieghe di una vita ‘vissuta ancora’. Conversazione con Ruth Klüger: una voce fuori dal coro

L’autrice descrive la personalità e la scrittura di Ruth Klüger, nata a Vienna(1931) e deportata nei campi di concentramento in quanto ebrea. Le sue memorie sono molto diverse da quelle di Primo Levi, anch’egli superstite dei lager nazisti. Il romanzo “Vivere ancora” vuole smitizzare l’aura dell’esperienza del lager, guidato pur sempre da normali esseri umani della nostra epoca.

Lingua: Italiano
Pag. 157-168
Etichette: Novecento, Romanzo, Memoria, Memorialistica, Olocausto,

Autore/i articolo: ANNA MARIA CARPI
Titolo articolo: “Nella mia casa non si può approdare”. Il carteggio Benn-Oelze

Friedrich Wilhelm Oelze, umanista e ricco imprenditore di Brema, è l’unico vero amico dello scorbutico poeta Benn. L’amicizia dura dal 1932 fino al 1956, anno della morte di Benn. Nell’epistolario il poeta rivela un penoso complesso di inferiorità rispetto all’eleganza e al ceto sociale di Oelze. Gli confida apertamente le sue debolezze umane, amori e ‘amoruzzi’ finiti in tragedia, la sua scarsa sensibilità musicale, il suo cruccio principale: la nascita della coscienza che apre uno iato tra il genere umano e gli animali.

Lingua: Italiano
Pag. 169-178
Etichette: Carteggio, Epistolario, Epistolografia, Novecento,

Autore/i articolo: MARIA GIUSEPPINA CATALANO
Titolo articolo: Bufalino-Romanò: giochi di luce e d’ombra per un ‘carteggio di gioventù’

Nel carteggio di Gesualdo Bufalino e Angelo Romanò, intercorso tra 1943 e 1950, c’è l’origine della loro intima intesa intellettuale. Ripercorrendo lo scambio epistolare, l’autrice del saggio evidenzia, nella scrittura di Bufalino, il suo continuo ricorrere ad un’accesa sfera cromatica cui fa da contraltare il tono crepuscolare che caratterizza gli inchiostri dell’amico lombardo. Viene sottolineata l’immediatezza visiva della penna bufaliniana: nelle lettere all’amico, egli usa il colore non solo per le sue complesse trame simboliche, ma per la sua plastica virtù di definire un personaggio, descrivere un ambiente, tracciare un’atmosfera o spiegare un moto dell’animo. Di lettera in lettera, vengono inoltre rintracciati gli elementi che testimoniano la predilezione di Bufalino, sin da giovanissimo, per le arti figurative.

Lingua: Italiano
Pag. 179-190
Etichette: Carteggio, Novecento, Epistolario, Epistolografia,

Autore/i articolo: DORA MARCHESE
Titolo articolo: Lettere di Stefano Pirandello al padre, ai familiari, agli amici, ovvero frammenti di vita d’uno scrittore misconosciuto.

Il saggio analizza la figura e l’opera di Stefano Pirandello, primogenito di Luigi, attraverso i carteggi intercorsi tra padre e figlio (dal 1915 al 1918 e dal 1919 al 1936) oggi integralmente pubblicati. Giornalista, poeta, narratore e drammaturgo, Stefano Pirandello, finalmente sottratto ad un ingiusto oblio, appare autore originale e autonomo, tra i più interessanti del Novecento, notevole anche per i rapporti intessuti con l’intellighenzia nazionale ed internazionale del suo tempo e per il legame privato, affettivo e intellettuale, intrecciato con il padre di cui fu strettissimo collaboratore.

Lingua: Italiano
Pag. 191-208
Etichette: Novecento, Carteggio, Epistolario, Epistolografia,

Autore/i articolo: SALVATORE RIOLO
Titolo articolo: Missive estreme e ‘scritture terminali’ fra lingua e dialetto, ai confini del canone e della finzione

L’autore individua due tipi di scrittura epistolare, che denomina ‘missive estreme’ e ‘scritture terminali’. In entrambi i casi sono lettere scritte da persone che stavano per morire e, quindi, scritte sotto l’urgenza e col peso dei problemi della vita che stavano per lasciare. Il ‘corpus’ oggetto di analisi è ricco ed eterogeneo e spazia dalla lettera aperta di P. Welby al Presidente della Repubblica all’ultima lettera di Saddam Hussein, dalle ultime lettere di Moro, dei condannati a morte della Resistenza alle lettere dei kamikaze e a quelle dei suicidi. Le lettere esaminate documentano una prima fase di anamnesi, in cui i morituri sentono il bisogno fortissimo di riappropriarsi della vita trascorsa, ripercorrendone mentalmente le fasi salienti. Riolo si sofferma su alcuni aspetti rilevanti del particolare tipo di scrittura preso in considerazione: la lingua dei testi, che è compresa fra italiano e dialetto; la loro controversa letterarietà, che li colloca ai confini del canone e oltre la finzione; la loro appartenenza a un genere autonomo, che non è un sottogenere ma un ‘intergenere’, un genere, cioè, che interseca generi di scrittura affine.

Lingua: Italiano
Pag. 209-230
Etichette: Epistolografia, Epistolario, Morte, Lingua , Dialetto, Lingua italiana, Scrittura,

Autore/i articolo: MARCELLO VERDENELLI
Titolo articolo: Dino Campana e l”arte mediterranea’. Un itinerario nei “Canti Orfici” e nelle lettere

Il presente saggio vuole mettere in rilievo il gioco di ‘luce’ e la ‘mediterraneità’ dell’arte di Dino Campana attraverso le sue epistole e alcune opere, dai “Canti Orfici” alla ‘trilogia genovese’: il “Crepuscolo mediterraneo”, “Piazza Sarzano”, “Genova” . Si tratta di una mediterraneità tutta declinata al femminile, intesa come un fatto generativo e materno e col suo conseguente simbolismo.

Lingua: Italiano
Pag. 231-250
Etichette: Epistolario, Epistolografia, Poesia, Novecento, Simbolismo,

Autore/i articolo: RITA VERDIRAME
Titolo articolo: “Donna cara e fatale!”. La comunicazione ‘schermata’ nelle lettere tra Neera e Tommaso Cannizzaro

Il saggio esamina il carteggio tra Anna Radius Zuccari (Milano, 1846-1918), intellettuale e scrittrice lombarda, nota con lo pseudonimo di Neera, e Tommaso Cannizzaro (Messina, 1838-1921), garibaldino, intellettuale autodidatta, traduttore del “Cid” e autore di una traslazione dialettale della “Divina Commedia”. Il carteggio comprende 109 lettere delle quali 105 di Neera e 4 di Cannizzaro; esso rimane un documento importante dei fermenti culturali dell’ultimo ventennio dell’Ottocento.

Lingua: Italiano
Pag. 251-268
Etichette: Carteggio, Epistolario, Epistolografia, Novecento,